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La notte in cui la forza incontrò l’intelligenza: L’incontro di Alessandro Magno con Shimon HaTzadik che salvò Gerusalemme

Nel Talmud si parla di un importante incontro storico tra Alessandro Magno e il grande sacerdote Shimon HaTzadik. Alessandro, dopo aver conquistato mezzo mondo, marciava su Gerusalemme. Il Talmud racconta il momento in cui, alla luce delle fiaccole, Shimon HaTzadik, accompagnato dagli anziani, affrontò Alessandro; il formidabile conquistatore si inginocchiò davanti al gran sacerdote e abbandonò il suo progetto di assalto a Gerusalemme. Da quel momento, il nome “Alessandro” fu incluso nell’elenco dei nomi ebraici.

Alessandro Magno percepiva il potere superiore. Dopo le sue numerose conquiste, non divenne mai cieco di fronte ad esso e quando sentì quel potere in questo anziano, scese dal suo carro e si inchinò di fronte alla grande saggezza che sentiva in quest’uomo.

Alessandro Magno era un uomo nobile e intelligente che non cercava solo di conquistare il mondo. Piuttosto, desiderava riempire il mondo di scienza e di illuminazione e farlo innanzitutto nelle città che le sue truppe attraversavano. Aveva il desiderio di rendere il mondo ellenico, ma come mezzo per elevare il mondo pagano a un livello illuminato.

Il gran sacerdote aveva l’obbligo di rimanere a Gerusalemme. Non aveva altro posto dove andare, perché la sua missione era completamente diversa: riempire la terra di spirito. L’incontro tra il gran sacerdote e Alessandro Magno fu un incontro di forza e di intelligenza, in cui, con reciproca comprensione e rispetto, decisero di salvare Gerusalemme.

Qual è lo spirito di cui Shimon HaTzadik aveva la missione di riempire il mondo e che Alessandro Magno riconobbe? È la forza superiore dell’amore, della dazione e della connessione, la forza sorgente che risiede in natura al di sopra e dietro le nostre forze egoistiche innate. È una forza a cui ogni persona può accedere, a seconda di quanto desideriamo innalzare questo spirito elevato al di sopra del nostro innato egoismo. Per esempio, potremmo dire che Hitler non era in grado di farlo, ma Alessandro Magno sì. Per questo, ancora oggi, gli Ebrei chiamano spesso i loro figli “Alessandro” in onore di Alessandro Magno. È davvero un caso unico come nessun altro nella storia.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Che Cos’è la Storia Umana?

La storia umana può essere vista in due modi: come un percorso di sviluppo terreno o come un’evoluzione guidata dai nostri desideri in espansione. La vediamo davanti a noi, visualizzata su una sorta di schermo sferico tridimensionale noto come “questo mondo”. Dentro di noi e intorno a noi, si svolge come un film dal vivo a cui partecipiamo attivamente.

Eppure, risiede dentro di noi. 

Tutto il nostro mondo è proiettato attraverso la lente dei nostri desideri. Lo osserviamo solo da un punto di vista esterno, non all’interno di noi stessi. La distinzione tra esterno e interno diventa irrilevante: tutto è un’estensione di se stessi.

Tuttavia, dobbiamo mettere da parte la fallacia della nostra percezione, perché istintivamente dividiamo l’universo in ciò che è dentro e fuori di noi. Questo è il risultato del nostro egoismo, del nostro desiderio intrinseco di autogratificazione a spese degli altri e della natura. Questa percezione ha plasmato la nostra visione del mondo fino ad oggi. Quando ci eleveremo al di sopra del nostro ego, ci renderemo conto che condividiamo un “sé” comune con tutti e sperimenteremo tutto dentro di noi, non fuori di noi.

I nostri desideri egoistici si sono evoluti dal Big Bang attraverso i livelli inanimati, vegetativi e animati della natura.

Il livello umano della natura è emerso intorno al 50.000 a.C. e da allora fino al 5.000 a.C. è fiorita una società comunitaria primitiva, caratterizzata da uguaglianza e condivisione dei beni.

Inizialmente i desideri operavano a livello inanimato, ma nel V secolo d.C. si sviluppò la ricerca della ricchezza. L’epoca successiva vide un rapido sviluppo umano, segnato dall’avvento di tecnologie pionieristiche.

Dal V secolo a.C. fino alla fine del Medioevo, nel XV secolo d.C., c’è stata un’incessante ricerca del potere. Contemporaneamente, il Rinascimento, le notevoli scoperte, l’invenzione della stampa e altre pietre miliari hanno inaugurato un’epoca di progresso scientifico e di illuminismo, che si è protratta fino alla fine del XX secolo.

Nel XXI secolo ci troviamo in un’epoca completamente nuova, in cui emerge in noi un nuovo desiderio che vuole superare i limiti della natura e puntare a un livello superiore di esistenza in cui ci armonizziamo con le leggi della natura.

Naturalmente, non possiamo identificare l’obiettivo di questo nuovo desiderio in modo così chiaro come appena detto quando appare per la prima volta, e durante questa transizione verso un livello di sviluppo superiore, ci troviamo completamente ignoranti riguardo alle richieste del nostro attuale processo evolutivo.

Esistono diverse teorie e opinioni su come e perché dovremmo condurre la nostra vita, ma nessuna offre una soddisfazione completa per tutti. Tuttavia, osservando come la natura ci costringa ad aumentare costantemente la nostra interconnessione superficiale, tecnologica ed economica in tutto il mondo, possiamo dedurre che la natura ci chiede di raggiungere un nuovo livello di unità, interdipendenza e interconnessione nei nostri legami reciproci. Questo concetto è in linea con il principio biblico di “amare il prossimo come se stessi”.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Come porre fine alla guerra

Nel 1914, durante la Prima Guerra Mondiale, accadde un evento sorprendente. Mentre mezzo milioni uomini venivano uccisi nei pressi della città belga di Ypres, il 24 dicembre, prima di Natale, improvvisamente i soldati iniziarono a decorare le trincee tedesche con ghirlande e luci varie. In seguito, si spostarono in territorio neutrale. Anche Francesi e i Britannici uscirono dalle trincee nemiche per raggiungere il territorio neutrale, radunando circa centomila uomini. Fino a quel momento si erano uccisi a vicenda, ma quel giorno si sono riuniti e connessi: si sono scambiati pensierini, hanno cantato canzoni, hanno barattato bottoni, tabacco, vino e dolci e hanno giocato a calcio con le lattine. Nel 2014 è stato costruito un monumento al calcio per commemorare l’evento.

Fu uno spettacolo incredibile. Coloro che avevano combattuto fino alla morte e si odiavano l’un l’altro iniziarono improvvisamente a legare. Naturalmente i generali si allarmarono immediatamente. Sotto la minaccia di morte, i soldati furono costretti a tornare nelle trincee e la guerra continuò. Durò quattro anni e venti milioni di uomini furono uccisi.

Una domanda chiave che emerge da questo esempio è: è possibile fermare la guerra dal livello dei soldati stessi? Vediamo che i soldati potrebbero porre fine alla guerra se lo volessero, ma dal momento che seguono gli ordini dei loro generali, allora sarebbe necessario che anche i generali volessero fermare la guerra, cosa che a sua volta richiede ogni successivo livello superiore, il che lo rende impossibile.

Tuttavia, l’esempio è impresso nella storia: persone che si uccidevano a sangue freddo, con le baionette, combattendo corpo a corpo, spargendo tanto sangue e non solo sparando a distanza con pistole e missili. Queste persone hanno letteralmente affrontato i loro nemici, hanno provato odio per loro e, in un solo momento, tutto si è trasformato in uno stato di unione.

Questo mostra che anche l’odio più forte può essere invertito in un attimo. Una lotta può continuare a lungo, e poi all’improvviso, puff: l’odio si dissipa. Il motivo alla base dell’odio scompare improvvisamente.

Non è un miracolo. È semplicemente il modo in cui si svolge il programma che gestisce i nostri desideri. Non ha senso il nostro odio, né il nostro amore. Possiamo vedere esempi simili di persone che un tempo erano apparentemente innamorate e che, all’improvviso, smettono di amarsi. L’amore che li teneva uniti scompare all’istante. È comune sentire i divorziati dire dei loro partner: “Che cosa ho mai amato in lui/lei?”.

Il fatto che le nostre emozioni possano cambiare improvvisamente da un momento all’altro ci dimostra che qualsiasi unità che stabiliamo non dovrebbe basarsi sui nostri sentimenti, ma su un’idea. Cioè, se facessimo circolare l’idea della necessità di unirci per raggiungere una fusione completa tra di noi come lo stato più desiderabile che possiamo raggiungere, allora avremmo una forte base per unirci.

Il fondamento di questa idea risiede in una radice superiore, ovvero che l’umanità è stata originariamente creata come un’unica coscienza unificata che ha subito un processo di frammentazione e di dispersione fino a ritrovarsi in una realtà in cui ci percepiamo separati gli uni dagli altri. Mentre siamo in questo stato di separazione, subiamo una certa evoluzione fino a raggiungere un punto in cui iniziamo a risvegliarci di nuovo al nostro stato unificato. Cioè, a un certo punto, cominciamo a sentire che siamo all’opposto del nostro stato più desiderabile, che abbiamo sofferto abbastanza nella nostra divisività, e sviluppiamo un nuovo desiderio di subire un cambiamento importante per tornare alla completa unificazione.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Chi ti ha dato il diritto?

Una volta alla settimana, il regista Semion Vinokur mi intervista nel corso di una trasmissione chiamata Novosti (Notizie). Nel programma, Semion mi rivolge domande sull’attualità e presenta i commenti dei telespettatori. In una trasmissione recente, Semion mi ha posto una domanda pungente da parte di una spettatrice che si riferiva a se stessa (o forse a se stesso) come Lei. Di seguito è riportata la trascrizione tradotta della domanda, con le successive domande di Semion e le mie risposte.

Domanda: Lei ti scrive quanto segue: continuo a sentire nei tuoi videoclip che solo gli Ebrei possono cambiare il mondo. Perché attribuisci una tale responsabilità alla tua nazione? Inoltre, chi ti ha dato il diritto di farlo? Per favore rispondi alla mia domanda e non dirmi che è scritto nella Torah.

Risposta: Perché il metodo per correggere il mondo si trova presso gli Ebrei. Ci è stato consegnato migliaia di anni fa.

Domanda: Vedi, ci stiamo soltanto mettendo in mostra!

Risposta: Possiamo metterci in mostra più di quanto non lo siamo stati nel corso della storia?

Domanda: Sì, ma attira rancore su di noi!

Risposta: Lo capisco, ma è meglio capire che questa è la verità, e che sei odiato proprio per questo. In altre parole, io accetto la loro conclusione e dico: “Sì, avete ragione, il problema è nostro, la colpa è nostra”.

Domanda: Quindi non possiamo scappare da questo?

Risposta: No, no. Ma ucciderci non renderà le cose più semplici nel mondo: è meglio se ascoltiamo e riflettiamo su come possiamo realmente usare questa verità eterna. 

Domanda: Non c’è alcuna prova di ciò che stai dicendo.

Risposta: Se noi, Israele, facciamo ciò che dobbiamo fare, ci saranno le prove.

Domanda: Ma nel frattempo, per molti, si tratta solo di parole. 

Risposta: Certo, ma dall’altro lato, possono dire: “Oh, è per questo che li odiamo, questo significa che abbiamo ragione a odiarli”.

Domanda: Ma cosa succede se una persona non odia gli Ebrei? Molte persone non odiano gli Ebrei, e noi in pratica diciamo loro: “Voi odiate gli Ebrei!”. Facciamo molti filmati di questo tipo con te, e le risposte sono sempre sulla stessa linea: “Eletti? Il popolo eletto? Chi ti ha dato questo diritto? Perché ne sei così sicuro?”

Risposta: Ma sono loro stessi a dirlo, tutta l’umanità! L’umanità ha un atteggiamento speciale nei confronti degli Ebrei, un’opinione speciale, una richiesta speciale. Questa questione ci accompagna da migliaia di anni; è ora di smettere di coprirla e di far finta che non esista.

Domanda: Cosa deve fare un non Ebreo se vuole ascoltare ciò che dici?

Risposta: Dovrebbe semplicemente ascoltare ciò che dico.

Domanda: Anche se non è Ebreo?

Risposta: Non fa alcuna differenza se è Ebreo o meno.

Domanda: Ma stai dicendo che gli Ebrei devono fare qualcosa di specifico!

Risposta: Esatto. Gli Ebrei sanno cosa li distingue e, di conseguenza, rivelano la loro unicità alle nazioni del mondo.  Allora insieme al resto delle nazioni, devono prendersi la responsabilità della trasformazione di tutta l’umanità, della natura, di ogni cosa che esiste.

Domanda: Trasformazione da cosa e in che cosa? 

Risposta: Trasformazione dall’egoismo assoluto dell’umanità, come lo vediamo oggi, al suo opposto, alla connessione.

Domanda: È questo il compito degli Ebrei?

Risposta: È proprio questo che spetta agli Ebrei.

Domanda: E il resto del mondo?

Risposta: Il resto delle nazioni del mondo deve ascoltare ciò che stanno dicendo gli Ebrei, dato che forse loro (gli Ebrei) non hanno tutti i torti, forse proprio questo ci può salvare. 

Domanda: Ma pochissimi Ebrei parlano di connessione e di cambiamento della nostra natura; la maggioranza degli Ebrei non dice nulla del genere.

Risposta: La maggioranza non conosce la propria responsabilità e non comprende il proprio compito; è come tutti gli altri.

Domanda: OK, continueremo a discuterne, come sempre; forse ci ascolteranno, e forse no.

Risposta: Ci ascolteranno, di sicuro.

Domanda: Che cosa ti rende così fiducioso?

Risposta: Ripongo la mia speranza nel fatto che il mondo non cambierà in un attimo. Non passerà istantaneamente a un nuovo stato. Ma alla fine la natura costringerà tutte le nazioni del mondo, e in primo luogo gli Ebrei, a riflettere su cosa significhi veramente correggere il mondo, e a cosa dovremmo arrivare, e prima di tutto gli Ebrei.

Domanda: E’ chiaro, ma non è semplice.

Risposta: Non è semplice, ma il tempo a nostra disposizione sta per scadere.

Per spiegazioni più elaborate sul ruolo del popolo ebraico nel mondo, consultate i miei libri:  Like a Bundle of Reeds: Why unity and mutual guarantee are today’s call of the hour, e The Jewish Choice: Unity or Anti-Semitism, Historical facts on anti-Semitism as a reflection of Jewish social discord.

Chi è un Giudeo?

“Giudeo” non è una brutta parola. Non c’è bisogno di scusarsi per usarla, è stata l’affermazione della comunità ebraica tedesca dopo che il principale dizionario di lingua tedesca Duden ha aggiunto una spiegazione alla loro definizione standard, affermando che il termine “Giudeo” (Giuda) potrebbe essere spesso percepito come dispregiativo. Questo chiarimento è stato successivamente rimosso perché gli Ebrei tedeschi hanno deciso che avrebbe solo “consolidato il termine come discriminatorio”. Tuttavia, tali controversie sulla terminologia non cancelleranno mai l’odio contro gli Ebrei, ma lo metteranno solo in evidenza.

Per aggirare la questione ed evitare possibili connotazioni negative, molte comunità ebraiche nel mondo si definiscono “Ebrei” o “Israeliti”. Allo stesso modo, la squadra di calcio britannica del Tottenham ha recentemente esortato i fan a smettere di chiamarsi “Yid Army” (dallo yiddish, riferendosi al loro particolare numero elevato di seguaci ebrei), poiché non vogliono identificarsi con termini che potrebbero essere considerati offensivi. Ma andare in punta di piedi intorno alle parole non allevierà mai le opinioni antisemite perché l’odio contro gli Ebrei non è un problema di semantica, è un problema umano.

L’antisemitismo nasce dalle profondità della rete di connessioni tra tutti gli esseri umani nel mondo. Queste connessioni sono connessioni spirituali invisibili, ma sono profondamente sentite nel subconscio della razza umana. A livello di questa rete, gli Ebrei hanno un ruolo centrale da svolgere nell’umanità: fungere da fattore di collegamento tra gli altri popoli, che sentono la naturale separazione gli uni dagli altri.

Se gli Ebrei non adempiono a questo ruolo unendosi prima tra loro in un solo cuore in modo che la forza di collegamento tra loro leghi tutta la realtà come organi in un unico corpo, allora suscitano contro di loro forze negative, invitando una risposta antisemita ostile. 

Pertanto, invece di occuparsi di spiegazioni superficiali sul fatto che la parola “Giudeo” sia o meno dispregiativa, gli Ebrei dovrebbero mettere in pratica e mettere in atto il significato più profondo del termine che è prevalso nel corso delle generazioni: “Giudeo” (dalla parola ebraica Yehudi), Yehudi significa unico e unificato.

Il popolo ebraico non è un popolo come le altre nazioni, fondato sui comuni denominatori di zona geografica, rapporti familiari, origine o colore. I seguaci di Abramo, il fondatore della nazione ebraica, erano invece un agglomerato di persone diverse il cui unico comune denominatore era una base ideologica condivisa. Questo gruppo speciale sarebbe poi stato chiamato “Israele”, che deriva dalla frase Yashar-El (Diritto a Dio), cioè un desiderio diretto alla forza che gestisce la realtà.

Sulla base di questo principio, secondo i saggi un Giudeo è ogni persona nel mondo, indipendentemente dalla razza, dal sesso, dalla lingua o dalla nazionalità, che desidera essere unita a tutti al di sopra di ogni differenza. Un Giudeo è colui che si sforza di unire l’intera umanità e l’intera realtà con la forza primaria della natura, la Forza Superiore.

Pertanto, solo una comunità ebraica che impara a unirsi, a trascendere tutte le differenze che crescono e separano i suoi membri, sentirà come i pregiudizi e gli atteggiamenti negativi nei suoi confronti siano invertiti in qualcosa di migliore. Allora, anche senza parole e definizioni, un nuovo significato di essere Giudei si farà sentire nel cuore di coloro che vi si oppongono e l’animosità si trasformerà in apprezzamento.

Bruciare libri senza educazione accende l’odio

In Ontario, Canada, le scuole hanno recentemente bruciato quasi 5.000 libri considerati offensivi per gli indigeni. A New York City, la statua di Thomas Jefferson che è stata realizzata nel 1833 e che si trova nella sala del Consiglio Comunale dal 1915, è in attesa di essere rimossa. L’anno scorso, quasi 100 monumenti confederati sono stati rimossi. Bruciare, distruggere o cancellare il passato non è il modo giusto per riparare i torti.  Se non si riconosce il passato e non si educa la gente su cos’è giusto e cos’è sbagliato, non impareremo mai. Continueremo a comportarci in maniera tirannica tra di noi e, mentre i tiranni cambieranno,  la gente continuerà a soffrire. 

Solo l’educazione ci cambia; la violenza opprime e basta. Se crediamo che le persone siano uguali, dovremmo educarci a questo pensiero. Dovremmo farlo con l’esempio, mostrando come tutti contribuiscono alla società, come la diversità aumenta la forza di resistenza di una nazione e come l’unione al di sopra delle differenze culturali ed etniche rende solida la nostra nazione.  Da quando gli atti di odio hanno portato qualche beneficio a qualcuno? Da quando hanno aumentato l’amore?

Per poter costruire nuovi valori sociali, dobbiamo sapere come allontanarci da quelli  vecchi. Prendiamo per esempio la schiavitù. Fu abolita per liberare gli Afroamericani, nati in schiavitù o portati in America per questo scopo. Tuttavia, invece di liberare gli schiavi, ha reso schiavi quasi tutti: neri, bianchi, asiatici e latinoamericani. Forse non lo chiamiamo schiavitù e forse è imbarazzante ammetterlo, ma la verità è che nessuno di noi è libero. Siamo stati tutti ugualmente ridotti in schiavitù, lo chiamiamo libero mercato o capitalismo. In ogni modo, anche il comunismo non è migliore. Ne so qualcosa, vengo da lì.

Se vogliamo che la gente sia libera e uguale, dobbiamo insegnare un’unica cosa: come amarsi. Non c’è schiavitù o disuguaglianza in una famiglia amorevole. Allo stesso modo, se le persone si prendessero cura le une delle altre, non parleremmo di disuguaglianza o di gruppi svantaggiati. 

La famiglia è un grande esempio di costruire meglio, a questo proposito. Se c’è una disputa tra fratelli e la famiglia vuole riportare la pace tra di loro, denigrerà o umilierà uno per placare l’altro? Certo che no! Aumentare l’amore fino al punto in cui è più grande della rabbia è l’unico modo per farli tornare in pace.

Quindi, se una nazione vuole unire i suoi membri e renderli uguali, l’unico modo per ottenere questo risultato è aumentare l’unità, l’amore e la responsabilità reciproca tra tutte le parti della nazione. Se ci concentriamo su questi tre elementi non dovremo preoccuparci della disuguaglianza o del pregiudizio. 

Didascalia della foto:
Una statua dell’ex presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson fotografata nelle sale del consiglio nella City Hall, dopo la votazione per farla rimuovere nel distretto di Manhattan di New York City, New York, Stati Uniti, 19 ottobre 2021. REUTERS/Carlo Allegri

Il motore della storia

Nel corso di miliardi di anni l’universo si è evoluto da un minuscolo puntino ad una struttura gigantesca la cui vastità non può essere percepita da alcun essere umano. Circa 4 miliardi di anni fa, su un minuscolo pianeta nel mezzo del vasto universo, cominciò a svilupparsi la vita. Nel susseguirsi degli eoni, la vita si è evoluta dolcemente nel suo corso, generando minerali, piante e animali. Non esisteva un motivo apparente per questo processo, ma proseguì sviluppando creazioni sempre più complesse.

Solo di recente, negli ultimi 5000 anni circa, la ragione si è manifestata: l’universo si è evoluto verso la creazione dell’uomo, che esiste per evolversi e diventare come l’artefice dell’universo e dunque completare il cerchio della creazione, dall’artefice, all’uomo, all’artefice. 

Inizialmente lo scopo della creazione era conosciuto a pochi, ma essi svilupparono modi per spiegarlo alla moltitudine.  La saggezza che quei pochi appresero divenne nota come la saggezza della Kabbalah, che significa ricezione, dal momento che insegna come ricevere la conoscenza fondamentale, quella del creatore dell’universo. 

Come si è evoluta la saggezza, così si è evoluta l’umanità. Quando Abraham (Abramo) arrivò e sviluppò la sua saggezza, scrive Maimonide in Mishneh Torah, la trascrisse in libri come Il Libro della Creazione ed altri libri che non arrivarono al nostro tempo. Tuttavia, i suoi insegnamenti raggiunsero innumerevoli persone nella sua patria Babilonia, Canaan, Egitto e altrove nel Vicino Oriente.  Il suo insegnamento era semplice: sii gentile e prenditi cura del prossimo e scoprirai il segreto del creatore dell’universo o, come lo raffigurò Maimonide, “il capo della capitale”.

Mentre Abraham (Abramo) insegnava, Babilonia attraversava una profonda crisi sociale e la sua gente divenne arrogante ed estraniata l’una dall’altra. Il libro Pirkey de Rabbi Eliezer descrive lo stupore di Abramo nell’osservare i costruttori della torre di Babele: “Abramo, figlio di Terah, andò a vederli costruire la città e la torre”. 

 Provò a parlare loro dei benefici del prendersi cura dell’alienazione “ma essi detestano le sue parole”, dice il libro. Eppure, quando “desiderarono parlare la lingua dell’altro” come in precedenza, quando erano ancora uniti, “non compresero la lingua dell’altro. Cosa fecero?” domanda il libro, “presero ognuno la propria spada e combatterono fino alla morte. Infatti,” conclude il testo, “mezzo mondo morì di spada”.

Più tardi, le cronache del popolo d’Israele in Egitto raccontano la storia della lotta di Mosè per unire il popolo d’Israele, redimerlo dall’Egitto e insegnargli la saggezza di Abramo. Come Abramo, Mosè non intendeva tenere la saggezza per il solo popolo di Israele. Voleva che il mondo intero ne beneficiasse. Nel suo commentario alla Torah, il grande Ramchal scrisse, “Mosè sperava di completare la correzione del mondo a quel tempo. Per questo prese una moltitudine mista, perché pensava che questa sarebbe stata la correzione del mondo…Tuttavia, non  non ci riuscì a causa della corruzione che si manifestò durante il percorso”. 

Altri eventi storici furono punti chiave nello sviluppo della saggezza della Kabbalah. La scrittura de Il libro dello Zohar cominciò subito dopo la distruzione del Secondo Tempio, quando il popolo ebraico iniziò il suo esilio di due millenni, ed il Cristianesimo non era che una fede nascente. Una lunga storia di persecuzione e oppressione stava per cominciare e la caduta di Roma era vicina, insieme alla cultura ellenistica che pose fine alla sovranità ebraica nella terra d’Israele. 

Per oltre un millennio, Il libro dello Zohar fu celato. Verso la fine del XII secolo riapparse ed una nuova era ebbe inizio. Il Medioevo stava volgendo al termine quando un giovane kabbalista chiamato Isaac Luria, proveniente da Safed, a Nord di Israele, a metà del XVI secolo cominciò ad insegnare la Kabbalah come nessun altro fece prima. Circa nello stesso periodo, nuove idee si stavano diffondendo in tutta Europa: il Rinascimento stava prendendo piede, e la Riforma luterana stava cambiando l’autorità della Chiesa Cattolica.

Gli insegnamenti di Isaac Luria, divenuto noto come ARI, rimasero nell’ombra per secoli e solo pochissimi ne erano a conoscenza. Fu solo nel XX secolo che la saggezza della Kabbalah divenne più accessibile. Negli anni ‘40 e ‘50 un kabbalista chiamato Yehuda Ashlag spiegò nel dettaglio gli insegnamenti dell’ARI nella raccolta di sei volumi Lo studio delle dieci Sefirot, come anche Il Libro dello Zoahr nel suo commentario Sulam (Scala). Come in precedenza, gli anni in cui Ashlag, che divenne noto come Baal HaSulam, lavorò sul suo commentario furono anni cruciali per l’umanità. Ai tempi di Ashlag, tre grandi ideologie si fronteggiavano per il dominio del mondo: capitalismo, comunismo, nazismo. Il risultato di questo scontro fu la seconda guerra mondiale con tutte le sue terribili conseguenze.

Gli insegnamenti del Baal HaSulam, malgrado tutta la loro relativa chiarezza, rispetto ai suoi predecessori, non sono ancora diventati noti in lungo e in largo come lui desiderava. Come disse, la generazione non è ancora pronta per questo. 

Ora lo è. Noi siamo la prima generazione che sta iniziando ad attuare i principi che Abraham (Abramo) aveva insegnato e che Mosè desiderava diffondere nel mondo. Nella nostra generazione la saggezza della Kabbalah, la saggezza che insegna come il mondo è stato creato, come opera e come possiamo diventare come il suo creatore, viene insegnata in tutto il mondo e tutti sono i benvenuti. Chiunque può leggere i libri, guardare le lezioni, praticare il metodo con gli altri e raggiungere ciò che la saggezza consente.

Il motore della storia, che ha guidato ogni processo dalla notte dei tempi, è ora accessibile a tutti, come un programma a codice aperto,  che chiunque può avere ed apprendere. I testi sono stati tradotti in dozzine di lingue, le lezioni sono accessibili gratuitamente online, e le persone curiose di tutto il mondo si stanno avvicinando ai principi di Abramo: sii gentile e prenditi cura del prossimo, e scoprirai il segreto dell’artefice dell’universo, o come lo definì Maimonide, “Il capo della capitale”.

La vita all’ombra della paura della morte

Dr. Michael LaitmanQuando una persona si avvicina alla vecchiaia, incomincia a dispiacersi che sia arrivato il suo momento, cioè, di essere alla fine della sua vita. Infatti, ci sono delle persone che ci pensano a cominciare dall’infanzia e si rapportano sempre in modo preciso riferendosi a questo momento della morte.

Alla fine, o cadono in depressione o, al contrario, si infiammano di un forte desiderio di farcela e si comprano un posto nell’eternità agli occhi degli altri.

Sperano che questo momento della morte non li raggiungerà personalmente, tranne che in questa vita terrena. Si tratta di grandi persone che lasciano il loro segno nella storia dell’umanità, come Alessandro il Grande, Archimede, famosi scienziati e leader che hanno cambiato la nostra visione del mondo ed il volto della società umana facendo delle scoperte speciali per passarle poi al mondo.

Ci ricordiamo di queste persone e leggiamo le loro biografie. Gli storici trasferiscono questa scienza di generazione in generazione e ci raccontano di loro. Queste grandi persone sono come dei segni lungo tutto l’asse della storia. In sostanza, noi contiamo il tempo della storia non in base agli anni, ma in base a queste persone speciali, dicendo, “Questo è successo nei giorni di Giulio Cesare”, e cose del genere.

Una persona comprende che non è il tempo in se stesso a segnare la società umana, ma lo fanno le persone che hanno giocato dei ruoli particolari in quei tempi della storia E quindi si manifesta dentro la persona il bisogno vitale di entrare egli stesso nell’eternità, nello stesso panteon dove sono raccolte tutte le colonne centrali dell’umanità.

Ci sono delle persone che lavorano tutta la loro vita fin dalla gioventù solo per il bene di farlo e, a dire poi il vero, ci sono delle persone che ce la fanno a lasciare il loro segno nella storia.

Ma se parliamo di persone comuni che non sono dei grandi personaggi, durante la vecchiaia queste persone sentono che presto la loro vita finirà. E anche se attraverso i rimedi della medicina moderna sarà presto possibile allungare la vita umana in modo significativo, non importa di quanto sarà allungata, anche fino a 200 o 300 o anche 500 anni, al di là di tutto, finirà. Ed è così che sarà effettivamente. Vivremo più a lungo di adesso, ma rimarrà lo stesso problema.

L’idea non è il numero degli anni. C’è stato un periodo nelle precedenti generazioni in cui l’età media di una persona non superava i 30 anni, e 200 anni fa, l’età media era di 40 anni. Solamente nelle elite sociali la media di vita spaziava dai 60 ai 70 anni, mentre le masse vivevano una media di 35 anni, 40 al massimo. Vi ricordate come Pushkin scrisse a questo proposito, e cioè che una persona entrava nella vecchiaia con i capelli bianchi a 38 anni di età. In quel periodo, era normale considerare come vecchio un uomo di 40 anni.

Al giorno d’oggi viviamo il doppio del tempo, ma rimane la stessa paura della morte. Dipende dallo sviluppo umano. Più una persona si sviluppa, più la questione della morte lo preoccupa. C’è stato un periodo in cui la vita umana non aveva valore ed era possibile mandare alla morte in un solo giorno un esercito di 100.000 uomini. Ma oggi, la vita di ogni persona ha un grande valore.

Attualmente, invece di un miliardo, ci sono sette miliardi di persone che vivono sulla faccia della Terra. L’umanità sta investendo una grande quantità di energia e di denaro per macchine che siano in grado di combattere al posto delle persone. Il che suggerisce quanto la vita e la morte di ogni persona sia molto importante.

Oggi, è impossibile mandare una persona a combattere come un gladiatore nell’arena per intrattenere la folla come si era abituati a fare nell’antica Roma o anche in America dove, non più di 200 anni fa, c’erano ancora gli schiavi. Allora era possibile picchiare uno schiavo e farci qualunque cosa saltasse in mente al padrone. Ma al giorno d’oggi, la vita di ogni persona ha un valore più elevato.
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Da Kab.TV “Una Nuova Vita” 22.04.2014

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Le radici dell’antisemitismo, Parte 4

Dr. Michael LaitmanDomanda: Nel mondo di oggi , sentiamo un atteggiamento molto negativo verso gli ebrei, ma non è correlato all’antisemitismo, né all’odio che appare naturalmente in altre nazioni verso gli ebrei. Piuttosto è legato alla politica, la lotta tra arabi ed ebrei, e all’anti-sionismo. Questi sembrano ragioni comprensibili.

Risposta: Un Ebreo nato e cresciuto in Israele non può capire che cos’è l’antisemitismo.

Domanda: In America ci sono anche ebrei che agiscono contro gli ebrei e ripetono le accuse degli antisemiti.

Risposta: Questo ha esistito sempre e soprattutto oggi. L’istinto di sopravvivenza gli obbliga ad agire in quel modo e a prendere le distanze dalle sofferenze identificandosi con gli antisemiti. E’ sempre accaduto ciò nella nazione di Israele.

E’ così anche perché nel nostro lavoro spirituale, c’è una lotta costante in cui noi cerchiamo di imporre la forza della dazione e dell’amore sulla forza di ricezione e di odio. Questa lotta esiste all’interno di ogni Ebreo per elevarlo verso l’alto, dove regola solo un tipo di forza, la forza di amore e di unità.

Ma per raggiungere questa vetta, abbiamo sempre bisogno di combattere. Pertanto, all’interno l’uomo, le forze di rifiuto, l’odio e l’egoismo crescono costantemente. E ogni volta, l’uomo deve coprire l’ego maggiore con più amore e connessione.

Pertanto, un Ebreo sente sempre che il suo ego cresce. Egli è alla ricerca di tutti i tipi di invenzioni che permettono di utilizzare questo ego in un modo più comodo. Lui sente che è sempre più vicino alle nazioni del mondo ed è disposto ad aderire a loro e biasima Israele e gli altri ebrei, e così diventa antisemita.

Esempi come questo sono conosciuti dal Medioevo, dal periodo dell’Inquisizione. L’inquisitore capo in Spagna era un Ebreo. E ci sono molti come questo nel corso della storia. Anche Hitler aveva consiglieri ebrei. Li tollerava perché aveva bisogno di loro.

Così è stato e così sarà, ma io non voglio andare troppo in profondità in questo. La nostra missione è quella di indagare la radice dell’antisemitismo perché non cambierà. È eterno e rimarrà tale fino alla correzione finale di tutta la creazione.

Quindi, io non mi stupisco rispetto a quegli ebrei che si identificano con le nazioni del mondo e del loro odio verso gli altri ebrei. Inoltre, se indaghiamo su quelli che sono gli organizzatori di organizzazioni terroristiche, saremo sorpresi di trovare molti ebrei.

Se esaminassimo i Pashtun in Afghanistan, che costituiscono la base dei talebani terroristi, scopriremo che sono ebrei e parte delle dieci tribù perdute. Fino ad oggi loro mantengono lo Shabbat, accendono le candele, e allo stesso tempo, odiano Israele. Nel corso della storia, in assenza di cure adeguate, i loro costumi sono diventati distorti, ma loro sono ancora ebrei.
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Da Kab.TV “Una Nuova Vita” 25.11.2014

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Salendo sopra il vuoto spalancato

Dr. Michael LaitmanLa depressione è uno dei problemi dell’umanità moderna; si presentava alla fine del secolo diciassettesimo – diciottesimo in forme caratteristiche dell’aristocrazia del giorno. Le persone che hanno condotto una vita di inattività, non sapevano che cosa fare con loro stessi, di che cosa occuparsi. Sulla base di questo, hanno cominciato in segreto ad innalzare la domanda sul significato della vita; da un lato, tutto sembrava essere li, e dall’altro lato, non c’era nulla.

Per distrarre la gente da questi pensieri e smorzare il crescente vuoto, la società ha cominciato a incoraggiare i romanzi, il sesso, e piccole guerre. Poi è cominciato lo sviluppo di tecnologie varie, sport, viaggi, e il perseguimento della moda è diventato popolare. Tutto era focalizzato sul tenere una persona occupata, dandogli un senso di soddisfazione invece di concentrarsi sulla vera risposta alla domanda “Perché sono qui?”

In parallelo, la carta stampata, radio e televisione, e presto Internet si era sviluppato, il quale ha ulteriormente riempito il tempo libero e tutte le risorse di una persona. Internet è pieno di una vasta gamma di informazioni che bloccano il vuoto che nasce dentro di noi.

Però malgrado questo, non importa dove un uomo è impegnato, vi è sempre un maggiore senso di consapevolezza interna d’inutilità. La domanda del significato della vita rosicchia inconsciamente qualsiasi persona, sia essa più o meno istruita. Questo buco del verme (wormhole) è dentro di lui, e ha bisogno di fare qualcosa con esso.

Questo desiderio da parte delle masse ha causato un livello significante di depressione, e allo scopo di affrontare questo, alle masse hanno offerto sedativi e altre droghe ricreative. Sotto la bandiera di lotta per un’umanità sana, agenzie sanitarie governative vietano il fumo, ma invece stanno lentamente uccidendo le persone con le droghe ricreative.

Il sottoprodotto di ignorare la verità e non concentrarsi sul trovare la risposta giusta ha portato a tutto ciò che viene permesso. L’umanità non è limitata a qualsiasi tipo di comportamento, cioè sessualmente o relativo alle droghe. Soddisfare te stesso con qualsiasi cosa, solo così la depressione non si fa sentire. Questo approccio ha portato alle masse di essere anche disposti a uccidere tutti e tutto, incluso se stesso, dato che non si ha più paura di nulla.

Cercare il significato della vita è più difficile perché al fine di trovarlo una persona, deve superare se stesso. Una persona non può innalzarsi sopra se stesso salvo il caso, per la volontà del destino che lui trovi la saggezza della Kabbalah. Anche se è un percorso lungo, almeno uno vede qualche tipo di prospettiva non tramite i sentimenti ma attraverso la logica.

Si scopre che la depressione è un problema per tutta l’umanità. L’umanità prima si muove in avanti sotto l’influenza di Internet e lo sviluppo complessivo, sempre più persone sentiranno l’insignificanza della vita, le sue limitazioni, e il breve termine.

Inconsciamente abbiamo la sensazione che un potenziale molto maggiore è insito nella nostra vita rispetto a quello in esistenza ora. Per una persona che non è stato creato per vivere come un animale, significa essere occupato in se stesso, la propria prole, e l’organizzazione della vita propria fino alla tomba. Una persona ha qualche embrione interno che richiede la propria auto-realizzazione e realizzazione. Da un lato, c’è questo embrione in ogni persona, e dall’altro, questo embrione può essere soppresso.

Oggi, l’industria più importante del mondo è l’industria dell’intrattenimento, la quale prende enorme quantità di soldi, risorse, ecc. Anche se questo settore ha già sperimentato un contrattempo e non siamo più soddisfatti da Hollywood e da altri luoghi di intrattenimento di massa.

Una persona è diventata impaziente nella ricerca del significato della vita. Una persona non può guardare una clip video online che dura più di cinque minuti. Un anno dopo questo tempo si sarà accorciato di un minuto, e poi un altro minuto. Una domanda lo rode “Troverò qualcosa qui? Se no, non voglio neanche guadarlo.” Dopo tutto, la visualizzazione di clip lunghi aumenta solo il vuoto, quindi è meglio non guardarli.

Il problema è quando una persona apre un libro o si impegna in alcuni affari, lui ha paura di fermare tale attività a causa di una maggiore divulgazione del vuoto, banalità, inutilità, e mancanza di risposta a questa domanda che sta rosicchiando; quindi, egli cerca di prevenire ciò. Pertanto, la gente diminuisce le discussioni in internet e i colloqui sul telefono cellulare, limitandosi a frasi brevi come “Ci vedremo domani! Più tardi!” come se volesse lasciare qualcosa per il futuro. E che cosa avranno dal domani? Lo stesso vuoto che esiste oggi, ma sembra meglio rompere nel bel mezzo la conversazione, come se ci fosse qualcosa di cui parlare dopo.

Una persona deve sentire che c’è un futuro! E non c’è futuro! In qualche modo oggi possiamo ancora vederlo. Forse sembra spettrale e nebbioso, possiamo ancora raccontare bugie a noi stessi su di esso. Però giorno dopo giorno questo sentimento passa, e nelle mani dell’ umanità, non c’è nulla che può tamponare questo vuoto.

Non importa quale, questo vuoto rimane e diventa più spalancato, nero, e torvo. Allora, la generazione più giovane silenziosamente parte da questa vita, poiché è più facile dimenticare tutto sotto l’effetto di stupefacenti e partire silenziosamente piuttosto che portarsi quest’oscurità internamente.

Siamo di fronte ad un problema enorme e manchiamo del desiderio e la capacità di risolverlo. Solo la Kabbalah dà una risposta a questo problema. Tuttavia, finché la gente non diventa completamente delusa, non ci dà ascolto. Dobbiamo essere pronti a presentargli la saggezza Kabbalistica in modo che possa capire. Deve diventare chiaro che solo noi abbiamo la risposta, e la risposta è la sola per raggiungere l’esistenza infinita, eterna, perfetta, la quale non è concentrata nel nostro corpo, ma fra noi, nel senso del nostro “Io”.

Il mio corpo, la sostanza animale, muore dopo qualche tempo; tuttavia, l’essere umano in me è per sempre. Allora ho bisogno di separare l’“Io” da quel che considero me stesso, tirarlo fuori, isolarlo dal mio corpo e cominciare a sollevarlo, nutrirlo, e plasmarlo. Questo è l’essere umano in me che devo realizzare.

Domanda: Se una persona è su questa strada, svanirà la sua depressione?

Risposta: Si, ma altri problemi inizieranno a comparire certamente perché una persona deve sviluppare se stesso. Comunque, tutti finiranno per staccarsi dal loro livello animale. Dopo, innalzandosi al di sopra del corpo, le persone rimarranno lì per l’eternità e in perfezione. La Saggezza della Kabbalah fornisce una risposta reale che si realizza da noi stessi nel nostro mondo e dentro di noi. Qui non dipendiamo da nessuno e nessuno può limitarci! Questo è il nostro libero arbitrio. Per realizzare questo non abbiamo bisogno di attrezzi speciali; tutto è nelle nostre mani.
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Da Kab.TV “Racconti Brevi” 23.10.2014

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