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Un ghigno malvagio dietro la maschera gentile del Faraone

Domanda: Come si usa l’odio come strumento per tenersi lontani dal male?

Risposta: E’ l’odio che ci separa da coloro che odiamo. Non abbiamo bisogno di altro tranne che di odiare l’ego. Ci sono due fasi: purezza e santità. La prima fase della correzione è la purificazione dal male. Questo comprende l’intero processo che attraversiamo dal principio del nostro lavoro fino alla rivelazione del male, e poi dalla rivelazione del male fino al livello di Binà, dare con lo scopo di dare, non fare agli altri ciò che tu stesso disprezzi

Questa parte della correzione è chiamata il riconoscimento del male e non ne usciamo fino a quando non fuggiamo dall’Egitto. Allora entriamo nella fase della correzione di dare con lo scopo di dare, che è chiamato il lavoro nel deserto. Allora entriamo nella terra di Israele purificando il nostro desiderio mentre lo indirizziamo verso Yashar-El (diritto al Creatore); lo trasformiamo in Israele, il che è chiamato la conquista della terra di Israele. Allora raggiungiamo la fase di ama il tuo prossimo come te stesso.

Tutto questo avviene per fasi: io mi stacco dall’ego, dal male, mi purifico, e nel momento in cui scopro che il mio ego è il mio nemico, incomincio ad odiarlo, e così devo allontanarmene e fuggire. Sono pronto a gettarmi nel Mar Rosso, ovunque posso, per essere in grado di fuggire e di mettermi in salvo dall’ego che mi insegue. Ricevo dieci colpi (le piaghe) dall’ego che mi spingono ad arrivare alla decisione finale e che non mi lasciano alcuna possibilità di restare dentro il mio ego.

Non posso sopportalo più, perché vedo che mi procura solo guai e sofferenze. Tutto questo è la conseguenza della Luce Circostante che brilla su di me e che mi dona. Io mi sento così malvagio rispetto ad essa, rispetto alla qualità della dazione, rispetto alla rivelazione del Creatore in una nuvola, in una scintilla di fuoco, in un cespuglio che arde…Solamente quando il Creatore mi porta dal Creatore, mi rendo conto che è un tiranno ed è malvagio. Il Faraone viene rivelato in contrapposizione al Creatore, e quando io mi trovo nel mezzo, vedo chi è l’amico e chi è il nemico.

Non posso più sopportare il dominio del Faraone perché, dall’altra parte, il Creatore è accanto a me. Già incomincio a vedere la differenza tra la dazione e la ricezione, e questo solleva in me l’odio verso il male. E’ impossibile arrivare al Faraone senza il Creatore! Altrimenti io non vedrei che il Faraone è il male, perché prima sembrava così buono mentre allevava Mosè come un suo nipotino. Anche prima di questo, all’inizio del periodo dell’esilio, il buon Faraone dominava fino a quando non è morto e si è levato allora un nuovo re sull’Egitto che non aveva conosciuto Giuseppe. In questo modo attraversiamo gradualmente le fasi del riconoscimento del male.
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(Dalla 1.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 25.06/2013, Shamati 54 “Lo Scopo del Lavoro”)

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Ci sono molti gruppi che parlano di amore e di connessione. I rapporti tra la persona e la società o tra una persona e il Creatore determinano il carattere della società, il movimento, il partito, la religione, o la tendenza.

Ci sono molte connessioni così, ma noi le dividiamo in due: in base al bisogno e in base al desiderio che una persona ha di raggiungere il Creatore, che non lo lascia riposare, e lo costringe a cercare un solo scopo nella vita, per la forza superiore, per la ragione di vivere, per il senso della vita, per “a chi io procuro piacere.” Tale persona deve raggiungere la radice, la fonte della sua esistenza.

Questa è la prima condizione in base a cui una persona è inclusa in un gruppo di Kabbalisti. Noi non controlliamo per mezzo di uno strumento particolare questo attributo a chiunque si unisca al gruppo, ma se una persona non possiede la scintilla per la ricerca del Creatore, l’inclinazione, la passione, la fame interiore, allora non appartiene a quel gruppo e alla fine lo lascerà. Ciò potrebbe verificarsi anche dopo 10-15 anni di studio.

Questi anni di studio certo non vengono cancellati in modo semplice dalla sua vita perché in questo periodo ha fatto un lavoro che è parte della correzione della sua anima, ma noi rimaniamo solo con le persone in cui vi è una scintilla che le obbliga a raggiungere la rivelazione della forza superiore in quanto questa è l’unica cosa che vogliono.

Questo è l’unico e il principale motivo per stare in un gruppo, tutto il resto sono solamente dei mezzi per raggiungere questo obiettivo. A poco a poco essi accettano questi mezzi, ma non subito; questo viene fatto passo dopo passo come parte di una lotta interiore e certamente non sono pronti ad accettarlo in una volta. Ciò avviene perché tutti i mezzi per rivelare il Creatore operano contro la nostra volontà, contro i nostri attributi naturali, contro le nostre abitudini, e contro la nostra educazione, dal momento che sono tutti anti egoistici.

Quindi, ci vuole tempo affinché una persona capisca e senta finalmente che il primo raggiungimento del Creatore ha luogo nel vaso spirituale collettivo, nella connessione tra di noi, che ci obbliga a connetterci con tutta la realtà.

Nella persona, nella connessione tra le persone, e in particolare nella connessione tra gli amici nel gruppo esistono tutti i livelli della natura: inanimato, vegetale, animato e parlante. Solo all’interno del gruppo una persona viene premiata con il libero arbitrio e con la scelta di renderlo più forte o meno, al fine di connettersi ad esso. Attraverso di esso crea un luogo per la rivelazione del Creatore.

Funziona solo in questo modo: Una persona sale dal suo piano terra, che è sulla “terra” (sul suo desiderio di ricevere) al primo piano, per la correzione dei suoi desideri. Da lì, insieme agli amici, corregge la connessione tra di loro, e sale al secondo piano, alla rivelazione del Creatore che si rivela come Colui che dimora nel vaso collettivo chiamato Shechina.

Una persona, in questo modo, raggiunge l’obiettivo per cui bramava fin dall’inizio, senza sapere esattamente da cosa fosse attirato e come soddisfare questo desiderio poco chiaro. Egli attraversa questo lungo cammino per raggiungere questo obiettivo che inconsciamente sente come l’unica cosa di cui ha bisogno nella vita.
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(Dalla prima pate della Lezione quotidiana di Kabbalah del 6.06.2013, Scritti di Rabash)

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