Pubblicato nella '' Categoria

Lezione introduttiva: “La Percezione della Realtà” – 23.11.2010

Kabbalah per il Popolo, Lezione introduttiva “La Percezione della Realtà”
Video / Audio

Il permesso di rivelare la Kabbalah

Stiamo cercando costantemente il modo di migliorare la nostra vita e tutti i nostri pensieri e desideri sono diretti a questo. Il Creatore ci rivela costantemente nuovi desideri ed un vuoto interiore, in modo tale da inviarci nella direzione opposta e ci obbliga ad allontanarci da questo vuoto.

Lui mi rivela qualcosa di cattivo, e mi allontano da questo nella direzione opposta, verso qualcosa di buono. Tuttavia, a questo punto, Lui rivela un altro vuoto in me ed io mi giro e corro di nuovo. In questa maniera, siamo governati dall’Alto.

Ogni istante sperimentiamo un desiderio nuovo ed istintivamente cerchiamo di riempirlo al meglio delle nostre possibilità. In questo modo, il Creatore ci conduce alla meta per arrivare ad essere come Lui. Anche se una persona è totalmente opposta al Creatore (visto che il Creatore è l’amore e la dazione assoluta, e l’uomo è la forza dell’odio e della ricezione), tuttavia, gradualmente, le si permette di vedere la sua natura antagonista e di correggersi.

Pertanto, la saggezza della Kabbalah è il metodo per conoscere il Creatore. La proprietà della dazione è data all’uomo affinché lo assista in questa vita. Per ottenere questo, il Creatore seleziona le persone che desidera avvicinare a Lui, ma non tutte unanimemente. Comunque, tutto il mondo, ogni persona che vive su questa terra, dovrà venire a Lui ed essere come Lui!

Tutti noi abbiamo uno scopo, però ci stiamo avvicinando individualmente e gradualmente. C’è stata gente che ha cominciato ad avvicinarsi al Creatore migliaia di anni prima di noi, negli ultimi secoli ed al giorno d’oggi, e sarà di più nel prossimo futuro.

Al giorno d’oggi siamo nell’ultima tappa dell’evoluzione umana, quando tutta l’umanità deve conoscere il Creatore ed ascendere spiritualmente di nuovo per ritornare al Mondo dell’Infinito. Possiamo considerarci come la prima fila dell’ultima generazione.

L’uomo vive rifornendosi dei fatti del mondo materiale che sperimenta nel cammino della sua vita terrena, fino a che innalza una domanda nel suo interiore: “Perché ho bisogno di tutto questo? Mi piacerebbe sapere cosa succede “prima” e “dopo” la mia morte e ha senso vivere questa vita?”. Queste domande nascono dal grado Superiore, dalla fonte della vita in questo mondo. Pertanto, queste domande, elevano la persona al di sopra del suo viaggio evolutivo completo.

Una persona comincia a cercare le risposte e se le domande sono realmente al di sopra del nostro mondo materiale, incontra la saggezza della Kabbalah. Ciò è dovuto al fatto che, con la sua scintilla spirituale, “il punto nel cuore”, una persona è come un elettrone in un campo elettrico, una particella che porta una carica spirituale negativa. Lei sente questo “meno” e pertanto, continua a cercare il riempimento del suo desiderio nel campo che la circonda.

Non può trovarlo nel nostro mondo e questa è la causa della frustrazione che impregna il mondo d’oggi. Abbiamo perso la speranza in un “futuro migliore” (il comunismo o la società di consumo) e dobbiamo trovare la ragione per la quale stiamo vivendo. Al contrario, il mondo affogherà nell’abuso di droghe, nel terrore, nella disperazione e negli antidepressivi. Una persona non sa cosa fare di se stessa, visto che questo vuoto interiore esaurirà il suo desiderio di vivere.

Tuttavia, ci saranno coloro che scopriranno la saggezza della Kabbalah come l’unico metodo per trovare un significato più grande. Essi non troveranno conforto nella religione, nelle credenze, nel misticismo, nella “new age” o nella meditazione. In verità, tutti questi rimedi mirano all’auto rilassamento nel livello del nostro mondo, anche se le loro domande provengono dai regni di una dimensione superiore.

Pertanto, abbiamo ricevuto il permesso di rivelare e diffondere la saggezza della Kabbalah e siamo testimoni di come la gente di tutto il mondo abbia cominciato a svegliarsi e a gravitare intorno ad essa.
[26426]

(Dall’ottava lezione dell’11 Novembre 2010 del Congresso Mondiale di Kabbalah)

Alcuni attributi dal Talmud delle 10 Sefirot

35) Cos’è Keter ?
La luminosità della radice sul gradino si chiama Keter (corona), perchè incorona, ossia la circonda, così come si manifesta più luminosa, più fine su ogni gradino, e si considera perciò che circondi ogni gradino dal di sopra.

29)Che cos’è la Chokhmà ?
La conoscenza dei risultati finali in tutti i dettagli, esistenti in tutta la realtà, si chiama Chokhmà (saggezza).

7)Binà
L’ esame (la contemplazione) dei percorsi delle cause ed effetti, per chiarire tutti i risultati che nascono o succedono per qualsiasi motivo, si chiama Binà (ragione – intelletto).

24)Cos’è lo Zeir- Anpin ?
Zeir-Anpìn significa “piccolo volto”, siccome la luce della Chokhmà si chiama “luce del volto”, come sta scritto: “la saggezza dell’uomo illumina il suo volto”.

E parallelamente a questa definizione, si chiama il comune “Parzuf Keter” (il volto della corona) nel mondo di Azilut di nome “Arikh Anpìn“, che significa “grande volto”, poiché c’è in esso tutta l’ essenza della luce della Chokhmà.

Per questo motivo il 3° stadio (ghimel), la cui natura è solamente “Hassadim” (donazione, compassione), profusa dalla Binà, ma che anche possiede la luminosità della Chokhmà (saggezza), ma non la medesima luce, per questo motivo si chiama con questo nome “piccolo volto” (Zeir-Anpìn), perchè la luce del suo viso è più debole e non così grande come rispetto al 1° stadio (alef).

39)Cos’è la Malkhut ?
L’ ultimo, il 4° stadio si chiama Malkhut (regno), per significare che da lui proviene la direzione, la fermezza e il pieno potere, con riferimento al timore di fronte al potere del sovrano.
[27306]

Desiderare il Creatore

Domanda: Baal HaSulam scrive che solo quando uno è disperato può rivelare il Creatore. Questo significa che in un certo momento dobbiamo arrenderci e negarci di continuare la lotta?

Risposta: No, non dobbiamo arrenderci. Dobbiamo continuare a lottare per entrare nel mondo spirituale con le nostre forze. Dopo, ci dispereremo e capiremo che con le nostre proprie forze non potremo attraversare il Machsom (la barriera che ci separa dalla spiritualità). Solo allora sentiremo veramente che abbiamo bisogno dell’aiuto del Creatore, evocheremo la Sua forza ed usciremo dalla prigione.

È impossibile sentire che abbiamo bisogno del Creatore fino a quando non perdiamo la speranza di provarci con le nostre proprie forze. Per adesso vogliamo unirci, cambiare e sistemare le nostre relazioni da soli, mediante i nostri sforzi. Cerchiamo di agire di nostra iniziativa come se il Creatore non esistesse.

Tuttavia, quando vogliamo davvero avvicinarci agli altri, allora capiremo quello che abbiamo sentito nel Congresso: che non possiamo riuscirci. Una barriera ci separa dagli altri e non possiamo attraversarla. Ognuno si trova nella sua cella isolato dagli altri, come le api nei vespai.

Ma quando voglio uscire da questa cella, quando avrò utilizzato tutte le mie forze, capirò che sono indifeso ed allora mi sarà chiaro che lì c’è il Creatore che può darmi forza e salvarmi. Ho letto e ascoltato di Lui, ma Lui era al di fuori dei miei desideri e pensieri. Egli non era ancora il mio socio. Adesso, per la prima volta, sento che sono incapace di fare qualsiasi cosa senza di Lui.

In questo modo il Creatore risveglia il Faraone in me. Una volta sperimentato questo alcune volte, mi renderò conto che senza di Lui non posso ottenere la libertà. Quando lo sentirò, chiamerò Lui e Lui mi aprirà tutti i lucchetti.
Il mio problema è desiderare il Creatore, desiderare che Lui si riveli in me e cambi la mia natura, desiderare che la Sua forza di dazione si vesta in me.
[26452]

(Dalla lezione su un articolo di Rabash del 12 Novembre 2010)

Il Giornale Maariv sul Congresso

Uno dei più letti quotidiani israeliani ha pubblicato un lungo articolo sul recente Congresso:

[nggallery id=12]

Dall’articolo:
Roberto dal Messico sale sul palco in fondo all’enorme sala, gremita di migliaia di partecipanti. Stà lacrimando e non riesce a parlare.

Improvvisamente prorompono le parole, quasi avesse trovato la giusta corda. “Voi siete la mia famiglia – dice – io non posso vivere senza di voi”.

La gente piange e continuerà a piangere anche quando Alexander dalla Russia proporrà a tutti di riunirsi nel buono dentro di loro e anche quando Ruben dagli USA chiede di chiudere gli occhi e pensare a questo giorno particolare.

Corrispondente:
Non riesco a capire perché la gente piange. Tu lo capisci ?

Sasha Demidov:
Perché non si aspettavano tanto calore, né che qui ci fosse tanta comunanza e tanta autenticità. E’ come se ti rendessi conto di avere un figlio. E tu non lo sapevi che lui c’è, che è così simpatico, che lui è il più bello e il più forte.

Ecco cosa provo io, quando vedo qui gente dal Giappone e dalla Turchia, gente che dice che noi siamo i più vicini a loro. Io non ho pianto perché non sono così sentimentale, ma ho sentito che mi veniva a mancare il respiro.
[27240]

Il muro interno

Al Congresso abbiamo acquisito una nuova sensazione, adesso dobbiamo svilupparla. Percepiamo che c’è un muro davanti a noi e noi dobbiamo romperlo con l’aiuto della Luce Superiore, il Creatore. Egli è precisamente la nostra mancanza. Lasciamo che Lui dica:”Andiamo dal Faraone”.

Per fare questo è necessario capire, e ancora più importante essere d’accordo sul fatto di rompere il muro per dare piacere a Lui e non per noi stessi. Ci dimentichiamo dei due aspetti più importanti del percorso:

  1. L’unica via per avanzare avviene per mezzo della Sua forza.
  2. Stiamo avanzando verso la dazione al Creatore.

Tutto ciò mi elude. Per ora sto pensando a me stesso invece di dare al Creatore. Provo ad attraversare il Machsom con le mie forze piuttosto che con le Sue. In questo modo, lo scopo e i mezzi sono ancora chiusi dentro il mio egoismo.

Nonostante tutto, questo è un buon stato perché incominciamo a capire i principi fondamentali per l’avanzamento spirituale. Sta emergendo un confine davanti a noi e dobbiamo fare qualcosa. Non esiste per se stesso, ma costituisce una barriera psicologica dentro di noi. Se ci indirizziamo correttamente, essa sparirà.

Il pensiero del beneficio del Creatore è opposto alla mia natura e neanche gli amici lo posseggono. Esso giace precisamente all’interno della nostra unità. Ecco perché dobbiamo lavorare su tre aspetti:

  1. Sono unito al gruppo.
  2. Insieme agli amici devo trovare la giusta ispirazione che ci renderà capaci di attraversare il Machsom . Unendoci, susciteremo la forza del Creatore.
  3. Tutto questo sarà per dare piacere a Lui, o, in altre parole, conseguire l’unità con Lui.

La comune e costante cura e preoccupazione deve risvegliare tutti. Questa è la garanzia mutua; il gruppo non è l’insieme dei volti degli amici, ma una comunità spirituale che permea ogni persona con il pensiero sullo scopo. Improvvisamente incominciamo a pensarci e a desiderarlo. Quando ogni persona prova a costruire il proprio desiderio in una linea allora esso si espande e attraversa tutto il mondo in cerchi, senza essere limitato da confini o distanze.

Garanzia mutua significa che sono responsabile dell’intero sistema in cui mi ha posto il Creatore. Se non mantengo il giusto pensiero, allora in quel momento tutti saranno scaraventati fuori dal giusto pensiero. Disconnettendomi, smetto di provvedere all’intero organismo. Possono il fegato o i reni andare in vacanza?

Ecco il perché ho chiesto al gruppo mondiale di pensare continuamente allo scopo della creazione, alla dazione al Creatore. In questo modo non perdo la connessione in qualsiasi luogo mi trovi.
[27265]

Materiale correlato:

Laitman blog: La Creazione pone una condizione al Creatore
Laitman blog: Ascendere al primo livello

La vita nel flusso della luce infinita

Tutta la nostra storia è evoluzione in questo mondo in un corpo fisico, ma adesso noi dobbiamo costruire il nostro corpo spirituale, e costruirlo da soli !

Nel nostro mondo mi hanno generato padre e madre, mi hanno fatto crescere, mi hanno procurato l’istruzione, fino a quando non sono stato in grado di fare da solo.

Nel mondo spirituale bisogna fare lo stesso, Anche li abbiamo un padre e una madre spirituali (Aba ve Ima), e un ambiente spirituale circostante che ci aiuta nello sviluppo. Ma noi dobbiamo anticipare tutto ciò col nostro desiderio.

Il problema è dove trovare questo desiderio?! A questo scopo ci viene fornita la scintilla spirituale ( “il punto nel cuore” ), un piccolo desiderio verso lo spirituale. E grazie a lui ci possiamo evolvere, e grazie a chi ci circonda, – il gruppo kabbalistico – e la forza superiore che si chiama – Aba ve Ima – (padre e madre).

Noi già li abbiamo, li stiamo scoprendo. Li possiamo anche chiamare “Creatore”, che agisce su di noi tramite due forze: “Hassadim” e “Chokhmà”, una forza di compassione, e una forza che ci appesantisce lungo il cammino, come facciamo noi coi bambini, dando loro dei compiti.

Queste due forze, “l’aiuto” e “l’aiuto contrario” ci vengono incontro e ci insegnano cosa bisogna fare per progredire. . Se noi organizziamo in tal modo il nostro sviluppo, possiamo avanzare velocemente, e ciò dipende solo da noi, siccome nel mondo dello spirito non esiste il tempo !

Incominciamo a scoprire queste forze, attive nella natura – Padre e Madre – positivo e negativo. Quando ci innalziamo fino al “primo gradino spirituale”,allora incominciamo a sentirci immortali e completi.. Infatti non dipendiamo più dal nostro corpo! Incominciamo a comprendere tutto , restituendolo, al di fuori di noi. Io mi collego e riunisco con tutti, ed essi divengono il mio spirituale recipiente.

Se nel mondo fisico ricevevo tutto solamente dentro di me, quanto potevo, e quand’ero pieno non provavo più piacere, il piacere spirituale, invece, lo provo solamente quando e quanto do all’ altro! E l’altro ad un terzo.

E così ci doniamo vicendevolmente, e perciò questo flusso continuo non interrompe mai il godimento. Questo si chiama il sentimento della vita eterna.

Luce eterna

In ognuno di noi entra tutta la luce dell’ Infinito, ed ognuno prende da Lui solo l’indispensabile per la propria esistenza e ridà questa luce infinita ad altri. Se noi esistiamo in questa forma, allora ci sentiamo nel mondo dell’Infinito, senza limiti, e riempiti di tutta la luce del Creatore.

A questo vuole portarci la “scienza della Kabbalah, che perciò si chiama così (“kabbalah” significa ricevere ). Essa c’insegna come ricevere il tutto e come percepire la vita infinita e perfetta qui e adesso, durante questa vita.
[27252]

(Dalla prima lezione del Congresso 09.11.2010)

Materiale correlato:

Laitman blog: Toccare l’eternità
Laitman blog: Due finestre della nostra realtà

Lezione quotidiana di Kabbalah – 23.11.2010

Il Libro dello Zohar: Hakdama, Laila de Kale, Introduzione Art. “La notte della Sposa”, Art. 142, Lez. 8
Video / Audio

Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Tzav” (Comando), Punto 84, Lez. 7
Video / Audio

Beit Shaar Ha-Kavanot, Punto 49, Lez. 23
Video / Audio

Rav Yehuda Ashlag: Art. “Corpo e Anima”, Lez. 1
Video / Audio

È così cattiva Sodoma per il desiderio di ricevere?

Domanda: Perché il termine “Sodoma” è associato a cattive relazioni tra le persone?

Risposta: Se osserviamo questa qualità di per sé, apparentemente significa proteggere la società, stabilendo un ordine rigido in essa: ognuno ha cura di se stesso e della sua famiglia, senza allontanarsi dalle regole accettabili. C’è qualcosa di abbastanza razionale in questo e non è facile ottenere questo stato.

Le regole della vita a Sodoma sono molto semplici: “Quello che è mio è mio, quello che è tuo è tuo”, “Non toccarmi e non ti disturbo”. È proibito fare prestiti e non è permesso prendere in prestito. Tutti vivono in accordo allo sforzo che compiono; quello che hai guadagnato è tutto tuo.

Uccideremo i ladri, distruggeremo i bugiardi; chiunque aiuta un altro lo rovina, giacché la carità porta alla pigrizia e alle menzogne, una persona adesso vuole ricevere e smettere di lavorare. In questo senso, il nostro mondo è peggiore di Sodoma!

La proprietà di Sodoma significa che non invidio nessuno, io ho quello che mi è stato assegnato e tu hai quello che meriti. Questa filosofia di vita è unica e complessa! Usiamo questa parola per offendere, ma noi non ci siamo neppure avvicinati a questo.

L’attributo di Sodoma non è negativo in sé ma in relazione alla Terra di Israele, il desiderio di raggiungere l’amore per gli altri, la qualità di Abramo. In questo cammino, Sodoma trattiene la persona, ma di per sé, questa attitudine è abbastanza utile per il desiderio di ricevere.

Se non passiamo al desiderio di dare, allora il livello di Sodoma rappresenta la relazione più favorevole nella società: non dare niente a nessuno e non ricevere niente da loro! Questa è un’attitudine sana per il desiderio di ricevere; se ti viene assegnato di fare qualcosa, vivi, altrimenti muori. Dopotutto, qualunque cosa che si riceva oltre il bisogno, danneggia il nostro desiderio di ricevere, giacché attraverso i lussi, ci si abitua ad usare gli altri, il che danneggia.

Gli abitanti di Sodoma capirono che non dovevano cedere davanti al desiderio di ricevere. Ricevi in conformità allo sforzo applicato, come è detto: “Lo sforzo determina la misura della ricompensa”. Allora, cosa c’è di male in questo?

Per questo è difficile per Abramo separarsi da Lot e la sua relazione dura per molto tempo. Solo quando Abramo vede la necessità di avanzare per trasformare Sodoma (la terra di Canaan) nella terra di Israele in futuro, egli rivoluziona ed inverte le posizioni dal desiderio di ricevere al desiderio di dare, nei termini della loro importanza. Questo è descritto come un terremoto a Sodoma.

È una decisione molto seria di una persona che sente la necessità di cambiare la sua attitudine nei confronti dell’egoismo. Avendo preso questa decisione, una persona diventa davvero libera.
[23888]

(Dalla lezione settimanale della Porzione della Torà del 15 Ottobre 2010)

Istruzioni per governare l’egoismo

Il Libro dello Zohar, Introduzione, capitolo “BeLaila DeKala (la notte della sposa)”: … il Sitra Achra ha solo una luce sottile dell’illuminazione di Malchut. Questo è considerato come Shoresh [radice], ed è sufficiente per la persistenza del Klipot… Questo Shoresh è chiamato anche “un filo sottile”, cioè una radice sottile per i peccati. È scritto su di esso, “In un primo momento, è simile alla tela di ragno, e poi diventa come un carro di corde”.

La Klipa è il Kelim che non siamo in grado di correggere ancora per l’intenzione della dazione. Stiamo parlando riguardo ai molto potenti e importanti desideri in cui le più grandi Luci saranno rivelate in seguito alla correzione finale. Principalmente non abbiamo la possibilità di fare qualsiasi cosa con il desiderio di piacere. Noi possiamo solo risolvere le sue parti e decidere quale di esse siamo ora in grado di lavorare in diverse condizioni.

Per quanto riguarda il resto dei desideri, dobbiamo averli e costantemente mantenere la guardia su di essi in modo che non scoppino e possano attaccarci. Tutti i nemici di Israele, cioè quelli che odiano l’aspirazione alla “diretto al Creatore“, sono esattamente i grandi desideri egoistici che non possiamo ancora correggere. La Torah li chiama le nazioni che non lasciano che ci sia Israele.

Naturalmente, siamo consapevoli che le loro guerre sono il risveglio dell’egoismo, che è a beneficio di una persona. Esse gli consentono di discernere i suoi desideri non corretti e “ucciderli”, nel senso di trovare sempre nuove parti in essi che possono essere corrette e legate a lui per poter essere utilizzate per il bene della dazione.

Pertanto, abbiamo bisogno di preoccuparci della parte egoistica dei desideri che non sono ancora soggetti a correzione. Dobbiamo sostenere la loro esistenza e svolgere un lavoro particolare per il loro bene spirituale.

Dopo tutto, io li sento dentro di me. Non è sufficiente semplicemente tagliarli e non utilizzarli. Nella fase attuale li ho corretti, dando loro una piccola illuminazione, designato dalla lettera Kuf (ק), la cui parte inferiore scende sotto la linea, portando un bagliore sottile al mondo di BYA e le Klipot dove essi sono.

E’ come quando una persona malata è collegata a una macchina di supporto vitale al pronto soccorso. Non è che faccio finta che questi desideri non esistono in me, ma al contrario, ammetto che essi esistono e che io governo su di loro. Scopro che dipendono da me, perché sono favorevole a una piccola scintilla di vita in loro.

Abbiamo bisogno della Klipa perché è come una buccia che protegge il frutto durante il periodo della sua maturazione. Senza queste azioni non siamo in grado di iniziare a correggere Malchut.
[26921]

(Dalla 1° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah dell’ 18/11/10, Lo Zohar)