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Lezione serale di Kabbalah – 27.05.2010

Rav Baruch Ashlag – Articolo: “L’Amore degli Amici”
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “VaYikra”(Il Signore ha Chiamato), punto 364, lezione 15
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Leggere il libro della vita

Il Creatore ci ha disegnati con il desiderio di ricevere piacere. Il riempimento che sentiamo in questo piacere può essere dentro di noi – egoista, o all’interno di altre persone – per dare. Questo è ciò che si chiama la nostra vita, o più correttamente “il libro della nostra vita”, perché tutto il tempo necessita di essere rinnovato.

Questo libro si rinnova secondo un’informazione inclusa in noi sotto forma di Reshimot. Se queste si rivelano per conto loro, in maniera naturale, diciamo che avanziamo nella vita a suo tempo (Beito);

ma, se noi stessi svegliamo la forza che accelera la rivelazione di nuovi avvenimenti (Reshimo), allora avanziamo nella vita accelerando il tempo (Ahishena).

Se desideriamo progredire in questo mondo o nel nostro sviluppo spirituale, dobbiamo appropriatamente accelerare la rivelazione degli avvenimenti (Reshimot).

Lo sviluppo spirituale comincia quando si sveglia “il punto nel cuore”, il Reshimo spirituale.

Gradualmente, grazie ad un aiuto dall’alto, l’uomo passa dallo sviluppo naturale di questo Reshimo, al modo in cui comincia, per conto suo, ad accelerare lo sviluppo di questo Reshimo, con l’aiuto di una forza esterna, con l’influenza dell’ambiente. In questa maniera egli passa al cammino di Ahishena, il cammino della Luce.

Non riveliamo un nuovo libro; esiste già ed include in sé tutto il Mondo dell’Infinito: un desiderio che è pieno di Luce fino all’infinito.

Tutto però dipende dalla velocità con la quale lo “leggiamo”, cioè, in che misura riveliamo le Reshimot di questa realtà infinita che denominiamo libro.

Io divento il suo autore, perché per rivelarlo devo scrivere questo racconto della vita nel mio cuore, cioè, al di sopra dei miei desideri.

Racconto significa rivelazione; e per questo esigo la Luce Circondante che sveglia in me il prossimo Reshimo. In questa maniera, avanzo verso la meta.

Per questo, vedo tutto attraverso la luce che sviluppa, e non come passi obbligatori che non danno la possibilità di scegliere, cioè, attraverso l’oscurità.

Lezione quotidiana di Kabbalah – 27.05.2010

Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Vayikra”, punto 323, lezione 14
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Rav Yehuda Ashlag: Prefazione al commentario del Sulam, punto 24, lezione 9
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Rav Yehuda Ashlag: Introduzione allo studio delle Dieci Sefirot, punto 12 , Pag. 319, lezione 5
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Rav Baruch Ashlag: Articolo: “L’Amore degli Amici
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La spiritualità è l’unione dell’oscurità e della Luce

Lo Zohar, capitolo VaEra, punto 90: … “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore”, significa con ambedue le inclinazioni, l’inclinazione al bene e l’inclinazione al male, affinché le cattive qualità dell’inclinazione al male diventino buone …

Allora certamente non ci sarà differenza tra l’inclinazione al bene e l’inclinazione al male ed esse saranno una.

Nel nostro mondo non ci accorgiamo della differenza qualitativa tra il male ed il bene. Per questo non capiamo che queste due qualità si decretano l’un l’altra e si assecondano e non può esistere l’una senza l’altra.

Vorremmo immediatamente annientare tutto il male e lasciar esistere solo il bene; ciò che in questo istante consideriamo come bene.

La spiritualità si rivela nella differenza tra qualità opposte e non nell’aspirazione ad escludere od eliminare una di esse.

Entrambe le qualità esistono per la loro rivelazione e lo stesso stato spirituale si allinea ad entrambe le qualità unite, alla Luce e all’oscurità.

Inizialmente, non abbiamo le corrette definizioni interiori e non ci è chiaro cosa è la Luce e cosa è l’oscurità.

Dopo averle distinte, chiariamo che questa è la Luce e questa è l’oscurità, e preferiamo la Luce al posto dell’oscurità. Allora, prendiamo tutta la Luce e tutta l’oscurità, e dalla totalità di queste due, creiamo il nostro stato spirituale.

Non sopprimiamo nessuna di esse, perché se ne annulli una, scompare l’altra. Per questo creiamo la linea media tra queste due.

Nel nostro mondo una tale struttura non esiste, questo fenomeno, la linea media, non è conosciuto. Tentiamo sempre di sradicare i fenomeni indesiderati e sgradevoli. Ci sembra che non dovrebbero esistere in questo mondo;

ma nella spiritualità c’è posto per tutto e tutto deve esistere eternamente. Solo quando si uniscono tra loro in modo corretto, ci sarà un luogo per la loro esistenza unita e non separata.

Per questo i peccatori ed i giusti, la ricezione e la dazione, la fede e la conoscenza, si basano gli uni sugli altri.

Per questo, per il conseguimento dell’obbiettivo, sono ugualmente importanti. Come è scritto: “L’uomo deve ringraziare tanto il male, quanto il bene”.

La correzione del male si rivela nel suo uso corretto, insieme al bene, dove ambedue, uniti ed uguali, partecipano alla rivelazione della loro Fonte, il Creatore.

La linea media, l’anima, si crea da queste due e rivela la loro Fonte, il Creatore.

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