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L’anima sta tra la Luce e l’oscurità

Lo Zohar, capitolo BeHar, punto 66: … ci sono due creazioni nell’uomo, la creazione per il bene e la creazione per il male. Con la Torà, lui le separa e il Creatore gli da un anima di Lui per dominare su ambedue, la quale è buona e leggera, il mondo a venire, e quella che è cattiva e oscura, questo mondo, come è scritto “E lui soffiò nelle sue narici l’alito della vita”.

Tutta la realtà proviene dalla separazione tra la Luce e l’oscurità, quando possiamo realmente cominciare a “filtrare” le qualità che appartengono a questo mondo ed al mondo a venire.

Con l’aiuto dei chiarimenti, discernendo le qualità per la dazione e la ricezione, cominciamo a creare noi stessi. Tutto ciò che studiamo in questo mondo è un’esistenza animale, cioè, la nostra natura.

Perché si chiama animale? Perché l’animale non può maturare e rimane nello stesso livello di sensazioni.

Per questo, prima di cominciare ad usare la Luce per creare se stesso – distinguendo tra le qualità di dazione e ricezione, unendo tutto il tempo queste qualità di dazione, desiderando stare con esse e da esse creare se stesso – esiste solo l’uomo in questo mondo.

Come da una goccia di seme nell’utero della madre comincia a costruirsi il corpo dell’embrione, in questo modo l’uomo – con l’aiuto del gruppo, dell’ambiente, degli studi, delle intenzioni e di differenti azioni – deve provare ad aggiungere ed accumulare sempre di più le qualità della dazione. In questo modo, si crea in lui il corpo spirituale.

Ogni volta egli rivela una parte in più della dazione, desiderando unirsi a questa qualità, e questa viene denominata la sua prossima reincarnazione.

Ogni volta egli vede la sua nuova vita, la sua nuova possibilità, per aggiungere una volta e poi un’altra a se stesso, le qualità dell’uomo che è simile al Creatore, alla dazione (l’uomo “Adam” proviene dalla parola “Edome”, simile).

Foto della Notte Dell’ Unità a Tel Aviv

Foto della Notte Dell’ Unità per Shavuot che ha avuto luogo il 17 maggio 2010 a Tel Aviv, in Israele

Lezione quotidiana di Kabbalah – 21.05.2010

Shamati 241: “ Lo invocano, mentre è vicino”
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Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Punto 54
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Il Libro dello Zohar, Capitolo “VaYikra”, Articolo 129
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L’incontro con il Creatore sul ponte dell’amore

Domanda: Come posso dare ad altre persone se devo sentire i loro desideri come miei? Significa che sto dando a me stesso?

Risposta: No, in ogni modo li sentirò “come” miei, però la differenza tra loro e me rimarrà. Resterà l’odio e al di sopra di questo, edificherò il ponte dell’amore!

Dentro c’è un desiderio verso di me e contro di loro. Al di sopra di questo desiderio c’è uno schermo (la Luce Riflessa), cioè, c’è il desiderio di riempire loro invece di me; e quando riempio questi desideri, lo farò con l’intenzione di dare.

La sensazione di me stesso e di loro davanti a me ed anche i loro desideri come i miei, tutto questo diventa il Partzuf spirituale della mia anima. Tutti i desideri che erano al di fuori di me, adesso entrano nel “corpo” della mia anima, perché li riempio per la dazione.

Solo questi sono quelli posso riempire. Io vi partecipo come colui che riempie, come la testa, “Rosh de Partzuf”! Tutto il mio corpo sono i desideri altrui.

Se disegno il Partzuf spirituale, vediamo che la sua testa è l’io originale ed il corpo è costituito dai desideri di altre persone; ma in ogni modo, chi posso riempire per dare? Me stesso?

Attraggo la Luce per dare agli altri attraverso me stesso. Cioè, sono la testa che decide di farlo; e quando li riempio, divento il Creatore rispetto agli altri.
Per questo, sento come il Creatore si rivela all’interno di questo corpo dell’anima, cioè, nei loro desideri che sono diventati i miei! Questo Creatore sono io! Ciò significa che io mi unisco al Creatore.

Perché questi desideri appartengono ad altre persone, però io le riempio. Il risultato è che divento simile al Creatore!

In questo stesso modo è organizzato il Partzuf spirituale: nella testa si trovano i suoi pensieri, i suoi desideri, le sue decisioni su come bisogna agire, però nel corpo ci sono i desideri delle altre persone, i quali sono diventati per lui come suoi (amerai il tuo prossimo come te stesso). Per questo, lui sente il suo mondo nuovo e l’unione con il Creatore in questo corpo.