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Per innalzarsi e connettersi

Domanda: Quando le persone interagiscono in un gruppo integrale, improvvisamente fanno esperienza di emozioni potenti, forti percezioni, a volte positive e altre negative, ma il sopprimere queste emozioni non porta a nulla.

Risposta: Certo che no. Questo accade perchè la cosa principale per le persone è poter esprimere le loro abilità creative, come loro costruiscono la loro unione. Prima di tutto, noi non dobbiamo rifiutare completamente il nostro egoismo, ma creare l’unità al di sopra di esso. Noi dobbiamo utilizzare l’egoismo come punto di partenza e fondamento, invece che semplicemente volare nel cielo. E’ necessario capire che il livello di unità è basato sull’innalzamento al di sopra dell’egoismo, nel ribaltare questo egoismo nella sua impronta inversa.

In altre parole, la nostra immagine spirituale—l’immagine collettiva dell’Adamo, il nostro spirito interiore che ci distingue dagli animali—viene formato attraverso un’impronta dei nostri desideri egoistici sopra cui noi ci innalziamo e ci connettiamo. Ciò richiede il lavoro individuale di ciascuno perché uno deve cambiare se stesso in una forma invertita, altruistica di un disegno in una matrice, di un negativo in un positivo, come uno stampo, come la sua immagine.

Allora, ciascuno di noi sale sopra l’egoismo nella sua forma opposta, la forma della dazione, la forma della connessione, in altre parole, al posto dell’individualismo l’integralità, al posto di desiderare solo di ricevere per te stesso a spese altrui, ascesa e investimento in qualcosa di comune, di intero. Quando lavoriamo in questo modo, allora, innalzandoci sopra il nostro egoismo, cominciamo a comprendere in cosa consiste questo nuovo sistema.

E’ l’opposto. E’ come l’antimateria. Consiste in qualcosa che non esiste in questo mondo. Diveniamo questo!

Questa è l’analisi della nostra speciale anti-immagine. Tuttavia, non è semplicemente opposta a ciascuno di noi, ma quando ciascuno di noi cambia sé nell’opposto di sé stesso. Allo stesso tempo comincia a unire sé stesso con gli altri. Sembra perdere la sua individualità nell’acquisire un’unità comune, e, in questo modo, egli comincia a percepire una sola natura: il suo integrale.

Questi sono i tipi di argomenti e materie che dovrebbero essere discussi nei gruppi di apprendimento integrale. Essi condurranno le persone fino al prossimo livello, quando da una parte, il mio lavoro individuale è necessario per ascendere, ma dall’altra parte, il mio lavoro individuale insieme al lavoro di tutti gli altri è necessario per connetterci.
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(Da un discorso sull’Educazione Integrale 2.03.2012)

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Fino a quando una persona si trasforma in un essere umano

Il metodo della Kabbalah ha lo scopo di cambiare una persona fino a che non si trasforma in un essere umano (Adamo), ossia colui che  è simile (Domeh) al Creatore. In ogni dato momento, giorno dopo giorno, la persona deve lavorare per elevare l’importanza di questo metodo e far riferimento ad essa in modo persistente. Dopo tutto, noi veniamo costantemente scagliati via dalla spiritualità come se il Creatore si distanziasse da noi.
Ci sembra che i nostri stati cambino continuamente: ci avviciniamo al Creatore e poi siamo più distanti da Lui. Ovviamente, però, succede solo nelle nostre sensazioni. Si risvegliano, infatti, in noi nuovi geni di informazioni e noi dobbiamo correggerli.

Una persona possiede 613 desideri che riguardano il Creatore. Non stiamo parlando di desideri materiali, di questo mondo, ma di specifici desideri verso il Creatore. Solo questi desideri dovrebbero essere corretti affinché diventino simili all’attitudine del Creatore verso di noi, cioè sono completamente diretti alla dazione e a portare gioia al Creatore.

Il pensiero originale del Creatore nel piano della creazione era di deliziare le creature. Una persona deve anche raggiungere lo stesso stato affinché il suo scopo diventi portare contentezza al Creatore. La somiglianza delle proprietà con cui il Creatore eleva una persona al Suo livello e si fonde, si unisce a Lui completamente e di conseguenza raggiunge lo scopo finale.

Nella via per raggiungere lo scopo, ci sono diverse fasi di avanzamento. Nella prima, durante migliaia di anni della storia umana e procedendo attraverso numerose reincarnazioni, l’uomo sviluppa il suo regolare desiderio terrestre di godere. Le reincarnazioni si rimpiazzano a vicenda perché il desiderio cresce costantemente e vuole sempre di più quando in esso si rivelano costantemente i geni dell’informazione (Reshimot).

Non vale la pena prestare attenzione ai corpi che vivono e muoiono, ma piuttosto ai geni dell’informazione che si rivelano nel desiderio di gioire, dandoci così un’illusione di esistere nel nostro corpo.

Nella seconda fase dello sviluppo, emerge in una parte del desiderio, ossia in alcune persone, un’aspirazione di rivelare il Creatore, di trovare il significato della vita. La prima persona che ha ricevuto questo tipo di desiderio è stato Adam HaRishon. Questa è la ragione per cui lui è considerato il Primo Uomo e molti altri l’hanno seguito. Queste persone sono chiamate Kabbalisti perché accettano il metodo della correzione che gli consente di rivelare il Creatore fino all’estensione alla similitudine delle loro proprietà con Lui.

Anche i Kabbalisti attraversano molte fasi di sviluppo e reincarnazioni, ma queste reincarnazioni sono leggermente differenti perché una di esse è il raggiungimento del Creatore, la forza che governa la natura.

Avendo ricevuto il primo risveglio attraverso la spiritualità, noi entriamo in quello che viene chiamato periodo preparatorio. In questo stadio, noi attraversiamo ancora molti stati, ma questa volta accadono in conformità con il metodo, al livello della nostra comprensione di esso. Sebbene il metodo sia disponibile per noi sotto forma di materiale leggibile, non è ancora stato rivelato nelle nostre anime.

Noi avanziamo in questo modo: attraverso la costruzione del gruppo e cercando di ispirarci l’un l’altro. Il lavoro principale sta nel migliorare l’importanza del metodo e trasformare noi stessi. In questa realtà non può essere cambiato nulla eccetto l’uomo stesso; un essere umano è l’unico che possa essere cambiato.

Inoltre, dobbiamo chiarire esattamente cosa può essere cambiato: solo l’intenzione che si trova nel desiderio di qualcuno. I desideri di per sé non si possono cambiare; lasciateli stare. L’uomo possiede 613 desideri in relazione al Creatore, e deve trasformare le intenzioni di questi desideri da egoistiche a intenzioni di dazione.

Una persona infatti, non percepisce di avere 613 desideri, o che sono di natura egoistica, o di voler trarre beneficio dal Creatore. Per il momento non ha nessuna relazione di sorta con il Creatore, nessuna connessione con Lui. La connessione con il Creatore comincia a rivelarsi gradualmente, in questo modo ci consente di scoprire la nostra inclinazione maligna. Se una persona è ancora immersa nel proprio egoismo, ha bisogno della correzione chiamata Torah, “una spezia per esso.” Con questo aiuto, una persona può cambiare la sua intenzione reindirizzandola dal proprio piacere a beneficio della forza superiore, il che significa che ha adempiuto ad un comandamento.

In accordo quindi all’ordine dei desideri che si rivelano in una persona, essa effettua 613 correzioni (613 comandamenti), fino a che non corregge l’intero vaso e riceve l’intera abbondanza che il Creatore gli ha preparato – ma con l’intenzione di portarla indietro alla Sorgente. In questo modo una persona raggiunge lo scopo.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 07.09.2012 Shamati #175)

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