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Lezione quotidiana di Kabbalah – 13.04.2015

Scritti di Rabash, “I gradini della scala”, articolo 44 (1991)
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Scritti di Baal HaSulam, Articolo “La Pace nel mondo”
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Scritti di Baal HaSulam, articolo “L’Essenza della religione ed il suo scopo”
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“Giochi della mente” o “Chi sta giocando con Noi?”

Domanda: Il Libro dello Zohar sembra raccontarci di uno sconosciuto mondo virtuale. Ieri, ho visto un popolare film scientifico A Beautiful Mind Our brain deceives us (Una bellissima mente, il nostro cervello ci mette fuori strada). Gli scienziati sono arrivati a capire che il nostro cervello riceve dei segnali elettromagnetici, e dipinge un mondo che non esiste.

Alla fine, concludono che ci troviamo tutti in una specie di gioco; non sappiamo chi lo controllo e per quale ragione. Riusciresti a continuare questo film e a spiegare chi gioca con noi?

Risposta: Nella sezione della Kabbalah, “Percezione della Realtà“, studiamo che l’intera realtà che percepiamo è percepita dentro di noi; il nostro cervello la “dipinge” nella forma del disegno che apparentemente ci circonda. Non c’è nulla al di fuori di noi: nessuno spazio o niente che lo riempia. Tutto ciò che percepiamo è percepito soggettivamente da noi. Tutto succede solamente dentro di noi. Stiamo parlando di tutti noi, ed il mondo circostante sembra essere oggettivo, come se esistesse al di fuori di noi e senza di noi, ma la nostra percezione funziona solamente rispetto a noi, rispetto ai nostri organi sensoriali.

I Kabbalisti parlano della relatività della percezione da quasi 6.000 anni. Il Libro dello Zohar, scritto 2.000 anni fa, parla della Terra in forma di sfera. Descrive l’evoluzione, tutti i cambiamenti in natura e nella società, la crisi del nostro tempo e la sua soluzione. Dobbiamo solamente applicare questa conoscenza e con il suo aiuto superare la crisi ed entrare in una nuova visione del mondo.
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Parole vive che penetrano dritto nell’anima

Dall’articolo di Rabash “La differenza tra l’elemosina e i regali “: Quando una persona applica un sacco di fatica per un lungo periodo di tempo, ma non raggiunge alcun risultato, comincia a percepire il dolore e la sofferenza, perché ha investito un sacco di energia, ma non vede alcun progresso nella sua opera.

Allora gli giungono una ad una delle contemplazioni. Una volta si dispera e poi si rafforza, poi cade e risale ancora e ancora. Questo processo continua fino a quando in lui non si forma un vero desiderio che scaturisce dalla fatica provata al momento delle salite e delle discese. Con ogni ascesa e caduta, egli accumula e sente dolore perché non si è ancora fuso con il Creatore. Quando il vaso del proprio sforzo diventa completamente pieno, allora questo viene chiamato un desiderio spirituale e il Creatore lo riempie dato che ora si è raggiunto un vero desiderio.

Se dopo diversi anni di lavoro capisci improvvisamente che stai regredendo, questo avviene intenzionalmente affinché tu possa sentire il dolore della non fusione con il Creatore. È necessario, quindi, rendersi conto che ad ogni giro di salite e discese, ti stai avvicinando alla creazione di un vaso vero. È impossibile ottenere il riempimento perfetto prima di ottenere un desiderio perfetto .

Vediamo che ogni anno che passa ci porta una migliore comprensione delle parole del Rabash. Egli spiega tutto in maniera molto accurata e le sue parole penetrano nella profondità delle nostre anime.

Devono passare molti anni di ascese e cadute di ogni possibile tipo fino a quando si inizia a sperimentare una vera e propria necessità di acquisire le proprietà della dazione. Succede a causa del lavoro che la Luce opera su di noi, in risposta alle fatiche che applichiamo. Inoltre, “Ciò che non viene svolto dalla mente sarà realizzato dal tempo. Grazie alle nostre attività come: i nostri studi, la divulgazione, il sostegno reciproco e i congressi, ci siamo integrati gli uni negli altri. Questo significa che tutti attraversano i cambiamenti, anche se alcuni di voi li attraversano più velocemente di altri.

Alcuni di voi si confondono osservando altre metodologie, permettendo che influenze aliene e dintorni abbiano un impatto su di voi. Qui, non intendo il tipico ambiente in cui viviamo tutti, ma piuttosto i vostri tentativi di trovare pratiche spirituali alternative. Quindi ognuno di voi avanza a modo suo, ma dal momento che ognuno è incluso negli altri ed è d’aiuto per tutti gli altri, ci sono delle salite e delle discese che servono come un buon segno del lavoro interiore che fate.

Come risultato, la persona comincia a percepire che la dazione non gli è più ” estranea”. Non è più insipida, insapore, o inodore; non sono parole vuote sulla dazione, sul dare piacere al Creatore, e sull’amare il nostro prossimo, che in precedenza sembravano slogan privi di vita. Si comincia a sentire, tutto ad un tratto, il loro gusto, e questo significa che dentro di lui cominciano a prendere forma i vasi spirituali. Iniziamo a percepire dentro queste parole la vita reale, un sapore: amaro o dolce, salita o discesa.

Amarezza e dolcezza si fanno sentire nel cuore, e superiore o inferiore vengono valutati secondo la ragione. Questo è il nostro modo di valutare questi concetti, e improvvisamente cominciano ad innescarsi dentro di noi delle risposte interiori. Quando una persona ascolta parole di amore o di odio in relazione al lavoro spirituale, in relazione al dare e al ricevere, reagisce ad esse nel proprio cuore e nella propria mente. In questo modo, inizia a distinguere interiormente tra queste due qualità.

Questo, tuttavia, non è sufficiente. Egli dovrebbe continuare a lavorare fino a quando non appare un vero desiderio per il Creatore, la perfetta proprietà della dazione. Nulla è incompleto nella spiritualità. Il vaso spirituale più piccolo, che si rivela in una persona, il desiderio di fondersi con il Creatore, la proprietà di dazione che lo riempie completamente, è in realtà la persona intera.

Egli intuisce di essere completamente definito da geni spirituali (Reshimot) che si dispiegano in lui. Al livello successivo, egli scoprirà che la sua precedente Reshimo costituiva solo un grammo delle sue Reshimot successive, che a loro volta già pesano un milione di tonnellate. Finora, è come un bambino che ha ricevuto una caramella, è completamente assorbito da essa, e perciò sente che il mondo intero è dolce come la caramella.

Coloro che avanzano eventualmente chiariscono le loro relazioni reciproche in base ai livelli spirituali raggiunti; di conseguenza, comprendiamo che tutto si accumula e matura continuamente. Quindi abbiamo bisogno di compiere la nostra parte di impegno e di desiderio per raggiungere la proprietà perfetta di dazione. Dobbiamo cercare di riempirci completamente di questa proprietà nella nostra mente e nel cuore, quindi alterando del tutto il nostro atteggiamento attuale verso il mondo, mettendo da parte la nostra vecchia prospettiva.

Noi dobbiamo perdere il nostro atteggiamento attuale e valutare ogni cosa attraverso gli occhi del Creatore, gli occhi del dare. Non sappiamo ancora che cosa sia, ma a poco a poco aumentiamo la nostra disponibilità verso questo e ciò accade a causa della Luce che Riforma. Quando questo si verifica, si raggiunge la piena capacità del desiderio che è stato completato per noi dal Creatore.

Noi siamo del tutto incapaci di completare questo lavoro da soli. Siamo in grado di raggiungere fino al 99% del desiderio di dare, con l’aiuto del Creatore , ma non riusciremo mai a raggiungere il 100 %; questo va oltre la nostra forza. Questo è il motivo per cui si dice che il Creatore concluderà questo lavoro per me, riempirà la nostra misura, e poi riceveremo il riempimento perfetto di un desiderio perfetto. Questo è il modo in cui una persona nasce nel suo primo passo spirituale.

Noi vediamo che ci stiamo avvicinando a questo passo. Abbiamo attraversato molti cambiamenti e continuiamo ad avere una comprensione migliore delle parole del Rabash, vediamo che egli chiarisce ogni singolo passo nel nostro cammino. Alla fine, apprezziamo il livello della sua meticolosa precisione. Tuttavia, è ovvio che ha dovuto rivestire questa conoscenza di tali indumenti in modo da attirarci e non respingerci. Così, all’inizio dei nostri studi, ha evitato di parlare apertamente di ciò che potrebbe essere l’esito di questo programma. Ogni volta lo rivela un po’ di più, al punto che è utile per gli studenti. Questo è il modo in cui i Kabbalisti scrivono i loro libri.

Gli articoli del Rabash dimostrano che egli si è preso cura di noi e ha presentato per noi una nuova metodologia di correzione. Dal momento che prima non comprendevamo i suoi scritti e che abbiamo iniziato a comprenderli solo oggi, ora possiamo affermare che abbiamo davvero seguito il suo percorso con l’aiuto del Creatore.
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Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 25.01.2013

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C’è un limite alla pazienza natura

Dr. Michael LaitmanDomanda: С’è una causa comune a tutti i nostri problemi?

Risposta: Se noi abbiamo un conflitto con la moglie, con i bambini, con i vicini, al lavoro e anche con noi stessi, questo significa che su di noi governa l’egoismo. Si chiama faraone.

Domanda: Ma la schiavitù d’Egitto, della quale racconta la Torà, che esisteva nei tempi antichi, è finita tempo fa?

Risposta: Il Faraone governa su di noi sempre, anche ora. Eventi che sono descritti nella Torà non sono legati ad un momento specifico, non è un racconto storico. Ci troviamo ancora sotto il dominio dell’ego, la nostra natura egoistica, che non ci permette di vivere normalmente.

Oggi viviamo in un mondo speciale, in un’epoca speciale. Siamo tutti interconnessi in un’unica rete con il mondo integrale, l’economia integrale, e dipendiamo l’uno dall’altro. Se la comunità internazionale impone sanzioni contro un qualsiasi paese, taglia la connessione, come per esempio con l’Iran, allora quel paese cade. Perché tutto dipende da tutti.

Questo ci dimostra in quale mondo integrale ci troviamo, dove siamo tutti interconnessi. Se non ci comportiamo bene con gli altri facciamo danno a noi stessi.

Perciò, se non riusciamo a costruire i rapporti tra di noi: tutti i popoli, tutti gli stati, tutti partono dal paese, allora ci distruggeremo . Non ci aiuta più niente. Perché saremo in conflitto con la legge della natura.

Domanda: Di fatto non troviamo nessun accordo tra di noi, però viviamo lo stesso.

Risposta: C’è un limite a quello scontro: fino a quale dimensione può crescere, e fino a quando può continuare. La causa di questo scontro è la nostra natura, che ci obbliga a pensare a noi stessi.

Egli non capisce che il suo bene dipende da tutti. Il nostro stupido ego agisce in modo così primitivo. L’uomo non è in grado di capire che se si collega agli altri, solo tramite i buoni rapporti, vincerà.

Domanda: Sembrava il contrario, nelle società primitive antiche c’erano legami più forti tra gli uomini. Durante il nostro sviluppo ci siamo dissociati di più?

Risposta: Non pensare che le società antiche siano state più primitive. Loro capivano che dipendevano l’uno dall’altro, connessi e che senza questi legami non si può sopravvivere.

Il problema del mondo moderno è che attraverso lo sviluppo della tecnologia abbiamo raggiunto un tale livello che ci sembra di poter vivere in modo indipendente. Perciò ognuno si chiude nella la sua casa con il suo cellulare e il pc e non vuole vedere nessuno. È importante che non lo disturbino.

La mancanza di comunicazione tra noi, o i legami negativi si chiamano il Faraone, cioè il nostro egoismo. Noi non vogliamo prendere in considerazione gli altri e non capiamo che siamo interconnessi, siamo legati da una rete, soprattutto il popolo d’Israele. Ci dobbiamo considerare solo su questa scala: quanto siamo contro o per gli altri.

Tutta la Torà racconta solo dell’amore per il prossimo come per se stesso, è una grande regola della Torà. Questa regola include tutto. Non c’è altro, a parte rivelare la connessione corretta.

Dal Programma radiofonico 103FM. 15.03.2015

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O verso la Terra o verso il Cielo…

Dr. Michael LaitmanLa Torà, “Levitico,” 25:14 – 25:15: Quando vendete qualcosa al vostro prossimo o quando acquistate qualcosa dal vostro prossimo, nessuno faccia torto al fratello.

Regolerai l’acquisto che farai dal tuo prossimo in base al numero degli anni trascorsi dopo l’ultimo giubileo: egli venderà a te in base agli anni di raccolto.

Domanda: Dice “voi non vi fate torto a vicenda…”Qual è il significato di fare torto”?

Risposta: Prima di tutto un uomo fa torto a se stesso. Se potessimo sentire in ogni azione che facciamo che tutto è temporaneo e che non vediamo le nostre azioni e le nostre relazioni come elementi eterni, se ci rendessimo conto in che misura le azioni e le relazioni sono condizionate e fragili, tutto sarebbe molto più facile e più semplice.

Ma ogni volta ci attacchiamo al nostro desiderio, alle nostre opinioni, ai nostri insignificanti umori passeggeri, e crediamo che si tratti della cosa principale poiché questo è ciò che mi mette in moto in un certo momento e che mi riempie, e questo è il mio piccolo mondo.

Ma se, allo stesso tempo, riuscissi ad includere il mondo intero dentro di me, una sfera più grande e mi comportassi di conseguenza, nonostante il fatto che sono sotto il dominio del mio piccolo desiderio, avrei un certo rapporto con il livello superiore e allora potrei certamente percepire e accordarmi in un modo completamente diverso.

Un uomo non ha niente di suo. Il mio stato migliore è quando sento che il mio corpo non è mio, per non parlare delle cose esterne.

Io ho solamente un punto interiore che adoro. Ciò significa che voglio attaccarlo al Creatore dalla mia posizione personale, aderire alla mia terra, al mio piccolo spazio che è la combinazione di tutte le mie qualità interiori, la combinazione della linea di destra e di sinistra.

E’ la mia parte, una minuscola cellula nel corpo complessivo, e connettendomi ad esso ritorno alla mia origine, al mio posto. Questo è lo stato perfetto in assoluto, la fine di tutte le correzioni.

Tuttavia, per arrivarci devo percepire il corpo in generale nel suo complesso. Solamente allora, riuscirò a trovare il mio spazio rispetto a tutti gli altri punti, a tutti gli altri minuscoli quadratini come me, che sono fatti ad immagine del Creatore. Di fatto questa immagine non esiste, ma noi la mettiamo insieme raggruppando i nostri desideri corretti in un’immagine, una forma che ha volume, e adattandoci gli uni agli altri.

Se riuscissimo a comprendere che questo è lo scopo e l’obbiettivo dell’esistenza di una persona nel mondo, compiremmo tutte le nostre azioni con una diversa intenzione. Perciò, da una parte, tutte le nostre azioni avrebbero un peso totalmente diverso mentre, dall’altra parte, le concentreremmo sul conseguimento dello stato spirituale e perderebbero il loro significato temporaneo ed acquisirebbero un significato eterno.

Abbandoneremmo l’insignificante vantaggio momentaneo per il bene di una causa eterna e più grande e ci comporteremmo in un modo totalmente diverso usando ogni momento non per afferrare velocemente qualcosa, ma per compiere un altro passo verso il nostro punto eterno di connessione con il Creatore.

Domanda: Allo stesso tempo, i concetti come la casa, il mio lavoro, il mio territorio, e “è necessario trasferire ai figli”…scompariranno…

Risposta: Ci sono delle leggi per tutto questo, le leggi della Torà, che spiegano ogni azione che io compio: come mi dovrei lavare, vestire, camminare e comunicare con le persone e con gli animali, con tutto e con tutti.

E questo perché io non devo essere compatibile con cosa voglio o con cosa immagino al momento, ma con l’eterno stato perfetto che dovrei raggiungere. Sebbene non lo conosca veramente al momento e non lo veda e non lo capisca, questa è la ragione per cui mi sono state date le istruzioni della Torà, di modo che io possa avanzare lungo il giusto cammino che è stato predeterminato, anche se non capisco le cose.

E’ come volare in un aereo in base a cosa mostrano gli strumenti senza vedere nulla al di là di questo. Io mi concentro sullo scopo in base agli strumenti, in contrasto a ciò che sento nello stato attuale, il che significa che ci sono stati dati due stati che guidano una persona: uno stato temporaneo ed uno stato eterno, ed essi sono considerati come l’adempimento delle leggi della Torà.

Il problema è che io divento totalmente devoto allo stato temporaneo e credo che sia la parte principale. Sprofondo in esso di testa e mi ci perdo. Semplicemente mi risucchia.

Per uscirne ho bisogno di poteri speciali che arrivano dall’alto, che gradualmente mi tirano fuori un pochino e mi permettono di decidere. Io sono nel mezzo, sul punto decisivo: ritornare in direzione della terra o avanzare verso il paradiso?
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Da Kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” 13.08.2014

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Scoprendo l’origine della vita

Dr. Michael LaitmanDomanda: Lei dice che nel nostro tempo tutte le persone devono diventare Kabbalisti, come scritto, Geremia 31:33: “… ‘Conoscere il SIGNORE’, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo di loro al più grande di loro” ed Isaia 56:7: “…per la mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutti i popoli. “ Che cosa significa essere un Kabbalista?

Risposta: Ogni persona deve avere la rivelazione del Creatore, la forza superiore.

Domanda: Che cos’è la forza superiore?

Risposta: Questo è il potere generale della natura. Non la troviamo adesso perché operiamo solo secondo un senso unico, il desiderio di ricevere e godere.

Domanda: È possibile scoprire questo potere scientificamente?

Risposta: Da tutte le osservazioni dentro i nostri sensi (vedere, sentire, odorare, gustare, e toccare) creiamo le scienze fisiche. Però una sapienza più ricca è nascosta nella saggezza della Kabbalah, perché in quella non solo scopriamo i fenomeni intorno a noi, ma l’origine della vita stessa.

E poi possiamo rispondere a queste domande: da dove, perché, e per il bene di quale scopo ci ha creato la forza superiore? Che cosa attraversiamo nelle nostre vite dal momento della nostra creazione fino ad oggi? Che cosa è previsto per noi dal di dentro? Siamo in grado di rivelare tutto il percorso davanti a noi e vedere dove qualcosa potrebbe farci del male e come correggerlo.

Domanda: Quando parli dell’origine della vita, vuoi dire solo la creazione del mondo o anche quello che succede nella mia vita di tutti i giorni? Che significa scoprire l’origine della vita?

Risposta: Una persona che scopre che lui è collegato con la forza superiore vede quanto quella gestione superiore influisce su tutta l’umanità, tutto l’ambiente, la sua famiglia e se stesso, e in questo caso diventa possibile organizzare le nostre vite nel modo giusto.
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Dal Programma Radiofonico Israeliano 103FM, 18.01.15

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L’unione scorre oltre i confini

Dr. Michael LaitmanDomanda: Qual è il ruolo della nazione di Israele? E’ quello di essere esperti in connessione e di insegnarlo alle nazioni del mondo, o è quello di connetterci prima tra noi e, quindi, essere un esempio per tutti? Che cos’è più importante?

Risposta: La nostra unione si trova entro i confini di Israele. Questa è la cosa più importante. Questo è il posto da dove gli esempi e il metodo di connessione raggiungeranno gli altri. Inoltre, si attirerà la Luce che Riforma per il mondo intero.

Solo noi possiamo farlo. Se realizziamo la connessione tra noi, anche senza divulgare il nostro messaggio in tutto il mondo, questo porterà già la correzione al mondo intero. Di conseguenza, i nostri gruppi divulgheranno in diversi paesi, in modo che essi saranno in grado di salire, di connettersi, e permettere al Creatore di essere rivelato in loro. Questo, naturalmente, sarà fatto insieme a noi.

Pertanto, se tutti i gruppi del mondo si riuniscono in Israele, sarebbe sufficiente per noi divulgare all’interno di questi confini. Dopo tutto, quando noi divulghiamo, ci uniamo qui, e questo si diffonde in tutto il mondo.

Baal HaSulam dice in “Introduzione al Panim Meirot uMasbirot“,” Quando i figli di Israele saranno integrati con la completa conoscenza, le fontane di intelligenza e conoscenza scorreranno al di là dei confini di Israele e annaffieranno tutte le nazioni del mondo … “

Inoltre, Rabash dice nella Lettera 18, “Il Signore concederà l’abbondanza alle nazioni del mondo da parte della nazione di Israele che è la più capace di tutte le nazioni del mondo di avvicinarsi al Signore.”

Quindi, non possiamo arrivare alle nazioni del mondo con nessun reclamo, non importa come ci trattano. Questa è un’altra cosa. Non vai da chiunque con i tuoi reclami. Sei tu che hai dato vita a Hitler e tutti gli altri nemici dalle tue azioni.

Noi siamo quelli che fanno pendere la bilancia da una parte o dall’altra, ed è una cosa molto seria. Pertanto, il nostro lavoro è solo nella connessione. Se gli ebrei si fossero connessi e uniti, non ci sarebbe stata alcuna persecuzione, e nessuno li avrebbe espulsi dalla Spagna o da altri paesi, e la loro vita avrebbe potuto essere completamente diversa, anche in esilio.

Ogni movimento che una persona fa in questo mondo è come un movimento di una carica elettrica in un campo di forza, o di un tondino di ferro in un campo magnetico. La Luce mi adopera, e, di conseguenza, io gestisco tutto nella mia vita.

Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la connessione e da questa connessione ritornare al Creatore. Funziona anche in politica, in economia, in ogni settore. Grazie a questo noi porteremo l’ordine in tutto il mondo.

Allora, inizieremo a capire le ragioni dell’antisemitismo e la pressione generale crescente che sentiamo.
Il punto è che non è l’OLP e Hamas, o Teheran. Tutto dipende da noi. Quando noi non rispettiamo la connessione, portiamo queste afflizioni.

Queste forze non sono una punizione ma un aiuto in modo che possiamo migliorare le nostre vie, unirci, connetterci, e operare correttamente. Quindi, dobbiamo giustificarle e usarle il più velocemente possibile, secondo il nostro obiettivo.

Quando cominciamo a connetterci qui, all’interno dei confini di Israele, noi sentiremo come tutte le cose brutte si sciolgono e svaniscono come nubi che scompaiono dal cielo.
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Dalla 5° parte della lezione quotidiana di Kabbalah 01.05.2014 , Gli scritti di Baal HaSulam

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L’anti-vita è la vittoria sulla morte

Dr. Michael LaitmanOggi percepiamo la vita solo come ricezione, assorbimento, consumo, acquisizione ed ottenimento per se stessi. Così andiamo avanti sino a quando non ne possiamo più di questa vita, andiamo in pensione, passiamo qualche anno in un ricovero per anziani e poi finalmente moriamo.

Ma c’è una possibilità di innalzarci ad un altro livello dell’esistenza: condurre una vita secondo la dazione e non secondo il consumo. E questo non attraverso la benevolenza e la carità, dove aiuti i poveri con dei soldi, ma piuttosto vivendo oltre il proprio ego. La vita oltre l’ego ci porta un sentimento di contro-vita, di anti-morte, come è detto “Ho visto un mondo sotto sopra” (Baba Batra 10b).

Esiste un’altra forma di vita parallela al nostro mondo. La saggezza della Kabbalah ci insegna come ottenere una nuova forma di esistenza. Questo è un rovesciamento della vita, non dentro l’ego che inghiotte ed assorbe tutto al suo interno, non dentro il desiderio di ricevere e di godere, ma entro il desiderio di dare, di amare.

Questo non è lo stesso amore egoistico a cui siamo abituati nel nostro mondo. L’amore è quando esco da me stesso e mi includo nei desideri degli altri, vivo in questi desideri senza tener conto di me stesso. Uno stile di vita come questo non è limitato dall’intensità del piacere che puoi ottenere.

Questo non è il piacere del corpo fisico, che non può mangiare e bere senza limiti. Nella dazione non sono limitato da nulla visto che esco verso gli altri. Non sono limitato dalla vita biologica del mio corpo ma sono fuori di esso e qui percepisco la mia vita.

Il mio corpo continua ad esistere ma è come se vivesse di fianco a me, come un animale addomesticato vive al fianco di un essere umano. La mia parte interna che esce da me stesso ed è inclusa negli altri è chiamata Adamo (uomo). E quella parte di me, quella biologica, bestiale, che rimane, vive come al solito.

Vive il tempo che gli è destinato, andando dai dottori sino a che non finisce al cimitero.

Domanda: Ma una persona che si Sforza con I problem fisici di ogni giorno non può essere interessata a questi elevati concetti come quelli di una vita oltre il corpo fisico.

Risposta: Ogni persona è occupata nelle stesse domande sulla vita e sulla morte. Anche nella vita ordinaria ormai è impossibile andare avanti senza connettersi alle giuste reti e senza bilanciare la dazione e la ricezione e senza connettersi agli altri con le giuste connessioni reciproche. La saggezza della Kabbalah ci obbliga a organizzare le nostre vite in questo mondo.
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Dal programma Radiofonico Israeliano 103FM, 8.03.2015

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Dr. Michael LaitmanDomanda: Perché si dice che in ogni generazione una persona dovrebbe vedere se stessa come se fosse uscita dall’Egitto?

Risposta: Non si tratta di eventi storici ma di stati che dobbiamo subire in ogni generazione. Sebbene abbiamo già subito un certo processo che ci porta ancora più vicino gli uni agli altri e alla società e dobbiamo correggere noi stessi in qualche modo e i nostri antenati hanno fatto lo stesso nella loro generazione, i nostri figli devono ripetere lo stesso processo.

Ognuno è nato nel suo ego, poiché la natura di una persona sta male dalla nascita, e dobbiamo continuamente superare ciò e avvicinarci gli uni agli altri. Però questo processo non è infinito e siamo già nelle ultime generazioni che devono finire la correzione.

Nel passato questo processo è proseguito da una generazione alla successiva, e ora ci sono solo poche generazioni che rimangono per completare ciò,così noi leghiamo tutte le generazioni insieme nell’unica generazione del Messia. Questa si chiama l’ultima generazione poiché riassume tutte le azioni che ci avvicinano gli uni agli altri per poi raggiungere il miglior stato.

Commento: Sfortunatamente, non vediamo che la società di oggi si avvicina allo stato corretto. Ogni giorno sentiamo nuovi episodi di violenza nei telegiornali. Avrei preferito chiamare il nostro stato: catastrofico e non corretto.

Risposta: Questo è vero e comunque io sono molto ottimista. Vediamo la stessa sequenza di eventi nell’esilio in Egitto. Anch’esso comincia in un modo molto piacevole in sette anni di sazietà quando gli ebrei vivevano in Egitto e detenevano i posti più alti e migliori. Mosè diventa il figlio adottivo del faraone e viene cresciuto nel palazzo sulle ginocchia del faraone come il principe d’Egitto. Sembra che non si possa desiderare una vita migliore. Però poi i sette anni di fame sono arrivati all’ improvviso. I figli d’Israele sospirano sotto il lavoro duro. Un re nuovo emerge in Egitto ed essi cominciano a sentire come cresce il buio fino a quando le dieci piaghe d’Egitto arrivano. Queste piaghe piovono su di noi, dal faraone, che significa il nostro ego, e realmente ci aiutano ad uscire e ci costringono a cambiare il nostro atteggiamento verso la vita: a unirci.

Oggi sentiamo che il periodo di buio di Egitto sta cominciando di nuovo, ma è generale, globale e, del mondo intero. Questo buio è inteso ad avvicinarci alla redenzione, ma prima ci sarà molto buio. Possiamo capire che il buio è il segno di un nuovo stato luminoso e meraviglioso; indica che vogliamo avvicinarci gli uni agli altri, ma non possiamo. Il risultato è che non abbiamo bisogno di ricevere colpi forti perché sentiamo già che ci manca la forza di amore e dazione.

Però se ci rispettiamo reciprocamente, i colpi d’Egitto certamente vengono. Significa che tutto dipende da noi. Se capiamo con uno sguardo, come un bambino che capisce gli avvisi del suo genitore e migliora il suo comportamento, allora non c’è bisogno dei colpi.

Però se il bambino non dà ascolto, deve essere punito ed eventualmente farà quello che gli viene richiesto. Tutto dipende da quanto siamo in grado di ascoltare quello che la saggezza della Kabbalah ci dice. Speriamo di ascoltare i suoi avvertimenti.
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Dal Programma di Radio Israeliano 103FM, 15.03.2015

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