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Istruzioni: Come “Formattare” un recettore spirituale

La Kabbalah si rivela a tutte le persone individualmente e a tutta l’ umanità, con il fine di rispondere alle sue domande. Alla gente non importa la teoria, la quantità di angeli nel cielo o i Partzufim superiori; si preoccupa solo di una cosa: ha bisogno di riempire i suoi desideri, ed eventualmente, sentirà che la Kabbalah sembra avere una risposta.

Oggi la gente non sa quello che vuole, però mentre divulghiamo la Kabbalah, abbiamo bisogno di spiegare alle persone dove possono trovare quello che cercano. È come una madre che può sentire ciò di cui un figlio ha bisogno solo guardandolo, cosa è buono e cosa è cattivo per lui. Lei sa perché piange, di cosa ha bisogno e dove gli fa male.

Abbiamo bisogno di sentire l’ umanità allo stesso modo, di prevenire i colpi e mentre questo desiderio cresce, di cominciare a svilupparlo un po’ in avanti per dirigerlo verso la bontà ed evitare la sofferenza. Non c’ è bisogno di aspettare che si manifesti una terribile fame nera e faccia soffrire le persone. Abbiamo bisogno di fornire loro il riempimento anzitempo. Lasciamo che provino e vedano! Abbiamo bisogno di spiegare loro dove si dirige il loro desiderio. A questo si riferisce la divulgazione della Kabbalah.

Tutti coloro che adesso sono soddisfatti delle loro vite, hanno bisogno di stare soli; il resto necessita della spiegazione su dove può riempire questo vuoto che sente. Le persone hanno bisogno di capire che adesso, in loro, si sta rivelando un desiderio speciale.

Adesso questo manca di forma. Ha bisogno di essere “formattato” e “connesso” con un nuovo programma o sistema, come un disco del computer che alla fine è semplicemente un pezzo di metallo o di plastica morta ed abbiamo bisogno “di riportarlo alla vita” per poter imparare a lavorare con i programmi ed i dati. Allora potremo utilizzare questo nuovo desiderio.

Per poter fare tutto questo, abbiamo bisogno di una forza speciale che riceviamo attraverso i nostri sforzi nel gruppo, nello studio ed ascoltando il maestro. In questa maniera ci “riformatteremo” gradualmente e con questo sviluppo cominciamo ad adottare la nuova informazione spirituale che ci riempie e ci aiuta a trovare il nostro orientamento nella vita.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.01.2011, “La saggezza della Kabbalah e la sua essenza”)

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I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 33

Cari amici, per favore fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

Cos’è una preghiera?

L’ essenza del lavoro [spirituale] [nella correzione dell’ intenzione, l’ attitudine verso il Creatore] è la scelta, cioè “Pertanto sceglie la vita”, che è Dvekut (adesione) che è Lishmà (in Suo nome). Per questo uno è ricompensato con l’ adesione della Vita delle Vite.

Quando è aperta la Provvidenza, non c’ è scelta per l’ elezione. Pertanto il Superiore [Parzuf Superiore] innalzò Malchut, che è Midàt Ha Din (qualità di giudizio), davanti [le sue] Einàim (occhi) i quali causarono un occultamento [in lui rispetto all’ inferiore], il che significa che l’ inferiore vede che il Superiore è deficiente, che non c’ è Gadlut (grandezza) nel Superiore. In quel momento, le qualità del Superiore sono stabilite nell’ inferiore, e questo vuol dire che mancano. Da questo si deduce che i Kelim [del Superiore] hanno uguaglianza con [i desideri, le proprietà di] l’ inferiore: Dato che non c’è vitalità nell’ inferiore [sembra all’ inferiore che] non c’è vitalità nelle qualità Superiori, il che significa che la Torà e i Mitzvot sono insipidi e senza vita.

E [questo è fatto di proposito dal Superiore perché] allora, c’ è spazio per la scelta [l’ inferiore ha l’ opportunità di scegliere giacché diventa indipendente dal Superiore] , il che significa che l’ inferiore [deve esaminare le sue sensazioni e pensieri e arrivare alla conclusione che questo stato gli è stato dato apposta perché non segua le sue sensazioni, ma piuttosto per incrementare la grandezza del Superiore attraverso il gruppo e perché s’ innalzi al di sopra delle sue sensazioni] dovrebbe dire che tutto quest’ occultamento che lui sente si deve a che il Superiore [di proposito] ristrinse Se stesso per il bene dell’ inferiore [per il suo bene]. Questo è chiamato, “Israele, che sono stati esiliati, la Divinità è con loro”, cioè che dichiara il sapore che lui prova, e non è colpa sua il non sentire il sapore della vivacità, ma nella sua opinione, realmente non c’è vitalità nel superiore.

E se si supera [va con la fede oltre la ragione e fortifica la sua relazione con il Creatore al di sopra di qualsiasi sensazione negativa] e dice che trova un sapore amaro in questi alimenti [riempimento o vuoto nel desiderio] è soltanto perché lui non possiede i Kelim (vasi) adatti [intenzioni] per ricevere l’ abbondanza [di comprendere correttamente e sentire le azioni del Creatore verso di lui], poiché i suoi Kelim sono per ricevere e non per donare [lui valuta il Creatore per il riempimento che riceve e non per il traguardo], e calunnia [involontariamente], questo è considerato che l’ inferiore sta innalzando MAN [supplicando il Superiore per chiedere il Suo aiuto a non relazionarsi in modo negativo con il Superiore, indipendentemente dalle sensazioni nel desiderio].

Per questo [grazie al MAN dell’ inferiore], il superiore innalza il suo AHP, e ascende, il che significa che il Superiore può mostrare all’ inferiore elogio e diletto nei Kelim de AHP, il che può rivelare il Superiore. Pertanto, riguardo all’ inferiore, si trova che lui eleva il GE dell’ inferiore [dando all’ inferiore la forza di sentire piacere e raggiungimento, insieme con lo schermo, per apprezzare questi riempimenti nel cuore e nella mente soltanto per il bene di un’ adesione ancora maggiore con il Superiore] perché l’inferiore vede il merito del Superiore. Da questo si deduce che l’inferiore si eleva insieme all’ AHP del Superiore. [Il Superiore dona all’ inferiore tanto il riempimento come le sensazioni di vuoto e l’ opportunità di stare o no, al di sopra di esse.]

Rabash, Gradini della scala “l’ associazione di misericordia e giudizio”
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Il Libro dello Zohar. Capitolo “Il Conduttore dei Somari” Parte 2

Il Libro dello Zohar. Capitolo “Il Conduttore dei Somari” Parte 2 (abbreviata)

91. Egli incominciò a parlare. È scritto “Benayahu (Benaiah) Ben (il figlio di) Yehoyada (Jehoiada)”. Questo racconto è bellissimo e ci è utile per mostrarci gli elevati segreti della Torah. E il nome Benayahu Ben-Yehoyada indica il segreto della Luce della Saggezza, Ohr Hochma. Ben Ish Chai è il giusto che ridona la vita ai mondi. Rav Paalim significa che Egli è il Padrone di tutto ciò che si manifesta e che tutte le forze delle Schiere Divine hanno origine in Lui. Egli è chiamato il Creatore della Forza, il Padrone di tutto ed Egli è in ogni cosa.

92. Rav Paalim è anche Mekabtziel: L’ Albero Elevato che riunisce e compie molte azioni, Supremo sopra ogni cosa. Da dove è giunto? Da quale livello ha avuto origine? Ancora una volta, la fonte indica “da Mekabtziel”, perché esso è un livello elevato e nascosto che nessuno ha visto. Esso comprende ogni cosa, poiché riunisce tutta la Luce Superiore dentro di sé, e tutto ha origine da esso.

93. Tutti i livelli si riuniscono in questo palazzo Divino, Sacro e Nascosto, dove ogni cosa è nascosta. Tutti i mondi sono dentro questo palazzo. Tutte le forze sacre sono sostenute, tenute in vita da esso e dipendono tutte da esso.

94. Egli abbattè i due: Ariel e Moav (Moab). I due Sacri Templi esistevano grazie ad Atik e da esso ricevevano: il Primo Tempio e il Secondo Tempio. Dopo la scomparsa di Atik, il processo che aveva avuto origine, dall’ Alto era cessato. Era come se li avesse colpiti e distrutti.

95. E il Sacro Trono (Malchut) è caduto. Così scrisse il profeta Yechezkel (Ezechiele): “Io sono in esilio”, intendendo dire che il livello chiamato “IO”, che è Malchut, è in esilio. Perché? “Lungo il fiume Kevar”. Kevar (già) è il fiume che era già esistito, ma che ora è scomparso. Com’è scritto: “Il fiume è distrutto e asciugato”. È stato “distrutto” nel primo Tempio e “asciugato” nel secondo. Dunque è scritto: “Egli li colpì e li distrusse entrambi, Ariel e Moav”. Moav (o Mi Av) significa “dal Padre Celeste”. Essi furono tutti distrutti da Lui e tutta la Luce che brillava su Israele scomparve.

96. In seguito, Egli, discese e colpì il leone. All’ inizio, quando questo fiume faceva scendere le sue acque, Israele si trovava in uno stato di perfezione, perché portavano offerte, facevano sacrifici per espiare i loro peccati e salvare le proprie anime. Allora, l’immagine di un leone discese dall’ Alto ed essi lo videro sull’ altare mentre calpestava i corpi dei sacrifici, divorandoli e tutti i cani (tutti quelli che calunniano Israele) ammutolirono.

97. Tuttavia, quando i peccati aumentarono, egli scese ai livelli inferiori e uccise il leone. Questo avvenne perché il leone rifiutò di lasciare la sua preda come prima, fu come se egli lo avesse ucciso. Perciò, egli, colpì il leone e lo gettò in una buca, verso la Parte Maligna (in base alla sua comprensione). La Parte Maligna vide tutto questo e mandò un cane a divorare i sacrifici, che erano sull’ altare, al posto del leone. Qual è il nome di questo leone? Qual è il soprannome del cane? Baladan è il suo nome; Baladan è formato dalle parole Bal-Adam, dove la lettera Mem è sostituita dalla lettera Nun, in quanto, egli, non è per nulla un essere umano, ma un cane ed il suo volto è come una museruola per il cane.

98. Del giorno della neve, del giorno in cui le sventure scendono dalla Corte Divina Superiore, è scritto, “la sua casa non temerà la neve“, cioè, la Corte Divina, chiamata “neve”. Perché la sua casa è rivestita due volte e può resistere a un fuoco potente. Così dice il libro.

99. Cosa c’è scritto dopo? “Ed egli colpì un Egiziano.” Queste parole si riferiscono a un segreto: ogni volta che Israele ha peccato, il Creatore si è nascosto ed ha limitato la possibilità che Israele ricevesse tutto il bene e tutta la Luce che Lui faceva brillare su di esso. “Egli colpì un Egiziano”. “Egli” si riferisce a Mosé, la Luce che brilla su Israele. Perché egli era nato in Egitto, lì era cresciuto e aveva conseguito la Luce Divina.

100. L’ uomo dello specchio. È scritto, lo specchio e l’ uomo, com’ è scritto, un uomo Divino, il marito di quello specchio, della gloria del Creatore, Malchut. Perché con questo livello egli meritò di governare l’ intero territorio come desiderava: una prodezza che nessuno ha mai eguagliato.

101. Questo è il bastone del Creatore che è stato consegnato a lui, com’è scritto, “Con il bastone del Creatore nella mia mano”. Questo è il bastone che è stato creato la sera del sesto giorno della creazione, prima dello Shabbat. E il Suo Santo Nome è contenuto in esso. Con questo bastone Mosè compì il suo peccato colpendo la roccia due volte. Il Creatore gli disse: “Mosè, non è per questo scopo che ti ho dato il Mio bastone; dunque, d’ ora in avanti, non sarà più tuo”.

102. All’ improvviso Egli discese verso di lui con gran severità e strappò il bastone dalla mano dell’ Egiziano, da quel momento in avanti il bastone gli fu tolto e gli fu tolto per sempre. Ed egli ne fu ucciso: a causa del peccato per aver colpito la roccia con il bastone, egli morì senza entrare nella Terra Santa. E quella Luce fu nascosta a Israele

103. “Il più rispettato dei trenta” si riferisce alla Parte Superiore che riceve dall’ Alto e passa ciò che riceve verso il basso, è colui che riceve e avvicina. Però, egli, non va dai primi tre, ma sono loro ad andare da lui e a donargli con tutto il loro cuore, egli non va da loro.

104. Nonostante non fosse considerato uno di loro, Davide, udì il significato che non si è mai diviso dal cuore, perché, essi, non possono essere mai separati. Davide fece attenzione con tutto il suo cuore, ma lui non fece attenzione a Davide. Poiché attraverso le suppliche, gli inni e la misericordia, che la luna offre al sole, la luna avvicina il sole a sé in modo da poter essere insieme.

105. Rabbi Elazar e Rabbi Aba piegarono il capo davanti a lui, ma poi non riuscirono più a vederlo, allora si alzarono e andarono in ogni direzione, ma non riuscirono più a vederlo. Si sedettero, piansero e non riuscivano nemmeno a parlare tra di loro. Allora, Rabbi Aba, disse: “È vero ciò che abbiamo imparato, che la Torà accompagna i giusti nel loro cammino. I giusti dell’ altro mondo vanno da loro per rivelare loro i segreti della Torà. E questo doveva essere Rabbi Hamnuna-Saba, che è venuto da noi dall’ altro mondo per rivelarci questi segreti. Ma prima che potessimo riconoscerlo, egli è svanito nel nulla”. Si alzarono e volevano condurre avanti i loro asini, ma non poterono. Cercarono più volte di spronare gli asini, ma essi non potevano muoversi. Si fecero prendere dalla paura e lasciarono lì i loro asini. E ancora oggi questo luogo è chiamato “il luogo degli asini”.

106. Rabbi Elazar incominciò a parlare: “Oh, quanto è grande la Tua bontà, che Tu l’ hai tenuta nascosta per coloro che Ti temono! Quanto è infinita la bontà che il Creatore riverserà sull’ umanità in futuro, su coloro che temeranno il peccato, sui lodevoli giusti che studiano la Torà, quando giungono al Mondo Superiore.”

107. Il nome “grande bontà” può essere anche descritto come il nome contenente tutti i segreti della saggezza Divina che discendono da ZA in Malchut. C’ è un grande albero, chiamato ZA o Rav (grande, forte) e c’è un piccolo albero, Malchut, che cresce dal primo. E il primo viene innalzato fino al massimo firmamento.

108. La “grande bontà” è la Luce che è stata creata il primo giorno della creazione e nascosta, per essere rivelata in futuro, ai giusti dell’altro mondo. I Tuoi semi, le Tue azioni sono il Giardino Divino dell’ Eden, che il Creatore ha creato con le Sue azioni.

109. Tutti i giusti si trovano nel Giardino dell’ Eden inferiore, rivestiti di preziosi ornamenti, uguali nella forma e nelle qualità a quelli che essi vestivano in questo mondo, cioè, con la stessa forma propria degli uomini di questo mondo ed in base alle azioni compiute come uomini di questo mondo. Essi si trovano qui e volano via nell’ aria, salgono verso l’Assemblea nel Giardino dell’ Eden Divino, volano lì e si bagnano nella rugiada del fiume puro di Apharsemon (cachi, diosperi, n.d.t.), poi tornano indietro e volano verso il basso fino al Giardino dell’ Eden inferiore.

110. E a volte questi giusti si presentano come uomini per compiere dei miracoli, come degli angeli celesti, proprio come abbiamo visto la radiosità della Luce Superiore, ma non abbiamo meritato di vedere e di scoprire i grandi segreti della saggezza.

111. Rabbi Aba iniziò a dire: “E colui che si sentiva condannato disse a sua moglie: ‘Noi moriremo, perché io ho visto il Creatore. Anche se egli non era consapevole delle sue azioni, come è scritto: ‘Egli non sapeva che era un angelo’; tuttavia, poiché è scritto: ‘Tu uomo non potrai vederMi e restare vivo’, noi sappiamo che egli è morto. Noi abbiamo meritato che questa grande Luce ci accompagni ed il mondo esiste perché il Creatore Stesso lo ha mandato a noi, perché ci rivelasse i segreti della Sua Divina Saggezza. Quanta gioia c’ è nella nostra parte!”

112. Essi camminarono e giunsero ad una montagna, il sole era tramontato, i rami degli alberi di quella montagna incominciarono a sbattere uno contro l’ altro e a cantare. Mentre stavano ancora camminando, essi, sentirono il suono di una voce proclamare: “Figli del Santo Creatore, dispersi tra i viventi di questo mondo, illuminati dai figli dell’ Assemblea, riunitevi nei vostri luoghi e rallegratevi con il Creatore nella Torà. Essi furono colti da paura e si fermarono, poi si sedettero.

113. Nel frattempo una voce risuonò di nuovo: “O potenti rocce, grandi fragori di tuoni, Binà poggia sopra un pilastro, quindi entrate e radunatevi”. In quel momento, essi sentirono la voce vigorosa di migliaia di alberi che stavano dicendo: “La voce del Creatore rompe i cedri”. Sia Rabbi Elazar che Rabbi Aba caddero a terra. Una grande paura si impadronì di loro. Si rialzarono in fretta e se ne andarono, non sentendo nient’altro, così scesero dalla montagna e continuarono a camminare.

114. Dopo aver raggiunto la casa di Rabbi Yosi, il figlio di Rabbi Shimon Ben Yosi Ben Lakunya, essi videro Rabbi Shimon Bar-Yochai. Essi se ne furono lieti. E anche Rabbi Shimon ne fu contento. Egli disse loro: “Voi avete attraversato in modo corretto questo cammino di segni e di meraviglie Celesti, perché, mentre stavo dormendo, ho visto voi e Benayahu Ben Yehoyada, il quale vi mandava due corone tramite un vecchio, per adornavi. Sono sicuro che anche il Creatore fosse su questo cammino, perché vedo come sono cambiati i vostri volti”. Rabbi Yosi disse: “Veramente, è detto che un saggio è preferito ad un profeta”. Giunse Rabbi Elazar e pose la sua testa sulle ginocchia del padre, Rabbi Shimon, e gli raccontò cosa era successo.

115. Rabbi Shimon fu colto da paura e pianse. Egli disse, “Ho udito il Creatore e ne sono intimorito”. Questo verso fu pronunciato dal profeta Havakuk (Habakkuk), quando vide la sua morte e la sua resurrezione per mezzo di Elisha. Perché fu chiamato Havakuk? Perché è scritto che, più o meno in quel tempo, ci sarebbe stato un HOVVEK-ET: un figlio da abbracciare. Perché Havakuk era il figlio di Shunamit. E ci furono due abbracci: uno da parte della madre e uno da parte di Elisha, come è scritto: “Egli pose la sua bocca sulla sua”.

116. Ho scoperto, nel libro di Re Salomone, che il nome Havakuk è composto da settantadue nomi. Elisha lo creò con le parole. Ogni parola è composta da tre lettere, in quanto, le lettere dell’ alfabeto che il Padre aveva inizialmente confermato in lui, volarono via quando morì. Ma Elisha lo abbracciò e confermò in lui tutte queste lettere dei suoi settantadue nomi. In tutto, ci sono 216 lettere nei suoi settantadue nomi, ognuno composto da tre lettere.

117. Elisha confermò tutte queste lettere nell’ anima di Havakuk al fine di ridargli la vita attraverso le lettere dei settantadue nomi. Ed egli lo chiamò Havakuk, perché questo è il suo nome completo, che descrive tutte le sue proprietà, così come allude ai due Havakuk e alle 216 lettere del Santo Nome, così come alla Ghematria (il valore numerico) del nome Havakuk che è 216, numero dal quale i settantadue nomi sono stati formati. Attraverso i nomi AB egli gli ridiede la vita e fece ritornare il suo spirito e, attraverso le lettere RYU, egli ridiede la vita al suo corpo e lo fece vivere. Questa è la ragione per cui egli è chiamato Havakuk.

118. Egli disse: “Io ho udito il Creatore e sono intimorito dal Suo nome”. Ho udito ciò che mi è capitato e ho avuto un assaggio dell’ altro mondo al momento della morte, prima che, Elisha, lo facesse risorgere, e ne sono intimorito. Egli incominciò a chiedere misericordia per la sua anima. Egli disse: “O, Creatore, le azioni che Tu hai compiuto per me nel corso degli anni sono state la mia vita”. E, chiunque si collega agli anni passati (il nome delle Sefirot di Atik), si collega alla vita. Nel corso degli anni, doni la vita sui livelli che non hanno vita per loro conto, su Malchut di Malchut.

119. Rabbi Shimon pianse e disse: “Ed il Creatore mi ha fatto vedere ciò che ho udito”. Egli sollevò le mani sopra la testa e disse: “Ma voi avete meritato di vedere Rabbi Hamnuna-Saba, la Luce della Torà, faccia a faccia, mentre io non ho potuto”. Egli cadde in ginocchio e vide colui che solleva le montagne ed accende le candele nel Tempio del Re (il Messia-Messia). Egli gli disse: “Rabbi, nell’ altro mondo noi saremo vicini ai capi delle assemblee che sono davanti al Creatore”. Da qui in poi, egli chiamò suo figlio Rabbi Elazar e Rabbi Aba con il nome di Pnei’el (il volto di Dio), come è scritto: “Perché ho visto il Creatore faccia a faccia”.

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74. Rabbi Elazar, il figlio di Rabbi Shimon, stava andando a far visita a suo suocero, Rabbi Yosi, il figlio di Lakunya, e Rabbi Aba lo accompagnava. Un uomo li seguiva, portando i loro asini. Rabbi Aba disse: “Apriamo le porte della Torah, poiché è giunto il momento di correggere il nostro cammino”. In Aramaico, la lingua con la quale è stato scritto Lo Zohar, “colui che conduce o guida” significa “colui che stimola o stuzzica”. Questo perché, la funzione di chi conduce gli asini consiste nello stimolarli a muoversi con la punta del suo bastone.

75. Rabbi Elazar iniziò a dire: “È scritto: Sei tenuto a rispettare i miei Sabati”. Vieni e vedi: il Creatore ha creato il mondo in sei giorni; ogni giorno rivelava le Sue azioni e dava forza a quel giorno. Quando Egli rivelò le Sue azioni e diede loro forza? Al quarto giorno della creazione, perché i primi tre giorni erano completamente nascosti e non erano stati rivelati. Il quarto giorno arrivò ed Egli rivelò le azioni e le forze di tutti i giorni.

76. C’ è il fuoco, l’ acqua e l’ aria, HGT, i primi tre giorni della creazione. Sebbene essi siano le iniziali fondamenta Divine di tutto ciò che seguirà, le loro azioni non sono rivelate finché la terra, cioè Malchut, non le rivela. Solo allora il lavoro di ognuna delle fondamenta Divine si rivelerà. Dunque, il potere dei primi tre giorni è rivelato solamente al quarto giorno.

77. Tuttavia, il terzo giorno può essere meglio descritto come quello che rivela la creazione dei primi tre giorni, com’è scritto: CHE LA TERRA PRODUCA L’ ERBA. Vale a dire che, la rivelazione delle azioni della terra (Malchut), era già avvenuta al terzo giorno. Comunque, sebbene sia stato scritto al terzo giorno, Tifferet, di fatto era il quarto giorno, Malchut. Malchut si unì al terzo giorno, poiché Tifferet e Malchut sono inseparabili. E poi il quarto giorno rivelò le sue azioni: spiegare il lavoro di ognuna delle HGT, perché il quarto giorno è la “quarta gamba” del Trono Divino (la Sefira Binà), le cui quattro gambe sono HGTM (Hesed, Gevura, Tifferet, e Malchut). Malchut rivela la santità e il potere divino dei tre giorni.

78. E tutte le azioni di tutte le Sefirot, sia nei primi tre giorni della creazione, HGT, che sugli ultimi tre, NHY, dipendono dal giorno di Shabbat, Malchut, GAR dell’ intero livello di ZA e della sua perfezione. Dunque, è scritto: “E IL CREATORE SI RIPOSO’ AL SETTIMO GIORNO, SHABBAT”. Questo si riferisce alla quarta gamba del trono, poiché il settimo e il quarto giorno sono entrambi Malchut. Solo che, il quarto giorno è Malchut che include la Sefira Tifferet di ZA, dal suo petto verso l’ alto. Invece, il settimo giorno, è Malchut dell’ intero ZA; essi si fondono insieme faccia a faccia in uno Zivug.

79. Tuttavia, se lo Shabbat è Malchut, allora perché la Torah dice: “Sei tenuto a osservare i Miei Shabbatot” sottintendendone due? È scritto delle due parti dello Shabbat: la notte (Malchut) e il giorno (ZA) che splende in Malchut. Dunque non c’ è divisione tra loro, perché essi si uniscono faccia a faccia in uno Zivug e sono perciò chiamati i due Shabbatot.

80. Dietro di loro con gli asini li seguiva colui che li conduceva, il quale domandò: “Perché è detto, ‘Temerai la santità’?” Essi replicarono: “Si riferisce alla santità del Shabbat”. L’ uomo che conduceva gli asini domandò: “Che cos’è la santità del Shabbat?” Essi replicarono: “È la santità che discende dall’ Alto, da AVI”. Egli disse loro: “Se le cose stanno così, allora Shabbatot (plurale di Shabbat) sono senza santità, perché la santità discende su di essi dall’ Alto, da AVI”. Rabbi Aba gli rispose: “In verità è così”. Ed è detto: “E chiama lo Shabbat una delizia, il giorno benedetto dedicato al Creatore. Shabbat e giorno benedetto sono indicati separatamente. Il conducente dell’ asino domandò: “Se è così, allora che cosa significa un giorno santo per il Creatore?” Egli replicò: “significa quando la santità discende dall’ Alto, da ZA, e colma lo Shabbat, Malchut.” Il conducente dell’ asino obiettò, “Ma se la santità discende dall’ Alto, allora lo Shabbat in se stesso non è un giorno sacro. Però è scritto, ‘Santificherai lo Shabbat’, cioè lo Shabbat stesso“. Rabbi Elazar disse a Rabbi Aba: “Lasciamo solo quest’uomo, perché c’ è molta saggezza in lui che noi non conosciamo”. Quindi disse al conducente dell’asino: “Parla e noi ascolteremo”.

81. Il conducente dell’asino iniziò a dire: “È scritto: Shabbatot, cioè, solitamente ce ne sono due. E questo allude al confine dello Shabbat, che misura 2.000 Amah (cubiti) in ogni direzione dalla città. Questa è la ragione per cui la parola “Et” è stata aggiunta prima della parola Shabbatot, che indica la forma plurale e, cioè, sia lo Shabbat Superiore sia quello inferiore che si uniscono in una cosa sola”.

82. Uno Shabbat rimase, non nominato in Alto, e si vergognava. Così Lei (lo Shabbat) disse a Lui: “Creatore dell’ Universo, dal giorno in cui sono stata creata, io sono chiamata Shabbat, ma non c’ è giorno senza notte”. Il Creatore le rispose: “Figlia mia, tu sei Shabbat ed Io ti ho dato questo nome. Ma adesso ti sto circondando e adornando con gli ornamenti più elevati che ci siano”. Egli allora alzò la sua voce e proclamò: “Coloro che santificano temeranno. E questa è la notte dello Shabbat che irradia il timore”. Ma chi è lei? È l’unione di me (Malchut, le notti dello Shabbat) con il Creatore stesso (ZA) in una cosa sola

83. Poiché il cerchio e il quadrato sono Shabbatot, essi sono entrambi inclusi nell’ istruzione “Sei tenuto a osservare i miei Shabbatot”. Tuttavia, lo Shabbat Superiore, non è incluso nell’ istruzione “Osservare”, ma in “Ricordare”. In quanto il Re Divino, Bina, è perfetto come la memoria. Questo è il motivo per cui Binà è chiamata “Re”, la cui perfezione si trova nella pace e nella memoria. Dunque, non ci sono contraddizioni in Alto.

84. Ci sono due tipi di pace di sotto: una è Giacobbe (Tifferet) e l’ altra è Giuseppe (Yesod). Perciò, PACE è scritta due volte nei messaggi di saluto: “PACE, PACE a chi è lontano e a chi è vicino”. “Chi è lontano” si riferisce a Giacobbe e “Chi è vicino” si riferisce a Giuseppe. O, come è scritto, “Da lontano io vedo il Creatore”

85. “Da lontano” è il punto Divino che si trova nel Suo palazzo, del quale è detto: “Devi stare in guardia”. “Temerai la Mia santità” si riferisce al punto che si trova al centro, che deve essere temuto più di ogni altra cosa, perché la sua punizione è la morte, com’ è scritto: “Tutti quelli che commetteranno una trasgressione, in esso, periranno”. Chi sono questi trasgressori? Sono quelli entrati nello spazio del cerchio e del quadrato ed hanno commesso un peccato. Dunque, è scritto: “Tu temerai!” Questo punto si chiama “IO” e c’è una proibizione sulla sua rivelazione, chiamata HaVaYaH. “IO” e HaVaYaH sono una cosa sola. Rabbi Elazar e Rabbi Aba scesero dai loro asini e lo baciarono. Essi dissero, “La tua saggezza è così grande e tu comunque conduci gli asini dietro di noi! Chi sei tu, allora?” Egli rispose loro: “Non chiedetemi chi sono, ma andiamo avanti e studiamo la Torah. Ognuno di noi parlerà con la propria saggezza per il illuminare il nostro cammino”.

86. Loro gli chiesero: “Chi ha stabilito che tu camminassi qui e che fossi colui che guida gli asini?” Egli replicò: “La lettera Yod mosse guerra alle due lettere, Chaf e Samech, per venire a unirsi a me. La lettera Chaf non voleva lasciare il suo posto perché essa deve sostenere coloro che cadono, in quanto, senza uno schermo, loro (gli uomini) non possono sopravvivere”.

87. La lettera Yod venne da me da sola, mi baciò e pianse con me. Mi disse: “Figlio mio, cosa posso fare per te? Io sono colma di molte buone azioni e dalle lettere segrete, divine e basilari. Ma ritornerò da te e ti sarò di aiuto. E ti darò due lettere che sono più elevate di quelle che sono scomparse: le lettere Yod e Shin. Esse diventeranno per te un tesoro che sarà per sempre colmo. Adesso, figlio mio, va e guida gli asini”. E questa è la ragione per cui sono qui in questo ruolo”.

88. Rabbi Elazar e Rabbi Aba si rallegrarono, piansero e dissero: “Siediti sull’asino e noi lo guideremo”. Egli rispose loro: “Non vi ho detto che è per ordine del Re che io faccio quello che faccio fino a quando non apparirà un altro per guidare gli asini” (queste parole si riferiscono al Messia-il Messia che, come è detto, apparirà povero e in groppa ad un asino). Essi gli dissero, “Non ci hai nemmeno detto il tuo nome! Dove abiti?” Egli disse loro: “Il palazzo in cui abito è meraviglioso ed è molto prezioso per me. È una torre che s’ innalza nell’ aria, maestosa e unica. Solo due vivono in questa torre: il Creatore ed io. Questo è il luogo dove abito. E sono stato mandato via da lì per fare da guida agli asini”. Rabbi Elazar e Rabbi Aba lo guardarono e le sue parole parvero loro oscure, sebbene avessero un gusto più dolce della manna e del miele. Essi gli dissero: “Forse ci dirai il nome di tuo padre, così noi potremo baciare la terra che sta sotto i suoi piedi?” Egli rispose: “A che scopo? Non è mia abitudine farmi vanto della Torah”.

89. Ma il luogo in cui dimorava mio padre era nel Grande Mare. Egli era un grosso pesce che circolava nel Grande Mare, da un estremo all’ altro. Egli era forte e possente e crebbe fino a quando non inghiottì tutti gli altri pesci che c’erano nel mare. Poi li liberò ed essi prosperarono e furono colmi di tutto il meglio che c’ è al mondo. Era in suo potere di attraversare tutto il mare in un istante. Ed Egli con una freccia lo tirò fuori e lo trascinò, come un guerriero, così lo portò nel luogo di cui vi ho parlato, nella torre che si innalza nell’ aria, ma egli ritornò nei suoi luoghi e scomparve in quel mare.

90. Rabbi Elazar contemplò le sue parole e disse: “Tu sei il figlio della Divina Sorgente, tu sei il figlio di Rabbi Hamnuna-Saba, tu sei il figlio della Sorgente della Torah e conduci gli asini dietro di noi!” Essi piansero, lo baciarono e continuarono il loro viaggio. Poi egli disse: “Se piace al tuo maestro, che egli possa rivelarci il suo nome”.

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Attraverso un corridoio di ostacoli

Shamati 1: E solo se questa persona ha un vero desiderio, riceverà l’ aiuto dall’ Alto. E le viene mostrato costantemente come è in mancanza nel suo stato presente.

Cosa è l’aiuto dall’Alto? È che sei costantemente spinto all’interno della tua sporcizia interiore, all’ interno del tuo egoismo e ti viene mostrata la tua insignificanza. Questo è ciò che fa il Creatore: mostra costantemente ad una persona un’enorme e nera oscurità dentro si sé, un bidone di spazzatura nei suoi pensieri, desideri, intenzioni e calcoli.

Perché? Solo perché giunga al bisogno del Creatore, per portarla ad uno stato nel quale non sarà più capace di sopportare la sua peste. Per farlo, è necessario tirarla costantemente fuori da questa sensazione e mostrarle un’esistenza differente, una che sia leggermente più elevata, più leggera e più grande del suo egoismo. Allora ancora una volta, sarà tirata per il naso all’interno del suo stesso egoismo: “guardati, guarda chi sei!”. Poi, ancora una volta, deve essere leggermente tirata fuori da questo pantano e dopo ancora una volta, tirata dentro per la testa.

È così che avviene fino a quando una persona arriva a sentire che non ha davvero niente della “santità” o purezza spirituale, e che tutto viene solo dal suo essere personale, piccolo ed egoista che è stato creato in lei e nel quale lei è stata creata.

Anche quando riceve occasionalmente un risveglio dall’ Alto, che momentaneamente la rianima, dopo un po’ cade nel luogo della bassezza.

Tutte queste sono certamente azioni del Creatore, ma non importa per quale motivo una persona le senta dentro di sé. Tutto ciò che siamo è questa sensazione. Non c’è nient’altro in noi eccetto la sensazione e prendiamo coscienza solo di quello che sentiamo. La mente accompagna solo la sensazione.

Tuttavia, questo è ciò che lo fa arrivare (alla fine) ad avere in considerazione che solo il Creatore può aiutarlo ed avvicinarlo davvero (alla perfezione). Questa necessità o richiesta della perfezione matura gradualmente dentro di noi, proprio a partire da questi stati opposti.
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(Dalla 4° lezione del Congresso di Berlino del 29.01.2011)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 14.02.2011

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Il Libro dello Zohar: Punto 208, Art. “Il Quarto Comandamento”, Lezione 1
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Talmud Eser Sefirot, Parte 8, Punto 79, Lez. 45
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Essenza della Saggezza della Kabbalah: “ Nomi estranei allo spirito umano”, Lezione 11
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