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Una discrepanza dei Sistemi

Non siamo mai stati nella situazione nella quale siamo oggi. Non abbiamo mai sperimentato una discrepanza tra due sistemi. Oggi, tutti insieme, costituiamo un sistema comune, integrale (“WE”), ma è egoista. Allo stesso tempo siamo dentro il sistema naturale, che è permeato dalla dazione e dall’amore. La differenza o breccia tra questi due sistemi è quello che crea la sensazione della crisi.

La differenza continua a crescere perché ci stiamo sviluppando nel nostro egoismo, mentre il sistema superiore si avvicina a noi. In particolare la crisi si sta esprimendo proprio a causa della rivelazione della natura.

In passato abbiamo espanso il nostro sistema nel corso della storia, fino a quello che abbiamo raggiunto oggi, l’integrazione e l’interconnessione. Tuttavia, ogni persona continua ad operare all’interno dei suoi stretti interessi, anche quando non può più disfarsi dei suoi legami globali ed è interamente dipendente dagli altri.

Come risultato, finiamo con l’interdipendenza e l’odio reciproco, che è in estremo contrasto con la forza della dazione che ci influenza. Inoltre all’interno, siamo vincolati gli uni agl’altri ed allo stesso tempo, disuniti al massimo. In aggiunta, siamo opposti al Creatore.

Quest’opposizione e differenza nelle qualità ci porta dei problemi; questi stanno appena cominciando, ma allo stesso tempo, incitano l’uomo a scoprire la ragione di ciò che sta succedendo. Dopotutto, se qualcosa ci disturba o danneggia, le prestiamo attenzione.

Pertanto oggi per la prima volta, la scienza della Kabbalah ci si rivela. È arrivato per noi il tempo di rafforzarci, affinché il Creatore e la creazione si uniscano per mezzo di una sola forza, una sola connessione. In altre parole, è arrivato il momento di correggere la crisi, di disfarci dei problemi ed arrivare alla conclusione che dobbiamo scoprire il sistema nel quale siamo, il che è impossibile senza raggiungere la forza superiore.

Non vediamo l’integralità del sistema naturale perché non siamo integrali dentro. Siamo discreti, disuniti ed individuali, ognuno per la sua strada. Non ho una mente integrale, un modo di pensare integrale e non posso prendere in considerazione tutto il mondo.

Però, d’altra parte, costituiamo un tutt’uno ed in base alla legge di un solo corpo, non posso realizzare una sola azione, a meno che non sia sicuro che influenzi favorevolmente tutti i miei sistemi. Per questo non possiamo ottenere il successo in niente.

Nel mondo moderno, non importa quale sistema osservi, tutto sta crollando: l’educazione, la cultura, l’economia, le relazioni tra le persone, le famiglie, l’educazione dei bambini ecc … Tutto quello che abbiamo creato nel processo del nostro sviluppo, si sta sgretolando e questo processo continuerà a peggiorare, esprimendosi sempre di più.

Il problema qui non è che abbiamo “fatto un gaffe” in un dato momento, perché tutto era programmato dall’inizio, solo che oggi tutti i nostri sistemi sono opposti a quello corretto ed integrale. Adesso devo considerare tutto il mondo, ma per mia natura, non sono adatto a farlo. Allora, cosa posso fare?

Mi preoccupo solo di me stesso, o molto per la mia famiglia, per l’ambiente della mia città o anche per il mio paese … Ma preoccuparmi per tutto il mondo? Anche se volessi, come potrei fare in modo che questo accada? Non ho una base preliminare per farlo, ma per riuscirci dovrei essere diverso dentro. Devo avere un sistema integrale dentro di me in maniera tale che naturalmente pensi al mondo come ad un tutt’uno, proprio come penso a me stesso. Questo è l’unico modo in cui raggiungerò il successo nell’economia, nell’industria, nel commercio ed in tutto.

In altro modo, non avrò successo. Oggi è espresso ancora debolmente, ma presto l’immagine comincerà ad essere più chiara.

Così la natura o il Creatore sta obbligando l’uomo a sentire che è parte di un tutt’uno, di un’anima particolare che appartiene all’anima comune. Soffriamo perché non siamo ancora parte di un tutt’uno, e mediante questa sofferenza ognuno di noi viene spinto ad unirsi agl’altri. Tuttavia, il cammino della sofferenza è molto difficile. Come sappiamo può portare alla morte, e dovremo ancora soffrire molto prima di arrivare lì.

È per questo che la scienza della Kabbalah si sta rivelando, desiderando spiegarci lo stato attuale delle cose, mostrandoci il sistema nel quale siamo ed insegnandoci a cambiare noi stessi, a trasformarci da frammenti discreti in parti integrali, ognuna delle quali contiene tutte le altre.

Per la prima volta nella storia dello sviluppo umano, l’uomo non cambia più la natura esterna, non realizza azioni egoistiche esterne e non usa tutta la sua conoscenza per cambiare qualcosa al di fuori di lui. I cambiamenti esterni sono finiti, tutto è stato finalmente formato all’esterno, si è congelato, e non cambierà più. D’ora in avanti, devo essere io quello che deve cambiare.
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(Dalla 5° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 22.07.2011, “Lo studio della Kabbalah e la sua essenza”)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 11.08.2011

Scritti di Rabash, Articolo 12
Video / Audio

I Kabbalisti sulla natura dell’uomo e sulla natura del Creatore, Parte 15

Cari amici, per favore fate delle domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

Il soggetto dello scopo della Creazione è l’uomo

E la cosa più importante in tutta questa realtà diversa è la sensazione donata agli animali – che ognuno di loro sente nella propria esistenza. E la più importante sensazione è la sensazione noetica, donata soltanto all’uomo, per mezzo della quale può sentire il se degli altri – i dolori e i piaceri. Quindi, è indiscutibile che se il Creatore ha uno scopo nella Creazione, il suo soggetto è l’uomo. È detto su di lui: “Tutto il lavoro del Creatore è per lui”.

-Baal HaSulam, “L’insegnamento della Kabbalah e della sua essenza”

L’abilità di sentire gli altri si manifesta soltanto nel livello “parlante”. Dopo aver studiato la Kabbalah, quando invertono il desiderio di ricevere nel desiderio di donare e arrivano all’equivalenza della forma con il Creatore…Per questo diventano abilitati a ricevere lo scopo del Pensiero della Creazione.

-Baal HaSulam, “Introduzione al Libro dello Zohar”, punto 39

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Il Talmud e il debito greco

Opinione: (Mario J. Blejer) Precedente governatore della Banca Argentina Centrale e precedente governatore della Banca d’Inghilterra: “Ci sono due modi per guardare la maestosa insostenibilità del sovrano debito estero della Grecia. C’è, in primo luogo, una prospettiva prammatica e a corto termine che si focalizza in assicurarsi una sorta di ristrutturazione ben ordinata (possibile anche per altri stati europei vulnerabili) senza far cadere l’Eurozona. E c’è una prospettiva “morale” che si focalizza nella natura del debito in conseguenze a lungo termine o nel mancato adempimento al medesimo. Nessuna delle due prospettive è sbagliata; per il contrario, il problema è come conciliarle….

“In queste circostanze, il Talmud potrebbe avere la chiave…

“Il versetto dice letteralmente: Noi (la corte) lo forziamo finché lui dice quello che vuole di sua volontà. Quindi, in divorzi (se l’uomo si rifiuta di garantirlo), noi esercitiamo la nostra forza su di lui finché lui dice: “Io lo voglio fare volontariamente”. In maniera similare, se una corte forza una persona a vendere una proprietà, la vendita è valida perché si considera che sia stata fatta volontariamente.

Comprendere questa apparente contraddizione fa luce sulla questione sollevata intorno al coinvolgimento degli obbligazionisti privati nella questione del pacchetto di salvataggio greco. Si è discusso che per evitare un omissione, i creditori privati dovrebbero accollarsi parte di questo salvataggio. Ma come si fa a imporre una perdita finanziaria agli obbligazionisti senza che questo sia considerato un omissione da parte delle agenzie creditizie?…

“Usando la logica del Talmud, si può dimostrare che ci sono dei meccanismi che possono – e dovrebbero- essere usati per creare una pressione nelle parti nell’interesse di ottenere migliori risultati volontariamente.

Ci sono due interpretazioni preponderanti del passaggio talmudico. Uno sostiene che la coercizione possa cambiare le menti. Quando una corte costringe un individuo finché questo si arrende e dice che vuole eseguire gli ordini, le sue rimostranze devono considerarsi volontarie giacché, alla fine, lui ha preso una decisione coscienziosa per un accordo.

“L’alternativa è di cercare una soluzione cooperativa, consistente nell’interpretazione favorevole della “forzata volontarietà”. Questo si può ottenere adoperando alcune caratteristiche del modello usato nell’Europa orientale noto come “Iniziativa Viennese”…

“Il primo pilastro di quel modello è il coinvolgimento simultaneo delle parti nel disegnare uno schema fin dall’inizio…Il secondo ingrediente sono gli adeguati incentivi per partecipare, includendo il finanziamento diretto dai governi degli obbligazionisti…Il terzo componente è l’esercizio di persuasione degli obbligazionisti per ottenere la massima partecipazione, ottenere impegni anticipati ed eliminare i corridori singoli.

Dato che questo modello potrebbe implicare una perdita di obbligazionisti, ci vuole una forte pressione officiale e di rango.

“Quindi, sotto questo modello –nonostante la pressione iniziale- il comportamento degli obbligazionisti può considerarsi volontario. E mentre le agenzie di stima considereranno il modello Vienna come un esito difettoso, i saggi del Talmud ci mostrano per quale motivo sia necessaria una classificazione più ragionata”.
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La lezione Norvegese

Opinione: il Dr. Jacques Attali, famoso economista mondiale, esperto in scienza politica, Membro Onorario del Consiglio di Stato, Presidente di “Planet Finance”: “Alcuni … vedono lì l’indizio dell’inizio di una guerra religiosa tra il Cristianesimo e l’Islam …”

“Altri ancora … vedono in questa tragedia un segno del ritorno dei nazionalismi e di quello che ne consegue: il rifiuto degli stranieri e le dottrine denominate “internazionaliste”, delle quali sono parte il Progetto Europeo e la democrazia sociale …”

“Di fatto, niente di questo da la vera misura di quello che è davvero successo in Norvegia; questa tragedia è nei fatti una crudele metafora del valore dominante del mondo di oggi: il desiderio di tutti di conservare per se stessi ciò che li definisce”, scrive Jacques Attali nel suo blog. In occidente, molte persone sono in realtà inquiete sul rischio di vedere la propria identità ed il loro livello di vita minacciato e non hanno altri progetti che beneficiare delle loro comodità e conservare i loro costumi e per preservarli, non li condividono con nessuno …”

Il mio commento: L’odio non può essere dissipato in alcun modo. C’è solo una causa di tutti i nostri problemi, il nostro egoismo e c’è solamente una soluzione, correggerlo verso l’opposto.

Tutti i problemi non dovrebbero essere visti come problemi, ma come gli stati che ci risvegliano, spingendoci verso la correzione; in questo modo, saliremo alla prossima tappa del nostro sviluppo, allo stato di armonia con tutto quello che ci circonda. In questo caso, cominceremo a sperimentare (vivere) la natura nella sua eternità e perfezione e ci sentiremo allo stesso modo.
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