Essere determinati lungo il cammino

Ogni uomo ha un obbligo e non ci possono essere scuse o indulgenze circa il suo adempimento: l’uomo deve prendersi cura della gioia, della fiducia, e della forza che si trova nell’ambiente che lo circonda. L’uomo non dovrebbe esprimere la sua tipica e debole indecisione, anche se nessuno è ancora “emerso dalla nebbia”.

L’uomo non dovrebbe esprimere il disprezzo, che ci arriva sempre di più quando il nostro egoismo cresce. Io devo lavorare al di sopra del mio ego, infondendo continuamente fiducia e risolutezza nel cammino, e anche gioia come segno del fatto che mi trovo in uno stato perfetto.

Potrebbe sembrare come se non avessi niente, ma non ho bisogno di niente. Io voglio soltanto essere in uno stato di pura dazione. Infatti, non importa cosa acquisisco, perché apparterrà al mio egoismo. Solo quando mi staccherò da esso, quando sarò felice che sia vuoto e non domanderò di procurargli alcun appagamento, allora incomincerò ad acquisire il mondo spirituale. Questo passaggio si chiama “nascita spirituale”. Spero veramente tanto che non ce ne dimenticheremo.

Rabash scrive quanto segue nell’articolo “Un uomo aiuterà il suo prossimo”: Ogni uomo deve fare attenzione e pensare a come può aiutare il suo amico risvegliando in lui uno stato d’animo elevato. Rispetto allo stato d’animo, ogni uomo può trovare dei vuoti nel proprio amico, che egli sarà in grado di colmare.

Nell’articolo “Lo scopo del gruppo” egli scrive: Nella società (nel gruppo) gli uomini devono fare maggiore attenzione per essere sicuri che la noncuranza non entri nel loro ambiente, perché così si distrugge ogni cosa.

Chiunque disprezzi qualcosa lungo il cammino, nello studio, o nella realizzazione della grandezza degli amici e del maestro, quest’uomo ci rende più deboli. Perciò, bisogna immediatamente allontanarlo dal gruppo. Egli rappresenta il nostro nemico più grande. Non lasciamolo comunque solo. Lasciamo che rifletta su quello che fa, che si scusi, che capisca i suoi problemi, e allora sarà possibile riammetterlo.

L’uomo che ci indebolisce lungo il cammino non dovrebbe essere tenuto nel gruppo neanche per un secondo. Osservando questa regola, raggiungeremo di sicuro lo scopo molto più in fretta.

(Dalla 5 lezione al congresso WE! Del 01.04.2011)

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