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Il solo uso di questo mondo

Noi non ci rendiamo nemmeno conto di quanto siamo immersi nella natura egoistica. Le nostre cellule, i nostri corpi, il nostro mondo, i nostri pensieri e desideri, e in genere tutto ciò che esiste è solamente egoismo e niente di più.

L’aspirazione di ogni cosa è soltanto ricevere, assorbire tanto più bene possibile per la propria individualità. Questa è la natura nella quale siamo nati e nella quale viviamo, e non abbiamo il minimo sentore che ci sia una possibilità di vivere al di là di questo.

Ciononostante, dobbiamo passare da un mondo all’altro o, in altre parole, acquisire un nuovo mondo aggiuntivo, per crescere, partendo dal punto nel cuore, sviluppandolo in un nuovo “corpo” spirituale. In sostanza, è uguale al corpo che abbiamo adesso, che a noi appare del tutto uniforme mentre, in realtà, è caratterizzato da forze e vettori. Ma invece di vedere questa immagine sullo schermo di un computer, la vediamo sullo schermo tridimensionale della nostra coscienza.

Percepiamo la realtà sullo schermo del desiderio di ricevere. Tutto ciò che siamo in grado di ricevere e di percepire cade su questo schermo e qui si ferma, creando lo scenario di quello che vediamo.

Invece, le forze della dazione sono completamente diverse. Non possiamo fermarle con lo schermo del desiderio di ricevere e perciò non le percepiamo. Solamente creando uno schermo nel desiderio di donare riveleremo la seconda metà della realtà. In verità, non percepiremo la metà, ma quasi il 100% di tutto ciò che esiste. Qualunque quantità di Luce questo nuovo schermo, l’intenzione della dazione, fermerà, formerà il genere di scenario che vedremo sullo schermo.

E’ veramente molto difficile incominciare a far crescere un secondo “corpo” dal nostro punto nel cuore. Per riuscirci, dobbiamo entrare in un gruppo, come nel ventre di una mamma, ed incominciare a crescere al suo interno. Tutto questo sembra molto irreale e poco attraente per l’uomo. Tutto il mondo è contro questa cosa e perciò l’uomo non ci pensa o non gli attribuisce alcun significato.

Questa è la ragione per cui è molto difficile per noi concentrarci sul gruppo. Tutto ciò che l‘ambiente che ci circonda ritiene importante, diventa importante anche per noi. Se il mondo non considerasse importante il lavoro nel gruppo, anche noi ce dimenticheremmo in ogni momento. Anche se cercassimo di stabilire un filo di contatto, per ascoltarlo e mantenerlo nei nostri pensieri, ci sembrerebbe comunque infantile, irrealistico, e puerile, e questo perché non è importante per la maggioranza del mondo. E viceversa, se la cosa più irrealistica diventasse importante per tutti, allora la considereremmo, ne parleremmo, ed aspireremmo ad essa.

Questa è la ragione per cui abbiamo bisogno che “un’opinione sociale”, la fiducia, l’influenza reciproca ci convincano che stiamo facendo qualcosa di reale e che il nostro mondo non vale veramente niente. Cosa abbiamo qui a parte un’effimera vita piena di sofferenza? Se non rappresentasse la nostra unica opportunità di conquistare una vita eterna e perfetta durante questo tempo, allora questo mondo non servirebbe a niente, né a noi, né ai nostri figli.
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(Dalla 5.a lezione al Congresso WE! Del 01.04.2011)

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Dall’illusione virtuale alla realtà spirituale

Cari amici!

Tutti insieme abbiamo vissuto gli indimenticabili momenti al congresso WE! che si è svolto nel New Jersey. Ad ogni congresso la nostra connessione e la sensazione dell’intero gruppo mondiale diventa più chiara e più stretta.

Ma, allo stesso tempo, c’è la necessità di vederci e di sentirci simultaneamente su di un unico schermo comune, come se ci trovassimo tutti insieme dentro la sala del congresso. Chiedo a tutti voi di riflettere su questo perché in questo modo riusciremo a creare un programma che sia in grado di accogliere tutti i gruppi e di riunire le persone sparse per il mondo, come se ognuno stesse ascoltando e vedendo la stessa cosa.

Dobbiamo creare questa illusione virtuale tra di noi. Ci aiuterà a raggiungere velocemente la totale unione spirituale di ognuno dentro un unico desiderio ed un unico pensiero, per diventare un solo uomo, Adamo.

Dr. Michael Laitman
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L’uguaglianza nella famiglia globale

Tutte le anime sono interconnesse e distribuite nei diversi livelli della natura: inanimato (S), vegetativo (V), umano (H) e spirituale (S). Le anime che si sono corrette si trovano al livello spirituale. Quelle che sono al livello umano hanno “il punto nel cuore” ed aspirano alla spiritualità. Tutte le altre no.

Forse, il resto delle anime non richiede questo avanzamento. Se il punto nel cuore si risveglia in una persona, allora ascende verso l’alto, ma questi sono casi speciali ed eccezionali. In generale, le anime non subiscono questi cambiamenti così fondamentali.

Ciò significa che non dovremmo domandare all’umanità di adottare la struttura delle società sviluppate. Questa è la ragione per cui per noi è difficile credere a Baal HaSulam quando scrive che tutti gli uomini sono già diventati una sola famiglia e che l’umanità è pronta all’ascesa spirituale. Ciononostante , è così.

Una minuscola parte del cervello della misura di un millimetro quadrato domina tutto il corpo. Allo stesso modo, una piccola parte dell’umanità deve indicare le regolare da seguire, collegando tutta l’umanità al Creatore. Da questa piccola parte, tutti riceveranno la correzione passivamente in corrispondenza alla loro tipologia di anima.

Niente dovrebbe essere fatto a questo riguardo. Non si dovrebbe mettere tutti gli uomini sullo stesso livello in base ai principi democratici. Gli uomini saranno uguali quando ognuno sarà corretto in base al proprio potenziale egoistico, ai loro Reshimo (informazioni genetiche). Allora tutti diventeranno un unico “corpo”; ad ogni modo, solamente il 90% di questo “corpo” sarà fatto di “carne”, “ossa”, “muscoli”, “nervi”, e così via.

Quanti importanti organi ha un organismo? Quanto è riconosciuto al cervello? Quanta parte del cervello rappresenta il sé stesso di una persona? E’ una piccolissima parte, un “microprocessore”, niente di più.
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(Dalla 4.a parte della lezioe quotidiana di Kabbalah del 21.03.2011 su I principi dell’educazione globale)

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