Pubblicato nella '' Categoria

Il miracolo dell’esilio dall’Egitto

Lo Zohar, capitolo Bo, punto 121: è scritto, “che ti ha portato fuori dal paese d’Egitto”. “Ricordati di questo giorno nel quale sei uscito dall’Egitto”.

Ti ha portato fuori dall’Egitto, con la Sua presenza e con la Sua grande forza”. “Il Signore ti ha portato fuori da questo”. Cinquanta volte si menziona l’esodo dall’Egitto nella Torà.

Cinquanta è un gradino completo, 10 Sefirot di Malchut e 40 Sefirot di Binà, tutte unite. Tutta Malchut deve ascendere da sé in tutto il gradino completo.

L’uomo deve sentire queste due forze dentro di sé, una davanti all’altra.

Per questo, la liberazione non verrà prima di finire l’esilio, raggiungendo un’orribile sensazione di non avere forze per uscire dal nostro egoismo; ed unito a questo, dobbiamo semplicemente fare questo!

Quando sentiremo questa opposizione, con tutta la sua forza, si apriranno le acque del Mare Finale e lo attraverseremo.

L’uomo non sa come si rivela. Questo viene chiamato miracolo. Lo provoca lo stesso uomo, quando si trova in un vicolo cieco.

Da un lato, l’uomo non capisce come può uscire: egli non ha nessun potere e nessuna forza.

Non capisce neppure che possa esistere una Forza Superiore che potrebbe cambiare la sua natura. Dall’altro lato, si rivela questa forza che si trova al di sopra della natura.

Ciò accade solo come un miracolo, cioè, al di sopra di questo stato, di questa natura che si chiama “Egitto” e che forma tutta l’essenza umana.

Materiale correlato:

Laitman blog: Tutta l’umanità sta uscendo dall’Egitto
Laitman blog: Riveliamo il Creatore nel Nostro Egoismo – IL FARAONE

Le origini della festa di Pesach

Oggi iniziano sette giorni speciali della festività di Pesach.

Durante tutti questi giorni, dobbiamo avere un’intenzione corretta e costante perché è un periodo speciale.

Non celebriamo tradizioni, né cerimonie religiose. Siamo molto distanti dalle azioni che la gente compie perché è educata in questo modo dall’infanzia o è diretta da obbiettivi egoistici di ricevere delle ricompense in questo mondo o nel mondo a venire.

Quelli che studiano la Kabbalah desiderano prima di tutto rivelare il Mondo Superiore e le azioni spirituali. Solo dopo, vedendo i loro effetti e le loro radici, sono disposti a rispettare ed osservare le tradizioni con la stessa intenzione, come le stesse azioni spirituali.

Abramo ed i suoi discepoli furono i primi a percepire la connessione dei rami e delle radici. Prima Abramo fabbricava idoli ed era un sacerdote nell’Antica Babilonia.

Svelando però lo spirituale e le sue conseguenze nel materiale, scoprendo che dal mondo spirituale al nostro mondo, discendono le forze che mettono in moto questo mondo, egli crèo il linguaggio dei rami, che è una descrizione del Mondo Superiore, delle radici, con l’aiuto delle parole del nostro mondo, dei rami.

Allora egli rivelò tutta la realtà – materiale e spirituale – come un tutt’uno. Per questo, le sue azioni spirituali e terrene si unirono; ed in questo modo insegnava ai suoi discepoli.

Riguardo a ciò, è scritto che i patriarchi (i primi cabalisti) compivano tutta la Torah prima della sua ricezione sul monte Sinai;

perché la rivelarono dalla loro percezione del mondo spirituale, dalle azioni spirituali. In base a questo, essi compivano le stesse azioni anche nel nostro mondo, percependo tutta la realtà come un tutt’uno.