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Lezione Introduttiva: “La luce di Channukah” del 20.12.2011

La Kabbalah per il Popolo
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L’ingranaggio umano in un mondo tecnologico

Siamo talmente coinvolti dal gioco di ciò che pensa la società da sentircene completamente schiavi. Siamo arrivati al punto in cui la nostra mente ed il nostro approccio al lavoro è collegato al lavoro. Un uomo ha paura di andare in pensione. Si domanda cosa farà dalla mattina alla sera con tutto il tempo libero che avrà a disposizione. Un uomo non è abituato ad organizzare liberamente il proprio tempo, e non vuole essere libero.

Anche quando torna a casa dal lavoro, continua a lavorare allo stesso computer. Quando va in vacanza, non si stacca dal telefono o da internet, rimanendo costantemente connesso allo stesso sistema, di cui è schiavo, come uno dei tanti altri minuscoli ingranaggi.

Questo stile di vita che si è formato nel corso degli ultimi decenni ha determinato questa direzione nella vita dell’uomo, quindi egli è incapace di sentirsi libero. Immaginiamo se l’uomo fosse occupato tre ore al giorno, compiendo un lavoro fondamentale per la società e provvedendo in questo modo alla sua esistenza. Egli potrebbe passare il resto del suo tempo a riposare e a fare le cose che gli piacciono. Il problema è che noi non riusciamo nemmeno ad immaginare che questo sia possibile. Siamo schiavizzati al punto che non riusciamo nemmeno ad immaginare cos’altro potremmo fare nella vita a parte lavorare.

Dobbiamo fare esperienza di una rivoluzione veramente molto grande, perché la natura ci sta ponendo delle nuove condizioni, cambiando sia noi, nel nostro intimo, che l’ambiente che ci circonda. Sta distruggendo il nostro padrone: tutta questa enorme società umana che ci ha resi schiavi. A modo suo, la natura ci sta costringendo a cambiare e ad acquisire una nuova visione della vita.

La vita diventerà qualcosa di completamente diverso. Saremo costretti a svilupparci come esseri umani. Invece di dieci ore di lavoro (con il resto del tempo a continuare a pensarci), lavoreremo tre ore al giorno e passeremo il resto del tempo a fare delle cose completamente diverse.

Però, abbiamo bisogno di capire cosa dobbiamo fare. Infatti, non ci stenderemo al sole come degli animali pigri e sazi che riposano dopo aver mangiato e che non fanno niente fino a quando non hanno fame di nuovo. Dovremo trovare delle attività “umane” che l’uomo deve fare nel mondo.

Oltre alle tre ore dedicate al lavoro e ad un paio d’ore dedicate alle faccende di casa, il resto del tempo lo passeremo a fare ciò che conta di più come esseri umani e che appaga l’anima. L’uomo tratterà il lavoro e le faccende di casa semplicemente come delle cose che non si possono evitare e che si devono proprio fare in questo mondo; sarebbe felice di non farle del tutto. Nelle sette, otto ore che l’uomo avrà come tempo libero dal lavoro, egli dovrà trovare una vera attività, che valga per l’uomo, al quale egli potrà dedicare tutta la sua anima.
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(Dal discorso “Lezioni sul Nuovo Mondo” 01.12.2011)

Congresso Mondiale della Responsabilità Reciproca: Il punto dell’unità, parte 2°

Alcune foto dal Congresso Mondiale della Responsabilità Reciproca tenutosi a Tel Aviv, 6-8 Dicembre 2011.

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In tutti c’è il punto di unione

Domanda: C’erano un sacco di persone all’ultimo Congresso sull’Arvut che hanno partecipato fisicamente o virtualmente e non si sentiva il punto dell’unione, del quale parli tu e tanti altri. Possiamo dire che il congresso era inutile per loro e non li ha dato nulla?

Risposta: Naturalmente no! Loro sono anche dei co-partecipanti di questo successo e questo si trova dentro di loro, solo che non si è manifestato in modo evidente, personalmente. Questo è simile ai bambini che  vivono con noi in un unico mondo, ma non possono sentire tutto ciò che sentono gli adulti. Se queste persone faranno gli sforzi necessari, sentiranno il punto di unione che è stato realizzato da tutti, con la loro partecipazione. In loro esiste già  in una forma nascosta.

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Materiale corrrelato:

Laitman blog: Il Gruppo è l’Arca di Noè della salvezza
Laitman blog: Penetrare il muro

Lezione quotidiana di Kabbalah del 20.12.2011

Gli Scritti di Rabash “Possente Roccia della mia Salvezza”
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Il Libro dello Zohar, Bereshit (Genesi), Pag.39, “E Luce Sia”, Punto 34, Lezione 15°
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Introduzione al Talmud delle Dieci Sefirot, Pagina 315, Punto 2, Lezione 3°
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Rav Yehuda Ashlag “La Libertà”, Pagina 381 “L’ Abitudine diventa una seconda natura”, Lezione 6°
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NEWSru: Il Congresso Mondiale della Responsabilità Reciproca a Tel Aviv

Un importante sito internet giornalistico Israeliano, NEWSru, ha pubblicato un resoconto sul Congresso mondiale sulla responsabilità reciproca che si è tenuto dal 6 all’8 dicembre 2011 a Tel Aviv.

“Il congresso sulla Responsabilità reciproca a Tel Aviv: Un’unione di uomini decisi ad unire il mondo intero.”

“Anche senza conoscere lo spagnolo, il francese o il turco, si può capire di cosa parlano e cosa tentano di raggiungere i partecipanti al Congresso Mondiale sulla Responsabilità Reciproca che, insieme a quasi due milioni di uomini, studiano attivamente la Kabbalah in tutto il mondo. Ma il Congresso non è stato solamente una vacanza di tre giorni per divertirsi insieme agli altri; ci sono state delle lezioni e delle conferenze. Arvut Olami in Ebraico significa responsabilità reciproca globale. L’idea è che quando ognuno di noi sarà in grado di essere responsabile per un suo amico, per un suo vicino di casa, e perfino per un estraneo, il nostro mondo diventerà davvero migliore. Mentre alcuni vedono questa realtà come un’utopia, i Kabbalisti la considerano una scienza.

“Il Dott. Laitman spiega: ‘La responsabilità reciproca è un metodo molto preciso sulla messa in equilibro della natura interiore con quella esteriore, ha un enorme numero di formule, grafici, numeri e rapporti. Si tratta di una scienza pratica, la scienza dell’equilibrio, della nostra omeostasi con il mondo esterno. Da una parte, quello che dice la Kabbalah sembra essere solamente un’altra utopia, ma dall’altra parte dobbiamo considerare che ormai abbiamo raggiunto una crisi molto grave che riguarda i nostri rapporti economici, le famiglie che si sfasciano, i divorzi, l’abuso di droghe, e ogni altro genere di crisi. Il genere umano non ha davvero altra strada che trasformarsi in una società di responsabilità reciproca.’

“Il numero totale di uomini che oggigiorno studiano la Kabbalah si aggira intorno ai due milioni di soggetti in tutto il mondo. Ci sono uomini e donne, e l’età e lo status sociale qui non contano perché, come pensano coloro che praticano la Kabbalah oggi, è ora di abbandonare le vecchie limitazioni in quanto il mondo ha bisogno di correzioni urgenti che sono possibili solo unendo le forze. In caso contrario, andremo dritti verso enormi sofferenze, e nessuno sarà capace di evitarle.

“Michael Sanilevich, amministratore delegato di “Kabbalah La’Am” dice: ‘Solamente in questo ultimo anno abbiamo ospitato 17 congressi. Li organizziamo in Israele dal 2002, e sono aperti a chiunque venga. Abbiamo studenti da 107 paesi, e oggi abbiamo rappresentanti da più di 70 paesi. Circa 10 mila persone sono registrate e abbiamo quattro mila contatti internet, ed ogni contatto avviene in un posto qualsiasi tra alcune persone e altre centinaia di persone.

“Chanoch Milvitzky, avvocato, dice: ‘Abbiamo molti studenti nei paesi Arabi. Per ovvie ragioni, non fanno sapere di studiare la Kabbalah, perché la Kabbalah è pur sempre relazionata al Giudaismo, e quindi ad Israele. Abbiamo anche degli studenti musulmani che vivono in Europa e in America, e non ci vedono nessuna contraddizione in quello che fanno. Noi non siamo un movimento religioso, non siamo dei mistici, offriamo un metodo che unisce i seguaci di diverse religioni. Per esempio, quando Michael Laitman tiene una conferenza in una università da qualche parte nel mondo, viene accolto più come uno scienziato che non come un rabbino.’

“Qui si può osservare un approccio tecnologico alle pratiche spirituali, dietro le quinte del congresso, dove viene allestito lo studio mobile. Non solo viene assicurata la trasmissione in diretta sul canale televisivo locale via cavo e su Internet, ma il materiale di studio e i vari interventi sono accompagnati dalle traduzioni simultanee in diverse lingue.

“Nello studio di registrazione alla periferia di Tel Aviv, vengono registrati film e programmi televisivi. Il movimento di Kabbalisti Bnei Baruch ha già ricevuto lo status di rappresentanza presso le Nazioni Unite, e sta preparando un libro in collaborazione con l’UNESCO, e dovrebbe essere pubblicato entro la prossima estate.

“La Kabbalah ha avuto origine 5700 anni fa. La modernizzazione dell’antica pratica, come la modernizzazione del mondo, cade ancora una volta sulle spalle della Nazione Prescelta. Non è proprio una coincidenza che la tradizione Giudaica interpreti la nozione di “prescelta” non come un’opportunità da cui ricavarne un vantaggio, ma come una maggiore responsabilità rispetto alle altre nazioni.

“Jurgen, uno dei partecipanti al congresso dice: ‘In Germania pensiamo che Israele sia il centro dal quale avrà origine l’unione. Il nostro sistema politico sta fallendo; l’Unione Europea presto si disintegrerà. Torneremo in Germania e faremo capire alla gente che sta arrivando un nuovo tempo. Dobbiamo partire da qui. Se Israele non arriva al sostegno reciproco, nessun altro sarà capace di farlo’.

“Dieci uomini turchi sono venuti al congresso. Un rappresentante di questo paese, Mutlu, sottolinea: ‘Non siamo interessati alla politica. In Turchia qualcuno potrebbe guardarci di traverso, e allora? Molti uomini nel mio paese hanno sentimenti di amicizia per Israele.’

“Olga dalla Svezia ci dice: ‘Ho un figlio che ha 16 anni. Qualche anno fa ha chiesto ai suoi compagni di scuola “Com’è la vostra vita?” E i suoi compagni gli hanno risposto che la loro vita sembra essere del tutto vuota. Questi sono ragazzini che hanno tutto. In Svezia i ragazzi e i bambini hanno tutto. E allora ho capito che se perfino a loro la vita sembra vuota…significa che siamo pronti. Siamo pronti.'”
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