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Il passaggio graduale da Lo Lishma a Lishma

Una domanda che ho ricevuto: Se uno chiede di essere avvicinato alla luce, non è una richiesta egoista? Dopo tutto, egli è guidato dal desiderio di sentirsi meglio.

La mia risposta: Questo non importa. Questo è quello che viene chiamato Lo Lishma (desiderare egoisticamente la spiritualità per se stessi).

Uno vuole il senso del mondo spirituale, di ricevere la vita spirituale, la sensazione di vera realtà e di vedere che la sua vita non è sprecata. Dopo tutto, la vita passa e nessuno sa quanto tempo le rimane, quindi uno non vuole muoversi inutilmente.

Inizialmente, uno non può pensare a qualcosa di diverso dal proprio profitto. Di conseguenza, se uno non volesse la spiritualità egoisticamente prevedendo il beneficio che porterà a lui, egli non si avvicinerebbe mai ad essa.

Pertanto, il percorso spirituale inizia con il raggiungimento egoistico (Lo Lishma). Ma poi, sotto l’influenza della luce superiore (Ohr Makif), l’atteggiamento egoistico verso la spiritualità è sostituito da quello altruistico (Lishma).

Ecco perché l’ego è chiamato “aiuto contro di lui” (Ezer Kenegdo), poiché esso porta a uno Stato dove si realizza improvvisamente che è proprio il suo ego che sta nel suo percorso.

L’ego stesso utilizzato per aiutarsi a spingersi, ora dovrà essere distrutto. Quello che deve essere distrutto non sono i desideri stessi, ma solo la loro intenzione egoistica. Questo è il modo in cui uno viene cambiato gradualmente dalla Luce.

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Un muro e una mazza per tutti

Se sul nostro percorso spirituale il cammino diventasse piacevole come tutti chiedono, bloccherebbe il nostro desiderio di spiritualità. Questo è il più grande ostacolo nel percorso.

Quindi, alzo un muro che blocca la mia strada. Resto in piedi davanti a lui, anticipando le meraviglie che mi aspettano dall’altra parte. Tuttavia, se tale muro è stato rivelato per me, significa che sono già dotato di una forza di resistenza in modo da non smettere di avanzare ma, piuttosto, di sfondare quel muro.

Anche se non posso realizzare questo in un colpo solo e devo applicarmi in un paio di proteste fino a quando non l’ho distrutto, il muro si lesionerà per poi crollare. Ma ho già la necessaria forza di rottura, la potenza di attacco, pur non avendolo dimostrato.

Se ora vediamo il muro in piedi davanti a noi, il muro che abbiamo dentro, nei nostri cuori, è un segno della nostra capacità di romperlo attraverso essa. In caso contrario, non lo avremmo dimostrato dato che “gli ostacoli non sono posti di fronte alla cieca.” Pensando di essere riusciti a superarlo, è il motivo per cui abbiamo fatto un passo verso l’unità.

Ora, abbiamo la meritata unità, grazie allo studio e al resto del lavoro che facciamo raccogliendo poco a poco, briciola dopo briciola, tutti i nostri sforzi in una forza di rottura collettiva. Abbiamo bisogno di farlo, per scoprire probabilmente, ancora una volta, che questa forza non è sufficiente per sfondare, e che dobbiamo unirci ancora di più.

E così ancora e ancora ci incontreremo con più forza aumentando la pressione fino a quando il muro cadrà. Questa è la fase finale dell’esodo dall’Egitto. Questo è il motivo che porta gioia.

Il problema è che adesso tutti verificheranno questo muro da soli. Nel frattempo, dobbiamo sentire che questo muro è comune a tutti, e nella misura in cui noi operiamo, sentiamo che la forza che stiamo cercando di utilizzare per rompere questo muro è collettiva. In questo modo, non è una persona ma il gruppo ad essere in piedi contro di esso.

E’ simile alla fuga dall’Egitto: una notte, un faraone, una minaccia, alcune piaghe per tutto Israele che uniscono come un sol uomo con un solo cuore. Nessuno è conteggiato separatamente dagli altri, e tutti sono uniti insieme. Questo è come il gruppo deve sentirsi. In questo caso, nonostante l’altezza spaventosa del muro, noi lo vinceremo.

Questo perché quando le persone si uniscono, si scopre che manca la presenza del Creatore in mezzo a loro, e senza di Lui, non possiamo fare nulla! Diventerà la forza di sfondamento che farà crollare il muro.

Il Faraone stesso ci aiuterà. Dopo tutto, è lui che caccia Israele dall’Egitto e che poi li segue e li guida, come lo Zohar descrive. Una persona che continua a tentare di tornare indietro, mentre il Faraone lo butta fuori dell’Egitto, è come lui un fedele assistente del Creatore.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah  16/10/10, “L’essenza della religione ed il suo scopo”)

Ascendere al primo livello

Nella spiritualità, se non percorri tutto il cammino, allora non stai lavorando con il tuo desiderio completo. Cosicché questo non ha relazione con il tuo progresso spirituale. Tuttavia, non sai neppure dove finisce “tutto il cammino”, quale è il massimo. Puoi solo immaginarlo in qualche modo.

Pertanto, abbiamo raggiunto uno stato nel quale desideriamo rivelare completamente il mondo spirituale, tutto quello potevamo solo immaginare. Con questa massima intenzione arriviamo al Congresso. Vogliamo questo e niente di meno, in modo tale che il “cielo venga rivelato”.

Ma perché non si è rivelato nel suo luogo? Quanto siamo incapaci internamente di arrivare neppure un pollice più vicino di questo! Non possiamo accettare la necessità di unirci, di cancellare noi stessi.

Non appena abbiamo cominciato a parlare della connessione tra di noi e del lavoro interiore che dobbiamo fare, il nostro desiderio si è raffreddato immediatamente. Non siamo pronti per raggiungere il mondo spirituale a questo prezzo!

Ciò significa che abbiamo frainteso il Mondo Superiore e non ci siamo accorti che era la qualità della dazione al di sopra del nostro egoismo. Tuttavia, sentiamo questa necessità. Dopo tre giorni pieni di molte azioni interiori, ne usciamo delusi. Questa delusione proviene dal fatto che siamo incapaci e non desideriamo raggiungere la vera spiritualità. Vogliamo restare nella nostra definizione di spiritualità come qualcosa che è semplicemente buono, eterno e gradevole per i nostri attuali desideri egoistici.

Cosa abbiamo rivelato? La linea sinistra, la nostra inclinazione al male, il fatto che desideriamo ricevere la spiritualità all’interno dei nostri desideri egoisti come nel mondo materiale. Perché non la abbiamo ricevuta? Perché non è necessario ricevere niente nella spiritualità. È aperto, se vuoi dare, allora avanti. Tutto è permesso e tutto è possibile. Nessuno ti può rubare questo.

In altre parole, all’interno del nostro ego riveliamo che la nostra definizione di spiritualità è scorretta; e questo ci sarà rivelato in tutti i 125 livelli! Adesso ancora non vediamo che la nostra natura è opposta a quella spirituale, che siamo incapaci di raggiungerla e che ci resta una sola opportunità: solo di dolersi verso il Creatore per chiedergliela. Questa è già la linea corretta. Dobbiamo elevarci al di sopra di noi stessi e la linea media uscirà da questo. Tuttavia, abbiamo conseguito un grande lavoro. La disperazione che si è impossessata di noi, il dolore e la futilità che si sono rivelati in noi, ci hanno rivelato l’incapacità di raggiungere il mondo spirituale all’interno dei nostri desideri egoistici. In essenza, abbiamo chiesto che venisse rivelata la spiritualità proprio all’interno di questi desideri, invece che nei desideri di dare. Adesso, dopo aver fatto il male, entreremo nella linea destra, ci correggeremo e raggiungeremo la linea media.

Pertanto, quello che abbiamo ottenuto nel Congresso è una grande realizzazione. In realtà è già l’inizio del cammino spirituale. Questo non era mai successo su una così vasta scala e nel grande egoismo dell’ultima generazione. Baal HaSulam scrive: “Sono felice per i peccatori che si rivelano perché la ragione di questo è la “santità del giorno”.

Una grande Luce doveva spargersi dall’Alto per mostrarci che non lo vogliamo molto e quanto siamo incapaci, quanto siamo opposti alla spiritualità, fino a che punto non vogliamo pensare all’unità e all’amore tra di noi. Tutto questo è “la santità del giorno” perché ci uniamo e tuttavia desideriamo ascendere spiritualmente rispetto a qualcosa.

Riveliamo il grado o desiderio al di sopra del quale dobbiamo ascendere. Comunque, per il momento, siamo incapaci di farlo ma dobbiamo farlo per ascendere al primo grado della scala spirituale.

È per questo che sono molto contento dei risultati del Congresso ed ho grandi speranze che in un futuro prossimo riveleremo le tre linee e la linea media.
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(Dalla porzione settimanale della Torà del 12 Novembre 2010)

Accelera il tempo della liberazione

Dall’articolo di Baal HaSulam, L’Ultima Generazione: se tutte le nazioni del mondo sono d’accordo con questo, allora le guerre non ci saranno più nel mondo, perché nessuna persona si occupa del suo bene in assoluto, ma solo del bene degli altri.

Questo insegnamento dell’equivalenza della forma è l’insegnamento del Messia … Si dice allora “e trasformeranno le loro spade in aratri e le loro lance in falci”.

Il Messia è la Luce più grande di Yechidà che corregge tutto quando discende. Quando otteniamo un desiderio forte di raggiungere la correzione finale (Gmar Tikun), questa Luce appare con tutto il suo potere e corregge tutti i desideri.

Anche luci molto più piccole di quelle che riceviamo adesso creano una connessione tra di noi e ci permettono di organizzare un Congresso enorme che è il risultato dell’aiuto dall’Alto invece della nostra propria realizzazione.

Tutto quello che vediamo intorno a noi, i nostri amici e tutto il mondo, è l’immagine del Creatore che è davanti a noi e si mostra attraverso questa immagine. Anche adesso, il potere che chiamiamo “Messia” è già qui, che trascina tutto il genere umano dal suo stato attuale alla fine della correzione. Questi processi sono chiamati “i dolori del parto del Messia”, e rappresentano la rivelazione del potere del Messia nel mondo, il primo stato nel processo della “nascita”.

In una maniera o nell’altra, passando attraverso le più grandi afflizioni e le guerre o attraverso la crescita della nostra comprensione e del desiderio di essere corretti, questa correzione deve essere completata verso l’anno 6000, in conformità al calendario di questo mondo. Questo termine è definito dalle sei Sefirot di Zeir Anpin (VAK) e si divide in tre periodi di 2000 anni ognuno, ciò che riflette l’influenza di ZA (Zeir Anpin) nei tre mondi: Berià, Yetzirà e Assiyà. Per tanto, siamo obbligati a raggiungere lo stato della correzione.

D’ora in poi, entriamo nell’era del Messia, e per tanto la saggezza della Kabbalah si sta rivelando. Questo ci da l’opportunità di essere corretti in questo momento, invece di continuare ad aspettare la fine del termine fissato.

L’esilio in Egitto è durato solo 210 anni, invece dei 400 “stabiliti”, allo stesso modo, non dobbiamo aspettare che il calendario indichi 6000. Nella spiritualità, possiamo accelerare il tempo e portare lo stato finale più vicino affinché possiamo implementarlo proprio adesso. Questo significa che “Isra-el” (colui che si sforza direttamente verso il Creatore) “accelera” il tempo e si muove in avanti. Questa è la ragione per la quale possiamo già (come abbiamo detto) essere presenti nel momento della liberazione, all’arrivo del Messia, tutto dipende da noi!

Il periodo della preparazione è terminato ed i geni dell’informazione (Reshimot) dello stato finale hanno cominciato a nascere, rivelando il metodo del loro utilizzo: la scienza della Kabbalah ed il Libro dello Zohar. Adesso tutto è nelle nostre mani.
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(Dalla terza parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 7 Novembre 2010, Baal HaSulam, L’Ultima Generazione)