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Lezione quotidiana di Kabbalah – 25.04.2012

Preparazione alla Lezione
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Scritti di Rabash, Articolo 16
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TES, Parte 15, Punto 42
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Zohar per Tutti – Pasqua, Bo (Venite a Faraone), Pagina 4, Articolo “E passò oltre l’ Architrave e i due Stipiti”, Punto 75
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Risolvere problemi che non hanno soluzione

Domanda: Lei dice che l’educazione integrale non è solamente essenziale, ma è la cosa più importante nella vita. Cosa c’è di così importante in essa?

Risposta: Oggigiorno la natura ci mette in una struttura molto dura quando la domanda scende e le persone non hanno bisogno di altro che di un’esistenza ragionevole, normale e bilanciata. Dobbiamo fare una transizione da una società senza controllo, consumo illimitato, anche se in precedenza pensavamo che i nostri consumi potessero crescere all’infinito.

Io ero ancora un bambino quando gli americani hanno iniziato a sostenere la cultura consumistica.

Pensavano che potesse essere infinita, eterna, come la propaganda comunista propagata dall’altra parte del mondo. Ma come potrebbe essere una società di questo tipo se noi estraiamo tutte le risorse della terra e con esse costruiamo dei prodotti che diventano subito obsoleti e quindi, dopo un breve periodo di uso, li abbandoniamo nei campi? Come risultato, le città sono circondate da grosse discariche di rifiuti che inquinano le nostre fonti idriche e tutto l’ambiente e le risorse naturali. Dobbiamo spendere delle grosse somme semplicemente per procurarci il necessario per la nostra esistenza: aria pulita, acqua, alimenti, supplementi biologici e vaccini, e grandi impianti di purificazione, ecc.

Questo significa che il mondo è diventato sempre più difficile a causa della sovrapproduzione innecessaria per solo poche persone nel mondo (500 o 1000) con dei conti correnti esorbitanti; anche se alla fine sarà innecessaria anche per loro, ma ancora non sé ne rendono conto a causa delle loro limitazioni. E per questo noi stiamo distruggendo la nostra unica casa, la Terra?

Ad ogni modo, io non appartengo a nessun movimento ambientale. Io sto semplicemente parlando delle leggi della natura che ci costringono ad agire in maniera diversa. Stiamo portando avanti la regola principale ed essenziale della nostra esistenza. Non sono semplicemente delle belle parole che ci insegnano qualche cosa di buono; è una necessità. Stiamo iniziando a sentirlo nella nostra vita quotidiana.

Dovremmo capire che le ore di lavoro di molte persone nell’industria manifatturiera si possono ridurre; noi dobbiamo sollevarci a un altro livello di sviluppo, il livello di armonia con la natura. E allora inizieremo a percepire la natura in maniera diversa, che essa ci conduce, come ha sempre fatto durante i molti anni del nostro sviluppo verso un traguardo specifico – a diventare uguali a essa.

Che cosa significa diventare uguali alla natura? Quando vediamo come esistono le parti inanimata, vegetativa e animata della natura, è chiaro che semplicemente esistono. Allora, per quale motivo esiste l’uomo? È unicamente per vivere una “vita umana” ordinaria? Allora stiamo considerando il livello umano solo come una parte del mondo animato. Oppure c’è un altro traguardo che è oltre la nostra percezione?

Noi siamo capaci di studiare qualsiasi cosa di un livello inferiore al nostro, ma non possiamo esaminare quello che c’è nel nostro livello di sviluppo perché un livello inferiore può essere studiato solamente da un livello superiore a esso. Per poter salire a un livello più alto, dobbiamo acquisire l’integralità. E allora comprenderemo per quale motivo è stato creato l’uomo e qual è lo scopo della sua esistenza. Non dovremmo spingere via queste domande pensando che siano infantili e non abbiano soluzione.
[74347]

(Tratto dal programma di Kab.TV “Fondamenti della Società Integrale”, 26.02.2012)

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Una scala bianca e nera verso l’alto

“E qui è la scala ferma al suolo e la sua testa è allungata verso il Cielo, e qui ci sono gli angeli di Dio che salgono e scendono” (Il sogno di Giacobbe, capitolo “Va Yetze”)

Rabash: “Angeli” che salgono e scendono dalla scala sono persone che dicono di essere state inviate in questo mondo per portare avanti delle correzioni, e per questo motivo sono chiamate angeli. Se vedono di essere in uno stato di discesa, oscurità, dovrebbero “scendere”. Ma precedentemente erano in ascesa, altrimenti è impossibile sentire che uno è in uno stato di discesa… Allora, solo se tu aspiri a fare bene potrai vedere quanto male c’è in te.

Si riferisce principalmente al lavoro nel gruppo. Più una persona cerca di fare bene in esso, più velocemente scopre di non esserne capace e non ha l’opportunità di avanzare. Per scoprire la vera oscurità, prima deve alzarsi. È proprio come si dice: “Il vantaggio della Luce è dall’oscurità”.

Prima hai bisogno di alzarti, per ricevere nuovi attributi e discernimenti, ed essere più vicino alla dazione per poter vedere più tardi quello che sta succedendo in te. Poi vedrai sempre più oscurità in te.

Senz’altro, l’oscurità non è stata creata adesso, semplicemente non l’avevi notata prima. Superandola ed essendo capace di confrontare differenti attributi e valori, adesso puoi vedere che eri nel buio, nei tuoi desideri egoistici.

Per questo motivo dovremmo aspirare al bene e il male si rivelerà da sé. Ci sono delle persone che cercano il male, scavando in esso, e affondandovi. Tuttavia, il male vero è rivelato solo ascendendo e sperimentando la gioia, comprendendo come sia buono che il male sia stato rivelato. Perfino quando una persona rivela il male, è felice. È il segnale che il male è intenzionale, che è rivelato lungo il percorso, e che un’ascesa è costante.

Ma se una persona cade e si dispera, se tortura sé stessa, è un segnale che ancora non è nel giusto binario. Una persona dovrebbe avanzare anche dalla linea sinistra, e non solo dalla linea destra – camminando avanti a due gambe. Ma non dovrebbe affondare nella linea sinistra, in una discesa.

Se una persona riceve supporto dall’ambiente e dai libri, se ascolta l’insegnante, se studia e comprende di dover pensare solamente sull’avanzamento positivo che lo aspetta avanti, e non su cose negative – solo sulla grandezza del Creatore, allora risparmia tempo e avanza costantemente.

Nel cammino verso l’alto ci sono momenti scuri e chiari. E specificamente dove prima tutto sembrava totalmente chiaro, si scopre l’oscurità, e sempre di più. Questo significa che si scopre la linea sinistra in un’ascesa.
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(Dalla preparazione alla lezione quotidiana di Kabbalah del 11.04.2012)

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È tempo per l’azione spirituale!

Da migliaia di anni il nostro sviluppo continua nelle fasi inanimata, vegetale ed animata, le quali non sono assolutamente semplici, siccome sono basate sulla frammentazione della prima entità spirituale (l’Uomo), ovvero le anime frammentate. Dal momento in cui furono frammentati, ogni elemento frammentato include tutti gli altri in esso. Ogni particella ha acquisito una possibilità di vivere: di ricevere e di dare, di consumare e di eliminare.

Tutte le forme dell’esistenza emersero da due forze, la ricezione e la dazione. Il desiderio per il piacere nella sua forma pura non può sussistere da solo. Ha bisogno di qualche forza che agisca contro di esso, cioè richiede il desiderio di dare.

È così che la materia (il desiderio) si sviluppa finché raggiunge una fase (parlante) umana, che a sua volta comincia a progredire. Il livello umano di avanzamento ha bisogno di uno speciale “trattamento” nel quale esso richiede una più alta intensità di potere spirituale. Ecco perché trapelò uno specifico gruppo di persone chiamato “Israele”; la traduzione diretta della parola “Israele” è “Yashar-El”, “diretto al Creatore”.

Dopo aver vissuto in Babilonia, questo gruppo di persone discese in Egitto per assorbire dei potenti desideri aggiuntivi, mentre era ancora in uno stato di immensa aspirazione; questo fu chiamato “l’esilio in Egitto”. Dopo aver ottenuto una porzione aggiuntiva di desiderio di ricevere, a questo gruppo fu data la possibilità di lavorare su di esso per trasformarlo in desiderio di dare.

A quel tempo, le nazioni del mondo erano ad un livello medio, dal quale questo particolare gruppo di persone cadde ad un grado di “meno 400 anni”, che sta per “esilio in Egitto”. Questo gruppo cadde di 400 gradini, in accordo all’intero cerchio dello sviluppo, le quattro fasi della Luce Diretta.

Mentre era in Egitto, il gruppo acquisì un desiderio aggiuntivo, ed insieme ad esso, visse in Egitto, ricevette la Torà e si elevò al livello del Primo Tempio. Tuttavia, esso fu distrutto e cadde; il Secondo Tempio fu costruito, ma fu distrutto ancora una volta. Come risultato, il gruppo discese nella profondità dell’ultimo (l’attuale) esilio, nel quale siamo tutti in questo tempo.

Il livello della caduta che ebbe luogo durante la schiavitù egiziana eguaglia il livello del tempo in cui esistettero i Templi. Tutto quanto detto in precedenza avvenne per farci cadere dalla nostra precedente elevatezza e farci raggiungere la frammentazione finale (l’esilio) che continua ad oggi. La caduta nella quale siamo attualmente è così profonda che semplicemente non possiamo cadere più in basso. Da qui, possiamo elevarci insieme alle altre nazioni e completare la nostra correzione.

Ogni azione spirituale provoca delle conseguenze materiali in questo mondo. Quindi, noi siamo obbligati a continuare a lavorare in questo regno materiale per l’intero periodo dell’esilio. Esilio significa separazione dalla spiritualità ed incapacità di produrre qualche azione spirituale. Tuttavia, dal momento in cui agiamo in maniera materialistica e perseguiamo desideri egoistici attraverso i nostri corpi piuttosto che le anime, noi eseguiamo ancora un lavoro preparatorio che è associato al periodo dell’esilio.

L’ultimo esilio sta arrivando alla fine e tutti noi abbiamo il passaggio per la libertà. La differenza tra l’esilio (Galut) e la liberazione (Geula) sta solo in una lettera, “Aleph”, che sta per “rivelazione del Creatore”. Questo significa che dobbiamo raggiungere il mondo superiore per raggiungere lo stato nel quale il Creatore colma l’intero universo.

La realtà nella quale viviamo oggi resterà intatta. Tutto quello che faremo è aggiungere alle nostre precedenti sensazioni e pensieri la Luce superiore, il potere della dazione. Essi colmeranno tutto il mondo, nel quale scopriremo la realtà superiore siccome otterremo delle proprietà corrette differenti.

A quel punto, capiremo l’essenza del lavoro di preparazione che abbiamo fatto in precedenza, eseguendo dei comandamenti materiali, siccome eravamo incapaci di fare qualsiasi altra cosa mentre eravamo ancora in esilio. Quindi, dopo aver cercato di ritornare alla terra fisica di Israele, il nostro compito attuale è di elevarci alla terra spirituale (il desiderio) di Israele.

È detto: “Ogni azione lascia un segno”. Questo si applica anche alle azioni materiali, siccome costruiamo delle azioni spirituali su di esse. Le generazioni precedenti erano intese per eseguire il lavoro materiale in questo mondo, mentre il nostro compito è di perseguire delle attività spirituali. Ecco perché ci concentriamo solo sul lavoro spirituale: intenzioni e desideri umani, attitudine all’occultamento ed alla rivelazione e la proprietà della dazione che stiamo per acquisire.
[74092]

(Dalla 2° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 30.03.2012, lo Zohar)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 24.04.2012

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Scritti di Rabash, Articolo 11
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Zohar per Tutti – Pasqua, Shemot (Esodo), Pagina 3, Articolo “Non mangiò pane né bevve acqua”, Punto 251
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TES, Parte 15, Punto 42
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Scritti di Rabash, Dargot HaSulam, Articolo 933
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Baal HaSulam, Pri Chaham, Articolo “Davar Emet”
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La Luce invitante dell’amore

Domanda: Per come la vedo io, le persone lasciate senza lavoro affondano nei loro problemi e questo non dà loro nessun incentivo per scoprire da dove vengono i problemi.

Risposta: Il nostro ego sente la sofferenza dentro di sé. La sofferenza si sta incrementando costantemente e sta prendendo differenti forme. Perché esse spingono una persona ad interrogarsi sul significato della vita? Questo perché si chiede: “Perché ho bisogno di soffrire?”. In verità, esse la possono portare al punto di suicidarsi.

Cosa sta facendo la saggezza della Kabbalah? Essa dice ad una persona: devi rimpiazzare questa sofferenza con l’altra sofferenza, la cosidetta “sofferenza d’amore”.

Al contrario, quando ami qualcuno, lo desideri ardentemente, ma non sei ancora connesso a lui, o vieni respinto, rifiutato un poco, o le distanze vi separano e per adesso non puoi vederlo, allora appare un grande desiderio di avvicinarsi, di connettersi e di abbracciarsi, ma questo è impossibile.

Anche tutto questo è sofferenza! Ma per noi questa è dolce e non vogliamo sbarazzarcene.

Personalmente, io non posso più immaginare tali sofferenze, ma me le ricordo da quando ero giovane, ed erano dolci. Così da un lato tu ami, desideri e ti aspetti che presto abbraccerai la persona amata, ma allo stesso tempo soffri perché questo non è ancora avvenuto ed è una piacevole sofferenza.

C’è una sofferenza che proviene dall’ego ed è chiamata “l’ombra della Sitra Achra”, ovvero una cattiva ombra, l’oscurità, che nasconde tutto il bene del mondo; e c’è una sofferenza che ti spinge in avanti e al contrario, tu sei eccitato, vivi nell’aspettativa che si realizzerà presto. Davanti a te c’è la Luce, la Luce dell’amore, la Luce dell’imminente incontro. Luce ed oscurità, questa è tutta la differenza.

Noi dobbiamo aiutare velocemente il mondo a rimpiazzare le sue sofferenze, le grandi avversità ed i problemi che si intensificheranno sempre di più con il desiderio per la connessione, per l’amore, per la Luce. Poi sentiremo che le sofferenze non scompaiono. Questo perché se tu incontri la persona amata e tutta l’attrazione che hai sentito nel tempo della separazione scompare, allora non ti sarà lasciato niente eccetto la delusione: tu l’hai incontrata e dopo pochi minuti non hai bisogno d’altro e puoi andartene.

Quindi, è necessario che questa sofferenza, ovvero questa attrazione, questo appetito, questa fame restino, ed allo stesso tempo, potrai gioirne. Solitamente quando sei molto affamato e cominci a mangiare, l’appetito scompare e non provi piacere del cibo. E se il piacere non scomparisse?

Ovvero, dobbiamo soltanto prendere la nostra sofferenza e trasformarla. Poi a nessuna condizione chiederemmo qualcosa al Creatore eccetto la correzione. Noi non dobbiamo chiedergli di portare via la nostra sofferenza, ma solo di cambiarla in modo tale che invece sentiamo la sofferenza dell’amore, la brama di andare avanti. Allora vivremo nell’eccitazione.
[74574]

(Dal Congresso di Vilnius del 24.03.2012, Lezione 4)

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Una Scatola Nera che naviga nelle Onde di Luce

E’ molto difficile spiegare cosa sia la spiritualità, perché è una questione di sensazioni. Se una persona condivide certe sensazioni, capirà ciò che viene descritto. Ma se non è sullo stesso livello e non sente ciò di cui l’autore parla, lui non capirà nulla.

Tutto il nostro lavoro si svolge in “Egitto”, in esilio, quando non si sente ancora il Creatore, la forza superiore che ci può aiutare a superare il nostro desiderio di ricevere. Questo è un momento di scelta, ed è il momento migliore perché impariamo a lavorare contro il nostro desiderio.

Devo pensare costantemente che sono già in dazione, nel mondo spirituale, nella santità, e non creo alcuna partizione, nessuna barriera, nella via della Luce superiore che riempie tutta la realtà. Io annullo la mia personalità, il mio “io”, egoistico e anche se sento diversi stati che passano attraverso di me e provocano reazioni diverse nel mio ego, devo cercare di essere solo nella dazione pura.

E’ come se fossi già nel mondo spirituale, sono immerso in un mare di luce essendo totalmente equivalente ad essa. Questo perché tutto ciò che in realtà mi separa dalla Luce è il mio desiderio di ricevere, il mio ego, che assomiglia ad una scatola che non lascia passare la luce attraverso essa. Ho messo ostacoli per me, io sono l’unico che si distingue per il suo ego nella Luce. Tranne che per me tutto è corretto e pronto.

Vedo solo che questa realtà è distorta, che sono corrotto, e che il Creatore è cattivo e mi tratta male. Inoltre, mi sembra che ci sia un’altra autorità oltre al Creatore.

Tutto il nostro lavoro è quello di immaginare il nostro stato corretto, il modo in cui è realmente, e non ciò che è raffigurato nel nostro ego. Non c’è nulla, tranne il Creatore, ma il mio ego mi dice che ci sono molte forze diverse che prendono decisioni e ci sono anche io.

Mi sembra che sento e decido qualcosa da me, ma anche questo non è vero. Il Creatore è colui che mi manda tutte queste sensazioni in modo che in base alle impressioni che ricevo da lui in ogni istante, sarò in grado di fare il lavoro e annullare me stesso, i miei pensieri che mi sembra di pensare e di sentire in modo indipendente, che ricevo qualcosa per l’ambiente, il gruppo, e tutto il mondo esterno. Invece, devo immaginare che io sono totalmente sotto il controllo della luce superiore che riempie tutta la realtà.
[74221]

(Dalla prima parte dell aLezione quotidiana di Kabbalah del 2.04.2012, Shamati 59)

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Il privilegio di essere felice di dare

Da una lezione di Rabash: Studiamo che dovremmo essere in equivalenza della forma. Qual è l’equivalenza della forma? Proprio come il Creatore dà, così noi dobbiamo dare.

Questa è l’equivalenza della forma. Quando dobbiamo dare, non abbiamo l’amore per noi stessi, noi piangiamo. Fa male il fatto di doverlo fare. Il Creatore dà, e la questione è se ha un piacere in questo o se non c’è il piacere per colui che dà? Quindi non c’è l’equivalenza della forma! Quindi ci deve essere un piacere quando diamo, altrimenti non c’è l’equivalenza della forma. Si può dare senza dolore, solo dare, non ho bisogno del tuo dolore, solo di dare.

Godetevi la dazione, chi la dà a te? Egli dovrebbe lavorare, il corpo non vuole! Non è che ho bisogno di soffrire, non c’è scelta, il corpo non vuole lavorare. Perché dovrei soffrire, non voglio soffrire. Ho bisogno della fatica! E questa non è una condizione! Una persona che non sente la fatica, è un segno che la sua intenzione al fine di ricevere, per non dare. Il corpo non acconsente a dare.

Non dovreste mai desiderare cose cattive. Se è necessario per sentire diversi cambiamenti, verranno da soli. Una persona non dovrebbe pensare ad una discesa, ma anelare sempre una salita, sia nei suoi sentimenti che nei suoi pensieri: per la bontà, l’adesione, la connessione e la completezza. Ma al tempo stesso, una persona dovrebbe valutare criticamente se stessa, fermo restando che se non c’è niente dentro di lui che lo dirige alla dazione, è un segno che qui c’è una questione egoistica. Se una persona riesce a progredire felicemente e senza sforzo, è un chiaro segno che lo fa egoisticamente, al fine di ricevere. Solo quando riceve al di sopra del potere della dazione, sarà in grado di dare e allo stesso tempo essere felice.
[74131]

(Dalla preparazione alla Lezione del 01.04.2012)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 23.04.2012

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Scritti di Rabash, Dargot HaSulam, Articolo 926
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La chiave per un lavoro di successo

Per avere successo nel lavoro interiore, dobbiamo separarci da tutti i nostri problemi. Noi rappresentiamo una comunità integrale, un piccolo gruppo, che è l’unica cosa che esiste nel mondo.

Tutto il resto che esiste nel mondo si connette anche a noi: le parti femminili e quelle maschili. Esse includono l’interezza dell’umanità, l’anima comune, un unico Kli (vaso): Malchut del mondo dell’infinito. Immaginate che vogliamo ora rivelare noi stessi all’interno di questo Kli, non al punto del nostro mondo (il punto più basso), ma al suo livello più alto.

Anche se immaginassimo il livello più alto, che esistono 125 gradi di cinque mondi lontano da noi, ancora non saremmo in grado di immaginare qualcosa di diverso rispetto alla parte opposta del grado successivo perché la nostra immaginazione non va oltre.

Allora qual è il nostro problema? Quando studiamo il sistema dei mondi, impariamo che accanto a un Partzuf (il primo stato), c’è un secondo, un superiore, un (secondo stato).

Come possiamo salire dal primo al secondo stato? Solo annullando noi stessi e entrando nello stato successivo, senza creare qualsiasi disturbo in esso — come un embrione.

Questo stato successivo viene chiamato AHP e Galgalta ve Eynaim (GE) del superiore.

 

Dobbiamo semplicemente usare il nostro desiderio e l’aspirazione per attirare noi stessi in questo stato superiore.

In relazione al nostro stato, lo stato superiore è lo stato di dazione assoluta, quando ci siamo completamente elevati al di sopra di noi stessi e lasciato interamente la nostra parte animale in basso.

L’aspirazione verso l’alto viene chiamata “Adam” (la parte umana); che è la nostra coscienza, il nostro desiderio, diretto verso la dazione. Desideriamo connetterci alla nostra aspirazione. Questo è lo stato di ascesa spirituale, che evochiamo.

Quando ci sforziamo verso l’alto in questo modo, la luce ci viene dal Galgalta ve Eynaim del grado più elevato, e ci aiuta, ci tira su e ci influenza.

 

Questa è la luce che riforma.

Non siamo in grado di farlo da soli. Abbiamo solo lo sforzo, l’intenzione, ma mai l’azione effettiva.

L’azione reale avviene sotto l’influenza della Luce superiore. Quindi abbiamo solo bisogno del desiderio, raccolto insieme per essere annullato davanti all’altro, deve essere raccolto in un tutto uno con una ferma richiesta di salita, per la manifestazione della luce in noi, per richiedere che la luce ci influenzi e ci sollevi alla qualità della dazione. Questo è il tipo di intenzione che dobbiamo avere.
[75177]

(Dal Congresso di Vilnius, 23.03.2012, Lezione 2)

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