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Una discussione tra due desideri

Domanda: Il punto nel cuore è collegato al nostro corpo fisico?

Risposta: Il corpo è controllato dal desiderio. Talvolta mi trovo senza forze, addormentato, incapace di costringermi a muovermi. Allo stesso tempo, il mio corpo è in salute, la mia pressione sanguigna, il mio cuore, i polmoni, tutto è a posto, allora perché non riesco a muovermi? Perché non ho alcun desiderio. Non voglio nulla, è una specie di sentimento di malinconia. Talvolta, anche se ho la febbre alta e sento i brividi, corro come un matto per tutto il giorno per risolvere qualche problema.

Il desiderio guida la carne verso l’azione. Ciò significa che ci rivolgiamo alla saggezza della Kabbalah e arriviamo alla lezione non con il nostro corpo ma con il nostro desiderio.

Il corpo è solamente un “animale” che portiamo con noi. Il cane è disteso sul tappeto vicino alla poltrona del suo padrone, e così accomodo il mio corpo sulla poltrona. Io, tuttavia, sono il desiderio. Il modo in cui lavoro con me stesso, il modo in mi “formatto” è il modo in cui funziona il mio corpo. E’ semplicemente una “macchina biologica”, e se gli viene data una sufficiente motivazione, allora anche con la febbre alta avanzerà verso il traguardo con me.

In ogni caso, il desiderio decide e stabilisce cosa fare, mentre il corpo realizza l’ordine. Quindi, la prima cosa di cui preoccuparsi assolutamente è il desiderio e non il corpo.

Inoltre, si può penetrare più a fondo nel punto nel cuore e lavorarci al di sopra del desiderio e del corpo. In questo modo si lavora “contro” il desiderio ed il corpo, ed il punto determina tutte le nostre azioni scegliendo cos’è più importante in assoluto.

Dunque il desiderio ed il punto nel cuore sono in continua discussione dentro di noi. La discussione nasce dal fatto che il punto è un altro desiderio, la brama per il Creatore. Alla fine, c’è una continua battaglia tra i due, ma il corpo non “interviene”. Agisce secondo il desiderio della parte vincente, che sia il desiderio del cuore o del punto nel cuore…

Questo punto si è già risvegliato in alcune persone, ed in altre sta ancora dormendo sepolto sotto l’ego del corpo. Trovandosi al centro del cuore (•), deve “emergere” ed elevarsi al di sopra del cuore. Proprio come il verme, nell’esempio che ci dà Baal HaSulam, deve uscire dalla verdura. Il periodo di preparazione dura per migliaia di anni al livello delle “nazioni del mondo”, fino a che il punto non si eleva per mezzo delle sofferenze. Una volta uscito, inizia il vero lavoro con esso, e a questo punto le persone vengono da noi, da Bnei Baruch (BB).

Per quanto riguarda “le nazioni del mondo” ci sono delle semplici fasi lungo il percorso. Tutti apparteniamo al sistema generale, ma oggi ci viene data l’occasione di avanzare coscientemente. Questo è ciò che ha fatto la Luce che Corregge (la Luce Circostante). Perché? Non lo sappiamo ma, in generale, il processo avviene secondo l’ordine di manifestazione dei Reshimot ( i geni spirituali).

Durante la frantumazione, i Reshimot superiori sono caduti nei punti più bassi. Ora, il risveglio è iniziato e adesso tutto dipende a quale Reshimot un uomo appartiene, da qual è la radice della sua anima. Allora, egli scoprirà questa radice e conoscerà tutti i dettagli del suo percorso. In ogni caso, questo percorso non dipende da nessuno personalmente. Tutti noi funzioniamo in base ad un ruolo che dobbiamo compiere.

Domanda: Talvolta mi sento come se fossi superiore a coloro che non si sono ancora “risvegliati”…

Risposta: Questo succede perché la Luce non ha operato su di te a sufficienza. Stai ancora giudicando in base al tuo ego. Diversamente, non saresti capace di sentirti superiore a nessuno, nemmeno ad una formica. Infatti, percepiresti il Creatore in tutto. Egli è dietro ad un certa persona o ad un’altra, Egli è davanti a noi e non possiamo insultare o non avere rispetto di nessuno. Anche nei nemici più grandi che provocano i problemi più grandi e minacciano le nazioni e gli stati, si deve vedere solamente il Creatore; queste situazioni ci spingono a svegliarci e a correggere la connessione con Lui al di sopra della situazione presente. E’ Lui che ci ha messo gli ostacoli davanti, e l’intensità dell’interruzione indica con quale forza possiamo essere connessi a Lui.

Perciò si dice: “Anche se l’uomo ha una spada affilata puntata alla gola, non dovrebbe mai smettere di sperare nella misericordia”
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 08.01.2013, “600.000 Anime”)

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Il pensiero è un oggetto materiale

Nelle Notizie  (dalla Ohio State University): “Dei pensieri negativi e indesiderati ti disturbano? Basta gettarli via.

“Se desideri sbarazzarti dei pensieri negativi indesiderati, prova a strapparli e a gettarli nella spazzatura.

“In un nuovo studio, i ricercatori hanno scoperto che quando la gente scrive i propri pensieri su un pezzo di carta e poi getta via il pezzo di carta, mentalmente scartano anche i pensieri. D’altra parte, le persone sono più propense a utilizzare i loro pensieri quando danno giudizi se prima li hanno scritti su un pezzo di carta e hanno infilato la carta in una tasca per proteggerlo.

Richard Petty, co-autore dello studio e professore di psicologia alla Ohio State University, afferma: “In qualunque modo etichetti i tuoi pensieri – sia come rifiuti che come meritevoli di protezione – sembra fare la differenza in che modo utilizzi quei pensieri”.

‘A un certo livello, può sembrare sciocco. Ma abbiamo scoperto che funziona davvero – lo gettare via materialmente o il proteggere i vostri pensieri, influenza il modo in cui si finisce per utilizzare quei pensieri. Semplicemente immaginare di impegnarsi in queste azioni non ha alcun effetto’.

Petty afferma: “I risultati suggeriscono che le persone sono in grado di trattare i loro pensieri come oggetti materiali,concreti. Questo è evidente nel linguaggio che usiamo”.

“Ma quanto è importante l’azione fisica di buttare via questi pensieri o mantenerli in tasca? Per scoprirlo, i ricercatori hanno condotto un terzo esperimento utilizzando dei computer. In questo caso, 78 studenti universitari spagnoli hanno scritto i loro pensieri in un documento informatico di elaborazione testi. Alcuni poi hanno utilizzato un mouse per trascinare il file nel cestino del computer, mentre altri hanno spostato il file su un disco di archiviazione.

“Proprio come negli studi precedenti, i partecipanti hanno fatto meno uso dei pensieri negativi che avevano cestinato – trascinandoli appunto nel cestino – rispetto a quelli che li hanno salvati trasferendoli su un disco”.

Il mio commento: Il pensiero non è solo materiale, ma è anche molto più forte di qualsiasi azione corporea, e, inoltre, rimane per sempre nella rete dei collegamenti spirituali esistenti tra di noi.
[94968]

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Congressi: Un nuovo livello

Domanda: A quale nuovo livello dovremmo puntare prima dei congressi?

Risposta: Il nostro scopo è uscire da noi stessi, al di sopra.

Avvicinandoci assieme, noi cominciamo a sentire quanto questo ci allontana, come ci ritiriamo dentro noi stessi e non ci lasciamo avvicinare facendo un passo in più. Lo stato di repulsione rivelata, l’incapacità di andare più vicino è l’egoismo reale.

L’egoismo non è quel sentimento di cui facciamo esperienza nella vita quotidiana: a casa, al lavoro, comunicando con le persone. Questo è il piccolo egoismo animale non correlato all’ego che dobbiamo correggere.

Noi dobbiamo correggere precisamente quell’egoismo che appare durante i nostri sforzi nell’ avvicinarci gli uni agli altri. Il nostro lavoro è agire contro di esso.

Inoltre, in ogni azione successiva, l’egoismo ci allontana ancor più, e questo chiaro ammontare di pressione e la repulsione portano una persona a uno stato di disperazione. E se una persona non abbandona gli sforzi nel continuare ad agire contro questo, prendendo parte ad ogni evento, comincia a realizzare che l’aiuto può arrivare solo dall’Alto, solo se arriva una forza speciale poiché non è in grado di farcela da solo.

Di sicuro, è impossibile dirlo anticipatamente, “Non sono in grado di fare alcuna cosa, lasciate che qualcuno mi aiuti.” Per fare ciò, infatti, hai bisogno di raggiungere uno stato di disperazione. Ma questo avviene solamente quando hai messo ogni sforzo, riempito la misura della seah (“seah” è un’antica unità di misura) e neanche ancora hai raggiunto niente. Supponi di aver riempito l’intero “bagaglio” o “bicchiere” con i tuoi sforzi e poi al massimo, all’ultimo step tu percepisci: ”Questo è tutto! Solo dall’Alto posso ricevere l’aiuto, solo questo mi può aiutare.” E’ il momento in cui una persona ha un’opportunità di chiedere e riceve aiuto.

Puoi immaginare quanto sforzo dobbiamo fare? Ma se lo facciamo insieme, in un’aspirazione mutua, tutto accade molto velocemente, se fatto separatamente, può necessitare non solo di anni ma di incarnazioni.

Questo è il perché, usando i nostri eventi per unirci, noi continuiamo ad aver bisogno di sforzarci e preparare noi stessi a rompere lo scudo dell’egoismo, andare dietro ad esso e connetterci con gli stessi punti nel cuore. Cosi’ raggiungeremo la stessa cosa che spero gli uomini raggiungeranno al loro congresso. E così noi ci staremo unendo.
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(Dalla Lezione virtuale del 06.01.2013)

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“L’Europa nel 2013: Un anno di decisione”

Opinione (George Friedman, Presidente di Stratfor): “E’ la dimensione politica che è diventata la più importante, e non quella finanziaria. Può anche darsi che l’Unione Europea sia in procinto di trattare con i suoi bancari e potrebbe evitare altri problemi di debito sovrano, ma il prezzo che ha pagato oltre la recessione è ben più grave, la disoccupazione è a un tasso superiore a quello degli Stati Uniti d’America in generale, ed enormemente più alto in alcuni paesi.

“Siamo in grado di dividere l’Unione Europea in tre categorie misurando a confronto il tasso di disoccupazione degli Stati Uniti, che si attesta a circa il 7,7 per cento. Ci sono cinque paesi dell’UE con un tasso nettamente inferiore a questo (Austria, Lussemburgo, Germania, Paesi Bassi e Malta). Ci sono sette paesi con tasso di disoccupazione simile a quello degli Stati Uniti (Romania, Repubblica Ceca, Belgio, Danimarca, Finlandia, Regno Unito e Svezia). Gli altri 15 paesi sono al di sopra dei livelli di disoccupazione degli Stati Uniti, 11 hanno un tasso di disoccupazione tra il 10 e il 17 per cento, tra cui la Francia al 10,7 per cento, l’Italia all’ 11,1 per cento, l’ Irlanda al 14,7 per cento e 16,3 per cento in Portogallo. Altri due sono incredibilmente superiori – la Grecia al 25,4 per cento e la Spagna al 26,2 per cento. Questi livelli sono vicini al tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, al culmine della Grande Depressione.

“Per gli avanzati paesi industrializzati – tra i più potenti d’Europa, se è per questo – questi sono numeri mozzafiato. E’ importante considerare che cosa significano questi numeri socialmente. Tenete a mente che il tasso di disoccupazione salirà per i lavoratori più giovani. In Italia, Portogallo, Spagna e Grecia, più di un terzo della forza lavoro sotto i 25 anni è riferito come disoccupato. Ci vorrà una generazione per portare l’aliquota fino ad un livello accettabile in Spagna e Grecia. Anche per i paesi che rimangono a circa il 10 per cento per un lungo periodo di tempo, i tempi saranno più sostanziali, e l’Europa è ancora in recessione.

“Si considera disoccupato qualcuno del tipo 20%, magari con un titolo universitario. I numeri significano che non avrà mai una buona occasione o che non avrà mai la possibilità di proseguire la sua carriera prescelta e molto probabilmente non potrà mai ottenere un posto di lavoro a livello sociale che ha anticipato. In Spagna e in Grecia, il giovane – come pure il vecchio, – si trovano ad affrontare una catastrofe personale. Negli altri, la percentuale di fronte a una catastrofe personale è inferiore, ma ancora molto reale.

Si ricorda anche che la disoccupazione non riguarda una sola persona. Essa colpisce i parenti stretti, genitori e eventualmente altri parenti. L’effetto non è solo finanziario, ma anche psicologico. Si crea una cappa, un senso di fallimento e di terrore.

“Si crea anche disorientamento nei giovani pieni di energia e di rabbia. La disoccupazione è la radice di movimenti anti-statali a sinistra e a destra. L’estendersi di disoccupati disperati che hanno poco da perdere e pensano di avere qualcosa da guadagnare dal destabilizzare lo Stato. E ‘difficile quantificare il livello di razzismo e disoccupazione in questo tipo di disordini, ma non c’è dubbio che la Spagna e la Grecia sono in quella zona e che altri potrebbero esserci.

“E ‘interessante che, mentre la Grecia ha già sviluppato un movimento di destra radicale di una certa dimensione, il sistema politico spagnolo, mentre sta vivendo lo stress tra il centro e le regioni autonome, rimane relativamente stabile. Direi che la stabilità si basa su una convinzione che non ci sarà una soluzione per la situazione della disoccupazione. E’ una completa enormità che non è ancora affondato, neppure per il fatto che questo tipo di problema della disoccupazione non si risolverà rapidamente. È profondamente strutturale. Il tasso di disoccupazione degli Stati Uniti durante la Grande Depressione è stato attenuato in misura limitata dal New Deal, ma ha richiesto la ristrutturazione della seconda guerra mondiale per affrontarlo davvero.

“Questo è il motivo per cui il 2013 è un anno cruciale per l’Europa.”

Il mio commento: Anche se l’anno 2013 non ci si aspetta di essere critico, ma di passarlo in silenzio, il tempo indebolisce l’UE e il mondo. Ci sono più problemi sociali, che economici, ma non possono essere risolti se non attraverso l’educazione della società, perché si è persa, non ha una guida, dei leader, e obiettivi. Le persone non possono essere gestite in queste condizioni, nulla di nuovo può essere offerto a loro. Ecco perché i leader scompaiono, e la barca è a dondolo in mezzo al mare.
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Tra due intenzioni

Domanda: L’intenzione è un elemento indipendente?

Risposta: L’intenzione è ciò che vogliamo dal desiderio di ricevere. Oggi non abbiamo una vera intenzione; oggi possiamo solamente giudicare dove sia meglio “rubare” qualcosa, dove sia possibile godere di più: da cosa, da chi, attraverso cosa, ecc. E’ impresso nel nostro desiderio di ricevere come conseguenza della frantumazione. Ma noi non riusciamo a considerare le due opzioni, le due intenzioni: per ricevere e per donare. Possiamo solamente calcolare il maggior beneficio personale che potremmo ottenere dalle opzioni che abbiamo. Controllo i miei desideri e scelgo l’opzione più promettente. Per quel che mi riguarda la domanda è cosa posso usare per il mio personale beneficio e dove posso realizzare il profitto maggiore.

L’intenzione di donare è al di sopra di tutto questo. In questo modo, verifico me stesso rispetto agli altri. Allora la mia domanda sarà diversa: come posso servire gli altri per donare loro il massimo che posso? Si tratta di un calcolo completamente diverso. Come posso riuscirci? Per riuscirci devo percepire gli altri e non me stesso: cosa è bene per lui? Cosa vuole? Di cosa ha bisogno? Devo essere reciprocamente incorporato in lui, perché in che altro modo sarebbe possibile ponderare tutte le opzioni?

Al fine di appagare il desiderio di donare, dobbiamo costantemente avanzare verso l’incorporazione negli altri fino a quando non raggiungeremo il vero amore. Ci troviamo sempre davanti ad un dilemma lungo i livelli spirituali, come se fossimo di fronte a due modi di chiarirsi – ci chiudiamo nel guscio e ci eleviamo di nuovo alla Santità.

Oggi, durante il periodo della preparazione, essendo al di sotto del Machsom (la Barriera), non siamo ancora entrati in questo livello. Studiamo e ci muoviamo in un gruppo, che poi diventerà per noi proprio un gruppo sacro. Qui è dove avanziamo, avanzando verso “l’Esodo dall’Egitto” al fine di elevarci con una considerazione altruistica e non egoistica.

Questa sarà la nostra nascita spirituale. Lo stesso si ha con un bambino che nasce ed incomincia a respirare, a mangiare, e a percepire il suo corpo. Dopo essere nato, il corpo incomincia a funzionare in base ad un nuovo chiarimento che prima non esisteva – un chiarimento più consapevole. Anche noi vogliamo passare ad un nuovo intendimento, nel nostro corpo e nel nostro desiderio.
[98215]

(Dalla 4.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 08.01.2013, “600,000 anime”)

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La rivelazione della connessione reciproca

A partire da adesso in avanti, dobbiamo progredire autonomamente. E qui viene rivelato un punto molto interessante. Fino ad un certo momento, io ho sentito di essere completamente influenzato dai miei studenti. Durante quei momenti ho insegnato ai miei studenti in base allo stesso sistema imparato dai nostri padri spirituali.

Ma ultimamente ho compreso che senza sostegno, senza connessione, senza un lavoro reciproco generale, non riuscivo più ad insegnare loro. Per questo servono gli sforzi degli studenti, il loro aiuto, ed il lavoro reciproco. Tutto questo è essenziale. Se, da parte loro, c’è il desiderio, una mancanza, allora posso parlare e spiegare in un modo semplice. Se c’è uno sforzo allora, di conseguenza, possiamo fare passi in avanti. Questo significa che si sta realizzando un preciso processo di correzione. Siamo arrivati a questo punto.

Ne consegue che dipendiamo gli uni dagli altri. Dunque, io mi rivolgo all’intero gruppo mondiale poiché non sono in grado di fare nulla da solo. Se in passato vi ho spinti e sono riuscito a fare qualcosa, adesso tutto è chiuso. Il desiderio generale si trasforma in qualcosa di veramente reciproco, e l’unione e la connessione sono rivelate in esso.

Non è ancora il punto dove siamo arrivati, perché nel frattempo tutto sta avvenendo senza alcuna connessione al nostro desiderio. Ma dobbiamo capire che è solamente attraverso un generale sforzo reciproco, sia vostro che mio, che saremo in grado di andare avanti. Si presenteranno davanti a noi delle nuove opportunità per esprimere le nostre idee, per dare nuove spiegazioni e, sebbene il sistema rimanga lo stesso, poiché tutto proviene dalla Luce e dal Kli, una nuova forma di presentazione e di riconoscimento si presenterà, la sua percezione.

Dunque, vi richiedo fortemente di essere più attivi, di partecipare di più a tutto, di connettervi alle lezioni. L’avanzamento generale dipende solamente dalle nostre reciproche azioni! Risolviamo insieme questo problema, visto che le azioni di correzione sono possibili solamente attraverso i nostri sforzi diretti a prenderci carico dell’ego e a porci al di sopra di esso con una qualità opposta. Se non ci saranno sforzi, allora non ci sarà alcuna correzione.

In nessun caso un uomo dovrebbe annullare l’ego. Dobbiamo elevarci al di sopra di esso. Sopprimere l’ego significa non permettergli di comandarci, ma allo stesso tempo significa sentirlo, viverlo, ed elevarci al di sopra di esso nelle nostre azioni. Questo lavoro deve essere rivolto solamente al mio gruppo mondiale e al Creatore.
[98080]

(Dal Congresso di Novosibirsk del 09.12.2012 lezione 5)

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