Pubblicato nella '' Categoria

Trova il tuo mondo in un batter d’ occhi

Domanda: Qualunque persona che andrà al Congresso di Kabbalah sentirà allegria?

Risposta: Stiamo invitando tutti. Qualsiasi persona può venire ed unirsi a noi. Ci sono persone che stanno partecipando a questo processo da 15 anni ed hanno già raggiunto livelli molto elevati. Tuttavia, ci sono quelli nuovi e forse non si rendono neppure conto del perché verranno.

Sono molto felice per loro e li invidio. Loro possono, per così dire “trovare il loro mondo in un batter d’ occhi”. Possono venire ed unirsi agli altri, come un bambino nato nel 21° secolo che riceve tutto quello che la nostra civiltà ha preparato per lui negli ultimi venti secoli, ed è pronto a goderne. Perché è così? Perché lui è nato proprio adesso ed è un suo diritto.

Lo stesso avviene con le persone che si trovano al Congresso per la prima volta. Loro non capiscono niente, ma visto che abbiamo preparato tutta la struttura per loro, disposto tutte le condizioni necessarie e stabilito una connessione tra di noi, si connettono a noi come i neonati, senza avere idea di cosa stia succedendo, ma ciò nonostante ricevono tutti i benefici.

È per questo che mi rallegro e li invidio. Io ho dovuto fare uno sforzo tremendo, ho sudato e sofferto per ottenere qualcosa e vedo quanto sia facile per una persona nuova entrare in questo processo e capirlo. Da dove viene questa comprensione? Non viene da niente, viene solo perché si connette agli altri.
[25632]

(Dalla Kabbalah per principianti, “La felicità”, 28.10.2010)

Materiale correlato:

Laitman blog: Ci vediamo a Berlino!
Laitman blog: Insieme senza perdite

Lezione virtuale – Nozioni di base di Kabbalah – 23.01.2011

Lezione virtuale – Nozioni di base di Kabbalah
Video / Audio

I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, parte 11

Cari amici, per favore fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

613 consigli e 613 ordini

Ci sono due parti nella Torà e le Mitzvot:

“A. La Torà e le Mitzvot si referiscono alle  forme che sono state rivelate a tutti noi, e queste sono l’ aspetto dell’ osservanza dei Mitzvot e lo studio della Torà in forma di 613 consigli. Questi hanno il potere di purificare e pulire il corpo (desiderio) ed ingrandire la virtù dell’ anima (intenzione) in modo che sia degna e meritevole di ricevere la Luce del Volto del Re, come lo è stata l’ anima nella sua radice, prima di peccare e di entrare in questo corpo basso (desiderio egoista), nel mondo basso”

B. L’ osservanza dei Mitzvot e lo studio della Torà nella forma di 613 ordini, i quali sono sul raggiungimento dei Suoi Nomi e tutta la ricompensa delle anime.

Il merito della seconda parte sulla prima, è come il merito del Cielo sulla Terra. Dato che la prima parte è soltanto l’ aspetto della preparazione, e la seconda parte è infatti, il compimento e l’ obiettivo della Creazione.

-Baal HaSulam, “Introduzione al libro, Dalla bocca di un saggio”

[30508]

Lezione quotidiana di Kabbalah – 23.01.2011

Scritti di Rabash: Articolo 17
Video / Audio

Il Libro dello Zohar: Punto 94, Art. “Il conduttore dei somari”, Lezione 7
Video / Audio

Talmud Eser Sefirot, Parte 8, Punto 60, Lez. 35
Video / Audio

Articolo: “L’Essenza della Saggezza della Kabbalah”, Lezione 1
Video / Audio

Acceleratore spirituale di particelle

Domanda: Dove è la nostra libera scelta nel leggere lo Zohar?

Risposta: Leggiamo lo Zohar per realizzare la nostra libertà di scelta. Al contrario, non ci sarebbe bisogno dello Zohar o di tutta la saggezza della Kabbalah. Perché ne ho bisogno? È per conoscere il numero degli angeli nel cielo? Che differenza ci sarebbe se li contassi per nome? Ancora non sappiamo cosa sono “i cieli” o “gli angeli”, altrimenti li disegnerei con le ali.

Per questa ragione mi avvicino alla lettura dello Zohar, allo studio della saggezza della Kabbalah, al lavoro nel gruppo ed al lavoro spirituale per realizzare il mio libero arbitrio, al fine di ricevere il rimedio miracoloso, la Segulà, attraverso tutti questi mezzi.

Il libro davanti a me è un determinato dispositivo artificiale che mi connette al mondo spirituale, del quale non sono conscio e non ho neppure nessun’ idea delle sue proprietà. Tuttavia, i kabbalisti dicono che ho un certo “adattatore” che può connettermi con un mondo sconosciuto.

Diciamo che c’ è una nozione di un “micro mondo” nella fisica quantistica, un mondo di particelle elementari. A prescindere dal fatto che vivo tra loro, non le sento, ma i fisici dicono che è impossibile creare uno strumento che ti aiuterà a raggiungere questo mondo ed a cominciare a percepirlo. È per questo che stanno costruendo diversi dispositivi, come gli acceleratori di particelle (elementari).

In questo modo, esistono strumenti che ci aiutano a percepire il mondo interiore delle particelle che si occultano nel mondo che attualmente sentiamo. Possiamo raggiungere un mondo nel quale non siamo capaci di percepire niente, perché i nostri sensi non funzionano al suo livello.

La saggezza della Kabbalah mi da anche uno strumento, la lettura dello Zohar, che può aiutarmi a raggiungere il mondo spirituale nascosto, e funziona! Devi solo utilizzarlo.

Tuttavia, utilizzando lo strumento della Kabbalah, sei tu a cambiare e questo strumento si trasforma nel tuo strumento interiore. Al contrario, gli scienziati che studiano le scienze terrene non cambiano. Perfezionano soltanto i loro strumenti e li rendono più potenti. Per questa ragione, quello che stanno facendo si chiama il mondo esteriore, al di fuori dell’ uomo.

Nella Kabbalah lavoriamo con il mondo interiore perché così possiamo cambiare la nostra natura e al tempo stesso, cominciamo improvvisamente a percepire i fenomeni che prima erano completamente al di fuori delle nostre sensazioni.

Non miglioriamo la sensibilità che già abbiamo, come i musicisti che percepiscono i suoni molto meglio di noi, o gli artisti che percepiscono i colori molto meglio. La Kabbalah ci aiuta a raggiungere uno stato nel quale le proprietà che prima non avevamo, vengono sviluppate dentro di noi.
[31150]

(Dalla 2° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 29.12.2010, “Introduzione al Libro dello Zohar”, articolo “Voi siete miei amici”)

Materiale correlato:

Laitman blog: L’unione tra la Kabbalah e la fisica quantistica
Laitman blog: La legge delle Radici e dei Rami – La legge più importante nella Kabbalah

C’ è stato davvero un Adam HaRishon?

Domanda: Cosa ne è stato di Adam HaRishon dopo la sua trasgressione?

Risposta: Lo descriviamo come se fosse stato un Adam prima e dopo il peccato. Eva, il serpente, la mela, l’ Albero della Vita, il Giardino dell’Eden, in verità nessuno di loro esiste.

Un sistema discende dall’ Alto ed organizza i gradi spirituali sminuendo le Luci nei vasi (Kelim). Impiegando il libero arbitrio, acquisiamo un nuovo vaso, nel quale avvengono diversi fenomeni. Fino ad allora, non c’ è nient’ altro che il Creatore, Elokim.

In effetti, chi può percepire Adamo nella spiritualità? Se non esistiamo nel mondo spirituale, non esiste niente, salvo qualche idea astratta sulla quale non possiamo dire niente. Tutto esiste solamente in relazione ad una persona.

Allora, come sanno i kabbalisti della discesa del sistema dall’ Alto verso il basso? Possono farlo basandosi sulle loro autentiche realizzazioni dal basso verso l’ alto; però, può qualcuno parlare di qualcosa che è esistito prima di lui? Un kabbalista raggiunge gli avvenimenti del mondo spirituale e li descrive, dopo anche io comprendo ciò che è scritto. Per me, lui è parte dello stesso sistema di Adamo.

Qualsiasi kabbalista che mi passa la conoscenza di una realtà spirituale è un sistema anziché una persona. Dobbiamo anche vedere gli amici e tutto il mondo in questo modo; siamo un sistema. Lavorando correttamente, manifestiamo i risultati corretti, ma se agiamo in maniera sbagliata, anche i risultati saranno erronei.

I kabbalisti raggiungono le radici all’ interno di se stessi, nei loro Kelim. Non può esistere niente al di fuori del mio Kli. Dopo aver creato un Kli, si manifesta qualcosa immediatamente in esso dentro di me. Mi rendo conto che le sue radici sono nel Mondo dell’ Infinito (Ein Sof) e questo attraversa i gradi della riduzione mentre discende fino a me.

Tuttavia, se non ho un filo di connessione con l’ infinito, allora non ci sono neppure i mondi tra di noi. Essi esistono solamente se li sveglio alla vita, se voglio unirmi nel Creatore. Allora, si stabilisce immediatamente una connessione tra di noi e questo, di fatto, è il sistema dei mondi.
[30500]

(Dalla 3° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 22.12.2010. Beit Shaar HaKavanot)

Materiale correlato:

Laitman blog: Cosa è successo ad Eva quando Adamo si è frammentato?
Laitman blog: Chi sei tu, Adamo?
Laitman blog: Chi è l’ umano che è dentro di noi?

I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, parte 10

Cari amici, per favore fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

L’ essenza del lavoro nella Torà e le Mitzvot

Lo scopo dello studio della Torà (la Kabbalah che fa conoscere la Torà) è arrivare a sentire il Datore della Torà. Se uno non si pone la meta di raggiungere il Datore della Torà (il Creatore) davanti ai propri occhi, è considerato un “gentile” (chi non desidera rivelare il Creatore, qualunque sia la sua origine o nazionalità), il che significa che non ha la necessità della fede (percepire il Creatore), cioè avere una necessità di chiedere consiglio (le istruzioni della Torà, i consigli dei Kabbalisti) per raggiungere la fede (percepire il Creatore). Per questa ragione lui continua ad essere considerato come un “gentile” (quello che non si sforza di rivelare il Creatore) e non come “Israele” (colui che aspira al Creatore).

-Rabash, I Gradini della Scala, “Cosa sono la Torà ed il lavoro nel cammino del Creatore?”

[30280]

L’ ingresso al Libro dello Zohar

Lo Zohar, introduzione, articolo:“Itro”, articolo 100: Il seme di Davide, la visione dei colori cambia in lui ed è per questo che Samuel commise un errore, come è scritto “Non guardare la sua apparenza”, posto che nell’ altro lato era in Eliav. Non fu così con Davide, poiché le forme di Davide erano coperte perché le forme dell’ altro lato furono incluse nelle sue forme e la forma dell’ altro lato apparve per prima in lui, passando al di sopra gli occhi durante un tempo ed il cuore si allarma e teme.

Sbagliamo sul fatto che lavoriamo molto duramente per capire di cosa parla lo Zohar, molto meno sull’ intenzione, sull’ idea che abbiamo di unirci e rivelare lo Zohar all’ interno della connessione tra di noi. Solo nella misura in cui ci uniamo, l’immagine del Creatore sarà rivelata all’ interno della nostra unità e non sarà niente di simile a ciò che siamo capaci di immaginare prima di unirci.

La nostra unità è il biglietto di ingresso che ci rende capaci di vedere e sentire le immagini spirituali e le qualità delle quali ci parla lo Zohar. La loro somma totale ci da l’ immagine del Creatore. Tuttavia, se vogliamo discernere quello che studiamo senza la necessità di cercare una connessione tra di noi, questo viene chiamato studio esterno, Klipà, veleno mortale.

Se durante lo studio provo a cercare l’ immagine che studio, è Klipà. Dall’ altro lato, se prima voglio rivelare questa immagine attraverso il prisma dell’ unione con il gruppo, l’ambiente e solo dopo l’ unione cerco di trovare questa immagine spirituale della quale parla lo Zohar, allora è santità, dazione, spiritualità. Alla fine del giorno cerco le forme dell’unità e della dazione e questa è la cosa più importante, mentre nel primo caso, cerco l’immagine o la forma della ricezione.

Pertanto dobbiamo in primo luogo preoccuparci della forma nella quale passiamo attraverso questo prisma, l’ intenzione, l’ unione con il gruppo, l’ ambiente. Questo è molto importante! Senza di questo non possiamo e nemmeno dobbiamo aprire il Libro dello Zohar, visto che può diventare un veleno mortale o l’ elisir della vita.

(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 5.01.2011, Lo Zohar)

Materiale correlato:

Laitman blog: Guida per il libro dello Zohar: Salendo sui mondi
Laitman blog: Come inizia lo Zohar

L’ eterna ricerca della spiritualità

Tutta l’ umanità, eccetto i kabbalisti, è certamente impegnata a cercare di raggiungere la spiritualità, il Creatore. Ciò si applica anche ai secolari che non hanno niente a che vedere con la spiritualità e conducono un tipo di vita semplice, animale.

Tuttavia, se guardiamo un po’ più in profondità, tutte le loro azioni ti diranno che anche loro la stanno cercando. Tutto il mondo la sta cercando a modo proprio, attraverso la cultura, la musica e la letteratura; però trattano queste cose come se fossero una specie di divinità, qualcosa di elevato, grande ed eterno. Si relazionano anche con la scienza allo stesso modo.

La ricerca di risposte scientifiche è anche adorare altri dei, perché le persone stanno cercando di raggiungere la spiritualità attraverso la scienza, scoprendo quello che è nascosto nella natura. Loro stanno cercando nel livello dei loro piccoli desideri.

Tuttavia, non sanno neppure cosa stanno facendo. In verità, oltre alla sua vita animale, l’ umanità sta cercando solo la spiritualità. La gente, semplicemente non la conosce e continua a vagare come le vacche in un prato.

Ogni persona sente che sta cercando nella maniera corretta, in accordo all’ Aviut (spessore) del suo desiderio; ma con l’ egoismo crescente di generazione in generazione, la ricerca di una persona si avvicina alla saggezza della Kabbalah; e quando si avvicina alla Kabbalah, cominciano le domande: “Qual è il significato della mia vita? Perché sto vivendo? È tutta una follia, voglio essere in un altro livello. Voglio conoscere il Creatore, voglio rivelarlo”.

Non voleva rivelare la spiritualità precedentemente? Anteriormente, credeva di poter rivelare la spiritualità scoprendo una nuova legge della natura, per mezzo della creazione dell’ arte o della letteratura, o per mezzo delle preghiere o della meditazione; ma dopo tutte queste ricerche, la gente arriva ad uno stato in cui deve semplicemente raggiungere il Creatore nei suoi nuovi organi di percezione, che si stanno rivelando. Questa è la saggezza della Kabbalah.

Abramo prese con lui gente simile. Tuttavia, non ci stiamo riferendo all’uomo che andò nella terra di Canaan, ma al desiderio di ricevere di tutta l’umanità, che è la classificazione in sé in accordo alla sua affiliazione con questi insegnamenti. Questo è proprio quello di cui ci parla la Torà: un desiderio globale, universale.
[30945]

(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 27.12.2010, “La saggezza della Kabbalah e la Filosofia”)

Materiale correlato:

Laitman blog: La piramide capovolta
Laitman blog: Ogni giorno la vita ci fornisce le opportunità per raggiungere la spiritualità

I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, parte 9

Cari amici, per favore fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

L’ essenza del lavoro nella Torà e le Mitzvot

Tutte le Mitzvot scritte nella Torà o quelle accettate, quelle stabilite dai Patriarchi, nonostante siano in maggioranza delle azioni (di una persona in questo mondo) questi (comandamenti, cioè, avvertenze) sono tutti per correggere il cuore (i propri desideri) “per la ricerca del Signore (che vuole correggerci) di tutti i cuori affinché comprendano tutte le inclinazioni (egoiste) dei pensieri (intenzioni)”.

-Rav Abraham Ibn Ezra, Iesod Morà, p 8b

[30124]