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Figlio significa “comprensione”

Isacco è la forza che cresce davanti ad Abramo e serve come “aiuto contro di lui”.

Allora, la persona comincia a rivelare che lo spirituale non è semplicemente una sola forza. Prima la persona non capiva come potessero esistere due opinioni opposte ed ambedue essere nella ragione.

Non capiva che la verità si chiarisce proprio nello scontro e nel confronto perché pensava che tutto fosse chiaramente determinato ed univoco.

Adesso, lavorando con la sua qualità di Isacco e correggendola, la persona comincia a capire che tutto non è così univoco come pensava nel suo egoismo, quando vedeva solo il suo desiderio di gioire ed il piacere contro di lui.

Adesso la persona vede che la linea sinistra e la linea destra possono avere ragione, essere ugualmente sacre ed ambedue aiutare nell’avanzamento.

Ambedue possono essere opposte, ma nella creazione c’è posto per entrambe ed entrambe sono connesse al Creatore.

L’uomo include entrambe le qualità in se stesso. Grazie alla sua qualità di ricezione, egli resta come il creato che esiste separatamente dal Creatore. Al di sopra della qualità di ricezione, c’è la qualità della dazione che l’uomo ha adottato dal Creatore.

Per questo, egli avrà sempre il confronto interno tra queste due forze.

Solo creando Isacco, Abramo comincia a capire la sua vera posizione in relazione al Creatore. Per qualcosa figlio (Ben) significa “comprensione” (Lehavin), Binà, cioè un nuovo gradino.

Contare sull’uscita dall’Egitto è un comandamento

Lo Zohar, capitolo Bo, punto 179: il comandamento che segue tratta della lode dell’esodo dall’Egitto, che è obbligatorio per l’uomo per sempre.

Ogni uomo che racconta la storia dell’esodo dall’Egitto e si diletta con questa storia, si rallegrerà con la Divinità (che è la gioia in tutte le direzioni) nel prossimo mondo.

Questo è un uomo che si diletta con il suo padrone ed il Creatore si diletta con questa sua storia.

Il comandamento è l’ordine del Creatore, una legge della Natura, un obbligo dell’essere umano.

Il Creatore è la Natura. In Natura è stabilito che dopo la nostra uscita dall’egoismo verso la qualità della dazione, dobbiamo “contare” sull’uscita dall’Egitto. Contare significa controllare, conoscere, capire, ricercare, percepire in tutta la sua profondità la Luce che ci influenza, i processi che il nostro desiderio di ricevere piacere ha attraversato e come abbiamo partecipato all’azione della Luce: inconsciamente, automaticamente o indipendentemente.

Senza la comprensione, in tutta la sua profondità, del processo che ci è capitato, non possiamo arrivare alla percezione del Creatore.

È impossibile saltare da uno stato non corretto ad uno corretto. Fino a che non capiremo la creazione, non capiremo il Creatore e non diventeremo simili a Lui.

Da me (correggendo me stesso) Lo percepisco (dentro di me, Borè=Bo-Rè, raggiungo e percepisco nel mio movimento interiore, nel mio cambiamento).

Nel nostro punto nero della creazione, creato “dal niente”, dobbiamo ripetere tutte le azioni della Luce affinché ciò ci riempia, però deve riempirci nella percezione, nella conoscenza, nella sensazione.

Per questo, ci è stato dato questo ordine: percepire in profondità tutto il processo che ha luogo nel desiderio egoista fino a raggiungere la dazione, cioè “contare” sull’uscita dall’Egitto.