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Verso una società di consumo razionale

La fase intermedia di transizione verso un nuovo stadio dovrebbe essere un periodo di autoapprendimento e autoeducazione. In tal caso, costruiremo una società di consumo razionale in cui vivere in modo normale e logico e nella quale ci preoccuperemo che tutti abbiano lo stesso livello generale, ma in accordo con le esigenze individuali di ognuno e secondo il loro gusto.

La cosa più importante è che oltre a fornirci un livello razionale di esistenza materiale, ci svilupperemo attraverso i nostri nuovi legami sociali in modo da essere in completa somiglianza con la natura.

Così, inizieremo ad entrare nelle sue forze nascoste e a sentire il vasto spazio in cui esistiamo, non l’universo che rappresentiamo per noi stessi, ma all’interno di una grande macchina multidimensionale.

In questo caso, sarà completamente sotto il nostro controllo poiché diventeremo i suoi esseri superiori.

 

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Da “I Got a Call” di KabTV. Come fare una rivoluzione” 2/10/12

 

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Contenuti scritti ed editati da studenti basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

 

L’era della sovrapproduzione .

Domanda: Secondo le statistiche, molti di noi hanno più del necessario, ma sono comunque infelici poiché temono di perdere il lavoro. Viviamo secondo il principio che dobbiamo avere un lavoro per guadagnare. Come possiamo cambiare questa coscienza? A spese di cosa è possibile cambiarla?

Risposta: Né le persone né gli economisti capiscono come organizzare correttamente l’economia.

Stanno emergendo diverse teorie su come costruire un’economia in una società tecnologica non in via di sviluppo. L’unica cosa che dobbiamo fare è ottimizzare alcuni settori.

Diciamo che sviluppiamo il settore agricolo e anche in questo caso, in una certa misura, lo gestiamo in modo da non mangiare nulla di artificiale. Nello stesso modo, potremmo migliorare soltanto i dispositivi e gli apparecchi che veramente servono, per esempio l’elettronica di consumo. Cos’altro serve? Per cosa?

Dobbiamo condurre un’accurata revisione di ciò che abbiamo raggiunto e, in maniera consapevole e obbligatoria, iniziare a eliminare tutto ciò che non è necessario. Altrimenti non sopravviveremo, esauriremo tutte le nostre riserve. Immagina di essere il proprietario della Terra. Il globo è il mio orto e tutto ciò che si trova nella terra o nell’aria non si auto-rinnova.

Nel prossimo futuro questo sarà compreso in maniera abbastanza realistica dalle persone. Non sono in grado di limitarsi. L’egoismo ci metterà all’angolo. La nostra natura è fatta in modo tale da obbligarci a pensare all’autocontrollo. Questo bisogno sorgerà.

Guardate, improvvisamente milioni di persone disoccupate sono per strada e le aziende stanno chiudendo. Perché? Per cosa? Ci sono centinaia di teorie. Ora cosa succederà? Stanno chiudendo poiché abbiamo passato tutte le fasi di sviluppo; siamo arrivati alla sovrapproduzione.

 

 

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From KabTV’s “I Got a Call, How to Make a Revolution” 2/10/12

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Anno nuovo, problemi vecchi

A giudicare da ciò che sta accadendo all’umanità riguardo il processo generale di sviluppo, che è destinato a condurci alla meta prevista, affronteremo un periodo difficile nell’anno avvenire 2023.
Spero che non arriveremo a una guerra nucleare mondiale, e la cosa mi sembra improbabile. Ma, ciononostante, ci aspettano sfide importanti in ogni parte del mondo. E alla fine ci porteranno a trovare una soluzione vera e ad accettare di cambiare le relazioni tra di noi per il meglio.

Questi problemi sono già visibili all’orizzonte: un’ecologia povera, mancanza di cibo e ogni tipo di disastro naturale. Tutti questi problemi saranno molto gravi e si manifesteranno su una scala globale; quindi non accolgo il nuovo anno con gioia.
Non si tratta solo della guerra, ma delle relazioni tra le persone. Dopotutto, una guerra può, in qualche modo finire, ma correggere le relazioni umane richiede un lungo studio, chiarezza, un approccio corretto, e un senso di dolore che si intensifica in ogni persona e in ogni nazione e Paese.

Solo se diventa evidente a tutti che non abbiamo alcuna speranza per un futuro migliore se non ci avviciniamo gli uni agli altri, solo a questa condizione potremo intraprendere la strada verso un futuro migliore.

Nel nuovo anno, tutti i vecchi problemi, già esistenti nel 2022, si aggraveranno. Dopotutto, non abbiamo fatto nulla per eliminarli. Prima di tutto dobbiamo sopravvivere a questo inverno del 2022-2023, e solo allora vedremo ciò che avverrà. Ci sono problemi seri con l’acqua potabile, cibo e grano. Spero davvero che l’umanità non distrugga i prodotti, ma piuttosto che si arrivi a una distribuzione tra i Paesi tale da permettere a tutti di esistere. Ma al momento non esiste una soluzione.

L’epidemia del coronavirus non è più così acuta, ma arriveranno altri problemi ancora più seri: nuove epidemie nel mondo in forme diverse. In fondo, se non aggiustiamo le nostre relazioni, allora lasceremo uscire tutti questi problemi che faranno scoppiare la società umana.

È difficile parlarne, ma sembrerebbe che siamo arrivati ad un punto critico per la nostra sopravvivenza. Non capiamo quanto sia debole l’uomo e che siamo in conflitto con le forze della natura alle quali non possiamo resistere. La natura si abbatterà su di noi con forze ancora più intense, come alluvioni e terremoti tali da rendere impossibile vivere su questo pianeta.

I problemi principali saranno dovuti al clima, e questa è una difficoltà dato che non possiamo fermare la natura. Le relazioni tra i Paesi in guerra possono ancora essere calmate. Ma è impossibile resistere alle forze della natura ed eliminare i disastri naturali.

Esiste solo un modo per farlo – attraverso la correzione delle relazioni tra le persone, e ne siamo molto distanti. Dopotutto, le relazioni umane richiedono il consenso dei cuori per avvicinarsi l’uno all’altro.
Ciò che è necessario non sono acquisizioni materiali, come l’acquisto del gas o del petrolio, ma piuttosto di un atteggiamento cordiale verso gli altri. Ma non ne siamo assolutamente capaci ancora. Per questo guardo con ansia al futuro, che dipende interamente dalle buone relazioni tra le persone.

Non siamo in grado di aprire i cuori gli uni agli altri. Tutti i cuori sono sigillati con numerosi lucchetti e non vogliamo capire che l’apertura e il riavvicinamento dei cuori è la soluzione a tutti i problemi. Eppure all’umanità è stata data l’opportunità di correggersi. Abbiamo ancora una possibilità. Abbiamo ancora speranza.

 

 

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From KabTV’s “The World” 12/15/22

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Chi darà a un uomo la fiducia nella vita?

Domanda: Di regola, per esistere, un uomo ha bisogno di un lavoro. Con i soldi guadagnati, può mangiare, comprare vestiti e scarpe, pagare Internet e così via. Pertanto egli non può immaginarsi senza un lavoro.

La paura principale di un individuo è di perdere il suo lavoro. Quando lo perdono, molti sono persino pronti a suicidarsi perché sono così dipendenti sotto l’aspetto materiale. Cosa lo sostituirà? Chi lo compenserà per esso? Chi darà a un individuo la necessaria fiducia nella vita?

Risposta: Solo una società fondata sulle basi dell’educazione integrale potrà farlo. Noi creiamo queste comunità. Possiamo insegnare alle persone attraverso internet, attraverso la comunicazione virtuale e attraverso la televisione. Abbiamo tutte le opportunità per farlo. Basta darci un canale mondiale e noi siamo già pronti a condurre tutto questo, anche oggi.

Saremo capaci di spiegare all’umanità dove la natura ci sta dirigendo e che il lavoro spirituale non è un capriccio, né mio, né tuo, né di qualcun altro. È una legge della natura. Vediamo come gli scienziati stiano gradualmente cominciando a rivelare la stessa cosa. Cioè, noi abbiamo qualcosa su cui fare affidamento. Ci sono grandi e meravigliose prospettive.

Per questo spero in un futuro luminoso e non in una terribile soluzione dei problemi che condurrà ancora allo stesso risultato ma con molto sangue.

 

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Da KabTV’s “I Got a Call. If You Lost Your Job” 3/13/14

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Il Crollo di un modello economico

Commento: Fino a poco tempo fa, il modello “Black-Scholes- Merton” veniva usato per mitigare il rischio di mercati fluttuanti. Gli economisti che l’hanno sviluppato (Scholes e Merton) sono stati premiati con il Premio Nobel. Oggi questo modello ha raggiunto la sua fine.

La mia risposta: Immaginate, gli economisti più importanti del mondo, che hanno ricevuto un Premio Nobel, e dieci anni dopo è scoppiata una crisi che ha totalmente ribaltato tutto! L’umanità è come dei gattini ciechi!
L’economia è la fotografia del nostro stato interiore egoista. Se sono connesso a te, con qualche tipo di legame, allora questo può essere calcolato secondo delle formule economiche: quanto ti devo, quanto tu mi devi, e la stessa cosa tra tutti. Ovvero, la connessione delle persone si manifesta nel modo più chiaro, rigidamente formulato, nel rapporto economico.

Quindi, siamo arrivati a un vicolo cieco: imbrogliamo, gonfiamo una sorta di bolla,da una parte l’economia è più rigida, e dall’altra è più sociale, o naturalmente socialista, e così via. E questo riflette il mondo interiore dell’uomo.

Oggigiorno, non ci troviamo soltanto in una crisi economica, come ci potrebbe sembrare, ma siamo in mezzo ad altre crisi. Questo ci dimostra che abbiamo raggiunto la più grande crisi che l’umanità possa attraversare.
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Da KabTV “Close-Up. Il Futuro dell’ Umanità” 17/7/11

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La turbolenza globale del settore turistico

Vi ricordate i tempi in cui viaggiare era rilassante ed emozionante?  Quei ricordi sono stati messi alla prova nelle ultime settimane dal caos negli aeroporti in tutto il mondo, in particolare in Nord America e in Europa. L’ondata di passeggeri estivi, desiderosi di viaggiare dall’inizio della pandemia, si è scontrata con una diffusa carenza di personale dovuta ai licenziamenti operati a causa del Covid-19, che hanno messo sotto pressione gli aeroporti e le compagnie aeree.

Una volta considerati in esubero, i dipendenti del settore turistico licenziati ora sono restii a tornare a lavori con bassi stipendi, insicurezza lavorativa e condizioni di lavoro inadeguate. A causa della mancanza di risorse umane a livello globale, migliaia di passeggeri hanno perso l’imbarco e il volo mentre aspettavano in code da incubo, e spesso i loro bagagli hanno subito ritardi o sono andati persi. E se tutto questo non bastasse, molti dipendenti delle compagnie aeree, compresi i piloti, stanno protestando per la stanchezza, lo stress e la carenza di personale. A causa della mancanza di personale, le compagnie aeree di tutto il mondo hanno cancellato migliaia di voli e si prevedono molte altre cancellazioni per tutta la stagione delle vacanze.

Chiunque abbia deciso di iniziare l’ondata di licenziamenti di massa nei tempi della pandemia avrebbe dovuto anche considerare come assumere e formare i nuovi lavoratori quando sarebbero stati nuovamente necessari. Dopotutto, l’aspettativa era nota con largo anticipo, visto che decine di migliaia di persone avevano già parlato di una vacanza all’estero il giorno dopo la revoca delle restrizioni ai viaggi. Allora perché non si sono organizzati in anticipo per fornire servizi al pubblico in viaggio?

Il coronavirus ci ha abituati a una nuova qualità di vita, a lavorare da casa in condizioni confortevoli, a vedere che è possibile cavarsela con meno, per cui ora i bassi salari offerti dal settore sono poco incentivanti per tornare al lavoro.

Nel breve periodo, salari migliori per i dipendenti stimolerebbero le assunzioni, ma nel lungo periodo non soddisferebbero veramente i desideri dei lavoratori. Il fatto stesso che questo fenomeno sia diffuso in tutto il mondo suggerisce che si tratta di un problema umano fondamentale, che potrebbe anche essere chiamato: ” La peste della pigrizia”.

E’ proibito disconnettere la causa dall’effetto. Durante il periodo della pandemia la gente è cambiata dall’interno. I suoi desideri e le sue esigenze sono cresciuti, tanto che oggi chiede più comodità e non è disposta a fare grandi sforzi senza essere pagata adeguatamente. Questa è la tendenza evolutiva della società umana, espressione di uno sviluppo continuo che richiede un nuovo appagamento. 

In definitiva, il caos internazionale dell’industria aeronautica rivela quanto siamo disorganizzati a livello sociale. Questo è solo un esempio della situazione che esiste in tutti gli altri settori dell’economia. Siamo disorganizzati su tutta la linea, mentre la crisi non ha ancora raggiunto il suo apice. Finché non risolviamo i problemi, la sofferenza e la frustrazione si intensificheranno al punto che non riusciremo più a contenerle, allora sicuramente ci verrà imposto un cambiamento globale.

La mancanza di connessione tra di noi e la mancanza di consapevolezza della nostra natura umana, soprattutto a causa della pandemia, rivelano il semplice fatto che non siamo più in grado di goderci nemmeno le brevi vacanze che erano date per scontate fino a poco tempo fa.

Se non ci svegliamo, la situazione non potrà che peggiorare. La natura umana non si blocca: il desiderio di ricevere piacere costringerà le persone a chiedere sempre di più. Allo stesso tempo, diventiamo naturalmente più pigri, egoisti e avidi. Così come ora non ci sono voli, domani non ci saranno treni, alberghi, ristoranti e quant’altro, per cui dovremo riconoscere sulla nostra pelle che il cambiamento è obbligatorio.

Le grandi aziende dell’economia devono attuare un processo di educazione continua per aumentare la consapevolezza del fatto che viviamo in un unico sistema naturale interconnesso in cui l’umanità è interdipendente. Questa comprensione iniziale acquisita con l’educazione svilupperà in noi un nuovo atteggiamento verso la vita, insegnandoci a dirigere la nostra natura egoistica per armonizzarla con le condizioni di interdipendenza e garanzia reciproca. Dalle relazioni corrette e migliorate tra di noi saremo in grado di motivare facilmente i lavoratori e di dare impulso a tutti i sistemi dell’economia per evitare future situazioni di disagio nella nostra società.

La globalizzazione ha bisogno di una correzione urgente

In un’intervista rilasciata a CBS News l’8 marzo 2009, durante la crisi finanziaria nota come Grande Recessione, l’allora economista di Wachovia Corp. Mark Vitner ha affermato che sciogliere i nodi delle economie mondiali è “come tentare di ricomporre le uova strapazzate.  Non può essere fatto così facilmente.  Non so se può essere fatto del tutto”. Da allora, siamo diventati ancora più confusi. Tuttavia, la crisi alimentare che si sta sviluppando a causa della guerra tra Russia e Ucraina, la crisi dei semiconduttori e i ritardi nelle spedizioni a causa della pandemia e le crescenti tensioni internazionali hanno riportato in auge la questione della deglobalizzazione.

Alla riunione del 2022 del World Economic Forum (WEF), conclusasi di recente, la deglobalizzazione è stata ancora una volta uno dei temi principali. Il Financial Times ha riferito in un articolo che “L’era della globalizzazione che dura da tre decenni rischia di andare in retromarcia secondo i dirigenti delle aziende e gli investitori” e in un altro articolo ha sostenuto che “Il progresso tecnologico suggerisce che la svolta dalla globalizzazione può portare benefici ma anche sfide”.

Mi trovo d’accordo con l’osservazione di Vitner che è impossibile deglobalizzare le economie mondiali. Non si può  fare, non ora, mai più, e in futuro tutto sarà ancora più aggrovigliato di adesso. 

Tuttavia, ed è per questo che gli economisti stanno accarezzando l’idea di rompere i legami tra le economie mondiali, la globalizzazione sta aggravando i problemi del mondo perché si basa su relazioni così negative che dovremmo fermarne il progresso e non continuare finché non la organizzeremo su basi più positive per tutti i soggetti coinvolti.

Attualmente ci rapportiamo alle nostre relazioni economiche nello stesso modo in cui ci rapportiamo a tutte le nostre relazioni: con un approccio di sfruttamento. Se non ci rendiamo conto che l’economia provvede ai nostri bisogni più elementari e non deve quindi essere trattata come un mezzo per abusare e calpestare altre persone, l’economia mondiale continuerà a rallentare e la scarsità di cibo e gas si intensificherà.

La paralisi porterà alla fame in molti paesi e alla grave carenza di prodotti di base in molti altri. Di conseguenza, i conflitti diventeranno violenti, scoppieranno guerre e la vita si ridurrà alle condizioni del XIX secolo. Non possiamo permetterci di maltrattarci a vicenda quando si tratta di questioni economiche.

Ciò che è ancora più frustrante è che le carenze non sono reali; sono il risultato della riluttanza delle nazioni a fornire agli altri paesi i prodotti necessari. Se cambiamo il nostro atteggiamento verso gli altri, scopriremo che abbiamo già abbondanza di tutto e non ci sarà alcun tipo di carenza.

Grazie alla globalizzazione, piccoli stati come Singapore, Israele, alcuni stati arabi del Golfo Persico, stati europei con scarsa popolazione e piccole isole possono prosperare nonostante le loro dimensioni. Importano ciò di cui hanno bisogno, cioè quasi tutto, ed esportano prodotti o tecnologie uniche o si affidano al turismo. Tuttavia, in assenza di legami estesi e costruttivi tra paesi e nazioni, questi stati non saranno in grado di provvedere a se stessi e semplicemente scompariranno.

Ciononostante, non saremo in grado di smettere di dipendere gli uni dagli altri. Possiamo pensare di poterlo fare, ed è per questo che la deglobalizzazione è stata un argomento di discussione al WEF, ma non saremo in grado di farlo. In un modo o nell’altro, dovremo migliorare le nostre relazioni e smettere di cercare di sminuirci e di metterci l’uno contro l’altro. Scopriremo che anche solo tentare di farlo, come sta accadendo ora, provoca danni enormi a tutti, anche a noi stessi.

Non c’è modo di affrontare il cambiamento senza un certo livello di dolore. Il dolore è l’unica spinta al cambiamento. Tuttavia, spero che saremo abbastanza intelligenti da reagire rapidamente, in modo che il livello di dolore che dovremo sopportare non comporti una terza guerra mondiale nucleare.

L’evoluzione naturale dell’umanità ci ha connessi, e la natura non torna indietro.  Quindi, l’unica cosa che possiamo fare è cercare di avanzare in maniera piacevole e non dolorosa. 

Se ci sforziamo di apprendere la nostra interdipendenza e la necessità di collaborare positivamente, possiamo invertire la traiettoria negativa e la minaccia di guerra. Al contrario, avanzeremo con la globalizzazione pacificamente, in un modo che sia vantaggioso per tutti e che provveda veramente a tutti i nostri bisogni.

Didascalia foto:
Il fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum (WEF) Klaus Schwab è seduto, mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz (non nella foto) si rivolge ai delegati durante l’ultimo giorno del WEF a Davos, Svizzera, il 26 maggio 2022. REUTERS/Arnd Wiegmann

Un grande caos in arrivo

L’aumento dell’inflazione sembra aver preso tutti alla sprovvista.  Il tasso di inflazione dell’8.3% negli USA in aprile, rappresenta un rallentamento in confronto ai mesi precedenti, ma è comunque troppo elevato. La situazione non è molto migliore nell’Eurozona, dove l’inflazione è salita all’8,1%. I prezzi stanno aumentando in tutto il mondo e nessuno sa come fermarli. Con ogni probabilità, l’effetto a catena dei rincari porterà ad ulteriori aumenti con diversi picchi, e la mancanza di gas, grano, olio, semiconduttori e altri prodotti, non farà altro che peggiorare la situazione.  A tutti gli effetti, è in arrivo un grande caos.  

Il problema è che alcuni dei prodotti la cui fornitura è stata ostacolata, come i semiconduttori, il grano e il gas, sono alla base dell’industria e della produzione alimentare mondiale. Abbiamo bisogno di grano per quasi tutto ciò che mangiamo e di gas e chip per computer per quasi tutto ciò che produciamo. Pertanto, la loro assenza ostacola l’intera economia globale e la produzione alimentare.

La prima a soffrire sarà l’Africa e forse gran parte dell’Asia Orientale. Miliardi di persone soffriranno la fame, miliardi!

Ma la fame è solo l’inizio. Le persone affamate non si fermano davanti a nulla. Quando intere nazioni soffrono la fame, scoppiano guerre e i conflitti diventano violenti. Il disastro che ha appena iniziato a svilupparsi potrebbe essere peggiore dei nostri peggiori incubi, qualcosa che non possiamo nemmeno immaginare. Oltre ai danni causati dall’uomo, possiamo aspettarci che anche le catastrofi naturali, come le inondazioni e gli incendi, provochino disastri in tutto il mondo.

Una cosa che la gente potrebbe fare è iniziare a fare scorta di alimenti di base. Tuttavia, non credo che servirà a molto, visto che la crisi sarà prolungata e non si esaurirà in poche settimane.

Se c’è qualcosa che può aiutare, è la consapevolezza che siamo tutti sulla stessa barca. Attualmente, la barca è piena di buchi e sta affondando rapidamente. Possiamo farli sparire se uniamo le mani e lavoriamo insieme a tutti i livelli, da quello più personale a quello internazionale.

Tuttavia, la collaborazione richiede il riconoscimento della nostra interdipendenza e, soprattutto, la fiducia. Senza questi due elementi, continueremo a cercare di aiutare solo noi stessi e, di conseguenza, affonderemo tutti.

Inoltre, se iniziamo a collaborare e a pensare al bene comune piuttosto che solo al nostro, scopriremo che non manca davvero nulla. Prima dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, stavamo già buttando via almeno un terzo del cibo prodotto. In altre parole, c’è cibo in abbondanza ma non c’è la volontà di condividerlo, e questa è la vera ragione della fame e di tutti gli altri problemi che stiamo vivendo.

Questa crisi ci insegnerà che possiamo avere successo solo se lavoriamo insieme per il bene comune. Ma ogni lezione ha un costo.  Prima impariamo la lezione,  meno salato sarà quel costo. Più a lungo indugiamo, più alto sarà il costo e più dolorosa la lezione.

 

(Reuters Marketplace – Immagine DPA)

Verso una carenza di rifornimenti

La guerra in Ucraina pone molte minacce non solo all’Ucraina, ma al mondo intero. Le sanzioni contro la Russia sono estreme, se non addirittura senza precedenti. Tuttavia, non dobbiamo credere che questo non comporti alcun costo per il mondo. I prezzi del grano e del petrolio sono già saliti alle stelle, ma non è ancora il momento peggiore. Il peggio arriverà quando non ci saranno più, quando gli scaffali dei supermercati in Europa e negli Stati Uniti saranno vuoti a causa della guerra in Ucraina. La lezione più importante che possiamo (e dovremmo) imparare da questa guerra è che il mondo è un unico villaggio globale interdipendente e che quando si fa del male a qualcun altro, si fa del male a se stessi.

Anche prima dello scoppio della guerra, la tensione sulle catene di approvvigionamento stava facendo salire i prezzi e l’inflazione stava battendo record negli Stati Uniti e altrove. Ma ora, per alcuni prodotti, le catene di approvvigionamento crolleranno del tutto.

Non dobbiamo affrontare questa crisi solo a livello superficiale. Non dobbiamo accontentarci di cercare dei sostituti per i prodotti mancanti. Se lo facciamo, anche i sostituti ci deluderanno.

Dobbiamo invece cogliere l’occasione per correggere la causa delle catene di approvvigionamento interrotte: le nostre connessioni interrotte. Le sanzioni contro la Russia, con le loro implicazioni sia per la Russia che per l’Occidente, dovrebbero farci capire che non possiamo costruire le nostre relazioni sullo sfruttamento reciproco. Le nostre relazioni saranno sostenibili solo se le stabiliremo sulla fiducia e sulla reciproca complementarità.

È chiaro che in ogni transazione ciascuna parte ha in mente il proprio interesse; non c’è nulla di male in questo. Tuttavia, quando le parti cercano non solo di trarre profitto dai loro accordi, ma anche di estorcere alle altre parti, di prendere da loro più di quanto siano disposte a dare, con l’inganno o con la forza, questo non funzionerà a lungo. Dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento, passando dall’uso delle risorse per imporre la nostra volontà alla condivisione delle risorse per il bene comune.

Non è che all’improvviso dobbiamo amarci gli uni con gli altri, almeno non ancora. Ma anche se non ci sopportiamo, abbiamo tutti qualcosa di cui gli altri hanno bisogno e che non hanno, ed altri hanno beni di cui noi abbiamo bisogno e che non abbiamo.  Quindi, anche se non ci sopportiamo, dobbiamo condividere gli uni con gli altri. Ma per far rimanere la catena aperta, dobbiamo lavorare con rispetto e decenza reciproca.

Didascalia della foto:
Clienti che indossano mascherine fanno la spesa davanti agli scaffali parzialmente vuoti di un supermercato di Hong Kong

Aumento di reddito per un terzo degli abitanti del pianeta

Commento: Più di un anno fa, è stato firmato il più grande accordo commerciale della storia tra 15 paesi. Prometteva un aumento del reddito per un terzo degli abitanti del pianeta e dava speranza per un ritorno al commercio e alla cooperazione mondiale. L’accordo univa la Cina e i paesi della regione Asia-Pacifico compresi Australia, Giappone e Corea del Sud.

L’accordo permette ai partner commerciali in Asia di avere accesso ai reciproci mercati, ridurre le tasse sulla merce e migliorare gli standard di vita, soprattutto nei paesi più poveri della regione. Dicono: “l’accordo è aperto a tutti. Stiamo aspettando l’India”.

Perché non vivere così? Hanno stabilito degli obiettivi nobili. Anche se sono egoisti, sono intenzionati a fornire reddito alle persone povere che attualmente non hanno nulla.

La mia risposta: Sì, le persone lì vivono in povertà, certamente.

Domanda: Perché tutti i leader non riescono a innalzarsi al di sopra del loro orgoglio, ad entrare in un’unica unione e iniziare lentamente a risvegliare il nostro mondo, che è in continua discesa economica?

Risposta: Non credo che sia possibile. E non spero nemmeno che sia tutto così gioioso come scrivono. Qualcuno deve vincere a spese di chi perde.

Il nostro mondo è tale! Quindi, gli accordi sono accordi, ma poi la politica e l’egoismo meschino entrano in gioco, e questo è quanto.

Domanda: Quindi non riusciremo a vivere normalmente in questo mondo?

Risposta: No. Non possiamo. E questi impulsi positivi non sono del tutto positivi. Il punto è, come faranno a vincere? A spese di chi vinceranno?

Domanda: Quindi pensi che in un modo o nell’altro bisogna sopprimere l’altro?

Risposta: Il nostro mondo è creato in questo modo.

Domanda: E quando parlano di “accordi equi”?

Risposta: È ciò che dicono sempre: condizioni di beneficio reciproco, commercio reciproco, benessere delle nazioni.

Domanda: Quale unione funzionerà?

Risposta: Quella con un obiettivo diverso: portare le persone all’unione, innalzarsi al di sopra di se stesse, al di sopra del loro egoismo e della loro natura. Altrimenti nulla funzionerà.

Domanda. Quindi il mio obiettivo di portare benessere a un terzo o alla metà della popolazione mondiale, al mondo intero, non funzionerà in ogni modo?

Risposta: No.

Domanda: E l’obiettivo dovrebbe essere che i popoli del mondo si uniscono?

Risposta: Sì. Un obiettivo tale è in uno stato di equilibrio positivo con la forza generale della natura e con lo sviluppo generale dell’umanità. E allora, funzionerà di sicuro.

Domanda: Riesci a immaginare tali leader che dicono: “ora ci uniamo per….”

Risposta: E spiegheranno che “il potere viene prima della giustizia” che non si può andare contro la natura. E ne consegue che andare contro questa legge basilare della natura, significa calpestare di nuovo una sorta di rastrello, da un lato o dall’altro, con pretesti diversi, non importa.

Domanda: Significa che se una persona non cambia ed è un lupo per un altro uomo, o sarà in competizione con un altro…?

Risposta: In origine sono lupi. E non lo nasconderanno con delle buone azioni esterne. Questo verrà fuori e li porterà forse ad una guerra ancora più grande tra di loro.

Domanda: Stai dicendo che se siamo lupi, allora non possiamo ottenere nulla in questo mondo?

Risposta: Nulla, soltanto sopprimerci l’un l’altro, soltanto elevarci sopra gli altri. Dobbiamo giocare il nostro egoismo.

Domanda: Chi deve diventare il lupo perché tutto accada? Perché tutto sia buono?

Risposta: Deve capire la sua natura di lupo, e capire che al giorno d’oggi non possiamo agire in altro modo, ma solo prendendo coscienza della nostra natura e resistendo gradualmente insieme ad essa. Non è facile, ma dobbiamo almeno ammetterlo.

Domanda: Quale consiglio daresti ai leader in questa situazione, in questo mondo? Se ti ascoltassero, che cosa diresti? Prendetevi cura di voi?

Risposta: Sì, prendetevi cura di voi. Scrivete una comunicazione interna generale delle vostre intenzioni e come pensate di realizzarle, spiegatelo tra di voi. Questo è possibile solo se avanzate insieme allo sviluppo della natura in modo che il vostro sviluppo coincida con il suo sviluppo.

Vediamo nel corso di milioni di anni (per l’umanità si tratta di migliaia di anni) come la natura ci sviluppa in maniera egoistica e allo stesso tempo crea condizioni tali da portarci a gestire questo egoismo e bilanciarlo. E se non lo facciamo, allora viene fatto tramite la guerra.

Quindi non abbiamo altra scelta se non di capire, prima di tutto, la nostra natura, lo stato in cui ci troviamo e quale dovrebbe essere la strada del nostro sviluppo e che è necessario essere in connessione tra di noi al di sopra del nostro egoismo.

Domanda: Ed è questo il tuo consiglio per i leader?

Risposta: Sì di ammettere che siamo tutti egoisti. Non è così difficile. Ma il fatto che dovremmo lavorare sul nostro egoismo e avvicinarci gli uni agli altri, questo è già un problema. Come possiamo innalzarci al di sopra del nostro ego e agire contro di esso? Come possiamo indebolire i legami egoistici tra di noi e sostituirli con dei legami più o meno altruistici, equi, basati effettivamente sulla comprensione reciproca e sulla connessione reciproca? Non è semplice.

Domanda: La legge della garanzia reciproca di cui stiamo parlando, sarebbe adatta a loro? Può essere inclusa nella comunicazione interna generale?

Risposta: In linea di principio, questo implica che ci impegniamo ad agire in assistenza reciproca.

Domanda: Assistenza reciproca a cosa?

Risposta: La mutua assistenza economica, che di fatto fornisce uno sviluppo universale, quello in cui nessuno agisce a spese degli altri, in modo che nessuno sopprima l’altro.

E com’è possibile se siamo in uno spazio chiuso, in un mondo chiuso? Dobbiamo inizialmente determinare da soli le norme del nostro comportamento, ognuno in relazione a tutti. Si tratta, per così dire, di un gruppo di 15 persone che devono elaborare una sorta di sistema per relazionarsi armoniosamente.

Domanda: E se decidessero di costruire un tipo di territorio comune in cui tutti potranno, in generale, essere soddisfatti di questa connessione, allora dovrebbero seguire questi principi?

Risposta: Devono sviluppare la popolazione. Devono spiegare alla popolazione che il futuro del mondo si trova nella buona connessione tra le persone, altrimenti la guerra dei nostri tempi, li distruggerà in un secondo.

Quindi è necessario agire in modo tale da non portare queste 15 nazioni ad una guerra feroce nella quale sono già stati, ognuno a modo suo; ma qui può esplodere in modo generale. Quindi questa associazione si separerà in tante piccole associazioni diverse, che inizieranno a combattere tra di loro, ognuno per avere più potere, e così tutto finirà.

Domanda: Questo cercare una buona connessione, è necessario, vero?

Risposta: Chi guiderà questa buona relazione? Chi la promuoverà? Chi capisce cosa sia una buona connessione? Chi si opporrà ai politici egoisti individualisti, ognuno dei quali a sua volta vuole scavalcare tutti ed essere al di sopra di loro? Questa è la natura del mondo. E chi è a capo di questi stati? Gli egoisti più grandi.

Quindi io non lo so. Personalmente, quando guardo tutto questo, mi preoccupo solo che non esploda.

Se non seguono la via dell’educazione corretta della popolazione delle 15 nazioni, allora alla fine, vedranno quanto sono arrabbiati gli uni con gli altri, quanto il loro egoismo interiore non gli permette di connettersi tra di loro almeno un po’, e di conseguenza una guerra commerciale avrà inizio, poi una guerra politica, e poi una guerra reale.

Domanda: Quindi l’unico modo è tramite l’educazione?

Risposta: Solo l’educazione, per cambiare l’uomo.

 

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From KabTV’s “News with Dr. Michael Laitman” 1/3/22

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