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Avvicinandosi all’interiore

Dr. Michael LaitmanDomanda: Che cosa significa annullare se stessi per quanto riguarda un altro?

Risposta: Annullando se stessi l’un l’altro e reciprocamente entrando l’un l’altro secondo il principio di amare il prossimo tuo come te stesso ci dovrebbe portare a una connessione con il Creatore. Così, non solo annullo me stesso e divento nessuno, uno zero, ma effettivamente eseguo azioni che mi aiutano a connettermi all’amico in modo che lui poi sarà in grado di entrare in contatto con me facilmente. Faccio quello che è buono per lui annullando il mio ego e permettendogli di stabilire un contatto con me naturalmente.

Non fa nessuna differenza che lui è un egoista o no. Non lo giudico e non cerco di capire nulla di lui, però semplicemente annullo me stesso in modo che lui sarà in grado di contattare me. Se lui raggiunge lo stesso stato, sono felice che le mie azioni di auto-annullamento rispetto a lui ci abbiano portato vicino, ed è lo stesso con le altre persone.

Però quando l’amico viene in contatto con me, sento il bisogno di cooperare con lui reciprocamente, sento come lui viene vicino a me e come si è incorporato, come viene in contatto con me, e in qualche modo si veste in me. Adesso posso cominciare a cooperare più attivamente con lui. Qui devo accendere il mio anti-ego, non sopprimere l’ego, ma piuttosto operare nella direzione opposta: cosa vorrebbe il mio amico da me? Non che mi è semplicemente divenuto facile prendere contatto, ma piuttosto facile e conveniente da essere usato, in modo che egli potrebbe usare me. Poi comincio a crescere.

In altre parole, non solo opero secondo il principio di non fare più al tuo amico ciò che è odioso a te, significa che uso il mio ego in modo da dare. Vengo in contatto con l’amico, lavoro per i suoi desideri, e faccio del mio meglio per soddisfarli. Queste sono alte acrobazie.
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Dal Congresso in Sochi “Giorno Due” 14.07.2014, Lezione 4

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Annullare se stessi e sapere=Rivelare=Connettersi

Il Segreto Essenziale degli Ebrei, parte 53

Dal libro: Il Segreto Essenziale degli Ebrei, M. Brushtein

Relazioni animali

Le piante non hanno libertà individuale. Pertanto, i rapporti sociali delle piante sono limitati. Estendiamo il nostro studio alla prossima fase naturale dello sviluppo – l’animato.

Gli animali sono organismi che costituiscono uno dei regni della natura; in contrasto con le piante, non consumano composti organici pronti, sono attivi, mobili, (sbio. Info, Project “Biology)

Seguendo la definizione, gli animali sono mobili e attivi. Questo non può che avere effetto sui rapporti fra i singoli membri e fra interi gruppi del regno animale.

Guardiamo la principale unità sociale della fauna selvatica – un branco, una mandria, o un banco di pesci.

Un branco, una mandria, o un banco di pesci sono sistematici, gruppi strutturati di mammiferi, pesci o uccelli, generalmente dello stesso tipo, che sono in una condizione simile biologica, mantenendo attivo il contatto reciproco e coordinando le loro azioni.

Un branco consiste di individui che eseguono un numero di funzioni vitali importanti, essendo membri del branco per gran parte della loro vita.

C’è una teoria che si tratta di un branco (non mandria) di umani primitivi che è servito come base per la creazione della società umana. (Wikipedia)

Un branco – questo è una cosa seria. Per esempio, i rapporti in un branco di lupi hanno molti aspetti simili alle relazioni nella società umana, e in qualche misura anche li superano, in particolare, rispetto ai lupi veterani. I lupi si prendono cura dei loro anziani e gli danno abbastanza da mangiare. Per essere onesti, questo non si osserva sempre tra gli esseri umani.

E poi qual è la differenza principale fra gli animali e le piante? In cosa sono più “avanzati”? Di nuovo, la risposta si trova nella Kabbalah.

“Vediamo che ogni animale ha le sue caratteristiche; non sono limitate ad un ambiente, ma ciascuno di loro ha la sua sensazione e caratteristica. … Piuttosto, loro hanno le loro vite, e la loro vitalità non dipende dalla vita dei loro ‘amici’. (Baal HaSulam, Shamati #115)

Quale la differenza fra un animale e un umano?

“Tuttavia, non possono sentire più del loro essere. In altre parole, loro non hanno la sensazione di un’altro. E naturalmente non posso prendersi cura di un altro.” (Baal HaSulam, Shamati #115)

Questa definizione richiede qualche spiegazione. A prima vista sembra che non è proprio giusto. Sappiamo tutti che gli animali sentono lo stato d’animo del proprio padrone, i loro stati e le attitudini. Inoltre, è noto che gli animali vogliono bene ai loro parenti come nell’esempio con i lupi. Ci sono anche i casi di abnegazione. Tutto questo è vero, ma sono istinti.

Un cane sente quando una persona non sente bene, ma l’animale non capisce che cos’è la vergogna. Un cane non arrossisce quando prende il cibo dal pavimento e non si sente in imbarazzo a camminare senza vestiti. L’animale non potrà mai sdraiarsi sotto il coltello volontariamente per perdere la sua gamba colpita da gangrena. L’animale non capisce che è possibile oggi dare a qualcuno un pezzo per ottenerne due domani. È ancora più impossibile da immaginare che l’animale capisca che cosa significa “da ognuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni,” ecc.

C’è un’illustrazione perfetta del sentire il compagno dell’uomo che è caratteristica dell’essere umano e non è per nulla tipica degli animali.

Prova a raggiungere sulla strada un qualsiasi passante e continua a muoverti accanto a lui. Dopo un po’ di tempo accadrà la cosa seguente. Il passante comincerà a dare un’occhiata lateralmente, a guardare oltre la sua spalla, verificare le sue tasche, diventare nervoso e preoccupato. Però tu può sdraiarti vicino ad uno sconosciuto sulla spiaggia, sedere accanto a lui in teatro, e parlare con lui in una coda o in qualsiasi altra parte. Un paradosso?

Tra l’altro, quest’osservazione adatta non appartiene all’autore. Quest’osservazione è del satirico Mikhail Zhvanetsky.

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