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Non ricostruire il mondo, ma comprendere com’è costruito

Attraverso tutti gli eventi che si svolgono nel mondo, il Creatore, gradualmente, ci porta a conoscenza, colpo dopo colpo, del fatto che ci stiamo sviluppando nella maniera sbagliata, sia come individui, sia in generale, come popolo. Alla fine dovremo comprendere le leggi del sistema in cui ci troviamo.

E’ ingenuo pensare che siamo noi a costruire questi sistemi. Vediamo che il nostro universo, e tutta la realtà, esiste secondo certe leggi che si rivelano tramite la fisica, la chimica, la biologia, e l’astronomia. Tutto si svolge in accordo con queste leggi, a cui anche noi umani  obbediamo. Perché all’improvviso pensiamo di poter inventare nuove leggi, da soli, a nostra volontà?

Se tutti vogliono stabilire le proprie leggi più comode per sé, allora il risultato sarà guerre e conflitti tra la gente.

Nessuno può comprendere quale sia il sistema di governo corretto. Durante le elezioni, tutti urlano, l’uno contro l’altro, pensando di saper costruire un mondo migliore degli altri; bisogna semplicemente capire com’è fatto il mondo e come integrarsi correttamente nel sistema che già esiste.

E’ detto che “il mondo funziona come sempre” e non c’è alcun bisogno di cambiare qualcosa al suo interno. Bisogna solo cambiare se stessi, e allinearsi con il sistema incorporato nella realtà, ovvero il compito è cambiare la persona, non il mondo.

Per comprendere questo concetto ci è stata data la scienza della Kabbalah. E quando inizieremo a scoprire quanto contraddiciamo le leggi della realtà generale, e a trovare dentro di noi la ragione per questa opposizione, il nostro egoismo, solo allora potremo correggerlo attraverso l’integrazione nel sistema della creazione, innalzandoci al di sopra dell’intera creazione, come il Creatore. Com’è detto: “ e diventerai come gli dei, e conoscerai le leggi del bene e del male”.
Allora avremo infinite possibilità nell’intera creazione. E non solo nel mondo materiale che percepiamo con i nostri cinque sensi, dove è possibile muoversi liberamente da una parte della realtà a un’altra, ma anche nella realtà spirituale.
Tutto questo è raggiungibile, ma ovviamente si tratta di un processo lungo, durante il quale dobbiamo educare noi stessi e i nostri figli. Può estendersi per diverse generazioni fino a quando l’intera società umana raggiunge l’armonia con la natura.

La natura inanimata, il vegetale e animale non hanno bisogno della correzione, dato che agiscono secondo istinti naturali. Solo noi umani siamo opposti alla natura, e quindi danneggiamo noi stessi e la natura intera. Dunque, è nostro dovere studiare le leggi della natura e cambiare noi stessi in accordo con queste leggi, che possiamo rivelare.

Oggigiorno, molte persone fanno domande che causano molte incomprensioni e dolore. Perché ci sono tante guerre, ed esiste tanta sofferenza, nel mondo?
Fino ad ora, abbiamo studiato soltanto le leggi della natura, poi inizieremo a soddisfarle, una per una, ovvero, ci stiamo avvicinando sempre più alla connessione e addirittura all’amore tra tutte le persone, al livello più alto di unione. E allora inizieremo a capire come possiamo cambiare noi stessi. E in accordo con i nostri cambiamenti, la natura inizierà a cambiare, si rivolgerà verso di noi, e diventerà gentile e amichevole.

La scienza della Kabbalah ci insegna come cambiare in modo da poter rivelare le vere leggi della natura.
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Dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah 2/11/22 , Scritti di Baal HaSulam “Pace nel mondo”

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Mente o sensazioni: cos’è più importante?

Domanda: Hai detto che fino all’età di 13 anni, una persona percepisce il mondo solo tramite le sensazioni. La mente si accende dopo i 13 anni quando iniziamo ad analizzare tutto ciò che percepivamo prima?

Risposta: Oggigiorno, potrebbe essere all’incirca intorno ai 25 anni, e non a 13, dato che la generazione attuale ha uno sviluppo più lento. Questo è noto a tutti: psicologi, sociologi, statistiche e sondaggi.

La nostra generazione è molto infantile. I giovani vogliono restare a casa, non vogliono mettere su famiglia e prendersi la responsabilità; preferiscono sedersi in un bar, assorti nei telefonini.
Commento: Secondo il nostro sviluppo, ogni persona è, in principio, un bambino. Non percepisce affatto il mondo con la mente.

La mia risposta: Percepiamo ogni cosa attraverso le nostre sensazioni anche se non lo ammettiamo a noi stessi, non lo comprendiamo poiché la nostra materia è il desiderio di godere, essere riempiti.

Quindi, innanzitutto, siamo sensori sensoriali, e solo dopo diventiamo consapevoli di ciò che sentiamo. La nostra consapevolezza è secondaria, e la materia, ovvero le sensazioni, è primaria.

Le nostre sensazioni controllano così tanto e dominano la nostra consapevolezza che semplicemente non notiamo questo fatto, e non lo riconosciamo. Non ne possiamo uscire, osservarci dall’esterno, e indagare. Non cerco neanche di spiegarlo alle persone.

Solo coloro che acquisiscono una seconda sensazione, la qualità della dazione, anziché la qualità della ricezione, possono calcolare, realizzare, valutare e bilanciare fino a che punto sono nella qualità della ricezione, e in accordo con questo, come controllare e valutare se stessi, e così via.
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Da “I Got a Call” di KabTV. Mente e sentimenti: cos’è più importante?” 7/10/13

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Reincarnazione: cosa rimane dopo la morte del corpo?

Domanda: La velocità di sviluppo e di ascesa di una persona al mondo spirituale dipende dalle vite precedenti e dalle reincarnazioni?

Risposta: Praticamente no. Dipende solo da voi.

Domanda: Di solito le persone non hanno problemi con le reincarnazioni; si sentono a loro agio con questo concetto. L’unica domanda è se rimane la consapevolezza. Se rimane almeno una parte di me nella vita successiva, allora posso morire senza paura.

Risposta: Nella misura in cui pensate di poter vivere negli altri e per gli altri, in quella misura rimanete.

Domanda: Ci sono molte persone che si preoccupano per il loro prossimo e forse hanno anche sacrificato la loro vita per il bene degli altri. È evidente che ci ricordiamo delle persone che hanno fatto delle grandi scoperte per l’umanità anche migliaia di anni fa. Si può dire che essi vivono in noi?

Risposta: No, è una forma di espressione poetica.

Le persone che si dedicano agli altri, ovvero, che hanno cambiato la propria natura dal ricevere al donare sono, a tutti gli effetti, in un campo di informazioni attive completamente diverso. Passano dall’energia negativa a quella positiva. In questo caso non hanno alcun timore di scomparire dato che esistono già nella qualità della dazione.
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Da “Stati spirituali” di KabTV 9/10/22

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Sete di conoscenza

Domanda: Hai sempre parlato in maniera eloquente?

Risposta: Sono sempre stato in grado di parlare perfettamente. La gente rimaneva persino colpita dal mio russo, anche se non ho studiato nulla di specifico. Ma ho letto decine di migliaia di libri. Sono sempre stato molto curioso. Avevo un abbonamento per riviste tecniche come “Knowledge is Power”, “Science and Life”, “Radio”, riviste sull’arte e altro. A quel tempo giravo per tutti i musei di San Pietroburgo (all’epoca Leningrado) e Mosca.

In generale, ingoiavo tonnellate di informazioni, dato che avevo una sete insaziabile. Ma ho capito subito che non portava a nulla. Mi sono trasferito qui, dalla Russia,  principalmente per via della mia sete incolmabile per la conoscenza. Mi sembrava di non poterla acquisire lì. E infatti tutti i lavori interessanti erano fuori dalla mia portata.

Tuttavia, quando mi sono trasferito qui, è successa la stessa cosa. Inoltre, tutta la mia vita cosciente, dai 18 ai 30 anni, l’ho passata a cercare e allo stesso tempo ho sofferto molto di un’ulcera del duodeno che mi ha provocato una terribile emorragia. Un amico medico mi disse che nulla mi avrebbe aiutato, “Hai una personalità tale, che peggiorerà”.

Non appena ho iniziato a studiare la saggezza della Kabbalah, nel giro di un anno o un anno e mezzo, mi sono reso conto che questa saggezza contiene tutte le risposte, e l’ulcera iniziò a guarire.  Dopotutto ero arrivato alla fonte che gradualmente dovevo scoprire. Ovviamente, avevo ancora una moltitudine di domande, nulla era chiaro, ed ero in un conflitto interiore, ma ero già nel tema.

Non conoscevo la Kabbalah e non la comprendevo, ma ero comunque dentro. Provavo soddisfazione a studiarla e catturarla.

Gradualmente l’ulcera sparì e non rimase nulla. Tutte le radiografie oggi sono totalmente a posto.

Più tardi, quando  iniziai a raggiungere la saggezza della Kabbalah, tutto cominciò ad assemblarsi in una singola immagine, come una canzone, un piacere, o una gioia.  Non c’era null’altro che mi serviva. Ero disposto a sedermi e restare in camera praticamente per tutta la vita, dato che vedevo l’eternità mentre scavavo in essa.

 

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From KabTV’s “I Got a Call. A Man in Attainment” 7/21/13

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Espansione della Consapevolezza

Domanda: Nel mondo materiale ci sono stati di nascita e morte, infanzia e vecchiaia, e nel mondo spirituale questo viene espresso nell’espansione della percezione. Cosa significa espansione della percezione?

Risposta: Ogni volta non si muore, ma come si suol dire, si cambia “pelle”. Cambiano tutti gli strumenti, i desideri, le percezioni, facendo posto per quelli nuovi.

I cicli non arrivano totalmente ad un punto fermo, come succede nel nostro mondo, dato che li compi tu stesso. Tu stesso passi da uno stato ad un altro, e quindi sono controllati; sono desiderabili.

Una persona fa questo da sola, dentro se stessa, e raggiunge il mondo superiore. Inizia gradualmente ad espandere questi confini, a sentire se stessa in un altro.

 

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From KabTV’s “I Got a Call. Expanded Consciousness” 8/14/13

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Chi è una regina di bellezza?

Per la prima volta dal 1950, non ci sarà alcun concorso di bellezza Miss Israele in Israele e Israele non invierà alcuna concorrente al concorso Miss Universo che si terrà negli Stati Uniti a gennaio. Secondo i24 News, la decisione “ha suscitato molte reazioni, alcune di rammarico per la fine dell’evento, altre di gioia. Negli ultimi anni”, continua la notizia, “il concorso è stato criticato perché le donne vengono giudicate solo in base al loro aspetto fisico”.

Sono d’accordo con i critici. Non credo che la lunghezza delle gambe di una donna sia un metro di misura della sua bellezza.  Inoltre, com’è possibile decidere chi sia la donna più bella del mondo quando ogni razza ed etnia ha un suo aspetto caratteristico?  Come possiamo paragonare lo standard di bellezza giapponese con quello europeo, e chi può dire chi sia la più bella?

Per far finta che queste ragazze non siano trattate come oggetti, i giudici pongono alle concorrenti domande sciocche, alle quali nessuno si aspetta che rispondano sinceramente. Se dovessimo credere a loro, penseremmo che tutte le ragazze desiderano la pace nel mondo e che sono tutte profondamente preoccupate per il cambiamento climatico.

Un mio studente mi ha raccontato che il concorso sta perdendo popolarità e ha chiesto la mia  opinione a riguardo.  Ero contento di sentirlo; credo che potrebbe essere indicatore del fatto che stiamo maturando e stiamo iniziando a guardare oltre alle apparenze fisiche. 

È ora di iniziare a cercare la bellezza interiore perché, in fin dei conti, è questo che rende felici le persone. Quando si cerca la bellezza interiore di una donna, si scopre che non è possibile misurarla. Questo vale non solo per le donne, ma per tutte le persone. Quando si cerca la loro bellezza, questa è sempre nascosta.

La bellezza di una persona si evolve nel tempo. È definita dai legami con le altre persone e con l’ambiente. Le persone belle sono persone premurose, che comprendono i dolori e le difficoltà degli altri e vogliono aiutarli a stare meglio.

Questi sentimenti sono un dono, ma possiamo anche svilupparli. Una volta riconosciuto il nostro egocentrismo, possiamo imparare a cambiare.

Non si tratta di un processo che si può intraprendere da soli, ma se noi, come società, decidiamo che ne abbiamo avuto abbastanza della cultura dell’Io! Io! Io! potremmo imparare a pensare di più in termini di Noi! e meno in termini di Io! Questo farà un gran bene a tutti. È certamente un modo migliore di promuovere la pace nel mondo rispetto ai concorsi di bellezza di Miss Universo.

Il Sistema della domanda d’oro

Il mio amico e studente Semion mi ha chiesto di una cosa chiamata:  “Il sistema della domanda d’oro”. Mi ha raccontato che nel 1994 Jeff Bezos, fondatore e presidente esecutivo di Amazon, aveva deciso di lasciare il fondo speculativo di cui era vicepresidente per avviare una libreria online. Il suo capo gli chiese di riconsiderare le sue dimissioni e gli diede quarantotto ore per pensarci, dicendogli che gli avrebbe dato un aumento se avesse scelto di restare. Durante quelle quarantotto ore, Bezos rifletté a lungo. Immaginò di avere ottant’anni e di rimpiangere di non aver portato a termine la sua decisione. Si rese anche conto che se non avesse avuto successo, non se ne sarebbe pentito. Decise quindi di procedere con sue dimissioni e di fondare la libreria online che sarebbe poi diventata Amazon.

Questa serie di domande, ha detto Semion, è chiamata: “Il sistema della domanda d’oro”. In sostanza, incorpora cinque domande, che in realtà sono una sola: “Come mi sentirò riguardo alla mia decisione domani, tra una settimana, tra un mese, tra cinque anni e tra vent’anni?”

Le domande sono molto importanti. Quando ci si trova di fronte a un bivio nella vita, è importante porsi la domanda giusta. Secondo me, in questi momenti, la domanda da porsi è: “Con quale risultato voglio arrivare alla fine della mia vita?” o “A quale tipo di conclusione voglio arrivare alla fine?”.

Non è una situazione semplice. Se senti che ti perderesti qualcosa non facendo ora un salto nell’ignoto, allora dovresti seguire l’istinto poiché altrimenti potresti passare il resto della vita pentendoti di non averlo fatto. D’altra parte, se il salto non dovesse avere successo, quale sarebbe il prezzo del fallimento?

Pertanto, non dobbiamo prendere queste decisioni alla leggera e non possiamo stravolgere la nostra vita un giorno sì e l’altro pure. Tuttavia, una o due volte nella vita, dobbiamo fare dei cambiamenti radicali. Se evitiamo di prendere decisioni e rimaniamo esitanti, non otterremo nulla e ce ne pentiremo sempre.

Come tutti, ho avuto i miei momenti critici nella vita, che hanno richiesto decisioni radicali. Una di queste è stata lasciare l’Unione Sovietica e trasferirsi in Israele. Un’altra decisione, ancora più radicale, è stata quella di abbandonare un’attività che stava fruttando milioni di dollari letteralmente per nulla, e di rimanere fedele al mio insegnante RABASH. Non mi sono mai pentito di nessuna delle due decisioni, nemmeno per un minuto.

Avevo un obiettivo nella vita, c’era una reale opportunità di raggiungerlo e avrei rinunciato a qualsiasi cosa per ottenerlo. Ne è valsa la pena. Ora ho quello che volevo davvero nella vita e non ho bisogno di oro, denaro, auto o altro.

Per me, il modo di gestire le svolte della vita non è stato quello di guardare indietro, ma di guardare avanti, all’ultimo giorno della mia vita, e chiedermi: Quale sarà la conclusione della mia vita, il risultato finale?

Dovevo essere consapevole che, indipendentemente dal successo o meno, e anche se avessi commesso degli errori, mi ero impegnato. Questo è ciò che conta: che mi sono impegnato, che ho fatto del mio meglio per riuscirci.

La vita ha uno scopo; dobbiamo essere pronti ad affrontarlo e quando arriva l’opportunità di realizzarlo, dobbiamo essere pronti a saltare verso l’ignoto.

Didascalia della foto:
L’amministratore delegato di Amazon.com Jeff Bezos parla con i giornalisti durante la conferenza stampa a New York, in cui è stato annunciato il raggiungimento di un accordo per il rilancio di Borders.com come sito Web di marca supportato dalla piattaforma di e-commerce di Amazon.com, l’11 aprile 2001.

Il nostro futuro è l’eternità?

Uno studente mi ha detto di aver letto che il famoso futurologo Ray Kurzweil sta per pubblicare un nuovo libro intitolato: “The Singularity is Nearer”. A quanto pare, si tratta di uno sviluppo o di un’elaborazione delle idee che Kurzweil aveva presentato nel suo libro precedente: “The Singularity is Near”. Secondo l’articolo che ha letto il mio studente, Kurzweil prevede che entro il 2032, tra dieci anni, le tecnologie mediche saranno così avanzate che potremo vivere per sempre. Il mio studente ha chiesto la mia opinione sulla prospettiva della vita eterna.

Ebbene, per quanto mi riguarda, non riesco a capire cosa ci sia di buono nel vivere per sempre. A parte il clamore che suscita la morte, quali vantaggi mi dà il fatto di non morire mai e poi mai?

So che i libri sacri ci narrano che nel Giardino dell’Eden c’è la vita eterna, quindi se possiamo vivere per sempre, sarà il paradiso in terra. Tuttavia, se nessuno muore, questo pianeta sarà il paradiso in terra? A me sembra un modo sicuro per creare l’inferno sulla terra.

Inoltre se viviamo per sempre, quali sogni e speranze avremo?  Che senso ha vivere qui se non c’è alcuna pressione per realizzare qualcosa?

La vita ci viene data per un periodo di tempo limitato al fine di utilizzarla per ottenere qualcosa, per fare qualcosa. La vita ci viene data perché usiamo il nostro tempo qui per raggiungere la spiritualità, non per rimanere per sempre confinati nell’esistenza fisica.

Spiritualità significa estendere me stesso, andare oltre l’io e connettersi con la radice comune di tutti noi. In parole più semplici, spiritualità significa sentire tutta l’umanità, e in definitiva tutta la realtà, come un unico corpo, o meglio, come un’unica entità che non ha né inizio né fine. È l’opposto della vita fisica eterna, dove il tempo si dilata all’infinito. Vita spirituale significa vivere senza tempo.

Una vita tale non avviene quando perpetuiamo il corpo, ma quando ci innalziamo al di sopra di esso e anziché pensare solo a noi stessi, pensiamo a tutti gli altri. Attualmente, siamo assorti in noi, dato che vogliamo servire solo noi stessi. Se volessimo servire gli altri, li sentiremmo proprio come attualmente sentiamo noi stessi. Quando si sentono gli altri in maniera tangibile come si sente il proprio corpo, non si è più confinati nel proprio corpo. Di conseguenza, non siete confinati a nessuna delle limitazioni del corpo, tra cui la vita, la morte o qualsiasi concetto di tempo.

Il glorioso futuro non è pia illusione; è il futuro dell’umanità. Avverrà non appena smettiamo di pensare solo a noi e iniziamo veramente a pensare agli altri. Quanto prima cambieremo il nostro stato d’animo, tanto prima inizieremo quella vita beata. Se procrastiniamo, continueremo a lottare finché non ci renderemo conto che servire l’ego non paga e intraprenderemo il cammino spirituale. Se ci affrettiamo, intraprenderemo il cammino spirituale senza dover prima soffrire.

Foto: Ed Schipul

Si può salvare il pianeta danneggiando l’arte?

Dall’inizio dell’anno sta crescendo una nuova moda tra gli attivisti per il clima, quella di danneggiare i più importanti tesori storico-artistici al fine di aumentare la consapevolezza sul cambiamento climatico. Finora ci sono stati dodici incidenti, sei dei quali accaduti nell’ultimo mese. Gli episodi includono il lancio di purè su “Il pagliaio” di Monet, di zuppa di pomodoro su “I Girasoli” di Van Gogh e di sangue finto sui “Clown” di Toulouse-Lautrec. Altri attivisti invece si sono attaccati con la colla allo scheletro di un dinosauro al Museo di Storia Naturale di Berlino e a “La ragazza con l’orecchino di perle” di Vermeer. Per lo più i visitatori dei musei hanno attaccato gli attivisti in azione chiedendosi in generale come questi atti possano di fatto essere connessi al bene comune.

Concordo pienamente con l’ira dei visitatori.  Queste pagliacciate non impressionano nessuno e niente cambierà, né nell’ambiente e né nella consapevolezza della società.  

Anzi peggio, perché anche diventando più consapevoli riguardo al cambiamento climatico, non saremmo in grado di farci nulla, perché nonostante tutto il clamore mediatico sulle emissioni dei gas serra, noi non sappiamo cos’è che davvero provoca il cambiamento climatico e quel poco che sappiamo non aiuta molto. Ogni eruzione vulcanica ad esempio emette così tante impurità che l’umanità ci metterebbe mesi a stabilirne la quantità. Tuttavia, nonostante al momento ci siano eruzioni vulcaniche in tutto il mondo, queste non vengono prese in considerazione tanto quanto il cambiamento climatico.

E lo stesso accade per il gas metano. L’umanità è accusata di inquinare l’atmosfera con le tossine dei gas serra ma le emissioni delle paludi e dello scioglimento del permafrost in Siberia, Canada e Alaska sono così elevate che in confronto il nostro “contributo” all’inquinamento diventa minuscolo.

Come se non bastasse, la Corrente del Golfo continua a diminuire, incidendo negativamente sia sul clima dell’Europa che su quello del Nord America. Un articolo pubblicato lo scorso Aprile su Severe Weather Europe avverte che “la Corrente del Golfo e tutta la circolazione atlantica si stanno avvicinando a un punto critico di collasso”. C’è qualcosa che possiamo fare per fermare tutto questo?

In breve, l’ecosistema globale è troppo grande e soprattutto troppo complesso per essere compreso. Noi non sappiamo cosa esattamente dobbiamo fare o non fare per invertire o almeno rallentare il cambiamento climatico. 

Comunque il nostro problema non è che è il clima terrestre ad essere troppo difficile da capire ma è che siamo troppo concentrati nel provare a capire questo anziché il vero responsabile, l’unico che causa tutti i nostri problemi, non solo quello del cambiamento climatico: la natura umana. Ci sono un’infinità di altri problemi oltre il cambiamento climatico e tutti scaturiscono dalla stessa ragione, cioè dalla natura umana che è corrotta, marcia dentro.

Il danneggiamento di opere inestimabili provoca ira non perché la gente è arrabbiata a causa del cambiamento climatico. Ci si arrabbia perché gli attivisti mostrano la loro natura corrotta, la mancanza di cura e di considerazione dei sentimenti degli altri, nonché la volontà di distruggere alcuni dei beni più preziosi dell’umanità per soddisfare i propri capricci.

Se ci concentrassimo ad adeguare la nostra natura umana al mondo in cui viviamo, non dovremmo affrontare la miriade di problemi che noi stessi causiamo. Chi inquina la terra, l’acqua, l’aria? Chi uccide ogni anno milioni di persone per mera soddisfazione dell’ego?

Chi sta depauperando le nazioni e sfrutta donne e bambini? Chi traffica schiavi destinati a lavoro duro e abusi sessuali? Chi lucra su farmaci di cui tutti hanno bisogno, per malattie che potrebbero essere prevenute? Chi rende milioni di giovani dipendenti dalle droghe ogni anno?  E, peggio di tutti, chi incolpa gli altri per qualcosa che egli stesso provoca? È sempre lo stesso che fa tutto questo: il nostro ego. Finché non lo rimetteremo a posto, non risolveremo nulla.

Fino a quando eviteremo di ammettere che il problema siamo noi, non quello che facciamo ma proprio noi stessi, le cose continueranno a precipitare.  Potremmo vedere guerre mondiali nucleari, disastri naturali di proporzioni senza precedenti che devastano l’umanità, eventi climatici estremi che bruciano o congelano paludi così vaste da creare troppi rifugiati climatici da gestire, eruzioni vulcaniche, terremoti e tsunami di intensità tali che i nostri sforzi per proteggerci sarebbero troppo piccoli, piaghe per le quali le persone cadono come mosche e molte altre sofferenze che la natura può  infliggere su di noi. La natura è molto creativa quando si tratta di punizioni e non cesserà di esserlo fino a quando non ci renderemo conto che il problema non è quello che facciamo, ma quello che siamo.

Didascalia della foto:
Attivisti nel museo di storia naturale di Berlino.

 

Al limite

C’è una ragione per il dibattito apocalittico che prevale così tanto ultimamente.  La minaccia che il conflitto Russia -Ucraina diventi nucleare con la centrale di Zaporizhzhya diventata ormai punto centrale di contesa, la crescente tensione tra Cina e Taiwan con il diretto coinvolgimento degli Stati Uniti, la costante minaccia atomica della Corea del Nord. Tutto questo e altro ancora danno l’inquietante sensazione di un mondo sull’orlo del disastro. Ci sono già condizioni, meno catastrofiche, ma comunque molto dolorose. L’impennata dell’inflazione sia negli Stati Uniti che in Europa, accompagnata dalla recessione, insieme ai violenti cambiamenti climatici, non fa che esasperare la situazione.

Queste emergenze avvengono simultaneamente perché siamo davvero al limite. Ci stiamo dirigendo verso una nuova era in cui il nostro modo di vivere di una volta, quello egoistico, sarà obsoleto.

Stiamo passando dall’era dell’egoismo a quella di una connessione e dipendenza reciproca tali che i pensieri egoistici, tanto meno le azioni egoistiche, non saranno più tollerate. Dovremo imparare  a essere reciprocamente rispettosi, all’inizio e a prenderci cura l’uno dell’altro, alla fine. Non potremo scegliere di evitare di preoccuparci per il prossimo, perché questo significherebbe non sopravvivere.

Non ci sarà un mondo cattivo. Al contrario, ci sarà un mondo dove ognuno è responsabile e si prenderà cura di tutti gli altri, un mondo dove non dovremo preoccuparci di noi stessi perché ognuno lo farà per noi. Sarà un mondo senza abusi, guerre o crimini. L’unico crimine sarà la mancanza di considerazione, l’egoismo.

Indubbiamente queste parole sembrano impossibili oggi. In effetti, siamo ancora lontani. Peraltro, rivoluzioni di questo tipo non avvengono dall’oggi al domani; questi sono processi ma ci siamo già ampiamente dentro.

La ragione per cui scrivo riguardo a questo adesso è che siamo già al limite. Dobbiamo iniziare a familiarizzare con concetti e regole che governeranno la nostra vita in futuro, perché prima le conosciamo e iniziamo a seguirle, più morbido sarà il passaggio.

Se opponiamo resistenza al percorso dell’evoluzione, le situazioni minacciose che stiamo vedendo oggi si materializzeranno. Se li accogliamo, i cambiamenti avverranno in modo morbido e piacevole.  Spero che sceglieremo il secondo.

Immagini:

1) Mucche sopravvissute all’uragano Florence, bloccate su un portico, circondate da acque alluvionali. North Carolina, USA.

2) Foresta di alberi di lava causata dall’eruzione di una linea di bocche di 1 km a est di Pu’u Kahaulea, sul vulcano Kilauea dell’isola di Hawaii.