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Sfuggire alla trappola del progresso

Una domanda che ho ricevuto: E’ ben risaputo che il progresso ci tiene lontani dalla Forza Superiore, da Dio e dalla purificazione interiore. Secondo me, la Kabbalah, insieme ad altre religioni, deve essere in accordo con questo approccio al progresso.

La mia risposta: Il progresso è una legge della natura. Non possiamo fermarlo; ci è dettato dalla crescita del nostro egoismo. Il suo compito è di portare il genere umano in “un vicolo cieco” che ha una sola via d’uscita: il passaggio ad un nuovo tipo di società basata sulla dazione e l’amore. Non è possibile nessun’altra soluzione in una società globale ed interdipendente.

Dobbiamo cercare la similitudine con la natura nel nostro comportamento e diventare un tutt’uno gli con gli altri e con la natura, a dispetto del nostro crescente egoismo. Proprio il nostro egoismo ed il progresso ci obbligano a trasformare noi stessi.

È impossibile compiere un passaggio naturale ad un nuovo tipo di società, siccome è inattuabile cambiare la natura umana. I nostri tentativi ci porteranno solo più dolore (cataclismi naturali, guerre, ecc … ). Possiamo spostarci dall’egoismo alla dazione solo applicando la metodologia cabalistica. La Kabbalah ci insegna come usare la forza che originariamente ha creato l’egoismo. Solo questa forza può correggere e trasformare il nostro ego nella dazione e l’amore per gli altri.

Siamo incapaci di fermare il progresso. Tuttavia, applicando la conoscenza cabalistica possiamo portare il mondo, con il suo crescente egoismo e progresso, ad uno stato benevolo. Ecco perché la divulgazione della Kabbalah è così criticamente importante al giorno d’oggi.

Le percezioni si raggiungono prima o dopo il Machsom?

Domanda: Tutte le qualità che leggiamo nello Zohar si percepiscono nella tappa della preparazione o dopo aver oltrepassato il Machsom?

Risposta: Prima di oltrepassare il Machsom, cominciamo a distinguere in noi differenti reazioni su questi nomi e denominazioni.

Nella misura in cui desidero ascendere al di sopra del mio desiderio di ricevere piacere, comincio a distinguere tra i desideri di dazione e ricezione. Non esiste nient’altro da rivelare.

È scritto: “In futuro, l’angelo della morte diventerà l’angelo della santità”. Cioè, non esistono desideri cattivi o buoni, ma desideri per la dazione o la ricezione. Tutto dipende da come li uso.

Tutta la differenza tra Aman, Terach, Abramo, Elazar, Rachele e Lavan risiede solo nell’intenzione per la dazione o la ricezione, e nella loro potenza.

Per questo, nella misura in cui l’uomo di sforza nell’intenzione di dare, percepire, capire, chiarire l’intenzione attraverso il gruppo, reagirà in differenti maniere su ogni uomo e ogni determinazione.

Fino ad un livello tale che si riveleranno i suoi “sapori” e sensazioni: quelli gradevoli e sgradevoli, quelli luminosi e fastidiosi. Egli comincia a distinguere le differenti sfumature in essi;

però, dopo il Machsom, l’uomo le rivela in maniera chiara e precisa, poiché esse si rivestono in lui e in pratica le rivela.