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Il tipo di persistenza necessaria nel percorso

Domanda: Può una persistenza tenace aiutare a superare gli ostacoli nel lavoro?

Risposta: Non ci è richiesto solamente una persistenza tenace, ma anche chiarimenti persistenti. Il mio compito non è quello di tollerare, come un blocco di cemento, inflessibile ai cambiamenti e rimanere nelle mie preformate idee e comprensioni.

Naturalmente, questa non è la strada dell’avanzamento. Il Creatore vuole che ci sviluppiamo, che analizziamo ogni volta i nostri stati, e che raggiungiamo sempre più chiarimenti interiori qualitativi.

Nella spiritualità il potere non è determinato dalla quantità, non amplificando il “volume”. Potere maggiore significa sempre qualità superiore. Nella spiritualità non ci sono cambiamenti quantitativi in una forza, ma solamente cambiamenti in qualità.

Ogni livello superiore è sopra non semplicemente perché ha più potere. Ci sono tre stati: embrione, nutrimento e maturità (Ibur, Yenik, Mochin) e ognuno di essi contiene 10 Sefirot. Come si differenziano uno dall’altro? In questo mondo, vediamo chiaramente che un bambino piccolo prima diventa un bambino più grande, e dopo continua a crescere e diventa un adulto. Ma nella spiritualità tutto è determinato dalla misura della comprensione, la qualità dei chiarimenti.

All’inizio la persona non sa né sente niente e non è capace di discernere né di chiarire niente. Ma per lo meno annulla se stesso, questo è chiamato il livello inerte, NHY (la parte più bassa del Partzuf: Netzach, Hod, Yesod.) E dopo, in ogni stato è già capace di rimanere in dazione (Hafetz Hesed) –HGT, (la parte centrale del Partzuf: Hesed, Gevura, Tifferet). Quando si unisce con la ragione superiore, con la forza superiore sopra di lui, questo è chiamato HDB (la parte superiore del Partzuf: Hochma, Bina, Daat).

Tutti questi sono chiarimenti qualitativi e non una mera ostinazione. L’ostinazione è necessaria per utilizzare correttamente ogni momento.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 27.06.2012, Scritti di Baal HaSulam)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 25.10.2012

Preparazione alla Lezione
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Scritti Sociali di Rabash, Dargot HaSulam, Articolo 71
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Il Libro dello Zohar, Parashat “Kedoshim”, Punto 2, Lezione 2
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TES, Volume 3, Parte 8, Punto 42,“Ohr Pnimi” Lezione 23
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Seminario
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La pace si ottiene quando i forti ascoltano i deboli

Notizie (dal MIT News): “Per contribuire a promuovere la pace in Medio Oriente, molte organizzazioni hanno stabilito “campi di pace” o simili programmi di risoluzione dei conflitti che portano israeliani e palestinesi insieme per promuovere una maggiore comprensione del gruppo avversario.

“Una caratteristica comune di tali programmi è la possibilità per i membri di ogni gruppo di condividere le storie della loro vita con i membri dell’altro gruppo. Ora, un nuovo studio di neuroscienziati del MIT mostra che i benefici di questo scambio sono molto maggiori quando i membri del gruppo meno potente condivide le loro storie con il gruppo storicamente dominante rispetto a quando avviene il contrario.

Rebecca Saxe, autore senior dello studio, afferma che: “La scoperta, pubblicata online sul Journal of Experimental Social Psychology, sostiene l’idea che per il gruppo con meno potere, il più grande ostacolo alla riconciliazione è la convinzione che le loro preoccupazioni siano state ignorate.

“A ciascun partecipante è stato assegnato il compito di scrivere le difficoltà della vita nella loro società, o di leggere e riassumere un saggio scritto da un membro del gruppo avversario. Tutte le interazioni si sono svolte attraverso video e chat basate su testo. Ogni partecipante è stato accoppiato con qualcuno che, all’insaputa del soggetto, era in realtà un assistente di ricerca.

“In un questionario somministrato prima e dopo l’interazione, l’atteggiamento verso il gruppo opposto è migliorato più tra i membri del gruppo senza potere che hanno raccontato le loro storie, che tra i membri del gruppo dominante che hanno letto le storie degli altri.

“Quando i membri del gruppo meno potente hanno semplicemente scritto le loro storie senza avere qualcuno del gruppo avversario che le leggesse, questo non ha incentivato i loro atteggiamenti verso l’altro gruppo – rafforzando l’importanza di essere ascoltati.

“Per il gruppo dominante, i ricercatori ritengono che ascoltare le storie del gruppo avversario sia positivo, perché i membri del gruppo al potere spesso hanno paura di essere incolpati del conflitto. Pertanto, afferma Saxe: “L’ascolto da’ a loro l’opportunità di agire virtuosamente e moralmente e dimostrare che sono in realtà persone buone”.

Il mio commento: Solo il dialogo sotto forma di una tavola rotonda (sadna) aiuterà a portare le persone insieme e poi collegarle, fino al punto di una completa inclusione di tutti nel mondo, e così conseguirà una piena integrazione, e in essa la sensazione di entrare nella dimensione successiva, il nostro stato successivo, destinato all’evoluzione.
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