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L’anti-vita è la vittoria sulla morte

Dr. Michael LaitmanOggi percepiamo la vita solo come ricezione, assorbimento, consumo, acquisizione ed ottenimento per se stessi. Così andiamo avanti sino a quando non ne possiamo più di questa vita, andiamo in pensione, passiamo qualche anno in un ricovero per anziani e poi finalmente moriamo.

Ma c’è una possibilità di innalzarci ad un altro livello dell’esistenza: condurre una vita secondo la dazione e non secondo il consumo. E questo non attraverso la benevolenza e la carità, dove aiuti i poveri con dei soldi, ma piuttosto vivendo oltre il proprio ego. La vita oltre l’ego ci porta un sentimento di contro-vita, di anti-morte, come è detto “Ho visto un mondo sotto sopra” (Baba Batra 10b).

Esiste un’altra forma di vita parallela al nostro mondo. La saggezza della Kabbalah ci insegna come ottenere una nuova forma di esistenza. Questo è un rovesciamento della vita, non dentro l’ego che inghiotte ed assorbe tutto al suo interno, non dentro il desiderio di ricevere e di godere, ma entro il desiderio di dare, di amare.

Questo non è lo stesso amore egoistico a cui siamo abituati nel nostro mondo. L’amore è quando esco da me stesso e mi includo nei desideri degli altri, vivo in questi desideri senza tener conto di me stesso. Uno stile di vita come questo non è limitato dall’intensità del piacere che puoi ottenere.

Questo non è il piacere del corpo fisico, che non può mangiare e bere senza limiti. Nella dazione non sono limitato da nulla visto che esco verso gli altri. Non sono limitato dalla vita biologica del mio corpo ma sono fuori di esso e qui percepisco la mia vita.

Il mio corpo continua ad esistere ma è come se vivesse di fianco a me, come un animale addomesticato vive al fianco di un essere umano. La mia parte interna che esce da me stesso ed è inclusa negli altri è chiamata Adamo (uomo). E quella parte di me, quella biologica, bestiale, che rimane, vive come al solito.

Vive il tempo che gli è destinato, andando dai dottori sino a che non finisce al cimitero.

Domanda: Ma una persona che si Sforza con I problem fisici di ogni giorno non può essere interessata a questi elevati concetti come quelli di una vita oltre il corpo fisico.

Risposta: Ogni persona è occupata nelle stesse domande sulla vita e sulla morte. Anche nella vita ordinaria ormai è impossibile andare avanti senza connettersi alle giuste reti e senza bilanciare la dazione e la ricezione e senza connettersi agli altri con le giuste connessioni reciproche. La saggezza della Kabbalah ci obbliga a organizzare le nostre vite in questo mondo.
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Dal programma Radiofonico Israeliano 103FM, 8.03.2015

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Scritti di Rabash, articoli “Dargot Hasulam“, articolo 926
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Il buio globale prima dell’alba

Dr. Michael LaitmanDomanda: Perché si dice che in ogni generazione una persona dovrebbe vedere se stessa come se fosse uscita dall’Egitto?

Risposta: Non si tratta di eventi storici ma di stati che dobbiamo subire in ogni generazione. Sebbene abbiamo già subito un certo processo che ci porta ancora più vicino gli uni agli altri e alla società e dobbiamo correggere noi stessi in qualche modo e i nostri antenati hanno fatto lo stesso nella loro generazione, i nostri figli devono ripetere lo stesso processo.

Ognuno è nato nel suo ego, poiché la natura di una persona sta male dalla nascita, e dobbiamo continuamente superare ciò e avvicinarci gli uni agli altri. Però questo processo non è infinito e siamo già nelle ultime generazioni che devono finire la correzione.

Nel passato questo processo è proseguito da una generazione alla successiva, e ora ci sono solo poche generazioni che rimangono per completare ciò,così noi leghiamo tutte le generazioni insieme nell’unica generazione del Messia. Questa si chiama l’ultima generazione poiché riassume tutte le azioni che ci avvicinano gli uni agli altri per poi raggiungere il miglior stato.

Commento: Sfortunatamente, non vediamo che la società di oggi si avvicina allo stato corretto. Ogni giorno sentiamo nuovi episodi di violenza nei telegiornali. Avrei preferito chiamare il nostro stato: catastrofico e non corretto.

Risposta: Questo è vero e comunque io sono molto ottimista. Vediamo la stessa sequenza di eventi nell’esilio in Egitto. Anch’esso comincia in un modo molto piacevole in sette anni di sazietà quando gli ebrei vivevano in Egitto e detenevano i posti più alti e migliori. Mosè diventa il figlio adottivo del faraone e viene cresciuto nel palazzo sulle ginocchia del faraone come il principe d’Egitto. Sembra che non si possa desiderare una vita migliore. Però poi i sette anni di fame sono arrivati all’ improvviso. I figli d’Israele sospirano sotto il lavoro duro. Un re nuovo emerge in Egitto ed essi cominciano a sentire come cresce il buio fino a quando le dieci piaghe d’Egitto arrivano. Queste piaghe piovono su di noi, dal faraone, che significa il nostro ego, e realmente ci aiutano ad uscire e ci costringono a cambiare il nostro atteggiamento verso la vita: a unirci.

Oggi sentiamo che il periodo di buio di Egitto sta cominciando di nuovo, ma è generale, globale e, del mondo intero. Questo buio è inteso ad avvicinarci alla redenzione, ma prima ci sarà molto buio. Possiamo capire che il buio è il segno di un nuovo stato luminoso e meraviglioso; indica che vogliamo avvicinarci gli uni agli altri, ma non possiamo. Il risultato è che non abbiamo bisogno di ricevere colpi forti perché sentiamo già che ci manca la forza di amore e dazione.

Però se ci rispettiamo reciprocamente, i colpi d’Egitto certamente vengono. Significa che tutto dipende da noi. Se capiamo con uno sguardo, come un bambino che capisce gli avvisi del suo genitore e migliora il suo comportamento, allora non c’è bisogno dei colpi.

Però se il bambino non dà ascolto, deve essere punito ed eventualmente farà quello che gli viene richiesto. Tutto dipende da quanto siamo in grado di ascoltare quello che la saggezza della Kabbalah ci dice. Speriamo di ascoltare i suoi avvertimenti.
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Dal Programma di Radio Israeliano 103FM, 15.03.2015

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