Dall’inganno alla Luce

Ho ricevuto una domanda: Come possiamo esigere la correzione oggigiorno, quando siamo totalmente immersi nei desideri egoisti?

La mia risposta: E’ chiaro che attualmente non possiamo esigere la correzione. Se sono un egoista assoluto, come posso chiedere la correzione? Tuttavia, ciò che mi si richiede è chiedere un po’ di dazione, nella misura in cui sono capace di chiederla, mentre sono nell’egoismo. Questo significa che mentre lei sta in Lo Lishma, (cioè, nell’inganno, nell’ego, nel suo desiderio di piacere, e nei pensieri su se stesso), sta realizzando un debole pianto che desidera offrire.

Certamente, è un inganno; lei non vuole amare gli altri, né donare loro, né arrivare ad essere simile al Creatore. Lei semplicemente, non sa cos’è la dazione, e grazie a questo, è capace di dire simili parole. Se lei sapesse cos’è, uscirebbe correndo immediatamente. La verità si nasconde da lei, affinché non sappia cosa sta chiedendo. La dazione è tanto contraria alla sua natura da implicare realmente la morte dei suoi desideri e qualità presenti.

Nella scienza della Kabbalah, studiamo la relazione tra la luce ed i desideri. C’è un vaso o desiderio, e a sua volta una Luce opposta ad esso. Affianco a questo, esiste un altro stato nel quale il desiderio non è certo, ma falso, e la Luce che è opposta a questo desiderio, non è diretta, ma circondante. Questo è esattamente lo stato nel quale ci troviamo adesso. Tuttavia per il momento, chiediamo che questa Luce venga e ci porti questo desiderio di dare, come se volessimo diventare datori e funziona grazie a questo.

Il sistema è disegnato in maniera tale che, dal nostro stato attuale, nel quale ci troviamo, non vogliamo il successivo stato, tuttavia lo stiamo chiedendo, possiamo arrivare ad esso; possiamo cominciare a volerlo, a riceverlo ed a stare con esso. Ciò si deve alle Reshimot, i geni spirituali, che rimangono in noi dallo stato corretto, che poi fu frammentato. Queste Reshimot risvegliano le luci nel mondo di Atzilut, queste luci sono lontane da noi. Possiamo attrarle affinché ci influenzino e diventino ciò che chiamiamo “luci circostanti”.

In effetti ci troviamo in un inganno e non vogliamo dare o amare il nostro prossimo. È certo. La Torà non ci nasconde questo fatto. Al contrario, ci dice che il Creatore si nasconde ed il mondo spirituale è nascosto perché se lei lo vedesse, mai lo vorrebbe.

Così dunque la spiritualità si nasconde in modo che lei possa immaginare che questa è buona per lei, anche nei suoi desideri egoistici. Quando pensiamo ad alcune ricompense egoistiche per noi, come se desiderassimo il mondo spirituale, la Luce ci influenza ancora e cambia i nostri desideri e pensieri dal ricevere al dare. Funziona così. Il sistema è stato disegnato precisamente per questo processo.

Funziona in questo modo non solo nel nostro stato, quando ascendiamo da questo livello di ricezione al primo grado della dazione. Quando oltrepassiamo il Machsom (la barriera della spiritualità), ascendiamo da un stato all’altro, secondo lo stesso principio: desiderando l’indesiderabile. Anche se in queste tappe, “l’anima di una persona le insegna”, e abbiamo qualcosa su cui appoggiarci, perché siamo già nel mondo spirituale.

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