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Aprendo lo Zohar – 30.05.2010

Il Libro dello Zohar – Selezioni, Art. 97, “Il Conduttore di Somari”
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Lezione quotidiana di Kabbalah del 30.05.2010

Dal Libro dello Zohar: Capitolo “VaYikra”(Il Signore ha Chiamato), punto 411,  lezione 17
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Rav Yehuda Ashlag: Prefazione al Commentario del Sulam,  punto 27, Lezione 9
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Rav Yehuda Ashlag: Introduzione allo studio delle Dieci Sefirot, punto 17 -pag. 323, Lezione 6
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Rav Baruch Ashlag: Secondo ciò che è spiegato riguardo a “Ama il Tuo Amico” Art: 7 – pag. 295
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“Vieni e vedi” una nuova realtà

Tutto il nostro problema nell’avanzamento spirituale è che approcciamo alla Kabbalah, la rivelazione del Mondo Superiore, come se fosse una teoria scientifica che dobbiamo ottenere con la nostra mente e realizzare con le nostre proprie forze. Tuttavia, la Kabbalah ci offre qualcosa di completamente atipico – la possibilità di acquisire nuove qualità; e se una persona non le acquisisce, non scopre di cosa parla la Kabbalah.

Tutta la Kabbalah è un metodo di sviluppo di una nuova qualità nella persona, la qualità “dell’amore per il prossimo”. Esso è anche chiamato “il Creatore”. Quindi la Kabbalah è un metodo di passaggio da una totale Sua negazione alla Sua completa rivelazione. I nostri iniziali sentimenti terreni e la mente non generano alcuna relazione con la rivelazione del Creatore. La rivelazione del Creatore è la creazione della Sua qualità all’interno di una persona. La Kabbalah è il metodo per formare la qualità della dazione in noi, lo stato del Creatore.

Tutta la nostra realtà consiste di due componenti: i sentimenti e la mente. Quando una persona crea l’immagine del Creatore in lei, acquisisce una nuova mente ed un nuovo sentimento al posto di quelli precedenti. È così che passa dalla percezione (o sensazione) di questo mondo, alla percezione (o sensazione) del Mondo Superiore.

La nuova sensazione all’interno della persona è chiamata il Creatore, “Borè”, che significa “vieni e vedi”. Essa è anche denominata anima.

La più grande sfida per una persona che comincia a studiare la Kabbalah è l’incapacità di connettere tutto il suo sviluppo con la Luce che deve cambiarla, alla forza che deve portarle una nuova mente e nuovi sentimenti. Ci stringiamo alle forme esterne ed aspiriamo a percepire il testo che è stato scritto dai Kabalisti con i nostri sentimenti terreni e la mente. Cerchiamo di adattare la spiritualità alla nostra esistenza terrena. Tuttavia, in tutti i libri di Kabbalah, neanche una parola parla del nostro mondo. Il nostro stato esiste inevitabilmente solo per attrarre la Luce che Riforma attraverso lo studio in un gruppo. Il nostro compito è di aspettare la nascita di nuovi sentimenti e di una nuova mente in noi, il che ci darà la percezione di una nuova realtà.

Tutta la nostra battaglia con la nostra natura equivale a trovare nuovi strumenti per percepire il mondo e quindi, percepirlo e raggiungerlo per mezzo loro.

Le finestre che mi conducono ad un realtà più profonda

Leggiamo lo Zohar ed immaginiamo -come in un schermo- alcune immagini di questo mondo con distinti oggetti e personaggi, parole materiali ed azioni. Ciò si deve al fatto che il nostro desiderio è per ora esclusivamente terreno.

Però, nel chiedere che arrivi la Luce, grazie ad essa, ci si illuminerà uno schermo più profondo. È come nel computer, quando una finestra si nasconde dietro l’altra.

Per questo, dobbiamo cercare di vedere dietro ogni parola una qualità spirituale, fino a quanto si può.

Quando otteniamo davvero questa vista spirituale, in un modo naturale e semplice, cominciamo a vedere dietro tutte le parole lette un’ immagine totalmente diversa: le forze, le connessioni, le relazioni, le qualità, le proprietà.

Questo non ha niente a che vedere con quello che abbiamo visto precedentemente. La forma anteriore semplicemente scompare. Passiamo ad uno schermo più interno e tutte le nostre percezioni, la nostra conoscenza e la nostra vita, si trovano già lì.

Ossia, spero che la Luce –la forza che ricevo dalla lettura del libro dello Zohar- mi prenda e mi porti ad una profondità più vasta, ad uno schermo più interno, sempre più profondo.

Se mi muovo da uno schermo all’altro, già comincio a vivere in esso! Lì si trovano i miei sentimenti e la ragione e questa comincia ad essere la mia vita.

Allora tutte le parole ottengono un altro significato. Precedentemente mi sembrava di capirle, però le relazionavo a distinti oggetti ed azioni di questo mondo.

Adesso quando passo ad uno schermo più interno, vedo che tutto ha un altro significato più profondo. Questo equivale alle mie qualità interiori.

Questo e il cambiamento che dobbiamo aspettarci dallo Zohar.