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Raggiungere la professione del Creatore

La grandezza della Kabbalah è che ci da il metodo che ci permette di evocare l’energia spirituale, che corregge la nostra natura e ci unisce miracolosamente. Non dobbiamo preoccuparci di niente; dobbiamo gradualmente stabilire una connessione con il gruppo e mantenere una frazione di unità e garanzia reciproca in azioni reciproche. Questo è sufficiente per evocare la Luce che Riforma.

Da una parte, c’è un viaggio enorme davanti a noi, cambiamenti severi e difficili che richiedono un enorme sforzo umano. Dall’altra parte, non ci sono azioni che dobbiamo svolgere per conto nostro, la sola cosa che dobbiamo fare è evocare la Luce, che farà il lavoro.

Molte persone cercano di correggere se stesse per conto proprio, e credono che questo sia possibile. Tuttavia, questo non accadrà mai; saranno deluse, smetteranno di studiare e lasceranno il gruppo. È cosi perché i loro sforzi non sono diretti verso la Luce, vogliono fare tutto da se invece di chiedere come i bambini che fanno domande mentre si siedono in grembo alle madri.

Io ho bisogno di sentire che sono nelle braccia del Creatore, sentire che dipendo da Lui. E dopo, una volta che ho capito che qualsiasi azione inizia con una richiesta rivolta a Lui, io starò vicino a Lui, prendendo la Sua mano, come un bambino che non lascia andare ancora l’adulto. Io Lo tirerò verso di me per far correggere i miei sbagli. Una volta scoperti pensieri e desideri incorretti, io coscientemente e deliberatamente dirigerò Lui verso i miei sbagli che richiedono correzione.

Noi cresciamo portando fuori le cose che non sono corrette tra di noi e che sono state costituite dalla frammentazione e chiediamo al Creatore o alla Luce di correggerle. Inizialmente, prima di sapere come parlare con Lui, semplicemente segnaliamo il problema: “Correggi!” Poi spiegheremo a Lui come fanno i genitori quando chiedono ai figli di spiegare la loro “sventura”, come se non comprendessimo quello di cui hanno bisogno. Qui c’è bisogno di comunicazione, reazione, spiegazione, partecipazione del ragazzo, sempre di più. Lui realizza parte dell’azione, e l’adulto realizza l’altra parte.

In questo modo studiamo la “professione” del Creatore, ci mettiamo al posto Suo, finché correggiamo l’intero sistema e acquisiamo il Suo status.

Quindi, prendete nota nei vostri cuori: Noi non eseguiamo delle azioni. Incuranti di sentirci bene o male, di vedere degli sbagli, di voler correggere qualcosa, prima di tutto, dobbiamo illuminare il danno il più possibile e poi comprendere che solamente la Luce lo correggerà. Tutte le azioni e connessioni nel gruppo, i fraintendimenti, i litigi e altre cose sono evocate dal Creatore in modo di poter invitarLo a rivelare Se stesso tra di noi. È scritto: “Chi stabilisce la pace nelle Sue altezze, stabilirà la pace tra di noi”. La sola cosa che dobbiamo fare è innalzare MAN, una preghiera, una richiesta di correzione. Io “prego”, che significa che io giudico me stesso, divento giudice di me stesso e poi invoco la correzione. Questo è il modo di agire, rafforzando la connessione tra di noi. I gruppi devono seguire questo principio ed essere come organi di uno stesso corpo e prendersi cura uno dell’altro. Alcune volte gli eventi nei gruppi non sono causati dal rafforzamento dell’egoismo durante un’ascesa al seguente livello, ma dalla discesa di un altro gruppo.Dopo tutto, quando una parte del corpo è malata, la malattia si trasferisce alle altre parti.

All’inizio c’è bisogno che sia stabilito il giusto tipo di stato nei gruppi, e poi tra i gruppi. Dobbiamo avere cura uno dell’altro, dobbiamo unirci e interessarci della nostra comune salute spirituale, e allora in pochi mesi riveleremo il mondo spirituale e in pochi anni completeremo la correzione.

Ancora non abbiamo iniziato questo lavoro, ancora non agiamo consapevolmente e correttamente sia nei gruppi sia nella loro interconnessione. Queste cose vengono fuori gradualmente, dobbiamo essere coscienti di loro, comprenderle, e per questo abbiamo bisogno di una richiesta interiore. Niente verrà da se non si fa una richiesta.

Perciò, dobbiamo chiarire questa legge della garanzia mutua attraverso l’unità reciproca. E noi solo ci uniamo attraverso una preghiera comune, quando tutti comprendiamo che solamente la Luce stabilirà la pace tra di noi.
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(Tratto dalla lezione n.3 del Congresso One di New Jersey, 12.05.2012)

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Il primo musical per i bambini “Nella classe con Marshmallow”

Il 20 maggio 2012, il club “Zappa” di Tel-Aviv ha tenuto il primo musical per i bambini “In classe con Marshmallow”, creato dai nostri amici, interpretato dai nostri attori, per musica del mio studente Arkadi Duchin.

Più di 300 persone ridevano, simpatizzavano, cantavano canzoni insieme con gli attori e soprattutto, sono diventati più vicini gli uni agli altri. Ci auguriamo che questi spettacoli diventino una buona tradizione, portando lo spirito di unità ai bambini e agli adulti.

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 31.05.2012

Preparazione alla Lezione
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Scritti di Baal HaSulam, Shamati, Articolo 50 “Due Stati
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Il Libro dello Zohar, Bereshit (Genesi), Pagina 117, Articolo “E il Serpente era astuta”, Punto 448, Lezione 109
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Baal HaSulam, TES, Parte 1, Capitolo 2, Punto 5, Ohr Pnimi, Punto 90, Lezione 3
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KFS, Articolo “L’Arvut” (La Garanzia Mutua), Pagina 251
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E’ più importante il consenso comune o le impressioni condivise?

Domanda: Dobbiamo preparare specificatamente le persone a tener l’ordine durante i congressi?

Risposta: Chiunque abbia già partecipato ai seminari, che sente e comprende la loro essenza e significato può far questo.

Il gruppo può scegliere un argomento per la discussione in anticipo, e la persona responsabile per l’ordine può sedersi vicino al gruppo e vigilare durante la discussione.

La cosa più importante per noi è raggiungere un’impressione comune alla fine della discussione e non un consenso condiviso. Non dobbiamo condividere un’opinione. Tutti noi, assieme con le nostre impressioni, vogliamo raggiungere l’unità oltre queste opinioni, che possono essere assolutamente differenti, potremmo anche non essere addirittura in grado di capirci l’un l’altro, ma ciascuno di noi ritiene che questo ci aiuterà ad unirci e tanto basta. Questo è tutto.

Non dobbiamo mai cercare di convincere qualcun altro! Potremmo stare a discutere riguardo ad un certo problema, ciascuno esprimendo un punto di vista completamente diverso e scollegato, ma alla fine vogliamo star assieme, per il nostro “io” comune, per poterlo ottenere.

Domanda: Abbiamo esaminato diverse sfumature ma tutto questo scompare durante un seminario. Dove possiamo leggere e vedere una lista di queste regole e domande prima di un seminario?

Risposta: Nel tuo cuore. Questo non esiste da nessuna parte; non puoi farne una lista. E se inizi a farla, compariranno altre migliaia di domande, e tutto questo senza che ci sia una fine.

Le domande devono comparire nel cuore, e le risposte devono essere ricevute là senza una discussione.
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(Dalla Lezione Virtuale 20.05.2012, “ Introduzione al Workshop”)

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Cosa chiedere quando siamo nella sofferenza

Domanda: Il nostro compito è quello di trasformare i desideri quotidiani della gente comune in una supplica al Creatore. Come possiamo farlo?

Risposta: Una madre capisce chiaramente perché il suo bambino sta piangendo, anche se il bambino non si rende conto perché piange. Lo stesso principio si applica qui: Dobbiamo trasformare i desideri della gente, altrimenti non corrisponderanno alla Luce. Le persone piangono per i loro problemi nella vita materiale, ma la Luce non risponde alle loro lamentele dal momento che è stato Lui che gliela mandati.

È scritto: “Venite dal Faraone visto che io ho indurito il suo cuore”. È il Creatore che combina i nostri problemi e non possiamo chiedergli di eliminarli, per quale ragione allora Egli li avrebbe mandati? Dobbiamo rivolgerci a Lui con una diversa richiesta – un appello ad innalzarci al di sopra dei nostri problemi e scegliere di passare attraverso le angosce, perché solo facendo così noi Lo percepiamo. Questo è come arriviamo alla dazione attraverso la ricezione.

Ma noi siamo incapaci di raggiungere questo stato! Noi siamo letteralmente immersi nell’egoismo; noi soffriamo, ci sforziamo almeno di liberarci dal dolore poichè siamo incapaci di sentire gioia.

Noi dobbiamo chiedere a Lui: “Dammi la forza di innalzarmi al di sopra del mio dolore.” Noi abbiamo particolarmente bisogno di diventare consapevoli del nostro rifiuto nel provare dolore e del nostro desiderio di inalzarci al di sopra: Lascia che il mio corpo soffra, ma che io possa essere un gradino sopra al mio corpo, la sofferenza mi aiutera’ a scappare dai miei desideri egoistici. Se la sofferenza svanisce, io tornero’ dal Faraone; tuttavia, se la sofferenza continua, io faro’ qualcunque cosa in mio potere per evitarla.

Cosi, la sofferenza è un requisito necessario per farmi scappare dal Faraone, dal mio egoismo. Ma scappare verso dove? Allora prego il Creatore di liberarmi: “dammi una possibilità di fuggire e di salire al di sopra del Faraone”. Anche se mi occupo solo di una piccola parte del male comune, questo è il tipo di lavoro che devo fare consapevolmente. Il mio lavoro non è quello di rimanere come un animale miserabile, ma di elevarmi al livello di un essere umano. Io devo capire che l’uomo è superiore al livello animato e noi dobbiamo tracciare una linea rigida ed evidente della separazione tra questi due stati.

  • L’animale in me soffre. Lascialo soffrire! E’ solo il mio egoismo, è il Faraone, con tutto il suo dolore e oscurità che si inffitisce fino al grado dell’ “oscurità egiziana”.
  • Io mi stò innalzando al di sopra della sofferenza per la dazione.

Ma dove posso trovare l’energia per realizzare tutto questo? Io sono così debole che scappo via al minimo dolore. Più avanzo spiritualmente, più divento sensibile e le cose che erano abbastanza facili in precedenza finiscono per rivelarsi insopportabili. Non posso tollerare nulla, neanche i problemi fisici.

Su questo noi dobbiamo lavorare con diligenza: Ci sforziamo di innalzarci al di sopra dei nostri desideri attraverso i quali soffriamo sempre di più. Troviamo le tenebre Egiziane nel luogo dove in precedenza c’era la luce, ma in realtà non è cambiato nulla, tranne il nostro giudizio sugli eventi.

Questo è come il Faraone da “buono” diventa “cattivo”, una luminosa giornata di sole si trasforma in buio profondo.

Un tale stato ci sembra estremamente triste e cupo, dobbiamo superare il dolore crescente e considerare la sofferenza come aiuto.

Si dice che “il Faraone porta i figli d’Israele verso la Libertà”, ma a condizione che realmente si sforzino di elevarsi sopra al loro egoismo.

Loro comprendono che la sofferenza li aiuta ad innalzarci al di sopra dei loro problemi e a separare se stesi dall’egoismo, visto che nessuno è in grado di affrontare volontariamente la sofferenza; istintivamente, la gente scappa dai guai il più lontano possibile.

Così il Faraone mi aiuta allontanandomi, mentre il Creatore mi aiuta con l’indurimento del cuore del Faraone. Il mio compito è quello di chiedere al Creatore di concedermi la forza di rimanere al di sopra e di considerare la dazione più importante della ricezione.

Altrimenti,  io mi limiterei a piangere per il dolore come una persona che non si concentra sulla crescita ma che singhiozza sui molteplici problemi della sua vita. Questo è quello che vediamo oggi, mentre l’umanità sta andando verso una crisi. Le persone non hanno un posto dove andare; sono impotenti, e quindi, non vogliono sapere nulla, “Dacci un anti-depressivo, alcool, antidolorifici, sedativi, farmaci” – qualsiasi cosa li aiuti a staccasi dal loro dolore.

Noi chiediamo al Creatore di tenerci sopra al nostro dolore in modo che esso non ci possa assordare, ma piuttosto di assumenre un’altra forma. Il nostro lavoro è implorare: “Dammi una possibilità di dare e di godere di cio. “Non dobbiamo dare per ricevere; dobbiamo imparare come gioire nella dazione. Se lo facciamo, andiamo oltre la conoscenza, e raggiungiamo la dazione per il bene della dazione, acquisendo così la soddisfazione attraverso un grande senso di appartenenza piuttosto che attraverso l’appagamento del nostro egoismo. Non importa se stiamo soffrendo dentro i nostri desideri egoistici; noi godiamo la nostra sensazione di appartenere a Lui. Questi sono due diversi tipi di vasi. Allo stesso modo, le persone in questo mondo sono orgogliose e godono nel servire coloro che essi considerano degni e grandi.

Questo rispecchia il modo in cui noi prepariamo noi stessi; gli altri ci seguiranno. In effetti, un enorme desiderio che vuole essere riempito si nasconde dietro la “facciata” della nostra civilizzazione. Il nostro obiettivo è quello di correggere questo desiderio, altrimenti, le persone continueranno a soffrire inutilmente.
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(Dalla seconda parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 9.04.2012, “Domande e risposte Per quanto riguarda il Congresso in Brasile”)

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Le principali leggi di equivalenza con la natura

L’uomo sta finalmente scoprendo di non essere il proprietario della natura e che la natura è il supremo potere del mondo. Quindi, è necessario abbassare le nostre teste e attenerci alle sue leggi.

Le leggi della natura con le quali dovremmo essere equivalenti sono le seguenti:

  • La natura si muove con la luce solare
  • La natura usa soltanto l’energia necessaria
  • La natura mette la forma in accordo con la funzione
  • La natura ricicla tutto
  • La natura gratifica la cooperazione
  • La natura si basa nella varietà
  • La natura richiede esperienza in condizioni locali
  • La natura limita gli eccessi
  • La natura rivela il potere della restrizione

Tuttavia, la Kabbalah spiega questo, mantenendo queste leggi, passiamo da creature cattive a creature neutrali. Se correggiamo le nostre anti-naturali qualità egoiste in altruiste, saliremo in cima, all’eterno e perfetto livello della natura.
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Fonte: Educazione integrale

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 30.05.2012

Preparazione alla Lezione
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Scritti di Baal HaSulam, Shamati, Articolo 61 “Intorno a lui c’ è una tempesta
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Il Libro dello Zohar, Bereshit (Genesi), Pagina 114, Articolo “E il Signore Iddio comandò l’uomo”, Punto 432, Lezione 108
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Baal HaSulam, TES, Parte 2, Capitolo 2, Punto 4, Lezione 2
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KFS, Articolo “L’Arvut” (La Mutua Garanzia), Pagina 251
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L’Istituto Mondiale post-crisi: Aspettando la tempesta, Parte 3

Opinione (Bhaskar Patel, USA, Direttore Generale di Cybersoft Technologies, Inc., dalla carta per la ricerca internazionale di Modelli di sviluppo post-crisi): “Se impariamo a cooperare e coesistere, tutti gli altri progressi sono possibili e diventano più facili; sarà anche più facile affrontare le calamità naturali; altrimenti consumiamo energia e risorse inutilmente per lotte interne.”

Mustafa Badawy, Columbia, Imprenditore e fondatore della società Colacom: “Credo che il XXI secolo sarà il secolo spirituale – consumare di meno per vivere più felici. Questa terra non può sostenere il nostro ritmo di consumo, voglio dire il ritmo di consumo degli Stati Uniti, la Cina e l’Unione Europea”.

Adriano Benayon, Brasile, Professore di Economia all’Università di Brasilia, autore di “Globalizzazione versus Sviluppo”: “I valori spirituali, se corrispondono al bene comune e sono indipendenti dalle religioni istituzionalizzate, sono più importanti per me, poiché la tecnologia non è né buona né cattiva, di per sé: tutto dipende da cosa la tecnologia sviluppa e per cosa viene impiegato.”
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Il corso Essere Uomo – “La Nuova Famiglia” – 29.05.2012

Kabbalah per tutti, “La Nuova Famiglia
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Il sapore di nuove sensazioni

Domanda: Una persona ha bisogno di aprirsi sottilmente per assaggiare il sapore della sua stessa esistenza, il sapore dell’integralità. Com’è possibile fare questo? Da dove cominciamo?

Risposta: All’inizio, noi usiamo giochi nel processo di insegnamento. I giochi mostrano quanto noi perdiamo nella nostra intenzione dall’essere individualisti e quanto ne guadagniamo se partecipiamo assieme.

Quando partecipiamo assieme, noi non connettiamo il nostro impegno o la nostra conoscenza, ma diamo preferibilmente la nascita a qualcosa di nuovo: una nuova forza, una nuova conoscenza, nuove opportunità, e più importante, una nuova sensazione che esiste tra noi. E noi tutti esistiamo in questo assieme.

Dall’interno di questa nuova partecipazione, non cominceremo ancora a sentire il “noi” fino a che il totale degli individualisti non si accorpi insieme. Quando noi usciamo da noi stessi, gli individualisti, andiamo al prossimo stato di integralità che è chiamato Adam (Uomo o Umano). Noi dobbiamo provare a cominciare a sentirlo. Ma questa è la messa a punto.

Domanda: Qual è il primo gradino per cominciare a sentire questo?

Risposta: Io penso che sia costruito nella conversazione, nella comprensione e nella mutua partecipazione. Un tipo di comunanza viene creata gradualmente, un qualcosa di profondo, un’interna, non verbale mutua comprensione, quando loro cominciano a sentire cosa li tiene insieme, cosa è in comune tra loro.

E’ un obiettivo in comune. Ma non è un obiettivo individuale di ognuno di noi; questo obiettivo è al di sopra di noi: armonia con la natura che noi dobbiamo comprendere, cogliere il suo significato, le sue caratteristiche, la sua relazione con noi, e la via in cui noi entriamo ed esistiamo in esso. Comunque, noi esistiamo in questo grazie alla connessione tra di noi. E’ specificamente la connessione tra noi che crea il “contorno” tra noi. E’ specificamente la connessione tra noi che crea il “contorno”, il “sottofondo”, il nostro sensore integrale. Con il suo aiuto noi possiamo sentire la natura integrale rivelata nella nostra sensazione mutua, come se fosse tra noi.

Allora, noi cominciamo a sentire il pensiero, l’intelligenza, l’obiettivo, il piano, e gradualmente, noi cominciamo a raggiungerlo. Dietro sensazioni che questo esiste, io comincio a raggiungerlo, a scoprirlo, ma io lo scopro all’interno di esso, attraverso la nostra sensazione comune. Tutti insieme, io comincio a scoprire questo sempre più.

Noi cominciamo a condividere le nostre impressioni emozionali e ne discutiamo da un punto di vista logico: Che cosa è questo piano? Cos’è questa forza che opera su di noi e gli altri? Come la nostra percezione del mondo cambia quando cominciamo a sentire la forza interiore della natura, che, apparentemente, esiste qua dentro, e tutto il nostro mondo è come se mentisse alla base, durante il quale costituisce un’interconnessione di forze che tirano su il mondo intero e lo governano. Quindi che forza è? Che cos’è quest’energia?

Quando noi cominciamo a chiarificare questo tra noi, tra gli amici, ognuno di noi arriva, prima di tutto, a questa conoscenza condivisa e riceve da ognuno sentimenti addizionali e l’intelletto. E attraverso queste sensazioni condivise e l’intelligenza noi cominciamo a raggiungere l’armonia e la forza integrale della natura, che mai potrebbe essere scoperta e raggiunta da soli.

Questa discussione dovrebbe avere luogo per un pò di ore in un gruppo di dieci persone e due istruttori, in un ambiente calmo, con materiali specifici di lettura.
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(Da  Una conversazione sull’Educazione integrale” nr.17, 28.02.2012)

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