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Dal punto al primo livello spirituale

Domanda: Dopo il Congresso sento un’enorme separazione e repulsione, cosa che non avevo mai sentito prima. Può essere il risultato di non aver lavorato correttamente durante il Congresso?

Risposta: Dopo il tipo di unità e l’ascesa che abbiamo sentito al Congresso, è corretto se l’uomo sente stati quali separazione, repulsione e confusione. La resistenza della nostra natura egoista deve aumentare, e per bilanciarla, abbiamo bisogno di lottare contro questi stati.

Se ci manteniamo nello stesso punto d’unità che abbiamo raggiunto, dopo, in virtù dell’egoismo che gli rimane attaccato, questo punto inizierà a crescere. Abbiamo ricevuto un esempio e dobbiamo vivere nella stessa ispirazione. Conteniamo già lo stato chiamato “unità” che abbiamo raggiunto nel congresso nella forma più chiara e vivida. Io devo conservare questo stato, e cercare di rimanervi ogni momento della mia vita.

In verità inizierò a ricevere disturbi di ogni tipo, ma sono tutti intesi affinché io possa stringermi sempre di più allo stesso punto che ho raggiunto durante il Congresso, e allora questo punto crescerà basandosi su tutti questi disturbi. Entreranno e lo supporteranno con l’aiuto dei miei sforzi, e allora questo punto si espanderà. Così faccio crescere questo punto fino alla misura del primo livello spirituale. Non ho nessun’altra opportunità per crescere nella spiritualità, soltanto con dei disturbi, con l’“aiuto contro di me”.
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(Dalla lezione quotidiana di Kasbbalah del 12.12.2011 Gli scritti di Rabash)

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Congresso Mondiale della Responsabilità Reciproca: Il punto dell’unità, parte 1°

Alcune foto dal Congresso Mondiale della Responsabilità Reciproca tenutosi a Tel Aviv, 6-8 Dicembre 2011.

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Lezione quotidiana di Kabbalah del 19.12.2011

Gli Scritti di Rabash “Secondo quanto è spiegato riguardo all’ ‘Ama il Tuo Amico come te stesso’”
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Introduzione al Talmud delle Dieci Sefirot, Pagina 315, Punto 2, Lezione 2°
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Rav Yehuda Ashlag “La Libertà”, Pagina 381 “L’ Influenza dell’ Ambiente”, Lezione 5°
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Non nasconderti dietro lo schermo di un computer

Domanda: Dopo l’unione che abbiamo sentito durante il congresso, l’uomo che studia con noi virtualmente dovrebbe cercarsi un gruppo nel quale inserirsi?

Risposta: Andare a cercare un gruppo non è più come succedeva duecento anni fa, quando l’uomo doveva lasciare la propria casa per andare alla ricerca. Oggigiorno entra in internet e si trova già insieme a noi, nel gruppo comune. Ha già assistito ad un congresso e sa di cosa si tratta.

Dovrebbe cercare un gruppo fisico? Non so se ne ha l’opportunità. Il gruppo più vicino potrebbe trovarsi diverse ore di strada lontano da lui.

Dovrebbe tuttavia cercare di mantenersi in collegamento con gli altri. Alcune volte devi sentire quanto tu non voglia questa connessione. Può darsi che collegandoti virtualmente idealizzi la situazione, pensando di essere già unito a loro completamente, mentre in realtà ti nascondi dietro lo schermo del computer. E allora, smetti di stare dietro il computer e collegati veramente agli altri. Vedi se è possibile.

Ovviamente adesso, dopo l’unificazione avvenuta durante il congresso, iniziamo a sentire confusione, repulsione e separazione, tutti quegli stati che sono opposti all’unità, uno contro l’altro. Questo avviene perché. per poter crescere, dobbiamo avanzare con le due gambe, quindi non sorprenderti se ci troviamo da un momento all’altro in stati opposti. Dobbiamo abituarci al fatto che devono alternarsi e susseguirsi uno con l’altro.

Perciò, se l’uomo non ha una connessione vicina con un gruppo, non attraversa questi stati drammaticamente, in modo veloce e intenso. Tutto questo viene fuori per lui in modo “macchiato”, ciò nonostante deve avere qualche tipo di connessione fisica con gli altri, perché siamo in questo mondo e non possiamo annullarlo completamente, non possiamo trasformarlo in un mondo virtuale. Siamo qui nei nostri corpi e con ogni tipo di connessione tra di noi perché è importante. Acceleriamo il tempo con le connessioni fisiche tra di noi.

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(Dalla lezione quotidiana di Kabbalah del 12.12.2011 Gli scritti di Rabash)

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