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Come posso liberarmi dal senso di colpa?

Ho ricevuto la seguente domanda da Alina, che mi segue sui social media:

Sono stata cresciuta dai miei genitori in modo tale da essere sempre incolpata di tutto.  L’ho assorbito come una spugna e con gli anni è peggiorato. Mio marito e i miei figli mi hanno fatto notare che tutto accadeva per colpa mia. È così che vivo, incolpandomi e pensando a quanto sono colpevole. Oggi mi sto consumando e non riesco a risalire la china. Sono ancora relativamente giovane. Voglio vivere senza questo dolore e questo senso di colpa. È possibile uscirne?

Certo! Dipende dalla comprensione del fatto che questi stati sono tutti inviati dall’unica forza superiore esistente.

Anche se Alina ha sottolineato che si è abituata ad essere l’unica colpevole, non è vero che una persona è colpevole di qualcosa. Dobbiamo ancora raggiungere questa consapevolezza.

Affinché Alina smetta di incolparsi, e affinché noi smettiamo di incolparci in generale, dobbiamo scoprire che esiste un’unica forza nel mondo che crea, controlla e determina tutto.

Con questa scoperta, ci rendiamo conto che non siamo noi ad agire, ma questa forza che agisce attraverso di noi. È la qualità egoistica che risiede in noi che ci manipola per farci credere di agire nel nostro mondo. Inoltre, nel caso di Alina, lei sostiene erroneamente che i suoi parenti, genitori, marito e figli agiscono su di lei. Tuttavia, a lei sembra solo che sia così. Piuttosto, è lei stessa ad attirare tali relazioni su di sé e non ha alcuna colpa.

Pertanto, l’unica azione che Alina può intraprendere è capire che questo è il modo in cui la forza superiore lavora con lei, e che si tratta di azioni compiute da un’unica forza. Se ripetutamente consegna i suoi stati alla forza superiore, allora sarà in grado di avvicinarsi alla rivelazione di questa forza. Vedrà allora che non è colpevole di nulla e che solo questa singola forza superiore agisce sulla sua vita e in generale su tutta la realtà.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

L’universo è indifferente alla nostra sofferenza?

Non è che l’universo sia indifferente. Esiste una legge di interconnessione e interdipendenza nell’universo e, se non ne realizziamo l’uso positivo, ci distruggeremo a vicenda e l’universo non avrà nulla da rimpiangere.

Non c’è alcuna misericordia da parte dell’universo.  Se osserviamo i livelli inanimato, vegetativo e animato della natura, non vediamo alcuna particolare misericordia all’opera. Come esseri umani, la nostra caratteristica peggiore è quella di inventare l’esistenza intorno a noi e il nostro futuro in un modo che desideriamo per noi stessi. In questo modo, chiediamo violentemente all’universo: “Dammelo!”.

Se dovessimo ragionare in modo sobrio sull’universo, non gli chiederemmo nulla. Preferiremmo pretendere da noi stessi di sviluppare un atteggiamento premuroso, rispettoso e di sostegno reciproco, verso la natura e l’universo. Potremmo quindi essere in grado di comprendere come funzionano le leggi dell’universo e come possiamo elevarci al di sopra di noi stessi per adeguarci a tali leggi.

Pertanto non dovremmo chiedere all’universo: “Sii misericordioso con me”, ma chiedere a noi stessi: “Sii misericordioso con gli altri”. Faremmo bene ad esercitare un atteggiamento buono e gentile verso gli altri, come vorremmo augurarci per noi stessi, senza immaginare nel frattempo tutti i tipi di ricompense per noi. Se iniziamo a muoverci in questo modo, saremo sulla buona strada per raggiungere l’equilibrio con l’universo. Una vita di armonia e pace sostituirà allora l’attuale tendenza che è diretta ad aumentare la sofferenza e la distruzione.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Come noi possiamo influenzare il sistema?

Siamo tutti parti di un unico sistema spirituale e ognuno di noi si avvicina a questo sistema dal suo unico punto di percezione.

La percezione di questa unità è diversa per ognuno. Ad esempio, ci sono alcuni che ancora non lo vedono ma lo sentono in un certo modo, mentre altri lo sentono e lo vedono chiaramente.

È un sistema sensoriale, che esiste dentro di noi, ed è lì che lo sentiamo. Possiamo influenzarlo solo nella misura in cui pensiamo e agiamo con gentilezza, e solo al livello in cui viviamo con le nostre forze corrette e altruistiche.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Conoscenza e Saggezza: Svelare i Segreti del Libro della Vita

Un saggio una volta disse: “Una persona deve acquisire sia conoscenza che saggezza”. Quando gli fu chiesto la differenza, rispose: “La conoscenza la si ottiene leggendo libri e la saggezza si ottiene leggendo il libro che tu stesso sei”.

Che tipo di libro siamo? Siamo il libro della vita, con tutte le esperienze che abbiamo nella vita.

Leggere questo libro della vita richiede di ricordare e di comprendere come viviamo. La nostra vita scrive questo libro ma solo noi possiamo esserne imbevuti  e comprenderlo se lo sfogliamo. Scrivere, in questo caso, significa che noi scriviamo questo libro. In ogni momento della nostra vita risolviamo i vari problemi che ci vengono posti e li trasformiamo  in azioni. Dobbiamo quindi capire come si svolge il tutto.

Scriviamo il libro della vita con dubbi e sangue, vale a dire: soffrendo. Viviamo in questo modo da migliaia di anni e tutto ciò che è accaduto è scritto in questo libro. Non c’è un altro modo e non c’è nulla di cui dobbiamo pentirci. Piuttosto, tutta la sofferenza che abbiamo patito è stata necessaria per scrivere questo libro della vita.

Le ultime righe del libro della vita, alle quali ci conduce, sono quelle che ci incoraggiano ad aprire maggiormente gli occhi e ad osservare il mondo con chiarezza. Potremmo allora vedere che solo noi dipingiamo l’immagine di questo mondo e di noi stessi al suo interno e che non esiste altra realtà oltre a quella che noi determiniamo.

Noi determiniamo l’esistenza di questo mondo e lo rendiamo esattamente così com’è. In realtà, non esiste un mondo. Siamo noi che lo definiamo. Ad esempio, esistiamo? È quello che definiamo noi.  In altre parole, noi stabiliamo che viviamo in questo o quel mondo e stabiliamo che siamo noi all’interno di questo mondo. Non esiste nient’altro che la nostra impressione di cosa e di come scriviamo. Se raggiungiamo un certo livello di consapevolezza, allora possiamo dire che è lì che il libro ci ha portato. In altre parole, le ultime righe del libro della vita ci dicono che siamo arrivati a conoscere il mondo dentro al quale ci troviamo. In questo modo siamo guidati da vari colpi di sofferenza per acquisire la conoscenza del mondo in cui viviamo.

Il risultato della lettura del libro della vita è che accettiamo e siamo d’accordo con tutto ciò che ci accade e che ci è successo. Le persone generalmente hanno paura e sperano di ricevere qualcosa di buono alla fine della loro dura vita. Il bene che possiamo ricevere è accettare tutto. Questo è il risultato della nostra vita e di questo libro della vita. Questo è il risultato della nostra vita e di questo libro della vita. In altre parole, il risultato della nostra vita è comprendere la vera natura in cui esiste una legge chiara, quella del “ciascuno secondo il proprio lavoro su se stesso”. Accettiamo e condividiamo questa legge nella misura in cui la realizziamo.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

 

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Oltre i cavalli e i carri: l’evoluzione del gioco nell’età adulta

Giocare è una parte naturale del nostro sviluppo che possiamo praticare per realizzare ciò che immaginiamo mentre giochiamo. Quando siamo bambini, possiamo prendere una corda, metterla sopra la spalla di un altro bambino e dirgli: “Tu fai il cavallo e io tiro le redini”,  poi entrambi i bambini si divertono a interpretare questa fantasia. Crescendo, perdiamo in gran parte la capacità di immedesimarci in giochi del genere.

Tuttavia, il gioco sviluppa varie abilità in noi. Da bambini, sviluppa le nostre abilità linguistiche, motorie, la creatività e il funzionamento cerebrale. Da adulti, anche se non desideriamo più immaginarci come cavalli e conducenti di carri, sarebbe saggio giocare a un altro gioco più elevato: immaginare reciprocamente di esistere in un sistema interconnesso a livello globale, armonioso e pacifico e attuare connessioni umane positive di supporto, incoraggiamento e cura reciproca. In questo modo, gradualmente, acquisiamo nuovi discernimenti spirituali.

Un gioco di questo tipo svolge quindi la funzione di una preghiera. In che modo è una preghiera? Perché desideriamo essere nello stato spirituale superiore delle connessioni umane positive che pratichiamo nel nostro gioco. In questo modo facciamo un certo gioco con le nostre emozioni per avvicinarci alle azioni spirituali e creare una base che ci permetta di ottenere dall’alto la capacità di compiere tali azioni nella loro vera espressione.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

 

Il 20 Marzo 2024 sarà possibile seguire un Webinar speciale “Nel cuore della Kabbalah – la risposta alle tue domande”, pagina d’iscrizione  https://bit.ly/CuoreKabbalah

Come possiamo prendere delle decisioni sicure e corrette?

Possiamo prendere delle decisioni sicure e corrette se abbiamo la consapevolezza del loro successo in anticipo, osservando il presente dal futuro.

Quindi dobbiamo anticipare e prevedere il risultato. Le decisioni servono a questo: per il futuro. Noi immaginiamo lo stato futuro e prendiamo delle decisioni.

Dopo aver preso una decisione, dobbiamo controllare noi stessi e bloccare definitivamente la decisione, poi passare all’azione. Altrimenti ogni minuto che passa è un ritardo.

Valutare una decisione è un aspetto necessario per prenderne una corretta, poiché non deve dipendere dal nostro stato d’animo momentaneo o da diverse condizioni. Dovrebbe essere piuttosto una decisione normale e risoluta e poi dobbiamo agire secondo essa.

Dopo aver agito secondo le nostra decisione, potremmo giungere alla conclusione che era sbagliata. In questo caso non c’è niente da fare e nessuno da biasimare. È molto importante non biasimare se stessi in nessuna circostanza.

Come possiamo evitare di cadere nel colpevolizzare noi stessi? Possiamo farlo attribuendo l’intero processo alle leggi che governano la natura, che agiscono in ogni azione, pensiero e desiderio.

Questa è la regola d’oro del prendere decisioni. Dopo la nostra valutazione, decisione e azione, il resto dipende dalla forza della natura che agisce nelle nostre vite. La natura è il risultato. Non c’è niente da rimpiangere perché il risultato è stato deciso al di fuori dei confini della nostra percezione e del nostro controllo.

La natura quindi opera su di noi fin dall’inizio, e finiamo per capire che non siamo stati noi a valutare, rivalutare e decidere, ma la natura ha agito su di noi per tutto il tempo. Non abbiamo quindi nulla di cui pentirci nella nostra vita, perché tutto è organizzato dalle leggi della natura che operano oltre la portata della nostra mente.  

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

L’atteggiamento influenza il comportamento?

C’è un’allegoria che narra di un saggio che sedeva alle porte della città mentre passava un uomo. L’uomo si rivolse al saggio e gli chiese: “Dimmi, che tipo di persone vivono in questa città, buone o cattive?”.

Il saggio rispose: “Parlami della città da cui vieni, che tipo di persone ci vivono?”

“Sono malvagi, crudeli ed egoisti” rispose l’uomo.

“Le stesse persone vivono qui” rispose il vecchio, e l’uomo se ne andò.

Più tardi, un altro uomo si avvicinò alle porte. Fece la stessa domanda. Il saggio rispose allo stesso modo: “Che tipo di persone vivono nella tua città?”

L’uomo rispose: “Mi sono rimasti molti amici in città,  le persone lì sono buone e gentili”.

Il vecchio disse: “Troverai le stesse persone qui.”

In generale, il tipo di persone e i loro comportamenti nelle nostre vicinanze dipendono da noi. Cioè, il primo uomo ha dichiarato di aver visto persone cattive e gli è stato detto che lo stesso lo avrebbe atteso nella nuova città. Se avesse visto persone buone, allora avrebbe trovato persone altrettanto buone nella nuova città.

Come funziona questo meccanismo? Si basa sul nostro atteggiamento nei confronti della società. Il modo in cui ci rapportiamo alla società è il modo in cui ci sentiamo. Anche se le persone ci odiano, perché ci odiano? L’odio non appare dal nulla. È piuttosto il risultato del nostro comportamento. Pertanto, se vediamo persone che ci odiano, dovremmo fare un’introspezione per capire il perché di questo comportamento. Senza questa introspezione, non facciamo altro che giustificarci.

Tuttavia, dovremmo aspirare a trovare sentimenti positivi in noi stessi e gli stessi negli altri. Pertanto, se scopriamo perché gli altri ci odiano, dentro di noi, e cerchiamo di cambiare qualcosa di noi stessi, scopriremo che gli odiatori stessi cambieranno. Un altro modo di dire è che se cerchiamo di aiutare, sostenere e incoraggiare tutti coloro che ci circondano, allora vedremo cambiamenti positivi anche in loro.

Tutti noi abbiamo un’indole egoistica, che privilegia il proprio tornaconto rispetto a quello degli altri, ma possiamo cercare di mostrare esempi di un atteggiamento al di sopra dell’egoismo, con il quale cerchiamo di capovolgere le nostre priorità per favorire soprattutto gli altri.

Tuttavia, cosa succederebbe se ci infuriassimo per un certo atto di odio nei nostri confronti e volessimo rispondere di conseguenza? Il consiglio è di non farlo, ma di lasciare che la rabbia si spenga dentro di noi. Potrebbe sembrare forzato, perché nonostante il fatto che vorremmo rispondere con la nostra rabbia, non lo facciamo. Alla fine, però, non reagire in una situazione del genere avrà un risultato migliore.

Si dice che se reprimiamo questi sentimenti di rabbia e non reagiamo in queste situazioni, allora tutta la rabbia si ripresenta molto più duramente in altri modi in seguito. Ma questo accade quando non ci sforziamo di elaborare la situazione comprendendo come la natura sta operando attraverso di essa. Se ci applichiamo con costanza a questi esercizi, allora prevarranno risultati più armoniosi e pacifici nei comportamenti umani, grazie al progresso verso atteggiamenti umani più maturi.

Dovremmo quindi sviluppare l’abitudine all’esame di coscienza e all’introspezione per sviluppare un atteggiamento maturo nei confronti delle persone, in cui impariamo a perdonarle, e poi vedremo come la vita funzionerà in modo molto più positivo.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Il pericolo di una guerra nucleare è maggiore o minore oggi rispetto al periodo della guerra fredda?

Oggi si parla del rischio dell’uso delle armi nucleari in tutto il mondo, attualmente al suo massimo dal periodo della Guerra Fredda. Le nazioni dotate di armi nucleari stanno aumentando e modernizzando senza sosta i loro armamenti, non mostrando alcuna propensione verso i negoziati, i colloqui di pace o la riduzione del loro arsenale nucleare. Negli anni ’70 e ’80 si sentiva parlare molto di questo argomento ma è stato trascurato per un certo periodo. Tuttavia, la preoccupazione è tornata e il numero di testate nucleari nel mondo sta aumentando per la prima volta dalla Guerra Fredda.

Una delle differenze principali nella discussione sulle armi nucleari oggi è che non si parla di raggiungere alcun accordo, come invece avveniva in passato. La crescita inarrestabile dell’egoismo – il desiderio di trarre profitto a spese degli altri – ha reso il negoziato un’impresa inutile, perché concludere un accordo con un paese è comunque un’operazione che non tiene conto di una ventina o più di altri Paesi  che non si preoccupano di negoziare.

È davvero una triste realtà e non c’è via d’uscita. Tutti sono semplicemente seduti sui loro arsenali nucleari in uno stato di sfiducia reciproca. Le potenze mondiali continuano ad accumulare armi e paesi che in passato non ne possedevano entrano anch’essi in gioco.

C’è una via d’uscita da questa corsa agli armamenti nucleari? Lo scenario peggiore è che faremo esplodere l’intero pianeta. Quello più ottimistico è che inizieremo a mettere in pratica il metodo che arricchisce le connessioni nelle nostre vite, invertendo la nostra natura egoistica, di perseguire il beneficio personale a spese degli altri, in qualcosa di opposto – il desiderio di usare noi stessi per beneficiare gli altri – e così facendo, distruggeremo le armi fatte per danneggiare e uccidere, o le utilizzeremo per scopi pacifici nel processo.

Sembra irrealistico pensare che tutti si connettano positivamente e che questa sia la soluzione alla crescente ansia nucleare, perché in effetti è irrealistico.

Quando diventerà reale? Tutto ciò che possiamo fare è continuare a lavorare su noi stessi per diventare più premurosi, solidali e amorevoli, e continuare a diffondere il messaggio su come elevarsi al di sopra del nostro egoismo per instaurare relazioni di reciproca attenzione.

So che è così che vivrò fino al giorno della mia morte, e poi la vita continuerà. Confido che sempre più persone pensino in questo modo, impegnandosi sempre di più per far progredire una coscienza umana unita, finché alla fine tutto andrà al suo posto.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

 

Sei d’accordo con Elon Musk e altri leader tech che chiedono una pausa nello sviluppo dell’intelligenza artificiale avanzata? Perché o perché no?

Non sono d’accordo sul fatto che dovremmo sospendere lo sviluppo dell’IA. In questo modo non otterremo nulla e, in generale, i progressi continueranno.

A un livello più profondo, riceviamo l’opportunità di creare la tecnologia IA in modo da iniziare a lavorare su noi stessi. Più sviluppiamo tale tecnologia, più svolgerà il lavoro che svolgevamo in precedenza, e questo ci darà più tempo e spazio per lavorare su noi stessi.

Cosa significa “lavorare su noi stessi”?  Significa cambiare la nostra natura da egoistica ad altruistica.

La nostra natura innata è un desiderio egoistico di godere solo per il proprio vantaggio personale, il che ci rende opposti alla qualità altruistica della natura. L’evoluzione ci porta gradualmente a uno stato in cui abbiamo bisogno di invertire la nostra natura e scoprire una vita nuova, armoniosa e pacifica nella qualità donatrice della natura.

Il progresso tecnologico, la semplificazione del lavoro umano e il suo passaggio alle macchine avvengono in modo tale che alla fine possiamo smettere di lavorare sulle macchine e iniziare a lavorare su noi stessi.

Il motore di ciò che consideriamo progresso umano è il nostro crescente desiderio egoistico di godere, che ci porta a cercare continuamente di rendere la nostra vita più confortevole nel corso delle generazioni. Ci stiamo evolvendo verso la consapevolezza che l’egoismo è una forza malvagia che la natura ha creato apposta per mostrarci il proprio lato altruistico, e tale consapevolezza ci porterà a invertire l’ego nella sua prossima forma altruistica: la qualità dell’amore e della dazione. In generale, sono favorevole a tutto lo sviluppo che ci porta gradualmente a questa trasformazione dall’egoismo all’altruismo.

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Qual è il significato dei Tefillin?

L’atto fisico di indossare i Tefillin  è solo un simbolo della comunicazione spirituale con la forza superiore dell’amore e del dono. I Tefillin  simboleggiano la correzione che subiamo nei nostri desideri e pensieri per entrare in equivalenza di forma con la forza superiore.

Secondo la saggezza della Kabbalah, la nostra materia è un desiderio di ricevere che si divide in 613 desideri, che dobbiamo correggere. “Correggere un desiderio” significa cambiare l’intenzione del desiderio da un beneficio personale a un beneficio per gli altri.

Il contenuto dei Tefillin  è costituito da quattro Parshiot  (sezioni) che corrispondono al nome della forza superiore ( [י-ה-ו-ה]), attraverso cui chiediamo alla forza superiore di aiutarci ad amare gli altri.

Indossare i Tefillin al mattino esprime il desiderio di ricevere la forza per correggersi durante la giornata. È importante notare che l’azione fisica di indossare i Tefillin non apporta correzioni di per sé. La correzione dipende da come lavoriamo con le nostre intenzioni e azioni. Questo è anche il caso di tutte le Mitzvot  (comandamenti); in senso fisico, servono solo a ricordare la necessità di compiere atti interiori di correzione.

A proposito delle correzioni che i Tefillin simboleggiano, è scritto: “E li legherai come segno sulla tua mano” (Deuteronomio 6:8), cioè la mano sinistra simboleggia l’ego che deve essere corretto. Inoltre, “E saranno per i tuoi occhi” (Deuteronomio 6:8) significa che quando correggiamo i nostri desideri e pensieri, raggiungiamo l’equivalenza di forma con la forza superiore.

In breve, i Tefillin simboleggiano la correzione dei nostri desideri e dei nostri pensieri attraverso i quali arriviamo alla rivelazione del Bore, la forza superiore dell’amore e della donazione che risiede nella realtà.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.