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I rappresentanti del mondo superiore

Oggigiorno abbiamo tutte le possibilità di progredire spiritualmente e di far circolare la saggezza della Kabbalah in tutto il mondo. Unificandoci nel nostro gruppo in tutto il mondo, attraverso la connessione delle nostre scintille spirituali, “i punti nei cuori”, agiamo come rappresentanti del sistema superiore, spirituale nel nostro mondo. Inoltre, facciamo circolare la saggezza della Kabbalah insieme. Non abbiamo bisogno d’altro.

Ci troviamo nella cima di una piramide dello sviluppo dell’umanità. In base alla misura nella quale ci uniamo, questa influenzerà il mondo intero. Dobbiamo anche portare tutto il mondo più vicino a noi.

Tuttavia, non dobbiamo pensare che tutto il mondo debba studiare la Kabbalah, o che tutte le persone siano destinate a comprendere quello che essa sia. No, assolutamente! Questo è simile a un corpo umano, del quale il 99% è composto di materia governata dal cervello. Intanto, il cervello è il popolo che lotta per la spiritualità.

Il resto accetterà questa struttura del mondo, questa coscienza gli dominerà, e loro si avvicineranno a noi. Ma, nella stessa maniera nella quale nel mondo attuale la maggior parte delle persone vive una vita normale e non hanno bisogno di grandi conquiste, cosi in futuro il resto delle persone parteciperanno passivamente nel processo spirituale.
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(Dalla prima lezione del Congresso WE! 01.04.2011)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 20.04.2011

Scritti di Baal HaSulam, Lettera 10
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Zohar per tutti: Pesach “Bo (Vieni al Faraone)”
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Scritti dell’ ARI, Shaar HaKavanot
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Lezione con Itzik Orion Phd: Argomento “Spazio e Tempo”
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La schiavitù d’Egitto vuol dire che non hai il diritto di Dare

Scritti del Rabash, “Fino a che il governante d’Egitto cadde”: Una persona deve lavorare per il bene dei cieli, cioè per il bene della dazione. In esilio, questa valutazione si realizzò sotto il potere del Faraone, il re d’Egitto.

Non so cosa sia la vera dazione o come si possa dare qualcosa ad una persona che è completamente separata da me, quando non c’è una “base comune” per la bontà, come la morale comunemente accettata, il rispetto per gli altri intorno a me o qualsiasi altra cosa.

Alcune persone condividono dei soldi o sprecano delle fortune, e sentono piacere in questo. Esse ricevono un sufficiente compenso per la loro “donazione”. Una persona è soddisfatta con una parola gentile, un’altra per essere ricordata bene dalle generazioni future ed una terza per il rispetto verso se stessa.

In Occidente c’è una nuova tendenza chiamata “un dollaro al giorno”. Una persona contribuisce con un dollaro al giorno ad alimentare un bambino africano affamato che non arriverà mai ad individuare. Tuttavia, i contributi come questo, portano anche soddisfazione, perché sto dando la vita a qualcuno. Cos’è un dollaro in confronto ai sentimenti che questo provoca in me?

Tuttavia, stiamo parlando di una separazione totale dall’auto gratificazione. Non possiamo immaginare o sentire una cosa simile nella nostra vita. Non capiamo come sia possibile dare a qualcuno senza nessun tipo di risposta nel pensiero o nella sensazione. Questo ci è sconosciuto.

Questo è il significato dell’esilio quando lo incontriamo per la prima volta. Ne risulta che io non so cosa sia la dazione pura. Sono separato dalla spiritualità, proprio in questo senso.

Egitto (Mitzraim) significa una spaccatura (Metzer), ed una spaccatura significa un’insufficienza di misericordia, quando una persona sa solo ricevere senza dare niente.

Dobbiamo ancora scoprire di essere privi del principio della dazione e sappiamo solo ricevere. Se io ricevo allora do, ma in generale non si tratta di dazione. La chiamo in questo modo perché nel nostro mondo giudichiamo una persona per le sue azioni invece di farlo per le sue intenzioni. Le intenzioni appartengono alla scienza della Kabbalah, mentre che le azioni appartengono all’opinione di questo mondo.

“L’Ampiezza” è generosità, una grande dazione. Una “spaccatura” è il contrario, la carenza della dazione. Pertanto, il potere dell’Egitto fu che ogni persona poteva fare delle azioni solo in cambio di una ricompensa.

Questo siamo noi, ma in verità non ce ne rendiamo conto ed è per questo che il nostro stato ancora non viene considerato esilio. Sono le nostre vite e va bene così. È sicuro che siamo egiziani e con ciò?
Anche Lui, non ci permette di realizzare una sola azione senza una ricompensa, solo per il bene della dazione.

Questo è il nostro Faraone e non ci rendiamo neanche conto che lui ci controlla. Il potere del Faraone si rivela solo quando tu vuoi fare qualcosa per il bene della dazione e scopri che non puoi. È allora che il Faraone, il re d’Egitto si rivela; però, fino ad allora, tu stesso sei seduto sul trono e fai quello che vuoi.

Questo significa che l’Egitto fu una spaccatura per Israele.

In altre parole, questa ostruì la direzione giusta verso il Creatore. (Iashar El)

(Dalla 4°parte della lezione quotidiana di Kabbalah dell’ 11.04.2011, preparazione per l’uscita dall’Egitto)

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Il male si realizza per mezzo della comparazione

La storia dell’esodo dall’Egitto e le tradizioni ad esso relazionate sono destinate solo a dirigersi ai nostri stati interiori. Siamo in una spaccatura, in un problema, con dei colpi che cadono su di noi, in un’atmosfera di fuga, in una corsa e nell’oscurità. In sostanza, questo è il processo della nascita spirituale paragonabile alla nascita del corpo fisico.

Questo è quello che dobbiamo realizzare, ma come? Dopotutto, scappiamo sempre dalla sofferenza, allora come possiamo non sfuggire allo stato dell’uscita dall’Egitto? Nel mondo materiale posso trovarmi in una situazione nella quale c’è solo un’uscita, ma nella spiritualità tutto avviene in relazione al mio desiderio. Se non voglio sperimentare le piaghe d’Egitto, allora non le sperimento, ma più tardi prenderò il cammino spinoso insieme all’umanità sotto la tensione “della pressione dello sviluppo”. Tuttavia, voglio accelerare il cammino, quindi mi metterò io stesso sotto il colpo?

I Kabbalisti rispondono: non devi rivelare i colpi ed i problemi in qualche luogo all’esterno, ma solo nello stato presente. Come? Potrebbe essere davvero che nella mia sensazione debba “trasformare” la realtà dal bene al male? Questo è giusto! Probabilmente dirai: “Però quando sentirò il male, scapperò!”. In realtà, non lo farai. Questo è dovuto al fatto che rivelerai il male in relazione allo scopo più elevato. Devi valorizzare la spiritualità come qualcosa di desiderabile e davvero inestimabile. Allora il presente stato ti sembrerà cattivo. In questo modo sarai capace di avanzare senza abbandonare il cammino.

Risvegliamo la meta spirituale affinché questa brilli per noi. Allora desidereremo raggiungerla, mentre lo stato attuale diventerà un esilio, l’oscurità e le piaghe d’Egitto. Questo ci impedisce di elevare l’importanza della spiritualità ai nostri occhi, di elevare l’importanza della dazione, dell’amore per il prossimo e dell’unità degli amici a tal punto che l’esilio arriverà ad essere insopportabile e cercheremo di scapparne.

Domanda: Se l’uscita dall’Egitto avviene in simili condizioni difficili, come dovrebbe combinarsi questo con l’ottimismo e l’energia che ci riempiono dopo il congresso?

Risposta: Noi aspiriamo solo al bene ed allora lo stato attuale ci sembra insopportabile. Nel cammino dell’accelerazione rivelo i buoni stati in anticipo e paragonata ad essi, la situazione attuale mi sembra cattiva.

Io non devo soffrire assolutamente in un vicolo cieco, senza sapere cosa fare di me stesso. Quest’ultimo approccio si chiama “avanzare a tempo debito” fino a che sotto “la pressione dello sviluppo”, riveliamo comunque il bene in anticipo. Questo fa tutta la differenza. Paragonando lo stato attuale all’unità desiderata, all’amore per il prossimo e alla dazione, sento di essere in un problema, nell’oscurità. Così mi preparo alla percezione spirituale, formando già dei valori spirituali dentro di me. Elevando la dazione ai miei occhi, mi preparo per la redenzione ed accelero il cammino, mi spingo in avanti.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 10.04.2011, preparazione per l’uscita dall’Egitto)

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