Mobilitazione generale

Solo la nostra persistenza nel sentire la necessità di una connessione ci può salvare. Smettiamola di giocare con altre cose sperando che con il tempo qualcosa cambi, abbastanza per avere a che fare con altre cose. Tutte le attività correlate sono necessarie solo per sostenere la cosa principale: comprendere la necessità della connessione.

Fino a quando non ci riusciremo deve esserci uno sforzo collettivo incessante. Non dobbiamo scappare o deviare da questo obiettivo verso qualsiasi altra direzione. Qualunque cosa facciamo serve solo a rafforzare i nostri sforzi per la connessione. Dobbiamo sentire la preoccupazione che va da cuore a cuore, fino a quando non ci riusciremo. Non ci sono concessioni qui e le condizioni sono note: il continuo raggiungimento delle Reshimot (i geni informativi), secondo il principio “Ho lavorato e ho trovato”. Se siamo in grado, lo superiamo, e se non ci riusciamo, no. Deve essere un obiettivo chiaro davanti ai nostri occhi e noi tutti dobbiamo mobilitarci per la missione.

Ci sono nuovi studenti che ancora non capiscono e non sentono la disperazione totale, ci sono vecchi studenti che sono cresciuti troppo deboli e si sono trovati coinvolti nella routine. Ma nel complesso, dobbiamo rafforzarci reciprocamente. La preghiera non può essere che per la connessione, altrimenti non viene ascoltata. Se non desideriamo la connessione, la reciproca dazione, dare al Creatore, allora tutto il resto è la “pozione della morte.” Dobbiamo completamente chiarire questo.

La cosa principale è la preoccupazione generale. Anche se, nel mio cuore, non sento realmente la preoccupazione, tuttavia devo mostrarlo agli altri. Anche se al momento non sono entusiasta verso lo scopo della creazione, devo comunque agire prima degli altri. Altrimenti non devo far parte della società.

Deve essere la condizione principale: una persona si trova nella società per rafforzare i cuori degli amici che sono sulla via di raggiungere l’obiettivo, aumentando l’importanza e la grandezza dello scopo. Se non lo fa, non c’è posto per lei qui. È meglio che a raggiungere l’obiettivo siano poche persone, perché quale sarebbe altrimenti l’utilizzo di tutti i milioni di persone intorno a noi, se non hanno raggiunto nulla e se la forza spirituale non governa il livello corporeo?

La società dovrebbe quindi esigere da tutti: è necessario mantenere l’obbligo per rafforzare gli amici verso la grandezza dello scopo, la grandezza della connessione, oppure rinunciare. Proprio così.

Per quanto riguarda i principianti, la missione gli dovrebbe essere chiarita nella misura in cui possono percepire, dal momento che a parte questo non c’è nulla.

Devono trascorrere molti anni prima che una persona cominci in qualche misura a sentire e percepire il messaggio. Ma abbiamo accumulato abbastanza esperienza, competenze, conoscenza delle fonti, lo sforzo per realizzarlo. Per di più, la realtà esterna esige che lo facciamo.
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(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 05.10.2012)

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