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Global Yeshivat Haverim – 13.02.2011

Global Yeshivat Haverim
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La domanda giusta è già la risposta

Domanda: Perché il procedimento della domanda è una questione così difficile? Perché è difficile rivestire i processi interiori in un involucro verbale?

Risposta: Perché quando una persona sente dolore, strilla, ma non conosce esattamente cosa le fa male. Ecco perché noi invitiamo un dottore a fare una diagnosi. Allo stesso modo, quando un bambino sente dolore, non può dire esattamente dove lo sente.

Ci vuole molto tempo per passare dal dolore interiore, dal problema, o disturbo alla sensazione: “Quali sono questi disturbi? Perché stanno avendo luogo? Qual è il loro scopo? Perché stanno prendendo me? Cosa dovrei fare con essi?”. Tutto questo è parte del processo della maturazione interna di una persona.

Noi impariamo nella scienza della Kabbalah che la Luce deve attraversare quattro fasi prima di costruire per sé il giusto desiderio. La prima cosa che sento è qualcosa di poco familiare, poi all’ improvviso, sento lo stato opposto ad esso nel quale avevo sentito qualcosa ma adesso non la sento più. Dopodiché sento e non sento allo stesso tempo, ed è così che comincia un confronto interiore. Solo comparando queste due opposte sensazioni comincio ad arrivare ad un’opinione su cosa è questo. Dopodiché, dalla comprensione di “Cosa è questo”, comincio ad arrivare alla causa primaria: da dove è emerso questo dentro di me?

Questa è tutta la serie di sequenze della maturazione interna di una persona, quando può già dire: “Questo è ciò che mi fa male. Ecco perché mi sento male. Questa è la mia domanda. Questo è ciò che chiedo di risolvere ricevendo una risposta”. Non è semplice.

Da parte nostra noi dobbiamo cercare di aiutarla come un bambino. Non importa che stia gridando. Ciò significa che noi dobbiamo andare da lei, prestarle attenzione e cercare di riuscire a capire perché si sente male, anche se non può nemmeno chiederlo. Cerchiamo di trovare questo contatto comune.

Questo problema esiste su tutti i livelli. Se tu me lo chiedi, io passo le stesse cose. Quando avanziamo, affrontiamo continuamente qualcosa che non è chiaro: “Cosa? Perché? Da dove? Dove è connesso e con cosa? Quali sono le cause e le conseguenze? Non appena tutta questa catena comincia gradualmente a nascere, la domanda comincia ad arrivare e poi alla giusta domanda segue la risposta.

Dopo, queste cose, diventano nuovamente poco chiare e chiedo: “Perché? Cosa mi disturba?”. Ancora una volta c’ è una domanda ed una risposta.

Quindi, dobbiamo lavorare sulle domande.
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(Dalla 1° lezione del Congresso di Berlino del 28.01.2011)

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Lezione virtuale – Nozioni di base di Kabbalah – 13.02.2011

Lezione virtuale – Nozioni di base di Kabbalah
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I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 32

Cari amici, per favore fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

Cos’è una preghiera?

Tutto, sia grande sia piccolo, si ottiene solamente con il potere della fede. E il motivo per il quale noi dobbiamo sforzarci e lavorare è unicamente per scoprire la nostra mancanza di potere e la nostra umiltà, di non essere idonei a niente con le nostre forze. E allora siamo disposti a formulare una preghiera completa a Lui. [Cioè tutto il nostro lavoro si riduce a renderci conto della nostra disperazione e dal desiderio di arrivare al traguardo per la misericordia del Creatore].

Si potrebbe discutere su questo “Se è cosi, allora deciderò a priori di essere un buono a nulla, e, perché tutto questo problema e sforzo?” Tuttavia, esiste una legge nella natura che dice che nessuno è cosi saggio come quello che sperimenta. Prima che una persona cerchi di fare tutto quello che è in suo potere, lui è incapace di arrivare alla vera umiltà, nella vera misura menzionata in precedenza.

Pertanto, dobbiamo sforzarci [in tutto quello che possiamo] in Kedushà (santità) e purezza, com’è scritto: “Tutto quello che trovi di poter fare con le tue forze, fallo”, e comprendi che per ciò tutto è profondo e vero.

Non ostante tu non veda niente, dato che perfino quando la misura di lavoro richiesta è stata colmata, questo è il momento della preghiera, fino allora, credi ai nostri saggi: “Non ho lavorato ed ho trovato, non credetegli”. Quando la misura richiesta è raggiunta, la tua preghiera sarà completa e il Creatore risponderà con generosità, come i nostri saggi ci hanno istruito “Ho lavorato ed ho trovato, credeteci”, perché prima di questo tu non sei idoneo per la preghiera, e il Creatore ascolta la preghiera.

[In altre parole, uno deve arrivare a un desiderio sufficiente per il traguardo: dazione e amore per gli esseri creati e per il Creatore. Lui deve rendersi conto che non arriverà al traguardo da se, con le proprie forze, e desiderio, perché il risultato completo sia per il bene del Creatore. Tutto questo insieme costituisce l’intenzione “per il bene del Creatore]”.

-Baal HaSulam, Lettera n.57

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 13.02.2011

Scritti di Rabash, Articolo 19
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Il Libro dello Zohar: Punto 203, Art. “Il Secondo Comandamento”, Lezione 2
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Talmud Eser Sefirot, Parte 8, Punto 77, Lez. 44
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Essenza della Saggezza della Kabbalah: “Trasferimento da un Saggio Kabbalista a un ricevente che comprende”, Lezione 10
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Prima che un viaggio all’ inferno sia programmato …

Noi siamo attualmente in uno stato transitorio, ma alla fine, sarà possibile offrire all’ uomo tutto quello che lui può solo sognare, ma non vorrà questa vita da fiaba. Lui la percepirà come se lo tagliasse fuori dalla realtà, come le droghe. Questa lo ripugnerebbe; il suo desiderio interiore sarà tale che non sarà più capace di vivere così.

Poi, la vita gli sembrerà peggiore della morte. Non saprà cosa fare di se stesso e ciò non dipenderà dalla persona. Questo nuovo tipo di bramosia che nasce nell’uomo non può essere scacciato con le droghe, l’alcool o qualunque dei piaceri di questo mondo, come il cibo, il sesso, la famiglia, o i viaggi, che sono diventati così popolari durante gli scorsi anni. Tutto questo svanirà gradualmente. La gente si sazierà oltremodo con tutto questo materialismo e sarà incapace di continuare a vivere così.

Persino oggi, la gente non sa cosa altro pensare. C’ è un’ escursione al Polo Nord. Tu arrivi lì, ti guardi intorno, e poi riparti immediatamente poiché non c’è niente altro da fare lì. La gente non vorrà più niente di questo. In seguito, la saggezza della Kabbalah si presenterà e dirà: “Grande, abbiamo finalmente esaurito le opportunità offerte da questo mondo, abbiamo raggiunto il limite della materialità!”.

Il mondo è definito dalle domande dell’uomo. Se lui si sta interrogando su cosa esiste al di sopra dei limiti di questo mondo, significa che abbiamo già raggiunto i suoi limiti, che abbiamo sbattuto la testa contro il tetto. Adesso, abbiamo bisogno di andare al piano superiore, di andare più lontano. È qui che la scienza della Kabbalah viene rivelata, poiché solo essa può elevarci al di sopra del tetto.

La legge della natura lavora qui, e non dipende né da me né da te, né da chiunque altro. Ci sono due vie: la via della Luce e quella della sofferenza. Entrambe sono adesso di fronte a te. Tu sei fermo ad un incrocio ed hai bisogno di scegliere una di queste due vie; decidi tu.

La Kabbalah è l’ unica soluzione, poiché non saremo più in grado di domare il nostro desiderio egoista con qualche altro metodo. Il nostro desiderio egoista è cresciuto costantemente e adesso ha raggiunto il tetto di questo mondo, come una pasta che cresce che ha raggiunto il coperchio e adesso sta debordando al di fuori del recipiente.

Non sarai capace di rimettere dentro questa pasta e tutti lo capiranno bene da adesso. Nessuno sa cosa fare. Ecco perché i governi stanno facendo dei meeting e si stanno unendo nei loro tentativi di nascondere questi problemi, semplicemente perché non sanno cosa fare. Questo è il momento perfetto per la circolazione della Kabbalah.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.01.2011, “L’ Essenza della Saggezza della Kabbalah”)

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