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Dall’essere un grosso fischietto metallico passi ad essere una corda che vibra

Domanda: Sento che quando ho iniziato a studiare la Kabbalah potevo ascoltare la voce del Creatore più chiaramente. Adesso sento che la mia ricettività è diminuita.

Risposta: Questo perché il Creatore vuole armonizzarti ancora meglio con Lui e ti dimostra che non sei ancora in sufficiente sintonia con Lui. Devi ricercare in maniera tale che il sentimento più elevato che hai sperimentato fino ad ora sia costantemente vivo in te. Devi armonizzarti costantemente con questa sensazione precedente, senza importartene degli ostacoli e ciò nonostante, questa sarà una sensazione nuova.

Al principio della creazione, nel nostro primo stato di esistenza (1), sentivamo solo la Luce di “Nefesh”, la Luce più piccola. Poi siamo discesi in questo mondo, nello stato della frammentazione (2) e adesso stiamo ascendendo dal nostro mondo, di ritorno al terzo stato (3).

Il terzo stato è lo stesso del primo, anche quando sentiamo in questo la Luce di “Yechidà”, la quale è 620 volte più grande di quella iniziale che eravamo soliti avere nel primo stato. È la Luce di NRNHY (NaRaNChaI – Nefesh, Ruach, Neshamà, Chayà, Yechidà).

Perché è così? È dovuto al fatto che ci siamo armonizzati a prescindere dagli ostacoli! Nel cammino dal primo al terzo stato, ci vengono inviati numerosi ostacoli di ogni genere, ma non importandocene, ci siamo armonizzati con la stessa Luce di “Nefesh” che esisteva al principio. La Luce non cambia.

Ho aumentato la mia ricettività e sono diventato una corda che vibra al posto del grosso fischietto di metallo che ero solito essere al principio. Sono diventato più sottile, sensibile, percettivo e ricettivo.

Come risultato, nel mio primo stato nel quale ero solito esistere, sperimento non la Luce di “Nefesh” che era solita riempirmi nel primo livello, nel quale non sentivo niente, ma mi scopro uguale al Creatore, cioè rivelo la grande Luce di “Yechidà”. Perché è così? Solo perché mi sono armonizzato con essa. Questo è il processo che sperimentiamo.
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(Dalla lezione virtuale in russo, Fondamenti della Kabbalah del 21.04.2011)

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La vecchiaia è una veste per la saggezza

Domanda: Cosa significa diventare un saggio nella Kabbalah?

Risposta: Un “saggio” è una persona che ha ottenuto la saggezza (Chokhmà). Tuttavia, la Luce di Chokhmà resta in riposo assoluto, ed affinché possiamo ottenerla, dobbiamo possedere la Luce di Chassadim (Misericordia), i “vestiti”. Questo significa che un “saggio” è onorato non per la sua “saggezza”, ma perché ha fatto lui stesso un vestito di Luce di Chassadim, “saggezza”, che la Luce di Chokhmà è stata capace di vestire.

Noi consideriamo il Creatore come un saggio. Un saggio è considerato come “Talmid Chacham”, “un discepolo del saggio”, visto che lui sta imparando ad ottenere la saggezza (Chokhmà) e lascia che il Creatore si vesta in lui. Noi onoriamo i cabalisti per gli schermi antiegoismo e la fede che hanno acquisito, grazie ai quali, la saggezza del Creatore si è rivestita in loro. Non è il caso in cui loro sono diventati semplicemente intelligenti in modo naturale. Pertanto, loro sono chiamati “discepoli del saggio”, del Creatore.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 28.04.2011, Scritti del Rabash)

La stampa russa sul Congresso di Mosca

Komsomolskaya Pravda (Komsomol verità), un quotidiano russo, ha pubblicato un articolo sul Congresso Mondiale di Kabbalah che si è tenuto la scorsa settimana a Mosca. L’articolo include l’inserto di una mia intervista che ho rilasciato ad uno speciale giornalista del giornale, parte di una lezione, e delle fotografie del Congresso.

Un estratto dall’articolo: “Venerdì, i seguaci della Kabbalah si sono riuniti in un Congresso dal titolo “Unione- il futuro del mondo” che si è tenuto a Sokolniki, Mosca. Hanno preso parte all’evento seguaci della Kabbalah che arrivavano dalla Russia, così come dal Canada, Germania, Cina e altri paesi. Le lezioni sono state tenute dal fondatore del Centro internazionale di studio della Kabbalah, il dottor Michael Laitman che è originario della Russia, e che vive in Israele da molti anni. Il dottor Laitman ha migliaia di sostenitori in tutto il mondo.

Il dottor Laitman pensa che l’umanità sia immersa nella depressione e nelle crisi perché si è separata dalla sua natura, e ha dimenticato come godere, perdendo i suoi desideri. I suoi studenti sono sicuri di trovare la chiave per capire il mondo, essere felici, ed insegnare agli altri…

Il primo giorno del Congresso di Mosca si è concluso con i partecipanti che cantavano “il Futuro è nell’unione del Mondo”. Tenendosi per le spalle gli uni con gli altri, dozzine di uomini si muovevano al suono delle parole con la sicurezza di essere chiamati a portare la vera Luce dentro il nostro mondo di tenebre.”
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Chi è più vicino al maestro?

Domanda: Che cos’è la vicinanza al maestro e che cos’è lo studio “bocca a bocca”?

Risposta: La vicinanza al maestro non significa che un uomo gli è fisicamente vicino – questo non conta affatto. Un uomo è vicino al maestro quando sente che il maestro può passargli tutto quello che ha e desidera farlo, ma nella misura in cui l’uomo apre il suo cuore. Questo perché quando si arriva al momento del contatto e della comunicazione, colui che trasferisce e colui che riceve si devono connettere.

Quindi, prima di tutto, un uomo dovrebbe credere che il maestro continui a passargli le cose e che ci sono delle cose che egli può prendere da lui. Questo dipende dallo studente. Secondo, lo studente ha bisogno di capire che può ricevere qualsiasi cosa arrivi dal maestro solamente nella misura in cui si dimostra sensibile a farlo.

Naturalmente, in generale tutto dipende dallo studente. Solo dallo studente! Praticamente niente dipende dal maestro. Invece, lo studente deve accordarsi completamente sulla ricezione. Che cosa significa ricevere? Significa connettersi. In altre parole, l’uomo deve avere dei pensieri, delle sensazioni, e obbiettivi che siano in qualche modo come quelli del maestro, anche se l’uguaglianza è solamente dell’1%. L’uomo deve desiderare di ricevere dal maestro, si deve inserire nella sua stessa corrente. E allora ce la farà.

Lo studio è fatto di due livelli:

  1. “Dalla bocca alle orecchie,” che è la comunicazione verbale, quando io parlo con la mia bocca, e lo studente percepisce con il suo orecchio.
  2. “Da bocca a bocca,” quando ci si riferisce alla bocca come allo schermo comune, che è la bocca del Partzuf spirituale.

Quando comunichiamo in un modo in cui lo studente non vuole o non è in grado di essere allo stesso livello del suo maestro, allora ascolta soltanto. Può ascoltare senza il desiderio, senza molto sforzo; può anche essere contro il suo maestro, eppure continuare ad ascoltarlo in questo modo.

Non si ha ancora un unico schermo, un’unica aspirazione, o qualche forma di reciproca connessione, che sia quando lo studente e il maestro sono collegati almeno all’1%. Quando si ha questa connessione, lo studente è in grado di ricevere le informazioni bocca a bocca, in base all’intensità di questa connessione, cioè, in base all’intensità dello schermo e delle aspirazioni che condivide con il maestro. In questo caso, c’è qualcosa per cui sforzarsi. Si tratta di una lavoro difficile da fare con il proprio egoismo, ma è possibile, e allora quello che il maestro ha scorre verso lo studente.

Domanda: Tu puoi scegliere chi ti starà vicino?

Risposta: Non dipende dal maestro decidere chi gli starà vicino. Chiunque si mette nella posizione di studente, sarà uno studente. A volte il maestro vuole veramente che certi uomini siano suoi studenti perché questi uomini hanno delle qualità speciali, e potrebbe essere più facile trasmettere i concetti all’umanità, in un modo più veloce ed efficace, attraverso questi uomini; ma questi uomini potrebbero non esserne capaci, potrebbero rifiutare l’opportunità e perdere l’occasione.
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(Dalla lezione quotidiana di Kabbalah da Mosca del 16.06.2011 Gli scritti del Rabash)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 30.06.2011

KFS Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Pagina 575, Punto 19, Lezione 14 – Con Eran Shayovich
Video / Audio

Scritti di Rabash, Shlavey HaSulam, Articolo 13 – Con Moshe Poltorak, Niv Navon
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Recuperare la coscienza

La saggezza della Kabbalah non si rivela da sé, perché la gente la rivela nel suo sviluppo. Questa afferma che, in accordo alla struttura dell’universo, dobbiamo arrivare di nuovo al nostro punto di partenza.

Inizialmente fu creato un desiderio e questo primo stato viene chiamato il mondo dell’Infinito. In questo stato, il desiderio e la Luce che creò il desiderio, esistono in assoluta similitudine, fusione e complementarietà mutua. Qui, il desiderio è riempito dalla Luce, ma questo è solo lo stato concepito per la futura creatura. Essa non sente ancora niente.

Pertanto, all’inizio, essa deve diventare opposta al Creatore, opposta alla Luce. Per staccarsi completamente dalla stessa fonte, la creatura passa attraverso cinque stati speciali di sviluppo chiamati mondi. Pertanto, ha luogo la discesa di questo desiderio, cioè il distanziamento costante dal suo stato originale.

Il primo mondo si chiama Adam Kadmon. Adamo è il prototipo di un futuro umano. Dopo viene il mondo di Atzilut, il mondo della creazione, seguito da Berià, il mondo dell’emanazione, da Yetzirà, il mondo della formazione e da Assiyà, il mondo dell’azione. Questi sono i cinque mondi, cinque discese consecutive, inspessimento, occultamento e uscita della Luce dal desiderio che questa Luce riempie. Ogni mondo successivo è come il mondo dell’Infinito, eccetto che la Luce che esiste lì, esiste in una forma più occulta.

Anche adesso siamo nel mondo dell’Infinito, perché non c’è nient’altro. È solo che questo stato ci è nascosto dietro molti schermi interiori. Dobbiamo aprirli, sbucciarli ed allora, gradualmente, cominceremo a sentirci nella vera forma.

Ciò è simile allo stato di una persona che giace incosciente. Questo è il nostro secondo stato, qui, in questo mondo. Qui siamo in occultamento completo, come se avessimo perduto la coscienza ed esistessimo in alcune fluttuazioni interiori, immaginando qualcosa.

Se ci sforziamo in maniera particolare, recupereremo la coscienza e ci eleveremo al nostro stato iniziale. Questo è conosciuto come il terzo stato ed anche questo è il mondo dell’Infinito. Lo raggiungiamo ascendendo esattamente attraverso i primi passi dei mondi, attraverso i quali siamo discesi, quando stavamo perdendo il senso della perfezione, la presenza completa della Luce. Ascendendo gradualmente lungo gli stessi passi, sperimenteremo la realizzazione, il passaggio dal nostro stato inconscio a quello conscio.

La prima uscita dallo stato inconscio a quello conscio si chiama barriera, Machsom. La cosa più importante per noi è attraversare questo Machsom, uscire dallo stato di completa separazione dalla percezione della natura globale.

Adesso sentiamo la natura solo nella forma del nostro mondo e non la percepiamo attraverso i desideri spirituali. Sperimentiamo il mondo mentre siamo in uno stato totalmente disconnesso, senza utilizzare gli strumenti che abbiamo a nostra completa disposizione.

Percepiamo noi stessi attraverso i nostri cinque organi sensoriali: l’olfatto, il tatto, la vista, l’udito ed il gusto. Pertanto, il nostro senso dell’io passa attraverso il nostro corpo animato. Quindi, all’interno, appare un’immagine specifica nella nostra mente. Nella parte posteriore del nostro cervello, abbiamo una specie di “schermo”, nel quale viene proiettato tutto quello che percepiamo. Tutto si unisce in una sola immagine del mondo.

Questo non è ciò che vediamo nell’uscire dallo stato inconscio. Non appena attraversiamo il Machsom, cominciamo a sentire degli stati completamente diversi. Cominciamo a sentire la Luce dentro. Il nostro desiderio riceve il piacere dal riempimento, dalla conoscenza sul mondo reale ed allora, si disegna dentro di noi un’immagine precisa.

Così, il piano della Creazione, l’intenzione originale della Luce, è di creare il desiderio (la Luce è la cosa principale, il desiderio è secondario) affinché questo desiderio, cioè la creatura, diventi uguale alla Luce nello stato, nel potere e nelle sensazioni. Naturalmente, questo stato, è al di sopra del nostro mondo, cioè al di sopra del tempo, dello spazio, del movimento e al di sopra della divisione della vita, della nascita e della morte; è al di sopra di tutto questo.

Scoprendo questo nuovo sentimento dentro di noi, sentiremo che esistiamo in eterno come tutta la natura. Smetteremo di identificarci come degli “animali” che esistono in questo mondo. È come se questo scomparisse dalla nostra percezione, come la più piccola delle nostre sensazioni.

Pertanto, recuperando la coscienza, la persona immagina in qualche modo e ricorda quello che è successo. Questa sensazione resta in qualche luogo, ma è così piccola, così insignificante, così bassa nel potere, che è soppressa dalla coscienza dell’esistenza in un grande mondo nuovo, infinito, eterno e perfetto. Questo è il Machsom che dobbiamo attraversare.
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(Dalla Lezione 1 del Congresso di Mosca del 10.06.2011)

Non diventare una statua di sale

Domanda: Come possiamo realizzare un’analisi interna, per non diventare una statua di sale?

Risposta: La persona diventa una statua di sale quando guarda indietro, quando desidera conservare quello che esiste, quando ha paura di perdere quello che ha. Questo le impedisce di andare avanti.

Questo significa che dobbiamo sviluppare costantemente il nostro desiderio collettivo. È necessario determinare ed analizzare costantemente qual è la vera meta. In questo modo avanzeremo insieme.
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(Dalla lezione 2 del Congresso di Mosca del 10.06.2011)

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Un trampolino per l’infinito

Domanda: Il desiderio delle donne contiene il desiderio di acquisire l’intenzione di donare?

Risposta: Questa intenzione non c’è tanto nel desiderio degli uomini come delle donne. Come fa a manifestarsi dentro di noi? Tutto quello che noi vogliamo è ricevere. Come acquisiamo l’intenzione di donare? La Luce lo fa, non noi.

Io sono un totale egoista; penso solamente a me stesso e non posso uscire da questo stato. Sia i desideri del mio cuore che i pensieri della mia mente non possono funzionare in modo diverso. Questa è la natura, questo è il modo in cui sono stato fatto. Quindi, cosa si può fare?

Solamente se noi, insieme, desideriamo nel modo giusto che la Luce discenda su di noi e ci corregga, allora acquisiremo, separata dal nostro egoismo, un’ intenzione di lavorare con il nostro egoismo nel modo corretto. Questo sarà il desiderio di ricevere la Luce, il desiderio di dazione, di amare.

Il nostro egoismo ci sarà sempre. Ma lavorandoci sopra nel modo giusto, possiamo aumentare ed intensificare la Luce. Questa è l’essenza del nostro percorso nella storia.

Dal mondo dell’Infinito, il nostro primo stato, da dove incominciamo, attraversiamo il nostro stato attuale, il secondo stato, e raggiungiamo, ancora una volta, il mondo dell’Infinito, il terzo stato. Si dice che questo terzo stato sia 620 volte più grande del primo stato. 620 è soltanto un’espressione, in realtà è miliardi di miliardi di volte più grande. Il fatto è che nel terzo stato, sappiamo dove siamo.

Nel primo stato eravamo una goccia di seme, e nel terzo stato diventiamo completamente come il Creatore, guadagnandoci il suo status. Questo è ciò che raggiungiamo grazie a questa amplificazione, quando il nostro egoismo è presente, e lentamente si sviluppa in un ego enorme; intanto noi possiamo usarlo per intensificare la debolezza della Luce di Nefesh che ci colmava nel primo stato.

Nefesh è una Luce molto piccola, nella quale la vita esiste a malapena. Ed in questo terzo stato conseguiamo un livello che è chiamato NRNHY, la Luce enorme che colma tutti i mondi.
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(Dalla 2.a lezione al Congresso di Mosca del 10.06.2011)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 29.06.2011

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Scritti di Rabash, Articolo “Fatti un Rav e comprati un Amico”, Parte 2
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La separazione porta una discesa e l’unità un’ascesa

Baal HaSulam, Shamati, articolo 34, “Il beneficio di una terra”: Ogni forma punta verso un’altra forma (spiritualmente opposta). Cosicché tutte le discese nelle quali uno sente la separazione (dagli altri e dentro di loro, dall’unione con il Creatore) sono un’opportunità per discernere tra qualcosa ed il suo opposto.

In altre parole, uno deve imparare il beneficio delle ascese dalle discese. Al contrario, sarebbe incapace di apprezzare l’importanza di essere stato avvicinato dall’Alto e delle ascese che gli vengono date … (Come è detto:) “Tanto come la Luce supera l’oscurità”.

Dopotutto, solamente a partire dalla separazione possiamo valorizzare l’unità tra di noi e stimare il raggiungimento della nostra unione come il raggiungimento del Creatore, della forza superiore. Dobbiamo cercare di dare le definizioni corrette: la separazione tra di noi è una discesa, mentre l’unità tra di noi è un’ascesa. La separazione, che significa uno stato di discesa, deve portarci la sensazione dell’assenza della Luce, mentre un’ascesa deve essere sentita come la presenza della Luce superiore, la Luce della dazione e dell’amore.

Dobbiamo interpretare correttamente le proprietà spirituali, le definizioni spirituali. Allora, gradualmente cominceremo ad adattarci ad esse ed a vedere il valore spirituale più elevato nelle parole tanto odiate da noi oggi: “unità”, “amore” e “adesione”.

Solo allora uno può accedere e considerare il fatto dell’adesione, per il quale il diletto ed il piacere nel Pensiero della Creazione possono essere acquisiti e questo è “Il Suo desiderio di fare il bene alle Sue creature”.
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(Dalla lezione 8 del Congresso WE! Del 3.04. 2011)

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