Pubblicato nella '' Categoria

Esiste l’amicizia disinteressata?

Domanda: Esiste l’amicizia disinteressata? E se sì, in quale uguaglianza e dipendenza di atteggiamenti si verifica?

Risposta: Non c’è niente di disinteressato nel mondo fisico perché tutto è basato sull’egoismo; questa è la base della nostra natura. Pertanto, non c’è bisogno di avere la testa tra le nuvole.

La nostra natura è totalmente organizzata sulla base di un principio egoistico: il desiderio di provare piacere; però con l’aiuto della Luce superiore, ovvero dell’influenza del Creatore, possiamo elevarci al di sopra della nostra natura e cominciare ad usarla in maniera differente a beneficio degli altri. È come se ci elevassimo al di sopra della Terra, come se vincessimo la sua forza di gravità, ma possiamo farlo solo con l’aiuto della Luce superiore.
[233806]

Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa 29/04/2018

Materiale correlato:
La percezione della realtà all’interno di una luce semplice
Gli amici sono la chiave di una vita lunga e salutare
125 Gradi di attrazione della Luce

Manifesti razzisti contro Israele nel Regno Unito

Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman 07/09/2018

Le fermate degli autobus londinesi sono state deturpate con manifesti nei colori della bandiera dell’OLP che dichiaravano “Israele è un ambiente razzista”. Apparentemente, questi annunci non autorizzati protestano contro la decisione del partito laburista britannico di adottare la direttiva sull’antisemitismo da parte dell’Organizzazione internazionale per la memoria dell’Olocausto.

Tra le undici clausole della direttiva ve ne sono quattro che sanciscono una certa libertà di critica nei confronti di Israele da parte del popolo palestinese, senza che questo venga considerato antisemitismo. Fra coloro che si sono opposti all’adozione della direttiva c’è anche il leader del Partito Laburista Jeremy Corbin. Le sue osservazioni antisemite negli ultimi mesi hanno sollevato una protesta generale al punto che gli ebrei britannici hanno minacciato di lasciare il Regno Unito nel caso Corbin vincesse le prossime elezioni.

Alla luce del forte aumento di incidenti violenti nei confronti dei 270.000 ebrei britannici negli ultimi tre anni, l’adozione di una nuova direttiva internazionale sull’Antisemitismo è cruciale. Ma la decisione dell’ultimo minuto di Corbin di accettare le clausole della direttiva non cambierà le cose. L’odio di Corbin per gli ebrei scorre nelle sue vene per natura e non è colpa sua. È come una malattia che non gli permette di riposare.

E Corbin non è l’unico a soffrire di questa malattia. L’”Antisemitismo” può nascere in ogni persona, in qualsiasi momento e può esplodere con qualsiasi innesco. È come avere un animale selvatico dentro, che chiede di liberare la sua forte avversione nei confronti degli ebrei che identifica come “la fonte di ogni male”.

Pertanto, anche se scriviamo delle direttive formali su carta, esse non cambieranno la natura umana. Frasi precise e formulate non possono bilanciare l’atteggiamento negativo nei confronti degli ebrei che è insito secondo natura nelle nazioni del mondo e specialmente in coloro che nutrono sentimenti antisemiti.

Ne Il Libro dello Zohar, il più grande libro della saggezza della Kabbalah, è stato scritto 2.000 anni fa che l’odio per gli ebrei durerà per migliaia di anni fino a quando una forza di equilibrio fluirà nel mondo. Il kabbalista Yehuda Ashlag, che ha scritto il commentario a Il Libro dello Zohar, lo descrive come segue: “La nazione israeliana era stata costruita come una forma di porta attraverso la quale le scintille di purezza avrebbero brillato sulla razza umana in tutto il mondo, finché non si sarebbero sviluppati e riconosciuti la piacevolezza e la tranquillità che si trovano nel nucleo dell’amore per gli altri”.

Fino a quando questo non accadrà, il mondo punterà il dito contro gli ebrei in ogni situazione negativa che si verificherà: atti terroristici in Europa, attacchi dell’11 Settembre, diffusione dell’AIDS, crisi economiche e persino disastri naturali.

Rav Kook ha scritto: “Qualsiasi rumore nel mondo accade principalmente per Israele” (Lettere di Rav Kook). Gli antichi saggi ebrei scrissero che “Nessuna calamità viene nel mondo, se non per Israele” (Tractate Yevamot), e Tikkun 30 nelle correzioni dello Zohar scrive che “Gli ebrei causano povertà, rovina, ladrocinio, uccisioni e distruzione in tutto il mondo”.

Il sistema naturale guida tutta la società umana verso un punto di pressione centrale, chiedendo al popolo ebraico di unirsi per compiere il suo dovere spirituale. Per fare ciò, agli ebrei è stato dato il metodo per la connessione, la saggezza della Kabbalah, che può aiutarli a diventare un modello per tutte le nazioni.

Allora, una forza di equilibrio si diffonderà finalmente in tutto il mondo, lenirà l’odio verso gli ebrei e unirà tutta l’umanità in una comunità globale. Se gli ebrei britannici prendessero coscienza di questo principio e lo condividessero con la gente del loro paese, darebbero luogo ad una vera rivoluzione.

È possibile rendere tutti felici?

Domanda: Come fa un kabbalista a sapere che esiste un bene comune? Questo sa di comunismo e di desiderio di rendere felici tutti senza che essi realmente lo vogliano.

Risposta: No, è impossibile rendere felice un essere umano senza che ne abbia il desiderio.

Esiste un’abbondanza superiore la cui fonte è il Creatore. Abbiamo solo bisogno di sviluppare i nostri desideri corretti perché poi vengano soddisfatti. Ecco perché la Kabbalah è chiamata “la saggezza della ricezione”.

Non c’è coercizione nella spiritualità. Anche noi dobbiamo volere, chiedere e convincere noi stessi e i nostri amici che la ricezione per il bene della dazione è perfetta perché è infinita e illimitata.

Ricevo per trasmettere agli altri, divento un condotto, come un tubo attraverso il quale scorre il flusso. Tuttavia, poiché tutto passa attraverso di me, tutto è mio e trasferisco tutto questo ulteriormente, e nella stessa misura vengo svuotato per un nuovo riempimento.

[233809]

Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 13/05/2018

Materiale correlato:
Come possiamo immaginare una vita spirituale?
Dare significa riempire i desideri degli altri
Un territorio comune nel quale dimora l’amore

Come dovrebbero svilupparsi i paesi sottosviluppati?

Domanda: Come dovrebbe avvenire lo sviluppo dei paesi sottosviluppati? Qual è l’approccio migliore? Il micro finanziamento o il macro finanziamento?

Risposta: Contribuiremo efficacemente allo sviluppo di ogni nazione solo sviluppando un’educazione tradizionale, che è insita in tutte le persone del mondo, affinché istruzione e cultura corrispondano alla natura della nazione stessa.

Dobbiamo capire che, in linea di massima, ci sono circa 70 nazioni nel mondo e sono tutte diverse. Così come gli organi del corpo, anch’esse hanno bisogno di completarsi a vicenda. Pertanto, se mostriamo un atteggiamento uguale e gentile verso tutti, ma in accordo alla natura di ciascuno, vedremo che tutti potranno veramente dare un contributo straordinario all’umanità.

Da ogni nazione riusciremo allora ad estrarre il massimo beneficio. Tutto ciò dipende da un atteggiamento benevolo e caloroso nei confronti di tutti, in modo che ognuno possa servire l’umanità proprio nella modalità specifica per ogni essere umano.

Dobbiamo capire che tutta la natura è divisa tra paesi e nazioni in modo tale da condurre ogni essere umano nello stato in cui ognuno integra gli altri. Di conseguenza, possiamo davvero trovarci in un mondo perfetto e uguale, dove ciascuno riempie i desideri degli altri e realizza un mondo perfetto.
Avremo quindi il privilegio di vedere che ogni nazione ha una parte notevole nell’umanità. Inoltre, proprio perché esse si completano a vicenda, saremo ricompensati con una vita perfetta in tutta la società umana, con amore, perfezione, rispetto e onore per tutti.

Per prima cosa, dobbiamo scoprire che ogni nazione ha il proprio posto, proprio come gli organi del corpo. Ne abbiamo bisogno, ma finché non saremo consapevoli del fatto che ne abbiamo bisogno, non saremo in grado di valutare e portare tutto questo alla sua particolare realizzazione.

[233621]

Dalla tavola rotonda delle opinioni indipendenti. Berlino 09/09/2006

Materiale correlato:
Il cuore del mondo
Il mondo sta diventando più interconnesso
Tra due fuochi

Consigli dalla Kabbalah

Domanda: Qual è l’unità di misura della distanza spirituale?

Risposta: L’unità di misura della distanza spirituale, ovvero la differenza tra le proprietà di due oggetti, si chiama parsec (unità di misura della luce).

Domanda: Qual è la differenza tra le proprietà spirituali della dazione?

Risposta: Dipende da quali desideri è formata la qualità della dazione.

Domanda: Questo mondo è il riflesso dei livelli dei miei desideri personali?

Risposta: Sì, si tratta dei livelli dei tuoi desideri e delle tue proprietà. Tutto ciò che vediamo lo vediamo dentro di noi.

Domanda: Cosa sono bellezza e bruttezza secondo la saggezza della Kabbalah?

Risposta: La proprietà dell’amore è chiamata bellezza mentre la bruttezza è la proprietà dell’avidità, del ricevere per se stessi.

Domanda: Cosa viene prima la vergogna o l’invidia?
Risposta: L’invidia è la più grande proprietà. Col suo aiuto possiamo conseguire azioni positive e buone. Dobbiamo solo sapere come gestire l’invidia.

Commento: Lei ha detto che il Creatore ci spaventa ma Lui non ci colpisce veramente. Ciononostante i kabbalisti sono soggetti alle stesse sofferenze di tutti noi: l’invecchiamento, le malattie…

Il mio Commento: La sofferenza spirituale è la sofferenza dell’amore, allorché i sentimenti negativi crescono in noi, così che in seguito potremo percepire amore e connessione più profondamente.

Domanda: Se i kabbalisti sono diventati sempre più forti nel tempo è preferibile leggere i libri di un kabbalista dei giorni nostri?

Risposta: I libri di Baal HaSulam di Rabash e le nostre lezioni sono il meglio per il nostro avanzamento spirituale perché usano un linguaggio che è molto vicino alle nostre anime. I libri scritti precedentemente sono difficili da comprendere. Anche se sono scritti da giganti kabbalistici, il loro stile ci è lontano.

Domanda: Che tipo di ricompensa desidererebbe per i suoi studenti?

Risposta: La rivelazione del Creatore, null’altro. E spero che sia molto vicina.

[232719]

Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa 15/04/2018

Materiale correlato:

Consigli dalla kabbalah
“Nutriti” dagli insegnamenti di Baal HaSulam e Rabash
Un attacco di consigli sulla Kabbalah

 

Non è semplice mettere in pratica ciò che insegna il Dalai Lama…

Nelle News (The Earth Chronicles of Life): “‘Il Dalai Lama ha rivelato il segreto per la felicità’:

Il XIV Dalai Lama del Tibet ha detto a Riga, durante gli insegnamenti spirituali per i buddisti della Russia e degli Stati baltici, che bisogna avere meno invidia e rabbia, più amore e compassione; che solo attraverso questo l’essere umano può arrivare all’armonia dell’anima”.

“L’uomo è consumato dalla rabbia, dall’invidia, dal senso di competizione, dalle paure e da altre emozioni negative che portano alla sofferenza, mentre la felicità viene raggiunta non attraverso la realizzazione di desideri sfrenati, ma attraverso la ‘pace della mente’. In questo cambiamento gli saranno d’aiuto la compassione e l’altruismo”.

Il Dalai Lama ha detto: “È già stato scientificamente provato che la rabbia distrugge letteralmente il sistema immunitario, mentre la compassione e la pace della mente lo rafforzano. Se tratti gli altri con compassione e altruismo, allora in te diminuiranno i livelli di malizia, invidia e competizione e aumenterà la felicità’.

Ha detto: “Un sistema di valori materialista rende l’essere umano un usurpatore di denaro.
I desideri non controllati distruggono sia l’uomo che l’ambiente, e questo non porta felicità a nessuno. La felicità arriva quando la mente è in pace, quando nell’anima vi è pace. Perciò è così importante allenare la vostra mente”.

Il mio commento: Ha assolutamente ragione, ma come si può mettere in pratica tutto questo?

Nota: In linea di principio, è chiaro di che cosa sta parlando il Dalai Lama: è una visione specifica del mondo, che include la meditazione …

Il mio commento: Questo metodo è perfetto per le persone con pochissimo egoismo, cosa che si è manifestata nell’umanità migliaia di anni fa. Certo, anche oggi è applicabile, ma solo in alcune parti del mondo dove può essere realmente proposto e accettato.

Domanda: Come si può raggiungere uno stato di felicità?

Risposta: Per fare questo devi cambiare l’essere umano affinché possa, di conseguenza, cambiare il mondo, in modo che il mondo non insegua obiettivi artificiali, ma tutto sia in equilibrio con la natura e le altre persone reciprocamente.
È possibile, ma non attraverso la tecnica dello starsene seduti e sentirsi felici.

Domanda: Hai detto che l’ego si svilupperà e crescerà e che non c’è via di uscita da questo. Cosa si può fare con l’egoismo che cresce e mi uccide?

Risposta: Ne ho parlato molte volte. Non possiamo fare nulla finché non mostriamo alla gente che questo stato finale ci porta alla distruzione e invece esiste uno stato eterno e perfetto che possiamo ottenere in questo mondo ora, oggi; dobbiamo convincere l’umanità di questa possibilità.

Domanda: Come si può fare tutto questo?

Risposta: Solo lavorando su noi stessi, portandoci in uno stato in cui possiamo veramente diventare un esempio di relazioni umane corrette, trovando la felicità e la massima qualità nei rapporti tra di noi.

Domanda: Come dovrebbero essere le nostre relazioni?

Risposta: Dovremmo amarci reciprocamente. Il Dalai Lama ne parla e solo questo stato deve essere raggiunto. Non è facile e si realizza attraverso uno sforzo tremendo e con un metodo affidabile che collega l’impossibile con il desiderato. È necessario arrivare a questo? Si, certo che è necessario. Esiste un’opportunità? Esiste, ma è difficile da mettere in pratica perché dobbiamo rimodellare la natura umana, cambiarla.

Domanda: Come cambia la natura umana?

Risposta: Solo sotto l’influenza della rivelazione della forza superiore. Nel tentativo di unirci riveliamo questa forza. Vogliamo che questo potere ci cambi, ma solo questo! Non abbiamo bisogno di diventare brave persone……lo siamo già!

[232415]

Dalla trasmissione di KabTV “Le notizie con Michael Laitman”, 20/06/2018

Materiale correlato:
Amare il prossimo? Questo è facile!
L’amore è una strada a due corsie
Perché le leggi dell’Umanità ci vengono nascoste?

 

New Life n.1039 – Mi assumo la responsabilità dei miei sentimenti

New Life n.1039 – Mi assumo la responsabilità dei miei sentimenti

Il Dott. Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e Tal Mandelbaum ben Moshe

Riepilogo:

Tutto ciò che mi circonda è un teatro che è stato creato per aiutarmi a correggere me stesso. Ogni persona rappresenta una parte delle mie qualità e caratteristiche interiori che non ho ancora corretto. La responsabilità di ciò che provo sta tutta nelle mie mani, anche se a volte mi sembra che gli altri mi trattino male. Con la buona e la cattiva volontà modifico la mia immagine del mondo. La mia libertà di scelta è quella di trattare tutto e tutti come me stesso, con amore. Devo raggiungere l’amore per tutte le persone e per il Creatore, che è il potere generale della natura. Correggendo i miei rapporti in questo modo si rivelerà un mondo buono, amorevole nei confronti di tutti, completo ed eterno.

[230429]

Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.1039 – Mi assumo la responsabilità dei miei sentimenti”, 19/07/2018

Il Times Of Israel: “Perché esiste l’Antisemitismo?”

Il Times of Israel ha pubblicato il mio nuovo articolo “Perché esiste l’Antisemitismo?

Al di là delle polemiche sulla questione anti ebraica

L’Antisemitismo è stato posto al centro di un recente dilemma semantico, con prospettive opposte in Europa e negli Stati Uniti in termini di ciò che è considerato antisemita e di una critica legittima da parte di Israele. Questo non fa altro che distogliere la nostra attenzione da quello che è il reale problema, ovvero perché secondo recenti studi, il fenomeno dell’Antisemitismo riceve un’attenzione globale drammatica, paragonabile al tempo della seconda guerra mondiale?

Il Partito Laburista britannico, di fronte a una crescente reazione popolare dovuta alle sue posizioni antisemite degli ultimi anni, ha adottato in pieno la definizione di Antisemitismo dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA) che richiede la lotta contro l’odio e la discriminazione contro gli ebrei e la negazione dell’Olocausto, ma ha incluso un avvertimento sulla “libertà di parola su Israele”, il diritto di criticare la nazione ebraica e le sue politiche.

D’altra parte l’amministrazione Trump ha riaperto un caso di sette anni fa che implicava un presunto avvenimento di Antisemitismo alla Rutgers University sostenendo la pretesa di gruppi ebraici, che hanno da lungo tempo combattuto contro pregiudizi anti ebraici e l’ambiente ostile nei campus universitari in tutti gli Stati Uniti, promossi dal movimento di “Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni” (BDS) contro Israele. Come un vivido esempio di sostegno riconosciuto di questo movimento da parte degli accademici, solo pochi giorni fa un professore dell’Università del Michigan ha annullato la sua offerta di scrivere una lettera di raccomandazione per uno dei suoi studenti dopo aver appreso che voleva studiare in Israele.

Il Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti ha da poco segnalato che è disposto a confondere la linea tra la critica di Israele e la discriminazione contro gli studenti ebrei, nel momento in cui le condanne di Israele che mettono in dubbio la sua legittimità e il diritto all’auto determinazione del popolo ebraico siano definite antisemite. Se verrà realizzata, tale mossa sarà considerata da alcuni come una violazione del Primo Emendamento.

Potremmo continuare con molti altri esempi su questo problema. Forse è giunto il momento di affrontare questa questione da una prospettiva più approfondita sulla causa principale dell’innegabile Antisemitismo e sulla sua soluzione? Quattro anni fa pubblicai un articolo nell’edizione di stampa del The New York Times intitolata “Chi sei, Popolo d’Israele?” Dal momento che le critiche e le minacce antisemite da allora sono solo aumentate, mi piacerebbe ripubblicare questo articolo, dato che la soluzione a questo problema è proprio dietro l’angolo. Sta a noi metterla in pratica prima che sia troppo tardi.

Chi sei, Popolo d’Israele?

Di volta in volta, nel corso della storia, gli ebrei vengono perseguitati e terrorizzati. Essendo io stesso ebreo penso spesso allo scopo di questa implacabile agonia. Alcuni credono che le atrocità della Seconda Guerra Mondiale siano inimmaginabili oggi. Eppure vediamo quanto facilmente e improvvisamente riemerga lo stato mentale che precede l’Olocausto, mentre le grida “Hitler aveva ragione” risuonano ormai troppo spesso e troppo apertamente.

Ma c’è speranza. Possiamo invertire questa tendenza, e tutto ciò che dobbiamo fare è diventare consapevoli di una visione più ampia.

Dove siamo e da dove veniamo

L’umanità è a un bivio. La globalizzazione ci ha resi interdipendenti, mentre gli uomini stanno diventando sempre più pieni di odio e alienati. Questa situazione insostenibile, altamente infiammabile, richiede una presa di posizione sulla direzione futura dell’umanità. Tuttavia, per comprendere come noi, il popolo ebraico, siamo coinvolti in questo scenario, dobbiamo tornare da dove tutto ha avuto inizio.

Il popolo di Israele ha avuto origine circa 4.000 anni fa nell’antica Babilonia. La Babilonia era una fiorente civiltà le cui persone si sentivano connesse e unite. Dalle parole della Torah: “Or tutta la terra era d’una favella e di un linguaggio” (Genesi, 11:1).

Tuttavia, man mano che i loro legami diventavano più forti aumentava anche il loro ego. Iniziarono a sfruttarsi, e infine si odiarono a vicenda. Così, mentre i Babilonesi si sentivano connessi, il loro ego intensificato li rendeva sempre più reciprocamente alienati. Imprigionato fra l’incudine e il martello, il popolo di Babilonia cominciò a cercare una soluzione alla sua situazione critica.

Due soluzioni alla crisi

La ricerca di una soluzione ha portato a formare due visioni contrastanti. La prima, suggerita da Nimrod, re di Babilonia, era naturale e istintiva: la dispersione. Il re sosteneva che quando le persone sono lontane l’una dall’altra, non litigano. La seconda soluzione fu suggerita da Abrahamo, un famoso saggio babilonese di allora, il quale sostenne che, secondo la legge della Natura, la società umana è destinata a unirsi, e quindi si sforzò di unire i Babilonesi nonostante e al di sopra del loro ego crescente.

In breve, il metodo di Abrahamo fu un modo per collegare gli uomini al di sopra del loro ego. Quando iniziò a diffondere il suo metodo tra i suoi abitanti, Maimonides scrive: “In migliaia e decine di migliaia si radunarono intorno a lui, e … Egli piantò questo seme nei loro cuori” (Mishneh Torah, Parte 1). Il resto del popolo scelse la via di Nimrod, ovvero la dispersione, come i vicini litigiosi quando cercano di stare lontani gli uni dagli altri. Questi uomini dispersi divennero gradualmente ciò che ora conosciamo come “società umana”.

Solo oggi, dopo circa 4.000 anni, possiamo iniziare a valutare quale fosse la strada giusta.

Le fondamenta del popolo di Israele

Nimrod costrinse Abrahamo e i suoi discepoli a scappare dalla Babilonia; essi si trasferirono in quella che in seguito divenne nota come “la terra di Israele”. Lavorarono sull’unione e sulla coesione secondo il principio “Ama il prossimo tuo come te stesso”, connessi al di sopra del loro ego, e così scoprirono “la forza dell’unione”, il potere nascosto della natura.

Ogni sostanza consiste di due forze opposte, connessione e separazione, che si equilibrano. Ma la società umana si sta evolvendo usando solo la forza negativa: l’ego. Secondo il piano della Natura, siamo tenuti a bilanciare coscientemente la forza negativa con quella positiva, ovvero l’unione. Abrahamo scoprì la saggezza che consente l’equilibrio, e oggi ci riferiamo alla sua saggezza come alla “saggezza della Kabbalah”.

Israele significa “Diretti a Dio”

I discepoli di Abrahamo chiamarono se stessi Ysrael (Israele) per via del loro desiderio di andare YasharEl (direttamente a Dio, il Creatore). Cioè, desideravano scoprire la forza dell’unione della Natura per bilanciare l’ego che si frapponeva tra loro. Attraverso la loro unione si sono trovati immersi nella forza dell’unione, la forza superiore, la radice della realtà.

Oltre alla loro scoperta, Israele imparò anche che nel processo di sviluppo umano, il resto dei Babilonesi, che seguì il consiglio di Nimrod, e che si era quindi disperso in tutto il mondo ed era diventato l’umanità di oggi, avrebbe dovuto anche raggiungere l’unione. Anche oggi si avverte quella contraddizione tra il popolo di Israele che si è formato attraverso l’unione e il resto dell’umanità che si è formato in seguito alla separazione.

L’esilio

I discepoli di Abrahamo, il popolo di Israele, hanno sperimentato molte lotte interne. Ma per 2.000 anni la loro unione ha prevalso e questo è stato l’elemento chiave che li ha tenuti insieme. In effetti, i loro conflitti avevano lo scopo di intensificare l’amore tra di loro.

Tuttavia, circa 2.000 anni fa, i loro ego raggiunsero un’intensità tale da non poter mantenere la loro unione. L’odio infondato e l’egoismo sono scoppiati tra di loro e hanno inflitto loro l’esilio. In effetti, l’esilio di Israele, più che esiliare dalla terra fisica di Israele, è un esilio dall’unione. L’alienazione all’interno della nazione israeliana li ha fatti disperdere tra le nazioni.

Il ritorno al presente

Oggi l’umanità si trova in uno stato simile a quello vissuto dagli antichi babilonesi: l’interdipendenza accanto all’alienazione. Poiché nel nostro villaggio globale siamo completamente interdipendenti, la soluzione di Nimrod di separarsi non è più praticabile. Ora dobbiamo usare il metodo di Abrahamo.

Questo è il motivo per cui il popolo ebraico, che in precedenza ha realizzato il metodo di Abrahamo e si è connesso, deve riaccendere la propria unione e insegnare il metodo della connessione all’intera umanità. E a meno che non lo facciamo di nostra spontanea volontà, le nazioni del mondo ci costringeranno a farlo con la forza.

A proposito di questo, è interessante leggere le parole di Henry Ford, fondatore della Ford Motor Company, nonché famigerato antisemita, nel suo libro L’Ebreo internazionale: “La società ha una grossa pretesa contro di lui [l’ebreo] che … cominci ad adempiere … l’antica profezia che per mezzo di lui tutte le nazioni della terra dovranno essere benedette”.

Le radici dell’Antisemitismo

Dopo migliaia di anni di sforzi per costruire una società umana di successo usando il metodo di Nimrod, le nazioni del mondo stanno cominciando a capire che la soluzione ai loro problemi non è né tecnologica, né economica, né militare. Sentono inconsciamente che la soluzione sta nell’unione, che nel popolo di Israele esiste il metodo di connessione, e quindi riconoscono che sono dipendenti dagli ebrei. Ciò fa sì che incolpino gli ebrei per ogni problema del mondo, credendo che gli ebrei posseggano la chiave per la felicità del mondo.

In effetti, quando la nazione israeliana cessò di portare avanti il suo compito, ovvero quello di diffondere l’amore per gli altri, tra le nazioni del mondo si diffuse l’odio per Israele. E così, attraverso l’Antisemitismo, le nazioni del mondo ci spingono a rivelare il metodo della connessione. Rav Kook, il primo Rabbino Capo di Israele, ha sottolineato questo fatto con le sue parole, “Amalek, Hitler, e così via, risvegliateci verso la redenzione” (Saggi del Raiah, Vol.1).

Ma il popolo di Israele non è consapevole di avere fra le mani la chiave per la felicità del mondo, e che la vera fonte dell’Antisemitismo è che gli ebrei portano dentro di sé il metodo della connessione, la chiave della felicità, la saggezza della Kabbalah, ma non li stanno rivelando a tutti.

Divulgazione obbligatoria della saggezza

Mentre il mondo geme sotto la pressione di due forze in conflitto, la forza globale per la connessione e il potere separatore dell’ego, stiamo cadendo nello stato che esisteva nell’antica Babilonia prima del suo collasso. Ma oggi non possiamo allontanarci gli uni dagli altri per placare il nostro ego. La nostra unica opzione è quella di lavorare sulla nostra connessione, sulla nostra unione. Siamo costretti ad aggiungere al nostro mondo la forza positiva che equilibra il potere negativo del nostro ego.

Il popolo di Israele, discendente degli antichi babilonesi che seguirono Abrahamo, deve attuare la saggezza della connessione, cioè la saggezza della Kabbalah. Sono tenuti a dare un esempio all’intera umanità, diventando così “Una luce per le nazioni”.

Le leggi della natura ci impongono di raggiungere tutti uno stato di unione. Ma ci sono due modi per arrivarci: 1) un sentiero lastricato di guerre mondiali, sofferenza, catastrofi, piaghe e disastri naturali o 2) un percorso di graduale bilanciamento dell’ego, il percorso che Abrahamo insegnò ai suoi discepoli. Quest’ultimo è quello che suggeriamo.

L’unione è la soluzione

È scritto ne Il Libro dello Zohar: “Tutto poggia sull’amore” (Porzione VaEtchanan). “Ama il prossimo tuo come te stesso” è la grande regola della Torah; è anche l’essenza del cambiamento che la saggezza della Kabbalah sta offrendo all’umanità. È fatto obbligo al popolo ebraico unirsi per condividere il metodo di Abrahamo con l’intera umanità.

Secondo Rav Yehuda Ashlag, autore del commentario Sulam (La Scala) a Il libro dello Zohar: “Spetta alla nazione di Israele di qualificarsi e tutte le persone del mondo … si evolveranno sino a che non si assumeranno il lavoro sublime dell’amore per gli altri, che è la scala verso lo scopo della Creazione”. Se riusciremo a farlo, troveremo soluzioni a tutti i problemi del mondo, incluso lo sradicamento dell’Antisemitismo.

New Life n.1038 – L’armonia nelle relazioni sociali

New Life n.1038 – L’armonia nelle relazioni sociali

Il Dott. Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e Tal Mandelbaum ben Moshe

Riepilogo

È importante raggiungere la comprensione del sistema nel quale viviamo, come le relazioni sociali ci influenzano e come ognuno di noi può portare il sistema verso uno stato di equilibrio. Questo processo educativo fa sì che ogni essere umano acquisisca la sensazione di essere parte integrante di un singolo sistema del quale tutti noi facciamo parte, perché stare insieme è per noi il bene.

La ricompensa per una connessione positiva sarà una vita equilibrata in una buona società che ci dimostrerà lo stesso amore di una madre e ci donerà calore e sicurezza. In una società come questa, la dazione è considerata un beneficio. Il supporto sociale darà ad ognuno di noi la capacità di donare, visto che la dazione verso gli altri crea dazione verso tutto il sistema; così facendo riceveremo in cambio tanti doni quante sono le relazioni positive che abbiamo realizzato. I valori sociali come onore e vergogna influenzano il modo in cui le persone si comportano reciprocamente. Per raggiungere questo stato, bisogna cambiare l’opinione pubblica attraverso profondi processi di educazione generale basata sulla regola “Ama il prossimo tuo come te stesso” (Levitico 19:18).

[230426]

Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.1038 – L’armonia nelle relazioni sociali”, 03/10/2018

 

Che cosa ci offre la Kabbalah?

Domanda: Perché è più facile per gli esseri umani che vivono uno stato di depressione togliersi la vita piuttosto che cambiare il proprio punto di vista, cioè quello che li ha inizialmente portati a deprimersi?

Risposta: Il togliersi la vita non rappresenta un problema. Anzi, come ben sappiamo, per alcuni esseri umani la morte è la sola via d’uscita per porre fine alla propria sofferenza. Quindi dobbiamo pensare a come elevarci al di sopra della sofferenza.

La Kabbalah ci offre, mentre siamo ancora in questa vita, in carne ed ossa, la sensazione di entrare nel livello successivo dell’esistenza chiamato “anima”, cioè la caratteristica della dazione. Chiunque legga questo articolo ha questa opportunità, indipendentemente dall’età. Aiutiamoci reciprocamente a realizzare questo obiettivo il prima possibile. Ne abbiamo le capacità.

[233857]

Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa 29/04/2018

Materiale correlato:

Come si consegue l’anima?
Oltrepassare la linea tra la vita e la morte
La crisi rende pazzi i Greci