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L’influenza dell’intenzione sull’ecologia

Domanda: L’intenzione di un essere umano di fare del male ad un altro individuo, influisce nei livelli inanimato e vegetale della Natura? La Kabbalah dice che uragani e disastri naturali sono una manifestazione delle azioni che avvengono tra di noi; come dobbiamo interpretarlo?

Risposta: Dato che la Natura è completamente integrale e interconnessa, il nostro impatto in una qualsiasi delle sue parti, va a influenzare le altre parti. Tanto più alto è il livello della Natura sulla quale influiamo, per esempio le persone, più vengono influenzati i livelli inferiori, ovvero inanimato, vegetale, animale.

Al contrario, se abbiamo una certa influenza solo verso la natura inanimata, questo avrà un minore impatto sulla natura vegetale, un minor impatto sulla natura animale e un impatto ancora inferiore sugli esseri umani.

Risulta allora che la mia cattiva attitudine verso le altre persone influenza tutta la piramide. Questa è la base di tutti i problemi ecologici e di tutto il resto. Noi stessi siamo la causa degli uragani, dei disastri naturali e di altri problemi.

Un tempo eravamo incapaci di influenzare qualcosa con la nostra intenzione, ma ogni cosa è cambiata dall’inizio del secolo scorso. Guardate cosa abbiamo fatto durante il XX secolo!

I kabbalisti ci dicono che tutto è avvenuto perché l’umanità era entrata in uno stato completamente nuovo.

Agli inizi del XX secolo, la popolazione era di due miliardi di persone, e questo si avvicina a quanto il pianeta può sostenere. Oggi siamo passati a otto miliardi. Questo suggerisce che nei passati cento anni, abbiamo realmente portato fuori asse l’equilibrio del sistema.

Domanda: Vuol dire che due miliardi di persone non possono sopportare l’attuale livello di egoismo e, pertanto, ci devono essere otto miliardi di esseri umani sul pianeta Terra?

Risposta: Se ci sviluppassimo correttamente, non avremmo bisogno di otto miliardi di persone.

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Dalla lezione di kabbalah in lingua russa 25/03/2018.

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Tutte le richieste vengono dal basso e tutto il riempimento viene dall’Alto

Il nostro compito è di elevare tutte le scintille che sono rimaste dopo la frammentazione. Ci sembrano estranee adesso, come se non appartenessero a noi, ma dobbiamo sceglierle, unirle ed elevare la raccolta di tutte le anime o scintille a Malchut del mondo di Atzilut. Le uniamo tutte a noi stessi, dato che “ogni persona è un piccolo mondo”.

A causa di questa unione con gli amici, il mondo, tutti i successi e gli avvenimenti, tutti noi ci uniamo ed eleviamo ad Adam HaRishon, il primo uomo, ad una dazione unica per il bene del Creatore, come era prima del peccato. Poi si forma un grande MAN, una preghiera, che è l’azione finale dello “Zivug Rav Palim UMikabtziel” (adesione universale) che conduce alla correzione finale.

Dobbiamo solo raccogliere tutte le nostre azioni, i pensieri e le valutazioni per il bene del ritorno a Lui con una preghiera. Tutto questo processo avviene dentro di noi, ma adesso non lo sentiamo, né lo capiamo. Questo è al di fuori del nostro stato, fin quando non entriamo nel mondo spirituale e cominciamo ad elevare il MAN consciamente, con comprensione, sentendo queste azioni spirituali e facendo dei calcoli.

Nel mondo spirituale la persona utilizza già lo schermo e si impegna nella Kabbalah pratica, lavorando attivamente con il desiderio di ricevere, lo schermo e le scintille. Una persona sa esattamente cosa chiarisce, in che misura pianifica di elevarsi, quali tipi di Luce la influenzano e che tipi di desideri applica. Il Talmud Eser Sefirot diventa per lei un libro di istruzioni reali.

Possiamo pensare che di fronte a questo stato, il nostro stato attuale sia completamente irrilevante. Tuttavia, non è assolutamente così! In verità, questi stati preparatori che passano nell’incoscienza sono i più importanti. È come un bambino che cresce più rapidamente durante le sue prime tappe della vita; anche se è un bebè, in lui avvengono dei cambiamenti tutti i giorni. Poi comincia a cambiare di mese in mese, di anno in anno, finché smette di crescere del tutto.

Allo stesso modo, mentre lavoriamo inconsciamente, attraversiamo gli stati dei più grandi cambiamenti, solo che siamo incapaci di riconoscerli. Pertanto, abbiamo bisogno di dare grande importanza al nostro stato, a prescindere da tutto, capendo l’enorme beneficio di ogni pensiero, azione e parola che è diretta verso la meta ed in particolare, a quelle che si realizzano per il bene degli studi, dell’unione e della divulgazione. Come conseguenza, raggiungeremo una preghiera cosciente.

Una preghiera, una richiesta, o un desiderio è la nostra unica azione. Tutto il resto viene realizzato dalla Luce e se desideriamo raggiungere la dazione affinché “l’invitato” possa dare “all’Anfitrione”, dobbiamo solo desiderarlo! Quanto incapaci o capaci siamo, non importa, la cosa più importante è che le nostre azioni siano dirette correttamente.

Pertanto, è scritto che una persona non ha altro lavoro, eccetto la preghiera. Tutta la forza ed il riempimento vengono dall’Alto, mentre tutte le preghiere e le richieste vengono dal basso.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.08.2011, “Shamati”)

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L’educazione funziona a tutte le età

Domanda: Stiamo cercando di insegnare al mondo l’unità, ma per adesso, un’unità egoistica. Più tardi, come possiamo elevare le persone al livello dell’amore per il Creatore?

Risposta: Loro faranno questo passaggio sotto la nostra direzione. Dopotutto, le stiamo portando nell’orbita di una nuova educazione, invece di lanciarla solo davanti al pubblico.

Le persone dovranno entrare nella rete educativa che include ogni gruppo, da 0 a 120 anni di età, e che entrerà in vigore da adesso fino alla fine della correzione, nel corso di tutti i tempi. Tutto il mondo dovrà sottomettersi ad un processo incessante di educazione. Diciamo che un terzo del giorno si passerà al lavoro e due terzi nell’educazione, che è anche lavorare per se stessi.

Quindi, attraverso una presentazione facile e adattata alle usanze, spiegheremo alle persone i principi di Baal HaSulam, adattati a tutto il mondo. Dopotutto, la scienza della Kabbalah parla del desiderio di ricevere e del desiderio di dare piacere, delle loro relazioni ed interazioni e di come correggere la nostra natura. Non c’è niente di “virtuale”, immaginario, “spirituale” o mistico in questo. Si parla di forze che agiscono dentro di te.

Rivelandola sempre di più, vedrai che niente ti sta obbligando a “galleggiare fra le nuvole”. La “Spiritualità” è l’intenzione di dare. Se sono riuscito a dare ad un’altra persona, significa che sono spirituale; ma se mi preoccupo solo di me stesso, allora sono materiale. Le nostre relazioni, che si basano sulla dazione, sono il mondo spirituale, mentre le nostre relazioni attuali sono il mondo materiale.

Però, non stiamo parlando di nessun tipo di “mondi”. Dopotutto, è difficile per una persona rinunciare alle sue vecchie usanze e pertanto sarà confusa. Così, le diamo spiegazioni semplici, presentando tutta la scienza della Kabbalah senza nessuna terminologia speciale ma con parole scientifiche.

Dobbiamo costruire questo sistema educativo per poter dare gradualmente alle persone la conoscenza della natura umana. Questo è tutto quello che serve. Stiamo parlando della natura dell’uomo, che è l’unica cosa ad essere stata creata.

Grazie a questo, la persona si svilupperà costantemente fino a scoprire quello che è all’esterno: il sistema della sua interconnessione con gli altri. In questa interconnessione, rivelerà il Creatore.

In pratica, possiamo dare spiegazioni in termini di percezione della realtà; la persona non scopre neppure una connessione con gli altri, ma con se stessa. I desideri che le sembrano esterni ed altrui, le se rivelano come propri. Ne risulta che è lei. Attraendo le parti esterne a sé, è come se le cucisse sulla sua pelle o se le impiantasse ed unisse gli organi separati del suo corpo. In accordo a questo, sente e rivela la realtà perfetta.

Adesso vedo solo quello che è presente in una piccola parte del corpo frammentato; ma quante più parti riunisco ad esso, più parti rivelo all’interno di esso.
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(Dalla 5° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 19.07.2011, “Arvut”)

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L’intenzione è il piano d’azione completo

Domanda: Cos’è “l’intenzione”?

Risposta: Diciamo che il desiderio si trova in uno stato ed ora vuole passare ad un altro; per farlo è necessario indurre un’azione che lo trasporti dal primo al secondo stato. Il piano comporta quanto segue: la conoscenza precisa di dove sono, dove voglio stare e quali azioni e forze sono necessarie affinché io passi da uno stato ad un altro. Tutto questo programma è quello che chiamiamo “intenzione” o piano.

È come se “il piano della creazione” fosse il programma completo che definisce con cosa iniziare e con cosa terminare, quali passi seguire nel cammino, come utilizzare i materiali, le forze e gli strumenti per realizzare il suo pensiero iniziale. È detto: “Il risultato finale è nel suo pensiero iniziale”.

Nell’intenzione, tutto questo esiste potenzialmente e dopo si realizza nella pratica. Ciò significa che l’intenzione appare in me solo quando sono molto cosciente della situazione attuale e so esattamente quello che voglio acquisire. Cos’è che chiedono di solito: “Quali sono le tue intenzioni? Cosa vuoi ottenere? Quali risultati ti aspetti?”.

L’intenzione è un’espressione della necessità di un cambiamento che abbiamo già pianificato, compreso, sperimentato, implementato e portato a termine. L’azione stessa si realizza per mezzo della forza della Luce e pertanto, non corrisponde alla creatura. Solo le intenzioni hanno a che fare con la creatura: quanto ha conosciuto se stessa, il Creatore, come ed in che modo questo fa agire il Creatore. Una persona deve sapere il più possibile.

Mentre continuo a crescere, ascendendo lungo la scala dei gradi spirituali, chiedo sempre di più al Creatore, specificando tutti i dettagli delle Sue azioni. So già come agisce e come mi influenza, conosco in ogni dettaglio e particolare, come avrà luogo dentro di me, nel mio “corpo” (i desideri). Dalla mia esperienza di Lui e me, so già come avverrà tutto.

Alla fine ottengo certi dettagli che possono dirigere il Suo programma per Lui: capisco questo programma nella sua totalità, ogni suo elemento, tutti i suoi meccanismi fino ai suoi più piccoli giri. Quando arrivo alla fine della correzione (Gmar Tikun), arrivo a conoscere nella sua totalità il Suo piano dall’inizio alla fine, tutti i passi, dal Suo lato e dal mio. Ciò significa che ho acquisito l’intenzione completa.

La Luce è sempre in azione; però, come agisce e come devo esigere che Lui mi trasformi, tutto questo è il lavoro della persona che ha bisogno di conoscere il Creatore, la relazione tra la Luce e il desiderio.
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(Dalla 3° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 3.05.2011, Talmud Eser Sefirot)

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Dal più profondo del cuore

Domanda: Cos’è una preghiera dal più profondo del cuore? Dov’è questo punto più profondo?

Risposta: “Il più profondo del cuore” è il desiderio più profondo della persona che non può raggiungere per contro proprio, perché lì, nel più profondo del cuore, si nasconde la stessa forza superiore che conserva tutto il mio cuore, tutto il desiderio creato per lei. Lì si nasconde il mistero della vita.

Però, se sono capace di dirigermi a Lui dal più profondo del mio cuore, da questo punto interiore dentro di me dove c’è il Creatore che mi ha creato e mi mantiene e dirige tutti i miei pensieri e desideri, allora otterrò la preghiera corretta.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 3.05.2011, Shamati)

Il luogo dove siamo uno

Domanda: Cos’è questa goccia che deve completare il mio desiderio affinché possa sanarlo e mi porti in qualche posto?

Risposta: Il tuo desiderio è solo un tuo desiderio, quando di fatto esso è unito ad altri desideri, ed è lì che radica tutto il problema: non siamo abbastanza uniti. Le forze individuali si trovano in abbondanza, mentre la forza collettiva dell’unità no.

Tutti leggono i libri, conoscono tutte le idee in eccesso, capiscono le fonti, lavorano nel gruppo, divulgano la Kabbalah e partecipano ai congressi, ma la domanda è: stiamo costruendo il luogo nel quale dobbiamo rivelare il nostro grado più alto? Questo luogo è il nostro desiderio integrale. L’integrazione dei desideri è il luogo nel quale troviamo il mondo futuro. Abbiamo un luogo del genere? Ci sentiamo internamente uniti per rivelare nella nostra unicità il Creatore?

Questo è esattamente quello di cui manchiamo, ovvero è lì che non stiamo esercitando lo sforzo sufficiente. Abbiamo bisogno di un campo intenso, dell’intensità tra di noi, di un anelo verso una stretta interconnessione. Solo in esso, in questo campo, riveleremo il Creatore.

Ognuno ha un enorme potere, tutti sono pieni di idee brillanti e sebbene si faccia uno sforzo più serio, l’unità continua ad essere qualcosa di cui manchiamo. Non abbiamo lavorato abbastanza per creare il luogo di cui abbiamo bisogno.

Tutte le anime si elevano a Malchut del mondo di Atzilut e la Luce discende a loro dall’alto. È Malchut in particolare che riceve la nostra preghiera (MAN), la somma totale (Σ) dei nostri desideri che si dirigono unicamente all’unità, ed è questo quello di cui abbiamo bisogno. Le grida individuali non si elevano a Malchut di Atzilut, e restano come una supplica senza senso. Questa aspetta una necessità comune, dato che la spiritualità si rivela nell’unità tra le persone.

Pertanto, si dice che il numero minimo di persone è due. Anche due, tu ed io, e la connessione tra di noi è sufficiente. Se creiamo questa relazione motivata dal desiderio di trovare il Creatore, questo diventerà il luogo della Sua rivelazione.

Questo è il problema. Se non stai lavorando all’unione, le tue preghiere non vengono accettate. Devi rispondere a due domande:

  1. Hai studiato la Torà? In altre parole, ti sei sforzato di amare gli altri come ami te stesso per mezzo della Luce superiore che è considerata come “Torà”? Hai desiderato fortemente di stabilire la connessione con gli altri ed imparare ad amare? Questo è ciò che viene considerato studiare la “Torà”.
  2. Hai sperato nella redenzione? In altre parole, a prescindere da tutti i tuoi sforzi, non hai ottenuto nessun risultato. L’hai anticipata in tutti i modi? Hai elevato il MAN per la correzione? Dopotutto, la redenzione viene dal Creatore in un istante.

È obbligatorio unire queste due condizioni. Non c’è altra soluzione. Non si tratta delle esigenze personali di qualcuno, ma di leggi. In realtà, ci sono solo due forze: l’attributo della dazione e quello della ricezione. La connessione tra di loro organizza per noi tutto il sistema di causa ed effetto della creazione.

Non posso rivolgere delle suppliche alla legge, alla natura, della quale sono parte integrante. Pertanto, la saggezza della Kabbalah ci spiega come utilizzare correttamente queste forze della natura.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 18.04. 2011, Baal HaSulam lettera 10)

La preghiera che attrae la Luce verso di noi

Ci piaccia o no, in ogni stato dobbiamo sempre arrivare a sentire la mancanza, cioè immaginare lo stato futuro dal nostro stato presente. Se lo costruisco correttamente, allora, a prescindere da tutti i miei sforzi per farlo, sentirò quanto sono realmente lontano da esso. In altre parole, lo voglio davvero e tuttavia sono incapace di raggiungerlo.

Questa viene chiamata “mancanza”, preparazione per lo stato futuro, la quale viene sempre rivelata prima di passare ad un nuovo stato. Questo sentimento di mancanza è multidimensionale e molto sgradevole.

Il prossimo stato brilla su di me e grazie a questa luminescenza comincio a valorizzarlo di più, mentre percepisco il mio stato attuale come difettoso ed insufficiente. Sento in che misura mi manca la forza di ascendere e la misura in cui lo desidero.

Come risultato, arrivo ad una convergenza del mio ardente desiderio di ascendere e mi rendo conto che non ho l’opportunità di far si che questo avvenga ed è lì, quando irrompo con una preghiera, un grido, che la Luce superiore viene e mi aiuta. Dopotutto, questo grido (preghiera) mostra il mio grande desiderio, il quale attrae il tipo corretto di Luce che mi aiuta ad ascendere al grado successivo.

Devo arrivare ad un grido che comprenda due componenti: 1) il mio grande desiderio di acquisire la dazione e 2) la constatazione che non posso acquisirla. Solo quando sono sul punto di esplodere a causa di questa pressione, causata dal mio desiderio e dalla mia impotenza nel realizzarlo, la Luce reagisce al dolore e mi influenza.

Sperare che la Luce venga per conto proprio non ha senso. Questa viene in risposta al mio desiderio di dare e mi attrae con la forza sufficiente per elevarmi ad un grado più alto.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 18 Aprile 2011, “Questo è per Judah”)

I problemi del Faraone

Domanda: Quando una persona cerca di uscire dall’Egitto, cioè dall’amor proprio, riceve dei colpi che può superare solo chiedendo aiuto al Creatore; però, oltre a questo, esiste anche l’egoismo materiale, terreno, che riceve i colpi nel suo livello, come i problemi con la famiglia, con la salute, con le entrate e così via. Come dobbiamo relazionarci a questi problemi?

Risposta: Non importa che tipo di problemi sorgano nella mia vita, prima di tutto devo vederli come un disturbo che viene dal Creatore. Anche se ho dolore, anche così devo elevarmi al di sopra dei disturbi attraverso la fede al di sopra della ragione. A prescindere da tutto, devo fare dei calcoli al di sopra del disturbo e non sotto il suo peso. Devo essere in contatto con il suo “mittente”, con il Creatore.

Quanto alle azioni responsabili nel regno di questo mondo, devo risolvere tutti i problemi con i metodi comunemente accettati. Quando si tratta della banca, del lavoro, della famiglia e la salute, devo curare tutto come qualsiasi persona di questo mondo.

Pertanto, costruisci un’attitudine di due lati verso i problemi:

-In primo luogo, vengono dal Creatore e negozi solo tu con Lui. Tu vuoi avere questi disturbi perché ti danno l’opportunità di elevarti al di sopra della conoscenza e restare in contatto con il Creatore. Allora tratti i disturbi correttamente e cominci anche ad amarli e rispettarli. Dopotutto, non importa quanto ti disturbino, non importa quanto sale mettano sulle tue ferite e non importa quanto ti distruggano i nervi, questo è esattamente quello che ti aiuta ad elevarti al di sopra di essi.

-In secondo luogo, risolvi i problemi delle entrate nella maniera in cui si risolvono abitualmente nel mondo materiale.

Le due dimensioni devono essere presenti nella tua attitudine. Tu attribuisci i problemi al Creatore e allo stesso tempo desideri lavorare su di essi. Non scacciamo il Faraone dalle nostre vite, ma beneficiamo dei suoi problemi. Dopotutto, solo attraverso di essi, possiamo rifiutarlo, separarci da lui ed ascendere così sempre più in alto.

Il Faraone è la mia carne più pregiata, la mia anima, il mio punto più sensibile, mio figlio, la collana più importante e fine dentro di me.

Domanda: Però il Faraone resiste all’unità degli amici. Cosa hanno a che fare i problemi materiali con lui?

Risposta: Anche essi ti distraggono dal lavoro interiore. Non a caso tanti kabbalisti hanno sperimentato dei problemi materiali. Il Creatore li ha causati deliberatamente affinché fossero malati e disprezzati dalla gente intorno a loro. È stato così per dare loro un modo per superarli.

In fin dei conti, tutto questo è il risultato della durezza del cuore del Faraone. Il desiderio si rivela gradualmente dentro di te ed in conformità ad esso, sperimenti diversi problemi, tanto con gli altri quanto in te stesso.

Domanda: Devo chiedere aiuto in questi casi? Dopotutto, il Creatore ci aiuta in un solo senso, nell’unione.

Risposta: Giusto, i problemi ti ostacolano per questo. Quando sei malato, è difficile che tu possa concentrarti sull’amore per gli amici. La cosa più probabile è che ti dimentichi di tutto. Questo significa che devi chiedere aiuto. Non c’è nessuno a parte Lui. Tutto viene dal Creatore, ma passa attraverso differenti canali.

Devi raggiungere la meta, ma il tuo corpo, il tuo “asino” è malato e non può portarti. Allora cosa devi fare? Lasciarlo morire? Ma ne hai bisogno per il cammino.

Perché consideri questo mondo separato dal lavoro spirituale? Anche i piccoli problemi possono essere utili se lavori correttamente su di essi. Non importa quello che ci succede, è importante ricordare che questo viene da un’unica Fonte, fin quando arriviamo davvero a sentire di essere nell’esilio spirituale.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.04. 2011, Shamati)

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La prima innovazione

Scritti del Rabash, “la prima innovazione”: Tutte le innovazioni cominciano solo dopo che la persona esce dall’amor proprio. Pertanto, la Torà non può essere insegnata agli idolatri. Quando una persona è in Egitto, non può essere israeliana perché è schiava del Faraone, il re dell’Egitto. E mentre è schiava del Faraone, non può essere schiava del Creatore.

È scritto riguardo a questo, “I figli di Israele sono per Me”, loro sono Miei schiavi e non schiavi degli schiavi. Quando una persona serve se stessa, non può essere schiava del Creatore, perché è impossibile servire due re allo stesso tempo. Solo dopo che una persona esce dall’Egitto, cioè dall’egoismo, può essere servo del Creatore ed allora può ricevere la Torà. Da questo si deduce che la prima innovazione è l’uscita dall’Egitto.

La persona che si trova dentro il suo desiderio egoista è chiamata un “non Giudeo”. La persona che si eleva al di sopra del suo desiderio egoista, cioè che viene dall’Egitto, è chiamata un “Giudeo” (Iehudì) perché lei raggiunge l’unità (Ichud) con la Luce, il Creatore.

È possibile studiare la Torà, ovvero le forme della dazione, solo ascendendo, uscendo dall’Egitto. Per questo è scritto che la Torà non può essere insegnata agli idolatri, dove “non può” significa “è impossibile”. È così perché, mentre resti nel desiderio egoista, non capisci niente della spiritualità e non hai la minima possibilità di raggiungerla. Nei tuoi desideri e pensieri non puoi aggrapparti al finale di nessun tema che si estenda dal mondo spirituale.

Hai bisogno di mezzi ausiliari e solo per mezzo del loro uso corretto raggiungerai ciò che desideri. Pertanto, tutte le innovazioni ed i cambiamenti spirituali sono possibili solo dopo l’uscita dall’Egitto, cioè dall’egoismo. Fino ad allora, è impossibile capire qualcosa; fino ad allora siamo nell’oscurità totale e possiamo solo avanzare con gli occhi chiusi o seguendo le indicazioni dei kabbalisti.

Questo è tutto quello che ci resta, ovvero capire quanto opposto sia il nostro mondo a quello spirituale. Per uscire dall’oscurità verso la Luce, non ci aiuterà fare un giro di 180 gradi. È così perché la nostra oscurità è l’oscurità dell’Egitto, la quale non ha una direzione verso la Luce. Solo gradualmente, facendo le azioni corrette, possiamo arrivare al desiderio corretto. A prescindere dal fatto che questo sia egoista, tuttavia, in virtù dell’influenza della Luce, possiamo uscire dall’Egitto con l’intenzione altruista di Lishmà.

Questo ci parla di stati che sono assolutamente divisi tra loro. La persona che si trova nel mondo inferiore, cioè nello stato egoista, nell’intenzione “per il bene della ricezione”, è incapace di comprendere i piani e le azioni di coloro che sono mossi dalla dazione. Una non ha nessun contatto con l’altra, sono programmi totalmente differenti che non si incontrano in nessun modo.

In relazione al mondo spirituale, il nostro mondo non esiste. Questo si esprime solo nell’immaginazione della persona come una realtà precedente, immaginaria, necessaria per entrare nella realtà spirituale, che è l’unica che esiste. Tutto quello che vediamo ed immaginiamo qui è simile alle visioni di una persona che è in stato di incoscienza.

Pertanto, tutte le innovazioni, le realizzazioni ed i veri calcoli, cominciano con l’uscita dall’Egitto.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 12.04.2011, Scritti del Rabash)

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Il potere dei principianti

Domanda: I kabbalisti riducono le disgrazie del mondo grazie al loro progresso spirituale?

Risposta: Certamente, per di più, riguardo a questo, nessuno è più grande o più piccolo. Le persone pensano che un gran kabbalista possa solo pregare e scacciare una piaga, ma in realtà, è tutto l’opposto: sono proprio i principianti che hanno un punto nel cuore che si risveglia, che sono molto confusi e non capiscono ancora niente, a poter fare molto di più degli studenti più anziani, con il loro distante e piccolo desiderio.

Come un bambino piccolo che diventa il più importante della famiglia, le persone che arrivano al cammino spirituale e che sembrano tanto lontane dalla “verità” possono ottenere più dei “veterani” con il loro sincero desiderio e la loro supplica.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.03.2011)

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