Le prospettive oscure dell’UE

Opinione (А. Glusman, filosofo francese): Il senso di crisi caratterizza la storia attuale dell’Europa. L’UE non è un paese, non è una comunità nazionale, dentro di lei non c’è uno spazio culturale. I paesi europei non si somigliano l’uno con l’altro, per questo l’unione tra di loro non è possibile. Non li fa unire un’ appartenenza alla stessa comunità, bensì un modello sociale.

L’UE è una reazione di difesa dei paesi. Ma oggi i paesi dell’UE non vogliono più sullo stesso fronte scontrarsi con le minacce esterne. Ognuno vuole vivere per sé, anche se tutti vogliono sopravvivere con l’aiuto dell’UE.

Non c’è una prospettiva globale. L’UE ha perso il senso dell’esistenza. Se i paesi dell’UE non si uniscono e non iniziano a partecipare sullo stesso fronte, allora moriranno. La globalizzazione porta un caos globale e non c’è una politica globale come negli USA.

Esistono due possibilità per sfuggire ai problemi: allontanarsi da loro, come se non ci fossero, oppure abbandonarsi al fatalismo che non risolve niente.

L’Europa rimane un campo di gioco di idee. Però il pensiero adesso è frammentato ed appesantito dalle sfumature, sfugge agli esperimenti , è questo che riflette la politica europea.

Il mio commento: Diventa sempre più chiaro che l’unione esteriore senza quella interiore, è necessaria all’educazione integrale, porta alla manifestazione delle contraddizioni ed in conclusione accelera la morte della forma passata della civiltà. Senza dubbi l’UE dimostra oggi al mondo un modello inadeguato di integrazione, che si basa sugli scopi personali egoistici e non su quelli generali, umani. Per questo non c’è un futuro per l’UE, almeno se non inizia urgentemente un avvicinamento culturale.
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