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Trattieni il respiro ed uscirai dal vortice

In questi ultimi giorni che restano fino al congresso, dobbiamo essere preparati per l’aumento degli ostacoli che arrivano da tutte le parti e rinforzarci reciprocamente. Bisogno cercare di spiegare che non abbiamo via d’uscita e l’avanzamento è possibile solo tramite lo sforzo al di sopra dei sentimenti e della ragione. Come “un bue sotto il giogo oppure un asino caricato”: solo facendo degli sforzi, senza l’aiuto della ragione e dei sentimenti.

Bisogna cercare di ricevere dal gruppo questa forza comune dell’unione, all’interno della quale comincerà a regnare il Creatore, “all’interno del suo popolo”, ed in questo modo ascendere!

In opposizione a tutte le religioni ed “alle pratiche spirituali”, nella Kabbalah non eliminiamo l’egoismo, desideriamo il suo sviluppo e riuniamo le sue manifestazioni perché ci eleviamo al di sopra di esse. Per questo, ognuno viene con il suo peso dell’egoismo, sia quale sia e proprio basandoci su di esso, creiamo una connessione tra di noi; ed allora, invece di un corto circuito che si ottiene se tra noi non c’è resistenza, elevandoci al di sopra di questa resistenza, otterremo il risultato.

Per questo, il tempo che resta, è molto intenso e critico, quando tirano dalla nostra parte verso la direzione opposta: tra il bene ed il male, tra la confusione e la chiarezza … e dobbiamo rallegrarci di raggiungere questi stati. La cosa più importante è di non restare indifferenti, e se la persona alla fine arriva al congresso, dopo essere passata in questo vortice, ha qualcosa con cui arrivare a noi! Tutto il resto lo correggeremo insieme!
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(Estratto dalla lezione sull’articolo 600.000 anime, del 26 Ottobre 2010)

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Torah, Porzione Settimanale – 05.11.2010

Il Libro dello Zohar, Porzione Settimanale “Toldot”, Brani selezionati
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Lezione quotidiana di Kabbalah – 05.11.2010

Scritti di Rabash, Dargot haSulam, Art. 17
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Rav Yehuda Ashlag, Articolo “La Libertà”, Lezione 5
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Congresso Mondiale di Kabbalah: L’Unione delle scintille

Domanda: I gruppi di Tel Aviv e di Holon del nord di Israele, hanno organizzato un meraviglioso incontro di preparazione per il prossimo Congresso Mondiale di Kabbalah. Ho sperimentato un incredibile sentimento di unità con tutte le persone che si trovavano lì, a prescindere dal fatto che non le avevo mai conosciute prima. Tuttavia, quando più tardi ho parlato con uno di loro, mi sono accorto di non poter sentire la stessa sensazione di unità. Ciò significa che è più facile unirsi con tutto il gruppo?

Risposta: Certamente. Quando ti trovi solo, vieni assorbito dalle tue qualità invece di esserne al di sopra. Noi dobbiamo unirci al di sopra della nostra natura e personalità, per poter ottenere una connessione mutua, nella quale diamo invece di ricevere.

Ogni persona eleva la sua scintilla e dopo, tutte le scintille, si uniscono tra di loro. Lì, tra di esse, noi troviamo la Luce, il Creatore. Quando tutti noi ci eleviamo al di sopra del nostro egoismo e ci uniamo alla stessa meta comune, sentiamo l’unità; ma dopo, mentre parliamo con una persona nel luogo in cui la tua scintilla e la sua non si connettono, tu ritorni in modo naturale, al tuo comportamento materiale.

Domanda: Ciò implica che il potere del Congresso di Kabbalah è di rendere più facile l’unione dei partecipanti?

Risposta: Si, il potere del Congresso radica nel fatto che possiamo unire le nostre scintille o tutti i nostri impulsi spirituali che sono diretti verso la forza interna della natura, l’unità tra di noi, il desiderio di ascendere al di sopra del desiderio materiale animato ed egoista. Questa forza dell’ambiente ci influenza tutti.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah dell’8 Ottobre 2010, Il fatto della dazione della Torà).

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La porta è sempre aperta

Domanda: Su cosa dobbiamo stare attenti in questi ultimi giorni e cosa dobbiamo lasciare prima del Congresso?

Risposta: Dobbiamo stare attenti ai pensieri estranei e pensare solo al sistema di connessione che vogliamo rivelare tra di noi, per cui ogni persona si sentirà connessa con gli altri in fondo al suo cuore.

Quelli di noi che riveleranno questa connessione interiore avvertiranno immediatamente lì la vera Luce, il Creatore! La Luce e il desiderio diventeranno immediatamente uguali. Nel momento in cui si sente anche il minimo desiderio spirituale, si acquista subito una forma, perché il vaso non può esistere senza forma.

Nella spiritualità è impossibile scoprire un meccanismo disfunzionale che ha bisogno di essere liquidato e costretto a lavorare. Baal HaSulam scrive che nel mondo spirituale, “l’ingresso e la porta” sono sempre rivelati insieme. La porta può essere vista solo una volta che è aperta, nel senso che riveliamo sempre il vaso (desiderio) e la Luce (Creatore) al suo interno nello stesso momento.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 3/11/10, “Esilio e redenzione”)