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Una formula per la vita

I Kabbalisti hanno scritto i loro libri per due tipi di persone: per il gruppo chiamato “il livello degli antenati” persone come loro che avevano raggiunto la spiritualità e che si sarebbero arricchiti con questi testi e si sarebbero connessi in modo di poter compiere delle correzioni nel sistema generale, e quindi preparando la nostra ascesa, e hanno scritto anche per “il livello dei figli”, che siamo noi, in modo di darci qualche cosa alla quale poterci aggrappare e per mezzo della quale poter attirare la Luce che riforma.

Siamo nello stesso sistema, ma non possiamo evocare la sua influenza su di noi. Nel frattempo ci influenza da se, e avanziamo attraverso le sofferenze. Ma se noi evochiamo le Luci, noi sbrighiamo i tempi e avanziamo più velocemente facendo più facile il cammino.

Come possiamo fare questo? In base agli avvertimenti dei Kabbalisti noi facciamo diverse azioni che sono uguali in qualità a quest’avvertimento. Il loro attributo è la dazione e in base al livello e allo stato in cui ci troviamo, noi dobbiamo esprimere se siamo pronti per donare. Ci diamo dei “doni” uno all’altro, ci connettiamo, parliamo di questo durante le lezioni e chiariamo le parole dei Kabbalisti. E allora le nostre inclinazioni, desideri e sforzi si adattano al sistema che loro descrivono. Vogliamo sapere che cosa studiamo; vogliamo che ci venga rivelato, e allora le Luci vengono a noi; non sono ancora rivelate, ma “circondano” e ci avvicinano alla rivelazione.

Perciò, tutto il nostro lavoro, tutta la nostra vita e tutta la nostra esistenza devono avere l’anelo di evocare la Luce che riforma. Questo è chiamato “studiare la Torà”. È detto: “Ho creato l’inclinazione al male, ho creato la Torà come spezia per esso, poiché la Luce celata in esso rimanda la persona alla Fonte”. Noi operiamo in conformità a questa formula. Dobbiamo esaminare tutti i suoi componenti per usarle in maniera adeguata in modo che riformino ogni componente e la formula come un insieme.
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.05.2012, “Introduzione allo studio delle dieci Sefirot”)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 07.01.2013

Preparazione alla Lezione
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KFS, Rav Yehuda Ashlag, Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot, Pagina 366, Punto 141, Lezione 36
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Il Libro dello Zohar, Parashat “Naso”, Punto 165, Lezione 20
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TES, Volume 3, Parte 9, Punto 22, Lezione 14
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KFS, “600.000 Anime”, Lezione 1
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Riassunto della Lezione quotidiana di Kabbalah
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I Disastri stimolano sentimenti religiosi

Notizie  (da PLOS.org): “Il 22 febbraio 2011, a Christchurch, in Nuova Zelanda (367.700 abitanti) si è verificato un terremoto devastante, che ha provocato ingenti danni e ucciso 185 persone. Il terremoto e le scosse di assestamento si sono verificate in un lasso di tempo che va dal 2009 al 2011 in un campione probabilistico longitudinale condotto in Nuova Zelanda. Esso ci permette di esaminare in che modo una catastrofe naturale di questa portata influenzi profondamente gli impegni presi e la valutazione globale della salute personale, a seconda dell’esposizione al terremoto. In primo luogo abbiamo studiato se le persone colpite dal sisma fossero più propense a credere in Dio. In base all’ipotesi del conforto religioso, la fede religiosa aumenta tra le persone colpite dal sisma, nonostante altrove ci sia un calo generale nella fede religiosa. Questo risultato offre la prima dimostrazione a livello di popolazione che i laici si rivolgono alla religione durante i disastri naturali. Abbiamo poi esaminato se l’affiliazione religiosa fosse associata alle differenze nelle valutazioni soggettive di salute personale. Non abbiamo trovato nessuna prova di un maggiore tamponamento nell’ avere fede religiosa. Tra le persone colpite dal terremoto, però, una perdita di fiducia è stata associata a significativi cali di salute nella persona. Coloro che hanno perso la fede nel resto del paese non hanno subito simili cali di salute. I nostri risultati suggeriscono che la conversione religiosa, dopo un disastro naturale, difficilmente porta al miglioramento del benessere soggettivo, ma difendere la fede potrebbe essere un passo importante sulla strada della ripresa”.

Il mio commento: La paura, l’incertezza, e la mancanza di fiducia hanno dato luogo a sentimenti religiosi e al mantenimento delle religioni. Se non fosse per loro e se non ci fosse la morte, non ci sarebbe nessuna religione – ossia la massa che crede nell’ indimostrabile. La Kabbalah respinge l’attitudine religiosa verso il mondo. Esiste la natura e le sue leggi, questa è una forza superiore. E tutti i sentimenti che le persone sentono verso il Creatore e che Gli attribuiscono, provengono da sensazioni che sono tipiche dell’uomo, solo dell’uomo, che è simile al modo in cui noi attribuiamo certi pensieri e sentimenti agli animali.
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