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Il mondo di un animale è il mondo dell’uomo

Il Rabbi Akiva ha detto: “Ama il tuo prossimo come te stesso; questa è la grande regola della Torà!”

Perché l’amore verso il prossimo è la grande regola, la base, ciò che ci divide chiaramente in due parti: quella animale e quella umana?

Se amo me stesso sono un animale. Se amo il prossimo sono un uomo. Se sono un animale sento solo questa vita materiale, e nella misura in cui comincio ad amare gli altri, comincio a percepire il Creatore, il Mondo Spirituale.

Dove sento la spiritualità? All’interno di questa stessa forza dell’amore che si chiama il mio vaso spirituale, il Kli.

Adesso il mio vaso è l’amore egoista, il desiderio di amare me stesso, nel quale oggi sto sentendo questo mondo. In una realtà egoista scopro ciò che è buono o male per me.

Il mondo, la moltitudine delle sue sfumature, lo sto scoprendo solo in relazione a me stesso. Tutti i suoi colori e suoni dipendono da se sono benefici o non per me. Ho paura di alcune cose, ne desidero altre, una cosa la rifiuto ed un’altra la attraggo.

Qualsiasi influenza, si scopre nei miei sensori come azione rispetto al mio amor proprio. Per questo, tutto ciò che non si relaziona a questo, io non lo vedo, non scopro la sua esistenza!

Davanti a me c’è il completo infinito, ma non lo sento! Rispetto a me questo infinito è come se non esistesse, perché non mi causa né bene né male.

L’amore egoista determina il volume dell’universo che sento. Di tutto il Mondo dell’Infinito, sento solo una minuscola sfera: il mio mondo.

Quando comincio ad uscire da me stesso, dal mio desiderio precedente, sentendo ciò che è buono per gli altri (ovvero per il prossimo), questo si chiamerà il Mondo Superiore, il Mondo Spirituale. Allora scoprirò un Universo totalmente diverso.

Anche se adesso, nel piano materiale, mi disconnetto dai miei pensieri e comincio a pensare ai miei amici, questo mondo sarà totalmente diverso. Perché ha diversi problemi e relazioni.

Per questo, quando scopro cosa è importante per il prossimo in relazione a me, questo si chiamerà il Mondo Superiore, spirituale.

Per lui continuerà ad essere lo stesso mondo materiale, egoista; ma quando desidera entrare nella stessa realtà e scoprire il suo mondo dal suo interno, questo diventerà per me la spiritualità.

Questo esercizio mi permette di uscire al di fuori di me stesso e percepire il Creatore. Percepirò proprio Lui in te. Come è stato detto: “Il Creatore si trova all’interno del suo popolo”.

Lezione quotidiana di Kabbalah – 20.05.2010

Preparazione per la lezione , Shamati 224 “Yesod de Nukva e Yesod Dekura
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Il Libro dello Zohar, Capitolo “VaYikra”, Articolo 105
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Rav Yehuda Ashlag, Prefazione al Commentario del Sulam, Punto 12
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Rav Baruch Ashlag, “Lo Scopo della Società 2”
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Da cosa dipende il mio futuro

L’ambiente e il maestro sono gli unici fattori che determinano il futuro dell’uomo.

In ogni momento deve vedere il suo stato, come se ricevesse dall’alto tutto il necessario e l’unica cosa che gli resta da fare è di unirsi con l’ambiente corretto.

Questo è sempre presente, dobbiamo solo saperlo scegliere. In ciò consiste il nostro unico libero arbitrio, perché il resto è il risultato di questa scelta.

Per questo non devo preoccuparmi di niente, eccetto da dove ricevo la mia alimentazione, con chi sono in contatto, chi mi influenza! Cioè, pensare sempre non a me stesso, ma con quale ambiente sono connesso.

Se una persona vuole dirigere il suo sviluppo, la sua vita ed il suo destino, allora deve pensare solo con chi è in contatto.

Però, per un essere umano, non è caratteristico pensare a questo! Pensiamo costantemente a noi stessi. Chi sono e cosa mi succederà? Qual è il senso della mia vita?

Mi pongo queste domande internamente e sono corrette! Ma come penso di risolverle? Con cosa unisco la loro soluzione?

I cabalisti spiegano che la soluzione dipende solo dall’ambiente; e per questo, devo dirigere immediatamente il mio sguardo alle forze esterne che influiscono su di me, perché la loro influenza determina tutto il mio futuro.

In essenza questo non è qualcosa di esterno, ma l’unico sistema delle anime, una parte integrale del mio corpo spirituale, nel quale c’è stata la frammentazione e che devo correggere.

Solo lì posso cambiare qualcosa, con gli altri desideri non posso far niente.

È come se mi seppellissi in un archivio e leggessi un protocollo degli avvenimenti predeterminati da molto tempo. Posso influenzare in qualche modo solo il mio ambiente, ed è un peccato sprecare la mia attenzione su altre cose.