L’Egitto è tra di noi

Domanda: Cosa possiamo ottenere da tutto questo processo di esodo dall’Egitto nei termini del nostro lavoro interiore quotidiano?

Risposta: Abbiamo bisogno di aspirare ad una sola cosa: all’unità nel gruppo. Il gruppo è una mini umanità. Non possiamo agire immediatamente su scala globale, sulle masse dell’umanità, ma nel gruppo possiamo risolvere tutti i principi della connessione umana.

Lì riveleremo tutti gli stati: “la discesa in Egitto”, “l’immersione in Egitto” e “l’esodo dall’Egitto”. Sentiremo l’odio verso il Faraone (il nostro ego), i colpi che riceviamo da lui e la valutazione della nostra natura.

Tutto questo viene valutato in un solo luogo: nella mia relazione con gli amici. Ho bisogno del gruppo, dei miei “amici”, perché non posso riuscire ad amare tutto il mondo. Per me, il gruppo rappresenta tutta l’umanità e nel gruppo posso lavorare con tutte le mie qualità interiori.

Ogni volta che cerco di unirmi agli amici, scopro la rottura all’interno, l’odio e la repulsione per gli altri e realizzo nuove valutazioni interiori. Potrebbe essere che queste valutazioni appartengano ancora al lavoro “in Egitto” o anche essere “precedenti” ad esso. Non importa niente di tutto questo.

Non possiamo ancora distinguere chiaramente queste fasi. In generale, non possiamo vedere niente con chiarezza fin quando non usciamo dall’Egitto. Solo dopo possiamo cominciare a capire cos’è esattamente quello che abbiamo attraversato. Dopotutto, questo lavoro viene fatto nell’oscurità, sotto il governo del desiderio egoista, quando cerco di esistere in qualche modo in esso, insieme ad esso o contro di esso. È per questo che queste valutazioni non ci sono chiare.
[40542]

(Dalla 2° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.04.2011, Il Libro dello Zohar)

Materiale correlato:

Laitman blog: Perché affrettarsi ad uscire dall’Egitto?
Laitman blog: Contare sull’uscita dall’Egitto è un comandamento

Discussioni | Condividi commenti | Fai una domanda




Laitman.it commenti RSS Feed