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Lezione introduttiva: “L’ ambiente adeguato per l’educazione” – 08.02.2011

Kabbalah per il Popolo, Lezione introduttiva “L’ ambiente adeguato per l’educazione”
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Mi piacerebbe piuttosto buttarmi in acqua

Domanda: Qual è la connessione tra la depressione e la nostra natura?

Risposta: La depressione è una sensazione di vuoto nel desiderio. Ci sono desideri, ma non c’è appagamento. E’ la manifestazione più dinamica della nostra natura. Dopo tutto, il Creatore ha creato il desiderio, e questo desiderio anela ad essere soddisfatte. Questa è la nostra essenza.

Il desiderio collettivo dove tutti noi risediamo o quello individuale, il piccolo desiderio, contengono la richiesta di essere soddisfatti. Quando il desiderio manca di realizzazione interiore, la questione è dove è l’appagamento. Se è vicino da qualche parte e il desiderio sente che è vicino ma non dentro, si verifica la depressione.

Se questo appagamento non esistesse, in primo luogo, non ci sarebbe la depressione. Chi sa che tipo di vuoto sento? Come fa un contadino africano a sapere che gli manca un computer portatile o una lavatrice? Ma se l’appagamento futuro, che potrebbe esserci ma non c’è ancora, appare nella sua visione, la vostra sensazione, dà origine alla depressione.

Così, la depressione non caratterizza una persona primitiva, ma piuttosto qualcuno che è avanzato. E quanto più ci si sposta indietro, più la depressione ci sarà, dato che i desideri maturano e anche la consapevolezza della mancanza della loro realizzazione.

E ‘evidente come per gli ultimi 40 anni la depressione è sempre più diffusa nell’ umanità. Oggi è uno dei problemi preminenti. Inoltre, è anche diventata una malattia. Continuerà a crescere, e non ci sarà modo di fermarla.

Nel prossimo futuro, sarà legalizzata la vendita dei farmaci a chi li vuole. In pratica, saremo lieti di prendere qualcosa per non sentire questa depressione. Ma non saremo in grado di superarla lo stesso. Si arriverà al punto in cui una persona che vedrà la “dose” davanti a lui o lei, ma non sarà in grado di utilizzare il farmaco. Perché? Perché si sente che non è la risposta alla loro domanda, non la “dose” per il loro vuoto interiore.

Pertanto, la battaglia con la depressione è la grande battaglia dell’ uomo con il suo vuoto che è proprio ciò che lo spinge via. Quindi, per il numero di coloro che sono depressi, siamo in grado di giudicare quanto l’ umanità è vicina a diventare consapevole del suo male.

Nulla potrà aiutare una persona ad eccezione di una decisiva, ferma, e l’ impegno nella società dinamica corretta. Solo lì sarà in grado di sopprimere la sua depressione, e molto intensamente a questo: passando in se stessi, spegnendo i loro sentimenti, e la spinta si nell’ambiente, come se stesse buttando in acqua. Non c’ è altra medicina ma l’ influenza dell’ ambiente. E come risultato, la realizzazione verrà e provvedere immediatamente ad eliminare la propria depressione.
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(Dalla seconda lezione del Congresso di Berlino 28.01.11)

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I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 27

Cari amici, per favore fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

Cos’è una preghiera?

Non essendo capace di uscire dal desiderio di ricevere per se stesso e sentire il bisogno dell’ aiuto del Creatore, nasce all’ interno la necessità dell’ aiuto del Creatore. E il Suo aiuto è attraverso la Torà poiché la Luce che Riforma in questa, lo riforma, cioè lui riceve vasi di dazione.

Rabash, Gradini della scala “Qual è la base sulla quale è costruita la santità?”

…dalla sua preghiera a Lui, per avvicinarsi a Lui per mezzo del Dvekut (adesione) che si denomina “equivalenza della forma”, la quale si discerne come l’ annullamento del desiderio di ricevere perché questo sia con il fine di donare. Riguardo a questo il Creatore dice: “I miei figli mi hanno sconfitto”. Cioè vi ho dato il desiderio di ricevere e voi Mi chiedete, a cambio, che vi dia il desiderio di donare…”

-Baal HaSulam, Shamati art.19 “Cos’ é che Il Creatore odia I Corpi, nel Lavoro

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Salire i gradini dei Congressi

Domanda: Possiamo dire che ora, dopo il Congresso di Berlino, siamo uniti?

Risposta: Abbiamo raggiunto un nuovo stato nella nostra unità. Sono felice di ciò che si è svolto a Berlino e poi a Parigi. Abbiamo raggiunto l’ unità, la coesione. Per la prima volta abbiamo scoperto molti amici in Europa che già capiscono il percorso e sentono lo sviluppo. Sono stato davvero piacevolmente sorpreso da alcuni eventi.

Davanti a noi abbiamo un congresso ad aprile a New Jersey. Speriamo di arrivare ad un nuovo grado di unità negli Stati Uniti. Così, unendoci nel corso del congresso, sarà accumulata la forza necessaria per la rivelazione del Creatore alla creatura.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah 4.02.2011, “Quando il Creatore ama l’uomo”)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 08.02.2011

Scritti di Rabash, Shlavey ha Sulam, Pagina 938
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Il Libro dello Zohar: Punto 180, Art. “Torah e Preghiera”, Lezione 2
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Talmud Eser Sefirot, Parte 8, Punto 75, Lez. 41
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Scritti di Baal HaSulam, Art: “L’ essenza della Saggezza della Kabbalah”, Lez. 7
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Il Libro dello Zohar: Punto 189, Articolo: “Mitzvot Torah”, Lezione 1
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La lezione quotidiana per tutto il giorno

Dobbiamo capire che il nostro studio quotidiano non è per acquisire conoscenza, ma è per il nostro sviluppo. Ogni lezione alla quale assistiamo, che sia quella di oggi, di ieri o dell’ altro ieri, sono fasi del nostro sviluppo.

Questo non è uno studio di un articolo in particolare o di una parte del Talmud Eser Sefirot. Studiando questo materiale, tu individui quali livelli dovresti sviluppare. Pertanto, più tardi, nel corso della giornata, è molto importante restare all’ interno di quello che hai studiato nella lezione.

Tu devi investire tutto il tuo giorno girando intorno alle ore nelle quali ci siamo trovati a lezione. È necessario lavorarla ed elaborarla, cercando di non perderla e leggere il mio blog. Tu devi elaborare questo materiale il più possibile. Facendo questo, ci uniamo già nei nostri pensieri e troviamo noi stessi nella nostra fase specifica e comune di sviluppo. Questo è molto importante, visto che attraverso questo, produciamo già un pensiero comune.

Io ho visto che anche il Rabash faceva lo stesso lavoro; nel corso della giornata ritornava al materiale che avevamo studiato la mattina. Lui parlava di questo, usando anche le stesse parole, ricordando l’ articolo che abbiamo letto. Questo è un bene, perché significa che una persona lo vive, lo trasferisce dalla sua testa al suo cuore.

Ogni giorno Rabash ed io facevamo una passeggiata, e se io arrivavo un po’ prima lo trovavo seduto a leggere o a scrivere qualcosa che aveva a che fare con la lezione del mattino. Dopo, quando andavamo in macchina, parlavamo solo dell’ articolo o della parte del Talmud Eser Sefirot che avevamo studiato durante la lezione.

Se dovevamo andare ad un appuntamento con il dottore, lui prendeva con sé degli articoli o un volume del Talmud Eser Sefirot e mentre eravamo seduti nella sala d’ attesa, parlavamo di questo e lo studiavamo. Era di solito lo stesso materiale che avevamo studiato la mattina.

(Dalla lezione sul Talmud Eser Sefirot del 7.01.2011)

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