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Sugli articoli del Rabash

Gli articoli del Rabash diventano gradualmente chiari ad una persona nel grado in cui li realizza. All’ inizio sembrano essere scritti senza grazia ed in maniera scorretta, che le loro parti separate sono sconnesse e che mancano di ordine. In questi articoli non vediamo il movimento preciso delle forze dell’ anima che si sviluppano proprio in questo modo, questo perché non conosciamo la nostra anima.

Se una persona realizza questa azioni per conto proprio e allo stesso tempo studia questi articoli, allora vede che sono scritti assolutamente in modo preciso e non potevano essere scritti in altro modo. Questo perché i kabbalisti hanno scritto i testi basandosi su quello che sentivano, e tutte le anime attraversano lo stesso cammino e gli stessi stati. Pertanto questi articoli, con il tempo, diventano più vicini e più chiari per una persona; sono i “manoscritti” della sua anima.

Al principio una persona che studia cerca di memorizzare il materiale; ricorda frasi separate, ne capisce alcune, mentre altre restano ancora confuse. La persona le ripete come un bambino ripete le parole degli adulti, senza capirne il significato. Gradualmente, nel grado in cui capisce questi articoli, comincia a vedere che queste righe esprimono i suoi stati con assoluta esattezza ed è impossibile scriverli in modo diverso. È esattamente per questo che i kabbalisti usano citazioni dei Salmi, del Talmud, dei Profeti e di altre fonti.

Questi articoli sono assolutamente speciali. Io sono cresciuto con essi, furono scritti al mio fianco. Più tardi, leggendoli nel corso di molti anni, ho visto che diventano più vicini e più reali per una persona, in maniera che eventualmente non li leggi più in un libro, ma è dall’interno, dalla tua anima che ti vengono rivelati insieme a queste parole. Questo succederà a tutti proprio a ragione del fatto che questi articoli sono stati scritti basandosi sulla piena realizzazione dell’ anima.

Rabash era grande, non importa quanto si nascondesse, anche così ebbe successo nascondendosi a tutti! Comunque, una persona che realizza gli articoli del Rabash vede che costui era una grande persona. In tutto il lignaggio dei kabbalisti che lo hanno preceduto, cominciando da Adamo, non c’ è stato nessuno che avesse spiegato il sistema del lavoro spirituale in modo così sequenziale e con tali dettagli, mentre manteneva la connessione con la radice, usando il linguaggio dei rami e con tutto il Pentateuco (Tanach). Inoltre, spiegò il sistema del lavoro spirituale apertamente, rendendolo accessibile a tutti.

Rabash ti prende per mano e ti porta attraverso tutte le fasi degli articoli in modo tale che non puoi commettere un errore. Lui sottolinea ogni dettaglio al quale devi fare attenzione. Di fatto, non abbiamo un maestro che sia più vicino in relazione allo sviluppo dell’ anima. Baal HaSulam è molto elevato, accademico ed universale. Lui discende fino a noi da un’alta montagna, mentre Rabash è un mentore vicino ed attento, che con gentilezza, ci da il metodo della correzione con amore ed attenzione.

(Dalla lezione del 7.01.2011, “Scritti del Rabash”)

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Torah, Porzione Settimanale – 4.01.11

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I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 23

Cari amici, per favore fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

Cos’ è una preghiera?

“…Dall’ altra parte, la preghiera deve essere completa, cioè dal più profondo del cuore, ed uno deve avere la certezza al cento per cento che non esista nessuno al mondo capace di aiutarlo tranne il Creatore Stesso.

Anche cosi, come può avere uno la certezza che soltanto il Creatore possa aiutalo? Uno può ottenere questa nozione se ha già utilizzato tutte le forze alla sua portata e non ha conseguito niente. Cosi, uno deve fare tutto quanto sia possibile nel mondo per raggiungere il livello di lavoro a Suo beneficio. Ed è allora quando uno può elevare una preghiera dal fondo del proprio cuore in modo che il Creatore la possa ascoltare.”.

-Baal HaSulam, Shamati, art. n.5 “Lishmà é un risveglio dall’ Alto, e perché occorre un risveglio dal basso?

Lezione quotidiana di Kabbalah – 04.02.2011

Scritti di Rabash, Dargot HaSulam, Articolo 348
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Introduzione alla Saggezza della Kabbalah, Spiegazione dell’ articolo, Lezione 12
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Lo studio della Saggezza della Kabbalah
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Non dare il bambino ai lupi

Prima di tutto devo essere grato e “benedire” il fatto che ho una connessione, che non sono diviso dal governo superiore, non importa come mi sembri adesso, se buono o cattivo. La cosa più importante è che ho un punto di unità: so dell’ esistenza della Forza Superiore, la Natura. È Buono e Benefattore, ha una mente e sensazioni come noi le intendiamo. Ci crea e desidera che ci sviluppiamo. Di tutta l’ umanità, proprio adesso ha evocato un desiderio dentro di me per dirigermi ad essa e devo essere grato per questa aspirazione, anche se mi porta disagio.

Tratto la mia nuova aspirazione allo stesso modo di tutti gli altri miei desideri: voglio riempirla non appena possibile per il bene della ricezione. Tuttavia, questo vuoto sarà riempito solo se opero nel modo della dazione. Questo è un tipo differente di desiderio: prova piacere solo quando l’abbondanza esce da lui, quando fa il bene a qualcun altro.

Devo trattare il desiderio spirituale che si è svegliato in me come una nuova creazione. È impossibile continuare una vita regolare con questo; semplicemente, non ne sarei capace. Per questo vengo portato al gruppo, al maestro ed agli studi; mi viene presentato il metodo kabbalistico affinché possa capire che è arrivato il momento di lavorare su una nuova creazione.

Questa nuova Reshimo o nuova inclinazione in me non ha ancora un vettore ed una forma. Adesso devo immergermi nell’ ambiente come un seme nella terra con il fine di ricevere le sostanze nutrienti dal gruppo. Solo allora l’ embrione del mio desiderio spirituale comincerà a svilupparsi.

Inoltre, si svilupperà in una direzione completamente differente perché questo desiderio appartiene ad una dimensione completamente nuova per me. Ciò significa che devo trattarlo in maniera differente dall’ inizio e non esigere la stessa cosa che sono abituato ad esigere dai miei desideri abituali.

Anche se vivo nei miei desideri precedenti nella maniera in cui ero solito vivere, adesso però dedico tutta la mia attenzione e l’ energia a sviluppare questo nuovo germoglio. Studio la scienza della Kabbalah per trovare l’ opportunità di realizzare questo desiderio, di esprimerlo e rivelare un riempimento dentro di esso. Questa è la chiave di tutta la saggezza.

Non agisco istintivamente, come facevo fino ad ora. Il nuovo desiderio esige da me un nuovo “stile di lavoro”. Per questo, prima devo imparare un nuovo metodo e sviluppare un nuovo approccio.

Tuttavia, se non voglio studiare e continuo ad agire alla vecchia maniera, senza elevarmi dal livello animato al livello umano, allora ricevo dei colpi. Questo perché la mia nuova aspirazione non è assolutamente destinata o adattata alla mia ricezione egoistica. È possibile educare un bambino con le leggi della giungla e tra le bestie selvagge? Non crescerà come una persona e non si eleverà dal livello animato.

Allo stesso modo, devo studiare per alimentare appropriatamente questo seme e creargli l’ ambiente corretto. Devo fornirgli l’ umidità, i minerali, il calore e la luce, tutte cose necessarie per il suo sviluppo.

Questo è il significato di studiare la scienza della Kabbalah: studio come correggere e sviluppare in modo ottimale il mio desiderio spirituale.

(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.01.2011, Scritti di Rabash)

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