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É possibile trovare gioia anche in situazioni difficili?

Immagina tre persone che lavorano insieme, sollevando pesanti rocce. Una è stanca e dice: “È un lavoro duro”. La seconda dice: “Lo faccio per soldi”. La terza dice con orgoglio: “Sto costruendo un tempio”.

Costruire un tempio sembra più facile perché fornisce uno scopo più elevato. Questa è la chiave per trovare la felicità in qualsiasi situazione, anche in quelle difficili. Possiamo sempre sognare cose più grandi e migliori se pensiamo a un obiettivo di livello superiore,  quindi sarebbe saggio cercare sempre di fare qualcosa di importante, poiché ci offre una ragione per lavorare.

Fissare degli obiettivi ci aiuta a trovare la felicità, anche nei momenti difficili. Se il nostro obiettivo è come la costruzione di un tempio, il duro lavoro sembra più leggero. Inoltre, se puntiamo a un grande obiettivo nella vita, possiamo ispirare gli altri a porsi un grande obiettivo, dando un esempio positivo. In poche parole, avere obiettivi significativi ed esempi ispiratori può cambiare il modo in cui tutti noi lavoriamo per una vita più felice.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Il pericolo di una guerra nucleare è maggiore o minore oggi rispetto al periodo della guerra fredda?

Oggi si parla del rischio dell’uso delle armi nucleari in tutto il mondo, attualmente al suo massimo dal periodo della Guerra Fredda. Le nazioni dotate di armi nucleari stanno aumentando e modernizzando senza sosta i loro armamenti, non mostrando alcuna propensione verso i negoziati, i colloqui di pace o la riduzione del loro arsenale nucleare. Negli anni ’70 e ’80 si sentiva parlare molto di questo argomento ma è stato trascurato per un certo periodo. Tuttavia, la preoccupazione è tornata e il numero di testate nucleari nel mondo sta aumentando per la prima volta dalla Guerra Fredda.

Una delle differenze principali nella discussione sulle armi nucleari oggi è che non si parla di raggiungere alcun accordo, come invece avveniva in passato. La crescita inarrestabile dell’egoismo – il desiderio di trarre profitto a spese degli altri – ha reso il negoziato un’impresa inutile, perché concludere un accordo con un paese è comunque un’operazione che non tiene conto di una ventina o più di altri Paesi  che non si preoccupano di negoziare.

È davvero una triste realtà e non c’è via d’uscita. Tutti sono semplicemente seduti sui loro arsenali nucleari in uno stato di sfiducia reciproca. Le potenze mondiali continuano ad accumulare armi e paesi che in passato non ne possedevano entrano anch’essi in gioco.

C’è una via d’uscita da questa corsa agli armamenti nucleari? Lo scenario peggiore è che faremo esplodere l’intero pianeta. Quello più ottimistico è che inizieremo a mettere in pratica il metodo che arricchisce le connessioni nelle nostre vite, invertendo la nostra natura egoistica, di perseguire il beneficio personale a spese degli altri, in qualcosa di opposto – il desiderio di usare noi stessi per beneficiare gli altri – e così facendo, distruggeremo le armi fatte per danneggiare e uccidere, o le utilizzeremo per scopi pacifici nel processo.

Sembra irrealistico pensare che tutti si connettano positivamente e che questa sia la soluzione alla crescente ansia nucleare, perché in effetti è irrealistico.

Quando diventerà reale? Tutto ciò che possiamo fare è continuare a lavorare su noi stessi per diventare più premurosi, solidali e amorevoli, e continuare a diffondere il messaggio su come elevarsi al di sopra del nostro egoismo per instaurare relazioni di reciproca attenzione.

So che è così che vivrò fino al giorno della mia morte, e poi la vita continuerà. Confido che sempre più persone pensino in questo modo, impegnandosi sempre di più per far progredire una coscienza umana unita, finché alla fine tutto andrà al suo posto.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

 

Svegliarsi dalla sindrome della vita ritardata: Trovare un significato al di là dell’illusione

Esiste un fenomeno psicologico noto come “sindrome della vita ritardata”, che si verifica quando percepiamo la nostra vita come una prova per qualcosa di più grande e significativo che verrà in seguito, come se dovessimo vivere per sempre.

All’improvviso, però, la vita può subire una svolta di 180 gradi. Si racconta di un senatore che improvvisamente perse il desiderio di prestigio e di successo politico, desiderando invece godere dei semplici piaceri della vita: fare colazione con un amico, stare in compagnia della moglie, leggere un libro e così via.

Cosa gli successe? Gli fu diagnosticato un cancro.

Ciò dimostra che quando appare una fine, gli obiettivi e i piaceri della vita in eccesso svaniscono dall’orizzonte, perdendo la loro importanza.

Questo fenomeno solleva una domanda: Perché abbiamo un cervello che può calcolare di pagare con una quantità di dolore presente pur di raggiungere vari piaceri e obiettivi nel futuro?

Dobbiamo renderci conto che è così che viviamo e che, non appena sappiamo che la fine è vicina, perdiamo interesse per quei piaceri.

Cosa possiamo trovare, allora, se la fine è vicina? Il senatore ha ritrovato il gusto di alcuni semplici piaceri, come la cena con gli amici e la moglie, dopo aver rivalutato questi eventi e il significato della vita. Tutto il resto aveva perso il suo sapore. Non restava altro che vivere ogni momento per sentire meno dolore.

Tuttavia, una vita di questo tipo non è assolutamente ottimale. La vita dovrebbe idealmente consistere in momenti in cui ci eleviamo al di sopra della nostra natura animale, entrando nella natura superiore dell’amore, della dazione e della connessione, dove da un momento all’altro spostiamo la nostra intenzione dal beneficio per se stessi al beneficio degli altri e della natura.

A quel punto sarà possibile capire perché qualsiasi fine ci può apparire, ad esempio un cancro o una malattia terminale, e come dobbiamo viverla, cosa dobbiamo lasciarci alle spalle e cosa dobbiamo fare di noi stessi.

Se usiamo ogni momento per elevarci al di sopra della nostra innata natura animale e ci concentriamo sul fare del bene agli altri, allora usiamo nel modo più efficace il nostro mondo e la vita che ci è stata data: rendiamo la vita la migliore possibile per le persone intorno a noi e per le generazioni a venire.

È proprio per questo che ci sono state date malattie come il cancro. Allo stesso modo, dobbiamo preparare chi si prende cura di coloro che vengono colpiti da queste malattie. Tuttavia, non considero queste persone sfortunate. Vedo piuttosto che è stata data loro una grande opportunità di sottoporsi a cambiamenti e correzioni significativi, che alla fine servono a elevarli al mondo spirituale superiore dell’amore e della dazione. Inoltre, possono farlo in modo pacifico. Si scopre allora che coloro che rimangono in questo mondo sono più sfortunati, perché lo sprecano in piaceri effimeri, mentre gli altri possono elevarsi prima a una realtà superiore.

Nel nostro innato modus operandi egoistico, non riusciamo a vedere come viviamo in un grande inganno pensando che qualcosa uscirà dalla nostra vita inseguendo i piaceri di questo mondo. Poiché viviamo in un tale inganno, sono quindi favorevole a usare l’inganno come tattica per aiutarci a uscire dalla falsa immagine della realtà e a entrare in quella vera, risolvendo le nostre domande esistenziali più profonde.

Per esempio, se una persona fosse decisa semplicemente a guadagnare milioni di dollari e a diventare famosa, considerando sempre e solo il suo tornaconto personale senza alcun riguardo per gli altri, allora sarei favorevole a sottoporre questa persona a una sorta di gioco con medici, amici e familiari tutti coinvolti nel gioco, dandole una falsa diagnosi di una malattia terminale che solo essa pensa sia reale. Se questo servisse a farla uscire dal falso senso di autogratificazione come la cosa più importante della vita, e iniziasse a concentrarsi su ciò che è davvero più importante, allora ne varrebbe la pena. In seguito, le persone che stanno dietro al gioco le rivelerebbero che si trattava solo di un gioco e che sono felici di vederla risvegliarsi dal suo bozzolo chiuso in se stesso, diventando una persona più calorosa, premurosa e amorevole, aprendosi a una realtà molto più ampia, armoniosa e pacifica, che abbraccia sempre di più gli altri.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Sei d’accordo con Elon Musk e altri leader tech che chiedono una pausa nello sviluppo dell’intelligenza artificiale avanzata? Perché o perché no?

Non sono d’accordo sul fatto che dovremmo sospendere lo sviluppo dell’IA. In questo modo non otterremo nulla e, in generale, i progressi continueranno.

A un livello più profondo, riceviamo l’opportunità di creare la tecnologia IA in modo da iniziare a lavorare su noi stessi. Più sviluppiamo tale tecnologia, più svolgerà il lavoro che svolgevamo in precedenza, e questo ci darà più tempo e spazio per lavorare su noi stessi.

Cosa significa “lavorare su noi stessi”?  Significa cambiare la nostra natura da egoistica ad altruistica.

La nostra natura innata è un desiderio egoistico di godere solo per il proprio vantaggio personale, il che ci rende opposti alla qualità altruistica della natura. L’evoluzione ci porta gradualmente a uno stato in cui abbiamo bisogno di invertire la nostra natura e scoprire una vita nuova, armoniosa e pacifica nella qualità donatrice della natura.

Il progresso tecnologico, la semplificazione del lavoro umano e il suo passaggio alle macchine avvengono in modo tale che alla fine possiamo smettere di lavorare sulle macchine e iniziare a lavorare su noi stessi.

Il motore di ciò che consideriamo progresso umano è il nostro crescente desiderio egoistico di godere, che ci porta a cercare continuamente di rendere la nostra vita più confortevole nel corso delle generazioni. Ci stiamo evolvendo verso la consapevolezza che l’egoismo è una forza malvagia che la natura ha creato apposta per mostrarci il proprio lato altruistico, e tale consapevolezza ci porterà a invertire l’ego nella sua prossima forma altruistica: la qualità dell’amore e della dazione. In generale, sono favorevole a tutto lo sviluppo che ci porta gradualmente a questa trasformazione dall’egoismo all’altruismo.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Cosa possiamo imparare dalle formiche e dalle loro colonie?

Gli scienziati della Rockefeller University hanno condotto una ricerca sul comportamento delle formiche a temperature estremamente elevate. I risultati hanno rivelato un aspetto affascinante del comportamento delle formiche. Quando una singola formica in un gruppo percepisce l’aumento della temperatura sottostante, sembra continuare come se non ne fosse influenzata. Continua il suo percorso senza interruzioni, mantenendo la rotta stabilita fino a quando l’intera colonia non cambia collettivamente direzione. Le formiche prendono collettivamente le decisioni, dimostrando un notevole livello di fiducia nella mente del gruppo.

La domanda è: gli esseri umani possono applicare questo concetto di processo decisionale unificato alla loro vita? È possibile per gli esseri umani raggiungere uno stato simile di fiducia e unità reciproca? La risposta, a quanto pare, non è così semplice. Raggiungere questo stato richiede un notevole lavoro interiore e non è qualcosa che avviene istintivamente, come i movimenti coordinati di formiche, uccelli o pesci.

Nel caso di questi animali, le loro azioni sincronizzate sono istintive. Per gli esseri umani, invece, raggiungere uno stato di unità e fiducia collettiva richiede uno sforzo e un’intenzione coscienti. È un tipo diverso di unità.

L’idea che gli esseri umani raggiungano uno stato in cui si sentono connessi gli uni agli altri come se esistessero in un “unico respiro” è davvero un obiettivo a cui tendere. Tuttavia, tale unità si realizza attraverso un processo deliberato. Si tratta di allineare le nostre richieste ed esigenze in congruenza con le leggi integrali della natura.

Le leggi della natura sviluppano tutti e tutto verso stati superiori di unificazione. Quando raggiungiamo uno stato di unificazione tra di noi e con la natura, le preoccupazioni egoistiche si dissipano perché ci immergiamo completamente nella coscienza unificata.

Questo stato di unità con le leggi della natura si applica a tutti e porta alla formazione di un unico corpo e di un unico cuore, proprio come i movimenti sincronizzati di formiche, uccelli o pesci. Tuttavia, a differenza degli animali che agiscono istintivamente, gli esseri umani richiedono il coinvolgimento delle leggi della natura per attivare la loro unità.

Sorge quindi la domanda: perché assistiamo a questi comportamenti sincronizzati nel regno animale? È forse destino che gli esseri umani vedano ed eventualmente invidino queste creature? Lo scopo dell’osservazione di questi fenomeni naturali è quello di illustrare la possibilità di raggiungere uno stato di adesione, uno stato di unificazione completa in cui gli individui annullano volontariamente il loro egoismo per il bene collettivo.

In definitiva, la destinazione finale dell’umanità è raggiungere quello stato unificato, anche se siamo egoisti per natura, in cui desideriamo godere noi stessi a spese degli altri e della natura.

È superando queste tendenze innate e abbracciando l’unità con gli altri che possiamo trovare la vera felicità e la realizzazione. In un certo senso, l’esistenza del nostro egoismo crea lo sfondo sul quale sperimentiamo la gioia di allinearci alle leggi della natura e di stare insieme a tutti.

Questo stato di unità non elimina la presenza dell’ego umano, il desiderio di godere a spese degli altri, ma permette agli individui di elevarsi al di sopra di esso. L’ego rimane, ma l’amore e la connessione prevalgono sull’ego. Come si dice: “L’amore coprirà tutti i crimini”, indicando che l’egoismo deve persistere sotto la superficie, mentre la connessione e l’amore prevalgono su di esso.

Gli esseri umani sono effettivamente diversi dalle formiche perché noi possiamo sperimentare la felicità e la rivelazione. A differenza delle formiche, le cui azioni sono guidate esclusivamente dall’istinto, la nostra capacità di sperimentare il piacere e la felicità dipende dalla capacità di superare le nostre pulsioni egoistiche e di abbracciare l’unità. È attraverso questo sforzo consapevole che possiamo raggiungere la vera felicità.

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Come Possiamo Rendere Prezioso Ogni Momento della Nostra Vita?

C’è un racconto di Alan Mayer intitolato “Sfortuna”.

Mi sono svegliato avvolto da un dolore lancinante in tutto il corpo. Ho aperto gli occhi e ho visto un’infermiera vicino al letto.

“Mr. Fujima”, mi ha detto, “Lei è stato fortunato ad essere sopravvissuto al bombardamento di Hiroshima due giorni fa. Ma ora è salvo qui in questo ospedale.”

Debolmente, ho chiesto: “Dove sono?”

“Nagasaki,” mi ha risposto.

E Nagasaki fu bombardata alcuni giorni dopo.

Oggi si ha la sensazione di non poter essere al sicuro da nessuna parte. Stiamo vivendo l’esperienza di ogni giorno con la consapevolezza che ogni momento potrebbe essere l’ultimo.

Sebbene possa sembrare negativo, per quanto riguarda lo sviluppo verso la nostra forma di esistenza più elevata e unificata, in realtà è uno stato molto positivo.

Perché? Perché ci porta a valutare accuratamente noi stessi e la nostra vita. Possiamo poi sfruttare al meglio ogni singolo momento della nostra vita in maniera preziosa, come se fosse l’ultimo. L’umanità non ha mai vissuto in uno stato tale su una scala di massa e oggi il nostro sviluppo ci sta conducendo a questo punto.

Ma cosa significa vivere ogni momento come se fosse l’ultimo? Significa che dovremmo abbandonarci al flusso della vita, lasciando che siano le leggi della natura a guidare il nostro movimento in avanti.

Possiamo quindi vivere ogni momento a beneficio degli altri, senza concentrarci su ciò che sarà nei prossimi momenti, ma piuttosto su come possiamo beneficiare al massimo gli altri in quello attuale.

La vita stessa è un momento tra il passato e il futuro.

Vivere in questo modo dipende da quanto riusciamo a scavare in profondità in noi stessi e da quanto riusciamo a staccarci dalla corporeità.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.   

Cosa posso fare se smetto di essere sensibile alla sofferenza degli altri?

Dai agli altri e in questo troverai un significato.

Che significa “dare agli altri?” Significa aiutare, supportare e incoraggiarli, verificando ciò di cui hanno bisogno. Così facendo, giustifichiamo la nostra esistenza e ci avviciniamo alla rivelazione della qualità della dazione e dell’amore, chiamato “ll Bore”, nella nostra vita.

In breve, dovremmo pensare meno a noi stessi, approfondendo i nostri sentimenti nei confronti di ogni tipo di persona e circostanza, e pensare invece all’esterno, a beneficio degli altri.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.   

 

Che cosa significa realmente “amare”?

Esiste un detto sull’amore: apprezzare un fiore significa coglierlo, mentre amare un fiore significa innaffiarlo quotidianamente.

Ma cosa significa veramente amare, nutrire un fiore, per così dire? Significa comprendere i bisogni dei propri cari e soddisfarli, cioè “annaffiarli”. L’amore consiste nell’individuare ciò di cui gli altri hanno bisogno e nel fornirglielo.

Immaginate di incontrare un fiore che sta appassendo. Possiamo farlo rinascere facilmente dandogli dell’acqua, per poi vederlo rinvigorirsi e riprendere vita. Ma che dire dell’amore che sembra svanire completamente, come un fiore che muore? Perdiamo la speranza o continuiamo ad annaffiarlo? In questo caso, il vero amore richiede di persistere e di continuare a nutrirlo.

Mentre molti potrebbero sostenere che dovremmo lasciare in pace i fiori che appassiscono, io sostengo che dovremmo mantenere viva la speranza e continuare ad annaffiarli. Perché in natura nulla scompare. I cicli della natura stessa presentano esempi di terre aride che improvvisamente germogliano di vita.

Pertanto, anche se ci troviamo di fronte alla morte, a un’esistenza appiattita, possiamo superare questo stato. Come? Dipende dall’espansione dei nostri sentimenti interiori.

Quando parliamo di qualcosa che “torna in vita”, intendiamo dire vivere al nostro livello, ripristinando le forze vitali. Potrebbe sembrare inverosimile per la nostra comprensione attuale, ma possiamo davvero invertire i processi di decomposizione e decadimento attraverso i nostri sforzi.

Dove possiamo trovare la pazienza per questi sforzi? Nessuno possiede una pazienza infinita. Possiamo, piuttosto, raggiungere una comprensione del processo. Se l’amore è diminuito dentro di noi, possiamo ravvivarlo nel corso di un periodo prolungato considerandolo un investimento in ciò che cerchiamo di risvegliare. In questi casi, non dobbiamo pensare agli anni che occorrono; essi diventano irrilevanti perché viviamo già il risultato. Gli sforzi che investiamo si dissolvono rapidamente di fronte all’obiettivo di ciò che cerchiamo di far rivivere. Il nostro spirito penetrerà allora in questo stato morto e germoglierà.

Inoltre, non dobbiamo mai arrenderci in questi sforzi, per quanto difficili possano essere. Diventa una ricerca incessante e alla fine si trasforma in una vera preghiera. In passato ho avuto una vicina di casa il cui figlioletto era malato di infiammazione cerebrale.  Ricordo che, verso le due o tre del mattino, ha bussato alla mia porta e mi ha portato questo bambino, un piccolo fagotto, me lo ha consegnato e ha detto impotente: “Portatelo via”. Lei si è arresa. Non dovremmo mai arrivare a uno stato del genere. Non arrendendoci mai, alla fine raggiungiamo una preghiera autentica. È complicato, e potrebbero esserci situazioni in cui sembra troppo tardi, ma il messaggio rimane: non arrendersi mai nel nostro amore e nella nostra cura per gli altri.

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L’eredità di Baal HaSulam: demistificare la Kabbalah per il XX secolo e successivi.

L’essenza del metodo di Baal HaSulam è la verità.

Tutto ciò che esiste è la forza di ricezione della persona, la forza di dazione del Bore e la connessione tra di loro.

Più possiamo usare la nostra forza con la forza del Bore, che risplende su di noi, più avanziamo verso la sorgente delle nostre vite.

Baal HaSulam visse e agì nel XX secolo. C’erano stati molti Kabbalisti prima di lui e pure alcuni nella sua generazione. Tuttavia, Baal HaSulam è unico in quanto ha ricevuto il permesso dall’alto di rivelare il metodo della Kabbalah, cioè il metodo di correzione della persona per ottenere la qualità di dazione del Bore, mentre prima di Baal HaSulam era molto difficile comprendere e ottenere la qualità del Bore. Chiunque desiderasse studiare la Kabbalah doveva sottoporsi a preparativi complicati, come l’apprendimento delle sette saggezze. Baal HaSulam, tuttavia, ha portato la saggezza e il metodo della Kabbalah molto più vicini alle persone, rendendo più facile, per chiunque lo desideri, raggiungere il Bore.

Se leggiamo i testi di Baal HaSulam parola per parola e sentiamo quelle parole un po’ dall’interno, allora vediamo che ha scritto per persone che desiderano sentire il Bore, perché è questa la sensazione più elevata e importante che possiamo raggiungere.

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Sincronicità umana (L’effetto metronomo)

L’effetto metronomo fornisce un parallelo sorprendente al complesso arazzo dell’interazione umana e dell’interconnessione. Dopo aver messo in moto più metronomi in modo casuale, alla fine questi si sincronizzano sullo stesso impulso.

Che cosa conferisce ai metronomi la loro sincronicità? È la loro base comune. Proprio come questi dispositivi pulsanti, l’umanità si trova a muoversi in direzioni diverse, come metronomi posti su basi diverse. Sorge allora la domanda principale: Quale fondamento può unificare le diverse traiettorie dell’umanità e guidarci verso una coesistenza armoniosa?

La risposta è nella legge dell’interdipendenza assoluta. Questa legge stabilisce che ogni persona è interconnessa con le altre e che ogni azione risuona con conseguenze collettive. Quindi consideriamo l’umanità come un villaggio globale in cui tutti sono reciprocamente dipendenti. Ma come possiamo tradurre questa consapevolezza in un cambiamento comportamentale tangibile?

Non possiamo forzare un cambiamento positivo delle nostre connessioni interdipendenti. Al contrario  dobbiamo impegnarci volontariamente a rispettare la legge dell’interdipendenza che diventa possibile quando vediamo che le relazioni negative in un mondo interdipendente ci portano a conseguenze insopportabili.

I nostri atteggiamenti negativi nei confronti dell’altro ci conducono ad un vicolo cieco sempre più vicino. In un modo o nell’altro, dovremo cambiare i nostri atteggiamenti reciproci da negativi a positivi, o in altre parole, da egoistici e divisivi ad amorevoli e premurosi verso l’altro. Se non riusciamo ad abbracciare volontariamente questa trasformazione, allora le leggi della natura, che sono fondamentalmente leggi altruistiche d’amore, rafforzeranno sempre di più le nostre interconnessioni fino a quando non sentiremo che, se non cambiamo il nostro atteggiamento nei confronti degli altri, semplicemente sarà la nostra fine.

Quanto più comprendiamo come la natura opera su di noi e dove ci conduce, tanto più definitivamente dovremmo giungere alla conclusione che dobbiamo abbracciare il passaggio a connessioni umane positive in tutta l’umanità. L’effetto metronomo funge da metafora toccante, spingendoci a trovare un fondamento comune e a muoverci in armonia verso un futuro definito dalla considerazione e dall’amore reciproci.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.