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Lezione quotidiana di Kabbalah – 27.01.2012

Scritti di Rabash, Dargot HaSulam, Articolo 195
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Libro dello Zohar, Bereshit (Genesi), Pagina 111, Articolo “Io, Io sono Colui che é”, Punto 168, Lezione 47
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Rav Yehuda Ashlag “La Pace”, Pagina 265, (Inizia con“Ora è di vitale importanza per noi”), Lezione 1
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KFS, Prefazione al Commentario della Scala, Pagina 705, Punto 61
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Scritti di Rabash, Articolo 18
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Scritti di Baal HaSulam, Shamati Articolo 172 “Il caso degli impedimenti e dei rinvii”
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Scritti di Rabash, Articolo 5
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La teoria del contatto interiore tra le persone

Domanda: Quali sarano i temi del corso “Evoluzione come sviluppo dell’egoismo

Risposta: Comprende proprio tutto. Includerà: cultura, comunicazione, famiglia, nazionalità, civilizzazioni e la storia dell’umanità da dove si possono trarre molte informazioni per la nostra vita di adesso e per gli stati futuri.

Conoscendo il passato io posso capire meglio quello che accade oggi, e in qualche modo avere effetto sul futuro. Io personalmente non sono un fan della storia né della geografia, ma dovremmo realmente conoscere la storia sulla base dello sviluppo del nostro egoismo. Ci serve per comprendere come ci stiamo sviluppando.

A fianco ai corsi “Evoluzione come sviluppo dell’egoismo” e “Libero arbitrio”, gli altri corsi avranno più qualità psicologiche. Il primo, che si trova tra questi due e un corso in psicologia, è sulla percezione della realtà, cioè ontologia o la teoria della conoscenza. Esamina come percepiamo il mondo che ci circonda, i nostri cinque sensi, la maniera nella quale il mondo si riflette nei nostri cinque sensi, e fino a che punto la nostra percezione è una conseguenza di stati interiori e proprietà della persona.

Esaminiamo attentamente se la nostra percezione è oggettiva, e come possiamo influenzarla. Possiamo implementare questi parametri interni su di noi, il che ci permetterebbe di percepire questo mondo da diverse angolature, da punti di vista diversi, come se si scambiassero posti e dimore uno con l’altro? Diciamo che tu vedi il mondo da una prospettiva ed io da un’altra, e diciamo che barattiamo i nostri punti di vista uno con l’altro.

Quando conversiamo con qualcuno, vogliamo essere capiti. “Hai capito? Riesci a immaginare quello di cui parlo? Mi sono espresso correttamente?”. Cioè, siamo sempre interessati ad avere una comunicazione corretta. Ma non è mai lì poiché non possiamo “entrare” in una persona e guardare il mondo da lì. Finchè non acquisiamo la tecnica della percezione emozionale di ognuno di noi, comprendiamo le proprietà e sentimenti dell’altro, e vediamo il mondo attraverso i suoi occhi, non ci capiremo l’uno con l’altro.

La connessione integrale implica insegnare tutte le persone del mondo a raggiungere quel contatto interiore con gli altri, quando uno può sostituirsi con l’altro, come se io mi spostassi in te e tu ti spostassi in me. Allora inizieremo realmente a comprenderci uno con l’altro.

Vediamo questo in qualsiasi accoppiamento di ogni due elementi nella natura, se esiste un elemento “io” dentro di me, e poi c’è un “tu”, allora se vogliamo comprenderci, dobbiamo combinare insieme tutte le mie qualità con le tue qualità, come ricoprendoci uno con l’altro. Cioè tu percepisci le mie qualità e puoi immaginare la tua vita e il mondo attraverso di esse ed io attraverso le tue.

Succede la stessa cosa nella tecnologia. È necessaria la somiglianza tra due elementi perché questi possano unirsi. E anche se sono opposti uno con l’altro (diciamo che uno sia convesso e l’altro concavo), anche quando gli combiniamo, devono corrispondere completamente uno con l’altro. Cioè devono essere aggiustati e creati in tale maniera che uno abbia la forma dell’altro. È qui che risiede la nostra correzione: nell’aggiustamento e adattamento uno nell’altro.

Questo non è solamente una parte di un tema di un corso teoretico perché ci fornisce anche di conclusioni pratiche e lavoro nella conoscenza del mondo. Senza di questo non c’è comunicazione. Inoltre, sarebbe impossibile conoscere il mondo senza vederlo interiormente attraverso ognuno. In pratica, nella nostra integrazione con tutte le persone del mondo, noi dobbiamo raggiungere lo stato nel quale io “dimoro” dentro gli altri, sento tutto di loro, e attraverso di loro percepisco il mondo.

E quando faccio questo in reciprocità, come collegandomi a loro con la mia aspirazione e disposizione, all’improvviso vedo un mondo completamente diverso: multi-sfaccettato, amplificato sette miliardi di volte, e unito simultaneamente, cioè, un insieme creato simultaneamente da un’enorme quantità di cellule, come un nido di api, perché io vedo attraverso tutti e ognuno di loro. Quello che accade è un incredibile disegno di amplificazione di potere per penetrare in questo mondo. Questa è la vera ontologia, la teoria pratica della conoscenza.
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(Tratto da “Un discorso sull’educazione integrale”, del 12.12.2011)

Materiale corelato:

Laitman blog: Come fai a capire un giapponese?
Laitman blog: Un uomo del mondo

Senza un timone

Domanda: Che cosa ci aiuterà a non dimenticarci l’uno dell’altro?

Risposta: La necessità per il lavoro spirituale, la realizzazione dell’importanza dello scopo. Non dimentico ciò che è importante per me.

Se lo scopo spirituale non è importante per me, allora devo guadagnarmi la sua importanza dagli amici. Ma cosa succede se loro non la valorizzano? Si scopre che noi stiamo navigando attraverso l’oceano insieme senza un timone. Ci sono molte persone a bordo, ma non hanno una direzione. Alcuni marinai sul ponte stanno urlando che dobbiamo arrivare a terra ferma, ma gli altri sono lì solo per divertirsi e non gli importa del mondo….
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(Dalla terza parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.01.2012, Talmud Eser Sefirot)

Come potremmo ricostituire?

Opinione (Klaus Schwab, direttore del forum economico Davos): L’anno 2012 è radicalmente importante, noi dobbiamo fare tutto il possibile per non permettere la crisi dell’Euro.

È importante sentire la voce della nuova generazione, però lei adesso ha dei grandi problemi e il più grande è la disoccupazione. Bisogna fare circa sei milioni di posti di lavoro. Questa è una questione che riguarda la stabilità politica e sociale.

Il mio commento: Purtroppo la scommessa è sempre sullo stesso vecchio cavallo. Chi presenterà la faccia della “nuova generazione” e davanti a chi? Che manifestazione toccante la preoccupazione per i disoccupati! I coordinatori ancora non hanno riconosciuto che già non hanno più il tempo di “lavorare sul PR”.
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Materiale correlato:

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