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Lezione serale sullo Zohar – 26.05.10

Il Libro dello Zohar – Capitolo “Vayikra,” Punto 305, lezione 22
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L’importanza di diffondere la saggezza della Kabbalah, parte 2

Baal HaSulam, “La Futura Generazione”, Prefazione (accorciata): C’è una leggenda su un gruppo di persone che si perse nel deserto e soffrì per la fame e la sete. Uno di loro trovò un luogo abitato pieno di abbondanza e cominciò a gridare e soffiare nel suo corno in modo che i suoi amici meno fortunati potessero sentirlo e raggiungerlo il quel luogo pieno di abbondanza.

Tutta l’umanità è persa in un orribile deserto, ma noi abbiamo scoperto i libri di Kabbalah, una fonte che può riempire le nostre anime di vita. Ricordiamoci dei nostri amici che sono ancora persi nel deserto, e quindi, soffiamo nel corno sperando che essi possano udirci, avvicinarsi a noi e diventare felici come lo siamo noi.

In questo mondo, la conoscenza ci aiuta a provvedere ai nostri bisogni fisici. A parte ciò, ci sviluppiamo attraverso le avversità e l’afflizione, cercando disperatamente di prevenire il dolore e la sofferenza. Immaginate che ci sia un libro che descriva il modo di raggiungere l’ordine, la fiducia e la tranquillità, un libro che garantisca la pace nel mondo e nella nostra vita quotidiana. Con esso, abbiamo una chance di correggere il nostro futuro.

L’ appello a studiare la Kabbalah
Non mi considero una persona speciale, così se io sono riuscito a trovare qualcosa di cui ho bisogno per la felicità in questi libri, allora lo potete fare anche voi.

Perché “Soffio nel corno”?
Prendo tutto ciò che accade e l’opportunità che ci si è presentata adesso è così vicina al mio cuore che io non posso semplicemente esitare ancora. Ho deciso di divulgare la via per raggiungere la felicità. Così ho raggiunto la gente ed ho soffiato nel corno perché, a mio parere, vale la pensa di farlo in modo da riunire assieme tutti “gli eletti”, i quali, studiando e comprendendo questi libri, porteranno se stessi ed il mondo intero sul piatto dei meriti.

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 26.05.2010

Il Libro dello Zohar, Capitolo “VaYicra”, Punto 264
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Rav Yehuda Ashlag, Prefazione al Commentario del Sulam, Punto 22
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Rav Yehuda Ashlag, Introduzione allo studio delle Dieci Sefirot, Punto 9
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Rav Baruch Ashlag, “ Cosa significa Ama il tuo Amico come te stesso?”
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Dov’è il vero me?

Fino a quando non limitiamo noi stessi in base alle condizioni dettate dalla Seconda Restrizione (Tzimtzum Bet), continuiamo a vivere senza uno schermo e a rimanere “sparpagliati.” È per questo che siamo soggetti all’influenza della prima restrizione (Tzimtzum Aleph).

È obbligatorio uniformare i nostri desideri alle condizioni della Seconda Restrizione , lo stato in cui eravamo prima della rottura dei vasi. I desideri associati a queste condizioni simbolizzano “l’esodo” da noi stessi verso le nostre anime. Chi sono quelle “altre anime?” Sono i miei stessi desideri tagliati via da me come se fossi stato già circonciso. Non ero io bensì il mio Padre e Madre superiori (Aba ve Ima) che eseguirono questa circoncisione su di me prima ancora che potessi sentire me stesso, la mia anima.

Poiché tutti coloro che vivono in questo mondo devono raggiungere la correzione, Aba ve Ima ha deciso di facilitare il nostro compito dividendo il nostro vaso spirituale in due parti: desideri interiori e i desideri esteriori. Allo scopo di permetterci di operare solo con i nostri desideri esteriori evitando di fare errori.

Pertanto, il nostro mondo è chiaramente diviso in due parti: me e il mondo esterno. Anche se i miei desideri interiori sembrano più importanti devo continuare a lavorare su quelli esteriori dal momento che rappresentano i miei desideri del livello superiore “parlante”. Mentre rimango nei miei desideri devo imparare a preferire i desideri degli altri e questo significa che correggo me stesso e lavoro con i desideri al livello della secondo restrizione.

I desideri della seconda restrizione sono localizzati al di fuori di me mentre i desideri della prima restrizione rimangono all’interno. Tutto il mio desiderio è diviso in due parti, esteriore ed interiore, e questo mi è di grande aiuto.

Dobbiamo essere grati al Creatore per averci concesso una doppia percezione della realtà che ci mostra come comportarci e ad evitare errori. Al livello della seconda restrizione i nostri desideri sono già stati tagliati via da noi e chiariti: essi costituiscono la realtà al di fuori di noi. Il nostro lavoro consiste nel cambiare il nostro atteggiamento verso “la parte esterna” di noi ed enfatizzando la sua importanza con l’aiuto del gruppo e della Luce Superiore.