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Creare pulcini spirituali

Nella sua evoluzione, l’umanità è passata attraverso tutte le tappe dello sviluppo inconscio (animale).

D’ora in avanti, dobbiamo evolvere noi stessi verso Adam (la somiglianza con il Creatore). Non c’è altra opzione. Questo obbiettivo deve essere realizzato. Se non lo facciamo, le qualità che non correggiamo provocheranno grandi sofferenze che in ogni modo, ci obbligheranno a realizzare il programma della creazione.

Per questo, non è possibile fare niente senza la scienza della Kabbalah giacché questa ci spiega come rivelare il Creatore e basandoci su queste conoscenze, ci correggiamo e costruiamo “un’incubatrice” per il nostro sviluppo.

Se non lo faccio, allora il Creatore viene in mio aiuto nella seguente maniera: le stesse forze che avrei dovuto usare per la creazione dell’incubatrice e che non ho usato, mi vengono rivelate da Lui in maniera negativa.

Egli mi costruisce questa incubatrice però apparentemente, sembra essere rotta. Quando poi, comincio a rivelarla, vedo che non era essa ad essere rotta, ma la mia attitudine.

L’incubatrice va bene dal principio e non appena lo desidero, essa immediatamente comincia ad agire e a prendersi cura di me; mi alleva per trasformarmi in un futuro “pulcino”.
Ma ora devo partecipare a questo in maniera contraria a come agivo nei gradini anteriori (inanimato, vegetale ed animale) nei quali invece di me, era la Natura a fare tutto per me.

Adesso sono io a dover mettere in moto questo sistema. Cioè costruisco una macchina che rimpiazza il Creatore! Perché se passo ad essere il suo creatore, allora diventerò come il Creatore! Termino il lavoro su di me, lavoro che il Creatore non ha terminato e me ne ha lasciato l’incarico.

L’incubatrice spirituale è il Creatore (la Luce che riporta alla Fonte), l’ambiente, il maestro ed i libri, cioè, tutto ciò che influisce sul nostro sviluppo spirituale. Bisogna organizzare tutto questo in maniera ottimale, affinché questa incubatrice spirituale si prenda cura di noi e ci porti fino allo stato assoluto; cioè, che possa fare di noi un uomo simile al Creatore.

Così sarà l’incubatrice nella quale creeremo i pulcini spirituali. È la maniera in cui devo trattare la mia anima.

Non morire, ma nascere!

Lo Zohar, capitolo Chaiei Sara, p.172: “E lui fece inginocchiare i cammelli fuori dalla città in una fonte d’acqua”.

Fuori dalla città”, significa nel cimitero. “In una fonte d’acqua”, il che precede la resurrezione dei morti nel cimitero.

Questi sono coloro che si sono sforzati nella Torah, poiché cos’è la prima cosa che si domanda ad una persona quando arriva alla tomba?

Se ha stabilito dei tempi di studio per la Torah, così come è scritto, “E la stabilità dei tuoi tempi”. Ed è ancora di più quando lei esce, non è logico che siano resuscitati prima.

Domanda: Come ad una persona, che sta nella tomba, aiuta il fatto che prima studiasse la Torah?

Risposta: Studiava la Torah e grazie a ciò ha ottenuto un tale stato, quando “è morta” nel suo gradino anteriore ed “è entrata nella tomba”, però adesso sta rinascendo e riceve una nuova incarnazione, nasce in un nuovo gradino.

Il desiderio di ricevere piacere era nello stato di embrione (ibur), però quando lo ha terminato, doveva nascere. Per questo il suo stato anteriore viene chiamato la sua “tomba”.

Lo stesso utero, nel quale c’era la sua vita, il suo mondo che ha visto da un limite all’altro e nel quale stava crescendo, adesso diventa la sua tomba.

Il suo desiderio egoista che annulla e con il quale non può più lavorare, deve trasformarsi in un nuovo stato.

Ed è per questo che le chiedono: “Hai studiato la Torah? Avevi il desiderio di farti influenzare dalla luce?

Adesso scoprirai il tuo nuovo stato.
Per questo hai tutti i tuoi sforzi, che hai depositato durante anni di sviluppo spirituale all’interno dell’utero e ora questo utero diventa la tua tomba e da essa nasci con un nuovo desiderio.

E con cosa possiamo arrivare ad un nuovo gradino? Perché non saltiamo questi gradini?

Perché dobbiamo accumulare dei desideri nel gradino anteriore, nei quali potremo capire e rivelare un nuovo gradino.

Un nuovo gradino non discende come qualcosa di fatto. Gli stessi desideri nei quali mi trovavo prima e con i quali lavoravo, adesso si perfezionano e diventano un nuovo gradino