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Kabbalah per tutti –“L’Importanza della Divulgazione” – 04.09.2012

Kabbalah per tutti – “L’Importanza della Divulgazione”
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Preoccuparti per te stesso: entro un certo limite

Baal HaSulam, il giornale “La Nazione: Perché anche l’amore per il popolo dev’essere inciso in tutti i settori della nazione, non meno dell’amore egoistico individuale dei propri bisogni, in altre parole, in misura sufficiente per preservare l’esistenza della nazione come nazione che è capace di maneggiare se stessa. E con l’aggiunta di questa piccola quantità è possibile dedicarsi al bene dell’umanesimo, per l’umanità generale senza alcuna differenza di nazione e di razza.

Questo presenta un confine esatto per la nazione ebraica, e se le attraversa, se si preoccupa più di se stessa di quanto c’è bisogno per poter servire gli altri, allora questo problema lo danneggia ancora ed entra di nuovo in rottura. Non solamente il bisogno esagerato causa danno, ma  anche l’eccessiva connessione oltre il bisogno.

Domanda: Questo significa per caso che in base alla misura di avanzamento, l’uomo deve determinare dei limiti per se stesso, di preoccuparsi dei bisogni personali, e in seguito iniziare il suo investimento nella società?

Risposta: Intanto, non abbiamo delle basi per calcoli di questo tipo. Oggi tutti noi, in generale, dobbiamo concentrarci unicamente su come raggiungere la connessione tra di noi. E più tardi, quando la connessione sarà scoperta, lavoreremo per rafforzarla, e poi vedremo, e vedremo il confine. È come preoccuparmi per la mia salute per poter servire gli altri in dazione. Ma se mi preoccupo di essere vivo e in salute più di quanto c’è bisogno per poter servire gli altri, allora è già Klipà (guscio), ego.

Mantenendo questo limite, tu “scolpisci” te stesso, fai una forma per te stesso. Mantieni l’intensità e la salute dei tuoi Kelim (desideri/vasi) solo per il bene dell’opportunità di donare. E questo è chiamato ricevere per il bene della dazione.
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(Tratto dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 15.08.2012, Gli scritti di Baal HaSulam)

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Il capitalismo vuole che divorziamo

Nelle Notizie: (Da The Guardian): “Ci piace pensare di essere liberi nel mercato libero, che siamo di là dalle forze della pubblicità e dalle manipolazioni sociali delle forze di mercato. Ma c’è una nuova tendenza, la comparsa della “persona singola” come consumatore modello – che ci presenta un paradosso. Una volta lo pensavamo come radicale – l’essere singolo – adesso può essere reazionario.”

“Le relazioni a lungo termine, come il lavoro per tutta la vita, adesso è deregolamentato a breve termine, gli arrangiamenti temporanei senza promessa d’impegno, come la sociologa Zygmunt Bauman ci ha avvertito da una decade. È molto duro per due persone essere lavoratori autonomi, insieme, senza la promessa di un futuro stabile. Il capitalismo ci vuole singoli.”

“Essere singolo, è visto, dagli anni sessanta, come una scelta radicale, una forma di ribellione contro il conformismo capitalista borghese. Come afferma il sociologo Jean Claude Kaufman, lo spostamento dalla vita familiare a uno stile di vita da singoli è stato un “irresistibile momento d’individualismo” nel ventesimo secolo. Ma questa “libertà” sembra molto meno attraente se vista attraverso la prospettiva di cambiamenti pianificati di consumo.”

“Adesso ha un senso economico convincere la popolazione a vivere da soli. I singoli consumano il 38% in più di prodotto, 42% in più d’imballaggio, il 55% in più di elettricità e il 61% di benzina per capite di quattro abitanti di una casa, in base allo studio di Jianguo Liu dell’Università Statale del Michigan. Negli Stati Uniti, i singoli mai sposati nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni, adesso superano le persone sposate del 46%, secondo il Bureau di Referenze della Popolazione. E il divorzio è un mercato in crescita: una famiglia distrutta significa che due unità familiari dovranno comprare due macchine, due lavatrici, due TV. I giorni di una famiglia unita come modello di consumo sono finiti. […]

“Il consumismo adesso ti vuole singolo, e per questo te lo vende come sexy. L’ironia è che adesso è molto più radicale cercare di essere in una relazione a lungo termine e avere un lavoro a lungo termine, pensare al futuro, forse anche cercare di avere dei figli, che essere singoli. Vita di coppia e connessioni a lungo termine con altre persone in una comunità, adesso sembrano l’unica alternativa radicale alle forze che ci ridurranno a nomadi isolati e alienati, alla ricerca di connessioni temporanee da “aggiustare velocemente” con corpi che portano incorporata in sé la propria obsolescenza percepita.”

Il mio commento: É cosi che il capitalismo vede la società, solo come un consumatore dei suoi prodotti. È un’attitudine di egoismo verso l’umanità e verso la natura che ci conduce verso un confronto con la natura, alla crisi, e adesso vediamo l’inutilità dell’egoismo per la nostra esistenza. Per uscire dalla crisi, abbiamo bisogno di correggere la nostra natura egoista.

Il desiderio di rendere tutti e tutto il mondo schiavi è il desiderio naturale dell’egoismo in noi. Ma la natura ha il suo piano: portarci tutti in equilibrio, in uguaglianza e in unità. Se non riconosciamo questa esigenza, allora questo piano sarà implementato attraverso la crisi. È un vero peccato per le vittime.
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