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Impegnarsi per l’Unità della Famiglia

Domanda: L’aspirazione dei coniugi l’uno verso l’altro si chiama cura?

Risposta: È tutto. Dovreste sforzarvi di raggiungere l’unità, in modo che ogni cosa nel vostro ambiente, gli utensili, i vestiti, tutto ciò che avete in casa, ciò che è chiamato “vostro”, vi unisca.
Qui, si devono combinare la parte spirituale e quella materiale. Dovete essere così armoniosi in tutto che anche solo guardare qualcosa in casa vi unisce fisicamente, e sentite che è “nostro”. Questo è qualcosa che dovete imparare e raggiungere con grande impegno.

Domanda: Come posso raggiungere questo obiettivo? Il mio annullamento è qualcosa che mette i desideri del mio partner al di sopra dei miei?

Risposta: Naturalmente, tutto si costruisce sull’annullamento di se stessi rispetto all’altro. E questo deve essere costante.
Ognuno cede all’altro, ma nel farlo non diminuisce se stesso, bensì offre al partner la possibilità di occupare uno stato più favorevole e di fare un passo verso di lui. Ovvero, ognuno agisce in modo che l’altro abbia la possibilità di avvicinarsi.

Domanda: Ma questo non è a spese di chi ha ceduto?

Risposta: No, non stiamo discutendo questo dal punto di vista dell’ego, ma stiamo parlando di come avvicinarsi.
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Da “Uomo e Donna” di KabTV del 19/03/24

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Quante strade si trovano davanti a noi?

Domanda: Un cavaliere si trovò davanti a un bivio, vide tre segni minacciosi e tornò a casa per imparare a leggere. La prima domanda che sorge è: quante strade abbiamo effettivamente davanti a noi? Su ognuna c’è scritto qualcosa. Potresti dirmi cosa c’è scritto sopra che non riusciamo a capire? Noi, che abbiamo finito la scuola, siamo ricercatori, dottori in scienze, non capiamo cosa c’è scritto. Dobbiamo tornare indietro e in qualche modo imparare a leggere. Cosa c’è scritto lì?

Risposta: Dice: “Non cercare la felicità, ma scoprila dentro di te”.

Domanda: E comunque non riusciamo a leggerlo. Che cosa mi impedisce di essere d’accordo e di seguire questa strada? O addirittura di leggerlo?

Risposta: Perché in realtà non esiste una strada. Non c’è nessuna strada. È solo una pietra che ti ferma. E ora devi imparare come raggiungere quella libertà interiore nel punto in cui ti trovi. In linea di principio, non è necessario andare da nessuna parte. Stando davanti a questa pietra ora, devi trovare la verità. Cioè, un individuo deve entrare dentro se stesso. E poi tutto si risolverà per lui.

Domanda: Cosa troverò dentro di me?

Risposta: Troverai te stesso: chi sono, cosa sono, per cosa, perché e cosa voglio trovare. Troverai tutto questo solo dentro di te.

Domanda: Diciamo che la natura di una persona è in gran parte nota. È il desiderio di ricevere: l’egoismo. Cosa troverò lì oltre a questo?

Risposta: Tutto inizia con l’egoismo.

Domanda: Quindi il punto di partenza sarà in qualche modo lì. Capirò che questa è la mia natura, è così?
Risposta: Sì, e come posso controllarla questa mia natura.

Commento: Sento che non mi porta a una grande felicità.

La mia risposta: Non mi porta alla felicità. Mi ha portato su questa strada e io devo continuare a percorrerla. Dove? Che cosa? Non si sa nulla e non c’è un punto. E io cercherò per tutti i miserabili anni che mi restano finché non ritornerò alla stessa pietra, allo stesso bivio, solo più stanco, con i capelli grigi, come Don Chisciotte su un cavallo morto. E questo è tutto.

Domanda: E questo è tutto? Ed è la mia natura che ha fatto girare tutto questo per me?

Risposta: Sì.

Domanda: È meglio che questa considerazione avvenga prima piuttosto che dopo?

Risposta: Certo!

Domanda: È questa la strada che devo indagare?

Risposta: Sì.

Domanda: È il destino di ogni persona arrivare alla “pietra” e trovarsi davanti ad essa in questo modo?

Risposta: Tutti hanno questa opportunità. Ma fino a che punto uno sia disposto ad accontentarsi di questo e a fermarsi a questo, non lo so.

Domanda: Quindi, pensi che molti di coloro che si sono avviati su quelle strade e percorrono quelle strade, stiano sbagliando?

Risposta: Sì.

Commento: Il nostro ego ci guida, e ci chiede di correre lungo le strade? Ma noi dovremmo fermarci, non correre da nessuna parte.

La mia risposta: Dovremmo fermarci, pensare e tornare indietro.

Domanda: E tornare a casa?

Risposta: Sì.

Domanda: Qui dice: “Torna a casa, impara a leggere”. Impara a leggere. Cosa significa imparare a leggere?

Risposta: Imparare a leggere significa decifrare correttamente le domande che sorgono nel tuo cuore. In realtà queste sono le domande. E leggere, direi che è come quello che ti dice il tuo cuore. Impara ad ascoltarlo, a parlargli e a sentirti appagato con ciò che il tuo cuore ti suggerisce.

Domanda: Il cuore, che cosa è?

Risposta: Il cuore è il mio “io”.

Domanda: Non è la mente?

Risposta: No, il cuore sono “io”. E voglio sentirmi, conoscermi, scoprirmi come se parlassi a me stesso stando di fronte a me stesso. Questo significa parlare con il tuo cuore.

Domanda: Quindi devo davvero stare di fronte a me stesso? E per tutto questo tempo sto fuggendo da questo mio “io”?

Risposta: Sì, stiamo scappando da noi stessi. Io sto sempre davanti a me stesso e sto fuggendo da questo.

Commento: Ci deve essere lì qualcosa che non vogliamo conoscere.

La mia risposta: Non voglio parlarne.

Domanda: È questo che significa “imparare a leggere”? Imparare a leggere significa parlare direttamente con me stesso?

Risposta: Sì.
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Da “Notizie con il Dr. Michael Laitman” di KabTV 15/01/24

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Cosa significa essere grati per la propria sofferenza?

Ho ricevuto il seguente messaggio da Andrey, un follower sui social media: 

C’è una formula certa: non riceveremo mai quello che vogliamo finché non saremo grati per quello che abbiamo. Come si fa a ringraziare per i problemi, i dolori e le sofferenze? Questo è ciò che ho ora.”

Dobbiamo capire che la sofferenza che sperimentiamo nella vita entra nel nostro “salvadanaio” e, anche se non possiamo esserne grati, i dolori, i problemi e le tribolazioni della vita hanno una funzione positiva.

La determinazione della sofferenza, tuttavia, dipende dalla persona. Ovvero, dipende da noi se soffriamo o meno. Potremmo dire che la vita è una catena di sofferenze che alcune persone sentono di più e altre di meno.

Possiamo considerare la storia dell’umanità come una lunga catena di sofferenze e ciò che Andrey sottolinea nella sua domanda è: cosa otteniamo da tutte le sofferenze che attraversiamo? E se non ottenessimo nulla? Avremmo sofferto invano?

Molte persone pensano di dover ottenere qualcosa per la loro sofferenza, che la loro sofferenza attuale porterà loro una vita felice in qualche aldilà e che la sofferenza in qualche modo le purifichi. Personalmente, cerco di non fare calcoli di questo tipo, in modo da non avere lamentele e richieste alla forza superiore riguardo a ciò che otterrò per la mia sofferenza, come se pensassi a quanto il Bore mi deve. Non esiste un fenomeno del genere.

Giustificare la sofferenza che viviamo è comunque corretto. Tuttavia, il fatto è che tutte le parti della natura soffrono, cioè i livelli inanimato, vegetativo, animato e umano, e noi a livello umano soffriamo più degli altri livelli della natura. Tutti soffrono e i piaceri che proviamo coprono solo un po’ della nostra sofferenza precedente.

Secondo la nostra natura, non abbiamo alcun desiderio di soffrire, ma questo è incorporato nel nostro sviluppo verso il nostro stato futuro, finale e perfetto. Se conviviamo con il fatto che dobbiamo sperimentare la sofferenza, la nostra vita diventa più facile. Ma ciò che è importante capire della sofferenza è che ci fa interrogare sul suo significato e sul suo scopo. Possiamo quindi usare queste domande per elevarci dal livello della nostra esistenza terrena, dove il suo significato è nascosto, a un livello superiore di esistenza, dove la ragione della sofferenza viene rivelata.

Dedico la mia vita all’insegnamento e alla diffusione della saggezza della Kabbalah perché ci offre l’opportunità di scoprire la fonte della vita, la forza superiore, il Bore, e di raggiungere l’adesione con questa fonte. Le domande sull’origine e sullo scopo della sofferenza sono parte integrante delle domande esistenziali che portano molti di noi a questa saggezza.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Espressione della calunnia nella vita quotidiana

Domanda: Hai detto che i pensieri hanno più potere delle parole. Tuttavia, nel caso della calunnia, vediamo che se una persona la esprime ad alta voce, la punizione per essa è molto più dura che per la calunnia che sfugge alla mente. Perché è così?

Risposta: Perché in questo modo diffonde il suo punto di vista che non ha il diritto di diffondere, indipendentemente dal fatto che abbia ragione o torto. E per questo deve essere punito.

Domanda: Non si diffonde attraverso i pensieri?

Risposta: No, le persone comuni non lo diffondono attraverso i pensieri. La calunnia si manifesta attraverso le loro azioni, attraverso le relazioni quotidiane, ma soprattutto attraverso le parole.

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Da “Stati Spirituali” di KabTV 7/3/24

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Per il bene del tuo coniuge e della famiglia

Domanda: Nella famiglia, entrambi, moglie e marito devono lavorare in dazione? Che cosa significa? Ad esempio, come donna cucino per tutta la famiglia e mi prendo cura di tutti. Quali altre azioni potrei compiere?

Risposta: Tutto quello che fai per la tua famiglia è dazione verso di loro.

Domanda: Non è considerato come un comportamento naturale?

Risposta: No, non è scritto da nessuna parte che questo comportamento sia naturale. Perché non potrebbe farlo il marito al posto della moglie? È proprio il modo in cui sono impostate le cose ed è per questo che pensiamo che debba essere così, ma in realtà non è così. Due persone completamente diverse si incontrano, non si conoscono bene e iniziano a costruire qualcosa insieme. Ognuno di loro deve sforzarsi di contribuire alla causa comune con tutto se stesso in modo piacevole per l’altro. Mano a mano, imparano a conoscere i rispettivi caratteri, i gusti e tutto il resto.

Domanda: Quindi, se agisco per il bene del mio coniuge e della famiglia significa che sto lavorando in dazione?

Risposta: Sì, per le donne è molto più semplice.

Domanda: In effetti, quando lavoro per la famiglia sento un certo annullamento, ma non è difficile per me.
Tempo fa hai menzionato tua moglie che cucinava per il tuo maestro e in questo c’era tanta cura e dazione e lui lo percepiva. Potrebbe sembrare una cosa abbastanza comune, ma invece c’è uno sforzo speciale in questa azione.
D’altra parte sembra che raggiungere qualcosa di spirituale sia diverso in qualche modo, un altro agire, un altro stato. Oppure le due cose non hanno nessuna relazione?

Risposta: Ogni volta che fai qualcosa devi includere la tua intenzione, dall’inizio alla fine della tua azione. [327295]

Da KabTV “Uomo e donna” 19/3/24

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Cambiare prospettiva con la Kabbalah

A tutti quelli che desiderano comprendere il significato dell’ esistenza, consiglio vivamente di non perdere l’occasione di avvicinarsi allo studio della Kabbalah: l’unica,  vera saggezza che chiarisce il senso della vita e il nostro ruolo nell’universo.

Mercoledì 15 maggio, dalle ore 18.30 alle 19.30, sotto la guida di Moshe Admoni e Giuseppe Negro, miei studenti veterani, esperti di Kabbalah , avrà luogo un webinar introduttivo, trasmesso in diretta su Zoom, offerto dall’Accademia di Kabbalah Ashlag.

Durante questo evento speciale, sarà possibile comprendere meglio le forze che governano la natura per vivere una vita più serena e armoniosa, grazie a una nuova percezione di se stessi e delle  relazioni con gli altri.

Partecipare a questo webinar significa: 

  1. Approfondire il senso della vita:  esaminare le domande esistenziali fondamentali in un contesto accogliente e informativo.
  2. Acquisire una nuova prospettiva: vedere il mondo e le esperienze quotidiane sotto una luce completamente nuova.
  3. Connettersi con i propri simili: unirsi a una comunità di individui che condividono il tuo desiderio di crescita personale e comprensione spirituale

Il webinar è completamente gratuito, ma è necessaria la registrazione anticipata. Per assicurarti un posto e partecipare a questo incontro illuminante, iscriviti subito sul sito dell’Accademia di Kabbalah Ashlag all’indirizzo kabbalah.it.

Cambia la tua prospettiva con la Kabbalah: un’antica saggezza per soluzioni attuali. Registrati oggi!  bit.ly/SignificatoVita

Perché alcune forze ci fanno deviare dallo scopo della vita mentre altre ci conducono lì?

Che ci siano forze che ci fanno deviare o che ci conducano allo scopo della vita, dobbiamo capire che sono tutte manifestazioni dell’unica forza superiore, chiamata “il Creatore” o “Natura”, che alla fine ci guida tutti verso la sua rivelazione. Non c’è differenza tra ciò che ci fa deviare e ciò che ci guida: le qualità, i sentimenti, le persone o le ragioni.

Queste forze sono il modo in cui le leggi guida della natura ci spingono verso la loro rivelazione. Ci guidano confondendoci e indirizzandoci in vari modi. In ogni momento, siamo portati a discernere in modo diverso e dobbiamo aggrapparci sempre di più alla comprensione che si tratta di un’unica forza della natura che agisce su di noi e attraverso di noi.

Attraverso le interferenze, cioè attraverso gli esercizi che la natura ci offre, noi iniziamo gradualmente a vedere la natura come se volesse insegnarci a distinguere se stessa e le sue leggi di amore, dazione e connessione nelle numerose scene che ci presenta.

La natura vuole che raggiungiamo il suo pensiero, la sua mente, i suoi desideri e le sue intenzioni in relazione a tutte le persone e alla natura stessa: il motore interiore che controlla l’universo.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Sofferenze generali e individuali

Domanda: Nel corso della storia ci sono state e ci sono ancora persone che si impegnano nella correzione spirituale. Perché questo non li libera dalla sofferenza?

Risposta: Il punto è che ci sono sofferenze private e sofferenze generali. Una persona impegnata nella correzione si libera dalle sofferenze private. Ma non ci si può liberare dalle sofferenze comuni, perché esse vengono dall’alto e riguardano l’intero gruppo di persone, l’intera nazione. Difficilmente si può essere felici quando le disgrazie si diffondono in tutto il mondo.

Domanda: Quindi, se una persona segue il cammino della Torah, cioè raggiunge la vicinanza con il Creatore attraverso la vicinanza con le altre persone, è liberata dalle sofferenze individuali?

Risposta: Sì, non c’è motivo per cui la natura lo tormenti. Ma poiché è un tutt’uno con tutta l’umanità e la sofferenza si abbatte sul mondo intero, egli soffre con esso.
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Da “Stati spirituali” di KabTV 3/14/24

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