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Lezione introduttiva: “Sukkot” – 21.09.2010

Kabbalah per il Popolo, Lezione introduttivaSukkot
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Una Guida Al Libro dello Zohar: Il gruppo è il mezzo per lo sviluppo spirituale

Citazioni dal mio prossimo libro, Un Guida al Libro dello Zohar.

Per prepararci allo sviluppo spirituale, il Creatore risveglia due sensazioni in noi. La prima è la vanità di questo mondo e la seconda è l’aspirazione a raggiungere la fonte della vita, il risveglio del “punto nel cuore”. Il punto nel cuore, come una carica in un campo elettrico, ci porta in un luogo in cui possiamo dargli nutrimento e riempimento. Questo posto è il gruppo.

Possiamo realmente vedere come le persone in cui si risveglia un punto nel cuore siano attirate naturalmente l’una verso l’altra. È sempre il caso nella società umana in cui le persone con desideri simili si attirano reciprocamente e si riuniscono in gruppi. Un gruppo è un posto in cui la gente realizza la connessione con il suo prossimo su un livello pratico, basato su nuovi principi di amore ed unione, invece dell’odio e dell’isolamento.

Quindi, il lavoro nel gruppo è necessario ed obbligatorio per raggiungere la rivelazione del Creatore. Esso permette ad una persona di valutare davvero la sua attitudine verso il suo prossimo e di non cadere in illusioni riguardo alla spiritualità o alla sua personale connessione con il Creatore. Dopotutto, il Creatore è la qualità di amore e di dazione che risiede nella connessione corretta tra di noi.

Simili gruppi sono stati sempre creati nel corso della storia umana. Cambiando queste relazioni nel gruppo verso la dazione comune e l’amore delle persone, hanno creato le condizioni necessarie per percepire la vera realtà, quella Superiore. Leggere dei libri nei quali hanno scritto riguardo al mondo che hanno rivelato, ci permette di acquisire l’enorme esperienza accumulata da loro e di capire come realizzare una nuova vita lungo il cammino più breve ed efficace.

Un simile gruppo è chiamato un gruppo di kabbalisti. Il loro scopo è di unirsi reciprocamente nello spirito di ciò che è scritto nella Torah: “Come un solo uomo con un solo cuore”, “Non fare ad un altro ciò che è odiato da te” e “Ama te stesso come il tuo prossimo”. Quindi, essi si correggono e raggiungono l’equivalenza con il Creatore.

Lezione quotidiana di Kabbalah – 21.09.2010

Scritti di Rabash, Shlavei HaSulam, Art. 32
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Il Libro dello Zohar, VaYechi “E Giacobbe visse nella terra d’Egitto”, Punto 366, Lez.22
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Rav Yehuda Ashlag: Talmud Eser Sefirot, Volume 6, Parte 15, Punto 100
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Dal Libro di Shamati, Articolo 96
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L’orgoglio ci isola dalla luce

È detto, “non posso abitare nello stesso luogo dell’orgoglioso”. Dove c’è orgoglio, non può esserci la Luce.

Dapprima, l’ospite offre a se stesso il cibo della tavola del Padrone di casa; egli non sente o vede che il Padrone di casa esiste. Improvvisamente egli scopre che il Padrone di casa esiste, ed i piatti che offre a se stesso arrivano dalla Sua tavola, di cui tutto appartiene al Padrone di casa. Un ospite impara anche che i piatti sul tavolo non sono stati posti lì accidentalmente; piuttosto, sono stati preparati specificamente per lui con amore. Egli vede che il Padrone di casa lo ama e deve contraccambiare in qualche modo. Ecco perché diviene incapace di ricevere da Lui. Non sa cosa fare!

Il problema non è nella ricezione, ma nella relazione in sé. Non voglio sentirmi in debito e non voglio neanche essere in un posto nel quale sono amato ed odiato troppo. Inoltre, un’eccedenza di amore è un ostacolo, poiché non c’è niente con cui possa ripagare o rendere per essa.

Come Lo posso ripagare per l’amore che ho ricevuto? Posso accettare il piacere da Lui, ma è la mia parte animata che riceve il piacere ed in più il Suo amore è diretto all’essere umano che è in me! Cosa dovrei fare? Attraverso questo, Egli mi forza a relazionarmi a Lui con tutto il mio cuore. O devo smettere di fargli visita oppure pensare ad una maniera di ripagarlo.

Quindi, mi separo da Lui con l’orgoglio, usandolo come una barriera. Mi elevo al di sopra della Sua attitudine verso di me, al di sopra dell’amore e dell’odio come se non esistessero. Esso opera in me come una forza protettiva, una difesa personale che mi permette di non sentire vergogna o amore.

L’orgoglio si origina dallo spazio vuoto nella creazione e scaturisce dal Serpente, Malchut del Mondo dell’Infinito. Tutte le altre proprietà possono essere corrette dall’orgoglio perché ci separa dal Creatore e rompe la connessione con Lui.

Se sono in un gruppo, tutto è ammissibile (conflitti e così via) eccetto l’orgoglio. Essendo orgogliosi, una persona si isola dall’influenza di chi la circonda e per tanto non ha possibilità di avanzare.

(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 14/07/2010, “Introduzione al Libro, Panim Meirot uMasbirot)

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