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La vita davanti allo specchio

Mentre noi ci troviamo nella percezione di questo mondo, non possiamo capire che questa è immaginaria.

Visto che ora la materia è la mia unica realtà e non sento nient’altro.

Devo cominciare a percepire chiaramente il mondo in due gradini: materiale e spirituale, affinché possa capire che uno dei due è immaginario.

Ciò non significa che questo gradino non esista! “Immaginario” significa che è un riflesso della vera forma. Il secondo gradino (quello spirituale) è la vera forma.

In altre parole, c’è qualcosa di vero ed il suo riflesso, come in un specchio. Non è possibile dire che questo riflesso non esista! Proprio attraverso questo riflesso arrivo alla percezione della forma spirituale.

Non percepisco mai la forma spirituale in maniera separata, per conto suo. In tutto il cammino della correzione, quando la persona sviluppa sempre di più la percezione spirituale dalle forme del Creatore, le rivela all’interno delle forme immaginare di questo mondo.

Non posso disconnettermi da esso, mentre salgo tutti i 125 gradini della scala!

Durante tutto il cammino della correzione, in tutte le tappe della rivelazione, la percezione spirituale si rinforza, basandosi su queste due forme: immaginaria e reale.

La forma immaginaria si chiama solo così: immaginaria. Forse immaginiamo solo il nostro mondo? Viviamo in esso! Oggi è tutta la nostra realtà!

Però, quando cominciamo a rivelare la vera realtà – dalla quale ci arrivano le forze, le decisioni, i fatti, mentre qui in questo mondo esiste solo il suo riflesso che ci aiuta a concepire la vera realtà – allora chiamiamo questo mondo “mondo immaginario”.

Questa non è una fantasia inesistente, è necessaria per discernere lo spirituale.

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La Patria. Canzone di Archadii Duchin

La patria

Soltanto quel posto , dove tutti hanno sostenuto l’un l’altro
Ed amano l’uno all’altro,
sarà per me la patria.
Soltanto quel posto , dove tutti chiedono,
In che consiste il senso della mia vita,
Soltanto là riuscirò a trovare il senso.

Ritornello:
Ma per ora sono estraneo nel proprio paese,
Estraneo nel proprio mondo,
Estraneo , estraneo in se stesso.
Ma per ora il mio è il mio , il tuo è il tuo,
Estraneo nel proprio mondo,
Estraneo , estraneo dentro se stesso.

Soltanto quel posto , dove tutti si aiutavano l’uno con l’altro
E si prendono cura l’uno dell’altro,
Sarà per me patria.
Soltanto quel posto , dove tutti chiedono,
Quale è il senso della mia vita,
Soltanto là potrò trovare il senso.

Ritornello

Il punto cruciale della creazione

Domanda: Non è chiaro, come da un lato posso realizzare il desiderio di ricevere il piacere e dall’altro desiderare di identificarmi con il Creatore? Perché uno contraddice l’altro…

Risposta: Prima di tutto, il mio gioco con il desiderio di godere, proviene da due attributi: dalla dazione e dalla ricezione.

Perché se mi trovo solo in un attributo, allora sono uno schiavo. Con un solo attributo non capisco neanche cosa faccio, realizzo solo i miei desideri, come qualsiasi altro individuo “della strada”.

Egli segue i suoi desideri e gli sembra che siano propri. Questo dura tutta la sua vita fino alla sua morte. Per questo, con lui non fanno calcoli né in questo mondo né in quello a venire.

Semplicemente, il desiderio del Creatore si realizza tutto il tempo fino a che arriva in questo stato, quando all’interno di questo desiderio se ne sveglia un altro, il desiderio di dare. Allora la creatura comincia a sentire il suo Creatore.

Anche noi in questo ciclo cominciamo a sentire che, oltre alla stessa azione esiste uno che agisce dentro di noi.

Da queste due sensazioni, comincio a distinguere che tutto quello che desidero, non sono davvero io a desiderarlo, ma è Lui che ha posto la sua mano su di me ed ogni volta realizza diversi cambiamenti in me, ed io per obbligazione e con precisione compio tutto.

Allora comincio a relazionarmi al mio stato attuale da due punti:

1. Lui agisce in me e questa è chiamata la mia natura.
2. Qual è la sua intenzione? Cosa vuole Lui con questo? Perché lo fa?

Ciò significa che alla fine della tappa “alef” (1) comincia a svegliarsi la sensazione del Creatore da questa tappa, dalla tappa “shoresh” (0); ed allora la tappa “alef” vuole trasformarsi nella tappa “bet” (2): essere dazione.

Noi adesso siamo proprio in questo stato: nella transizione dalla tappa “alef” alla tappa “bet”. Tutto dipende da quanto distingueremo le azioni del Creatore dentro di noi.

Da questo momento ed in seguito, devo percepire ogni desiderio che mi arriva come se non fosse mio. “Voglio bere! È una menzogna! Questo non sono io!”

Ciò significa che in ogni stato mi elevo al di sopra del desiderio, cioè essere uno con il Creatore che è in questo desiderio. Mi elevo al di sopra del desiderio e comincio a chiarire cosa vuole Lui da me.

Dopo puoi fare con i tuoi desideri tutto quello che vuoi, però solo dopo aver controllato, visto, ricevuto la decisione, vai avanti.

(La sensazione che è il Creatore a mettere in me i desideri ed io automaticamente li compio, già proviene dalla percezione che Lui esiste, Lui mette in me…. Lui esegue anche. Ed io dove sono?

In questo modo l’essere umano percepisce la sua vita nella sua conclusione e capisce che non esiste per lui un giudizio, né una ricompensa, né l’inferno, né il paradiso, niente …)

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